frei denken 02/2009.pdf

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(file: @@FD-022009.pdf@@)94. Jahrgang I Nr. 2 I Februar 2009 12. Februar 2009: wir feiern den 200. Jahrestag der Geburt des wohl bedeutendsten Biologen der Geschichte: Charles Darwin, dessen Erkenntnisse über die Evolution nicht nur die Biologie sondern das ganze westliche Denken revolutioniert hat. Die Bedeutung der Selektion auf der Ebene der Individuen ist seit Darwin unbestritten. Ausgehend von der Beobachtung, dass Horden aus anständigen Mitgliedern anderen überlegen sind, schrieb Darwin aber bereits in «Die Abstammung des Menschen», dass in der menschlichen Evolution neben der individuellen Selektion auch die natürliche Gruppenselektion eine wichtige Rolle gespielt haben könnte. In einem Beitrag in Spektrum der Wissenschaft 01/09 erklären die Evolutionsbiologen D. > Pagina 2 «Il darwinismo rappresenta una pietra miliare nella lotta contro le spiegazioni mitologiche dell’origine della nostra specie.» Edi Bernasconi S. Wilson und E. O. Wilson, dass die Evolution in verschiedenen Bereichen Eigenschaften hervorgebracht hat, die dem Gemeinwohl dienen, dem Individuum hingegen fast nur Kosten verursachen. Als Ganzes haben Gruppen aus «redlichen Individuen» eine höhere Fitness als Gruppen aus Gaunern. Danke, Mr. Darwin! experiment, bei dem in einen ersten Fall aus Gruppen von Hühnern jeweils nur jenes weitergezüchtet wurde, das am meisten Eier legte – also eine Individualselektion vorgenommen wurde. Im anderen Fall wurde jeweils die insgesamt legefreudigste Gruppe weitergezüchtet – also eine Gruppenselektion durchgeführt. Letztere waren mit jeder Generation produktiver, während erstere immer aggressiver und immer weniger produktiv wurden. Auch auf bei der menschlichen Evolution müssen gruppenselektive Prozesse eine Rolle gespielt und muss in bestimmten Situationen die Gruppenselektion die individuelle Selektion in den Hintergrund gedrängt haben. Menschliche Gruppen haben sich dank ausgeprägtem Teamwork – aber vor allem auch dank strikter Kontrolle und Sanktion von eigennützigem Verhalten ihrer Individuen – gegen andere Gruppen durchsetzen können. Soweit die beiden Autoren. über das Verhalten der anderen. So könnte Religion ein sehr effizientes Mittel bei der Selbstorganisation gewesen sein, indem sie zu stabileren Kooperationsverhältnissen in der Gemeinschaft geführt hat, was für das demografische Wachstum förderlich war. Das rund 3'000 Jahre alte Modell «Monotheismus» wäre dann die ausdifferenzierteste Form der religiösen Kontrolle, welche zusammen mit der Staatenbildung in seiner römischen Ausprägung begann und uns heute in seiner iranischen Variante bedroht. In der westlichen Welt ist diese Kontrollfunktion in den letzten 100 Jahren allmählich ersetzt worden durch einen technischen «Big Brother», der sogar verwertbare Informationen über das Tun der Individuen liefert. Diesen haben die Menschen etwas schneller durchschaut, was allerdings seinem Ausbreiten im Namen der Sicherheit – gerade angesichts der Bedrohung durch religiöse Fanatiker – bisher keinen Abbruch tat. Reta Caspar Mehr als egoistische Gene In den letzten 50 Jahren hat die Evolutionsforschung – ausgehend von der Annahme des «egoistischen Gens» – die individuelle Selektion in den Vordergrund gestellt und auf dieser Basis versucht, auch z. B. altruistisches und anderes Sozialverhalten zu erklären. Die Autoren meinen jedoch, dass auch in diesen Ansätzen letztlich die Anerkennung verschiedener Ebenen der Selektion unumgänglich seien. E.O. Wilson, berühmt für seine Ameisenforschung, hat Insektenstaaten als Fabriken in Festungen beschrieben, und er vergleicht etwa den Reparaturvorgang in einem beschädigten Termitenbau mit dem Vorgang in unserem Körper, wenn verschiedene Zellen schnell dafür sorgen, eine Wunde zu schliessen. > Seite 3 «Keine Parallelgesellschaften, kein Parallelrecht und keine Integration durch Religion.» Reta Caspar Selbstorganisation Die Selbstorganisation erweist sich dabei als Schlüsselqualifikation von komplexen Systemen. Und wenn man von verschiedenen Selektionsebenen ausgeht, dann ist es nicht mehr abwegig eine Vorstellung zu entwickeln, dass eine Gruppe einen gemeinsamen, einen kollektiven Verstand besitzt. Hinweise darauf fanden die Forschenden bei ganz verschiedenen Arten. Als Beleg beschreiben die Autoren etwa ein Züchtungs- Funktion von Religion ? Das Verständnis der Rolle und des Erfolgs von Religion in der Evolution könnte an dieser Stelle ansetzen: Religion bietet die Möglichkeit der maximalen Kontrolle über unerwünschten Egoismus – insbesondere der männlichen Mitglieder – durch die Einführung imaginärer, allmächtiger und allwissender Gottheiten, welche sich nur ausgewählten Individuen offenbaren und diese mit besonderen Kräften ausstatten. Diese werden zu Lehrern, Führern und Richtern > Seite 4 Atheisten-Kampagne: Wahrscheinlich gibt es keinen Gott ... > Seite 5 «Kooperativer Mehrwert: Religionen kooperieren statt konkurrenzieren – im eigenen Interesse.» Ulrich Beck, Soziologe > Seite 6 «Evolution: Abschied von der Idee des universellen Fortschritts.» Franz M. Wuketits, Biologe 2 libero pensiero. 2/2009 Darwin La selezione naturale – l'uomo e dio Charles Darwin era un credente? E’ la domanda che un libero pensatore può giustamente porsi. Si tratta però di una questione alla quale sarà difficile trovare una risposta esplorando tra le righe dei testi dello scienziato inglese a duecento anni dalla nascita (12 febbraio 1809) ed a centocinquanta dalla pubblicazione della sua opera principale «L’Origine delle specie» (1859), ricorrenze che si celebrano quest’anno. Si ha piuttosto l’impressione che il tema religioso non abbia mai fatto parte, salvo scarni accenni, delle preoccupazioni del padre della teoria della selezione naturale. Non vi è motivo di meravigliarsi. La vita di Darwin è quella di un ricercatore che si è impegnato lungo tutta la sua esistenza nel cercare di capire e spiegare i meccanismi che regolano la vita naturale attraverso la minuziosa osservazione dei caratteri delle diverse specie, quelle animali in particolare, lavoro di indagine e classificazione sul quale si concentrò in particolare negli anni tra il 1831 ed il 1836 durante il lungo viaggio a bordo del vascello «Beagle». Darwin affinò poi la sua teoria attraverso lo studio dei metodi di selezione del bestiame applicati dagli allevatori del suo paese. Non manifestò invece mai grande interesse per la riflessione filosofico-speculativa e, ancora meno, per le questioni teologiche. Nel grande libro della natura ad avere successo e quindi a perpetuarsi sono unicamente quelli che dispongono delle caratteristiche in grado di meglio integrarsi con l’ambiente fino a dare luogo ad una nuova specie. A questa legge non sfugge l’uomo che, a sua volta, è il risultato di una evoluzione durata miliardi di anni. L’Homo sapiens, cioè noi, ha dunque potuto vedere la luce unicamente grazie ai processi messi in atto dalla natura. Sostenere questo, come Darwin fece qualche anno dopo l’apparizione dell’Origine delle specie con la pubblicazione di un libro spesso dimenticato che è «L’origine dell’uomo e la selezione sessuale» (1871) coincide con il negare che questo essere vivente è il risultato di un disegno finalistico. Anche se lo scienziato inglese non lo proclamò mai apertamente, la conclusione alla quale giungere è che noi non siamo figli di un dio, di un dio qualunque, ma solo il risultato di un processo influenzato da molteplici fattori, quelli climatici ad esempio. Fattori che, come hanno consentito la formazione del Sapiens e prima ancora dell’Homo erectus, dell’Homo habilis e del Neanderthaliano, potrebbero portare alla sua distruzione, esattamente come capitò ai dinosauri sulla cui scomparsa, come spiega lo zoologo ed esperto di storia della scienza Richard Dawkins, si continua a discutere. Ammesso e non concesso che un essere soprannaturale sia stato all’origine dell’universo e del globo terrestre, la teoria di Darwin ha finito per tagliare in forma definitiva il cordone ombelicale che nella cultura dominante univa l’uomo con la divinità. pato teorie evolutive come il francese Jean-Baptiste Lamarck. Dopo Darwin, ancora nel secolo scorso, il mondo scientifico propose diverse spiegazioni dei fenomeni evolutivi. Fino ad oggi, tuttavia, nessuno è riuscito a confutare l’impalcatura della concezione darwiniana. Anzi quest’ultima ha ripreso forza con l’entrata in scena di nuove discipline. Primato alla scienza Darwin ha sempre limitato rigorosamente il proprio campo d’azione all’ambito della biologia. Non ha negato ufficialmente l’esistenza di dio e comunque il ruolo di una mano divina nella nascita dell’uomo pur avendo dimostrato l’infondatezza di una tale ipotesi. Ha però anche sempre rifiutato una meccanistica traspozione della sua teoria nel campo della sociologia e della storia umana evitando, in questo modo, possibili usi strumentali. Rifiutò così di abbinare le sue spiegazioni dei meccanismi che governano il mondo nauturale all’intepretazione della storia fondata sulla lotta di classe come avrebbe desiderato Carlo Marx il quale avrebbe voluto dedicargli la sua opera principale, il Capitale. In Darwin non vi è spazio al tempo stesso per il marxismo ma neppure per Malthus e le sue teorie demografiche per cui nella società umana sarebbero solo i più forti a sopravvivere. Non vanno dimenticati, più tardi, i tentativi degli ideologi del nazionalsocialismo di sfruttare la selezione naturale per dimostrare la superiorità di una razza sulle altre. Darwin non sarebbe stato al gioco. Lo ha spiegato bene nel corso di una recente trasmissione diffusa dalla Televisione della svizzera tedesca lo storico Philip Sarasin. Da uomo di scienza quale fu, Darwin si affidò agli strumenti del metodo razionale quale unico riferimento per lo sviluppo della conoscenza con i risultati che sappiamo e che hanno finito per infliggere un colpo mortale alle concezioni metafisiche. A cominciare da quelle di cui si sono fatte e continuano a farsi portatrici le religioni. In questo senso il darwinismo con i suoi sviluppi più recenti rappresenta una pietra miliare nella lotta contro le spiegazioni mitologiche dell’origine della nostra specie. Edy Bernasconi Rivoluzione cosmologica Eppure i risultati del suo lavoro hanno avuto un effetto dirompente sulla visione del mondo ereditata dalla tradizione del pensiero occidentale e da quella religiosa. Non è l’unico esempio nella storia di come una teoria scientifica, al di là della volontà soggettiva del suo autore, può essere in grado di sviluppare una forza rivoluzionaria a livello culturale. La medesima cosa si potrebbe dire per Copernico e, più ancora, per Galileo che a sua volta non rinunciò mai alla fede, visto che l’Onu ha dichiarato il 2009 Anno internazionale dell’astronomia. Iniziativa meritevole anche se nasce il sospetto che celebrare Darwin sarebbe stato troppo inquietante con i tempi che corrono. Dove sta, dunque, il contenuto rivoluzionario ed antiteologico della teoria darwiniana? E’ riconoscibile nel nocciolo stesso della spiegazione del fenomeno evoluzionistico. Gli organismi di una medesima specie si differenziano individualmente, anche per particolari all’apparenza insignificanti, l’uno dall’altro già al momento della nascita. Differenze che si trasmettono per discendenza. L’imbarazzo della chiesa Non è un caso se la chiesa cattolica continua a mostrare un grande imbarazzo nei confronti del darwinismo pur avendo accettato il principio dell’evoluzione, che è cosa ben diversa dal riconoscere i fondamenti della teoria della selezione naturale. Viene da qui la concezione del Disegno intelligente la quale, invero, non si fonda su prove scientifiche. Non sembra qui il caso di soffermarsi sulle posizioni delle correnti clericali più fondamentaliste che si rifanno ad una interpretazione letterale dei testi cosiddetti sacri e, in particolare, della favola contenuta nel libro della Genesi. E’ bene a questo proposito precisare che Darwin non è il padre dell’evoluzionismo. Prima di lui altri scienziati avevano svilup- 2/2009 frei denken. 3 Den Vorschlag des Freiburger Sozialanthropologieprofessors Christian Giordano, künftig auch in der Schweiz SchariaGerichte offiziell anzuerkennen, weist die Freidenker-Vereinigung der Schweiz in aller Schärfe zurück. Auch wenn es stimmen mag, dass solche Strukturen sich bereits heute im Verborgenen entwickeln, ist dies kein Grund, sie staatlich zu fördern. Mit dem gleichen Argument könnte man sonst auch z.B. Mafiagerichte staatlich anerkennen. Keine Parallelgesellschaften! Keine Integration durch Religion! Die FVS spricht sich für eine klare Trennung von Staat und Kirchen / Religionen aus und für eine ebenso klare Integrationspolitik: Integration erfordert einerseits die Bereitschaft der einzelnen Immigrierenden, sich in die hiesige, säkulare Gesellschaft einzufügen und die hier geltenden Gesetze einzuhalten, und andererseits die Bereitschaft der Gesellschaft, integrierungswilligen Menschen gegenüber offen zu sein. Die FVS ist der Überzeugung, dass die Errungenschaften der Aufklärung Europas heutige Kultur nachhaltig geprägt und viele der klerikalen christlichen Elemente erfolgreich verdrängt haben. Eine säkulare, pluralistische und demokratische Gesellschaft kann das Gleiche auch mit dem Islam erreichen. Die Ausübung ihrer angestammten Religion mag zwar in einer ersten Phase gewissen Immigrierenden helfen, in einem fremden Land heimisch zu werden. Aber: Nicht alle Immigrierenden sind religiös und der Staat soll Religionen nicht fördern. Deshalb darf Integration durch Religion keine staatliche Strategie sein. Die FVS setzt hier auf die bewährten Werkzeuge «Aufklärung und Bildung» und auf die gegenseitige Verpflichtung zu Toleranz und Respekt. Weder Scharia noch Canonica! Der Churer Bischof Vitus Huonder hat Fachgremien mit vier Mitgliedern bestimmt, die sich um Opfer sexueller Übergriffe durch katholische Seelsorger kümmern soll. Das Ergebnis der Aussprache könnten therapeutische Massnahmen und/oder eine Strafanzeige bei zivilen Behörden und/oder die Einleitung eines kirchlichen Verfahrens sein. In den Gremien seien juristische, medizinische und psychotherapeutische, als auch theologisch-seelsorgliche Kompetenzen vertreten. Neben der Hilfestellung in Einzelfällen soll das Gremium auch kirchliche Institutionen des Bistums für dieses Thema sensibilisieren und dadurch vorbeugend wirken. www.bistum-chur.ch Opfern sollen sich in jedem Fall direkt an staatliche Stellen wenden! Zu beachten ist das Wort «kann» im Zusammenhang mit der Strafanzeige. Die katholische Kirche soll sich um ihr Personal kümmern und Prävention betreiben, aber nicht die Opfer weiter mit ihrer Dogmatik belästigen und deren Loyalitätskonflikt als Mitglieder zu ihren Gunsten nutzen. Opfer sollen sich unter den Schutz des staatlichen Rechts begeben und nicht des religiösen Rechts, das den Interessen der religiösen Institutionen dient – ob Scharia oder Canonica! rc Allianz der Religiösen? Nachdem der Multikulturalismus als Ideologie versagt hat, liebäugelt nun ein Professor – vielleicht nicht ganz zufälligerweise einer katholischen Hochschule – mit dem Rechtspluralismus. Applaus natürlich vom umstrittenen Berner Soziologieprofessor Farhad Afshar, der im so genannten «interreligiösen Dialog» in der Schweiz omnipräsent ist. Die Landeskirchen und von ihr dominierte Institutionen schmieden unter dem Deckmantel des «interreligiösen Dialoges» an der Allianz der monotheistischen Religionen gegen die Nichtreligiösen und gegen unliebsame Staatsmonopole wie die Justiz – auch auf Lehrstühlen, aus allgemeinen Steuermitteln finanziert! Schweizer MagistratInnen in der Kritik Brief an die neu gewählte Präsidentin des Nationalrates, die am 3.12.2008 bei ihrer Ankunft im Tessin die Hand von Bischof Pier Giacomo Grampa geküsst hat. Antwort noch ausstehend. Liebe Frau Simoneschi Wie ich unserer Webseite entnehmen kann, haben Sie die Hand eines Bischofs geküsst. Dieses Verhalten mag für ein Weibchen gegenüber einem ranghöheren Primatenmännchen eines aus der Steinzeit stammenden irrationalen Oberaffenkultes (= Christentum) angemessen sein, aber sicher nicht für die oberste Repräsentantin unseres Staates. Ich hoffe Sie werden sich der Würde und Verantwortung Ihres Amtes besser bewusst werden und zukünftig solche erniedrigende Gesten unterlassen. Mit freundlichen Grüssen Stefan Mauerhofer, Co-Präsident FVS Brief an den Bundespräsidenten. Antwort noch ausstehend. Sehr geehrter Herr Merz Ihre Neujahrsansprache vom 1. Januar 2009 haben Sie mit dem Satz geschlossen: „…unter dem Schutz unseres Glaubens will ich gemeinsam mit Ihnen das Jahr 2009 anpacken.“ Gerne würden wir erfahren, welchen Glauben Sie uns damit unterstellen wollen. Mit freundlichen Grüssen und den besten Wünschen zum Jahreswechsel. FVS-Geschäftsstelle, Reta Caspar Herzlichen Dank! Von Januar 2008 bis Mitte Januar 2009 sind total Fr. 9'638.60 an Spenden auf unser Konto eingegangen. Ein schöner Erfolg, zu dem Mitglieder, aber auch AbonnentInnen und sogar ProbeabonnentInnen beigetragen haben. Spenden ab Fr. 100.- wurden bereits persönlich verdankt, allen anderen SpenderInnen möchten wir hiermit ganz herzlich für ihre höchst willkommene Unterstützung danken. Wir verstehen diese als Auftrag, auf dem eingeschlagenen Weg weiter zu gehen. Auch an den Vorträgen im Herbst 2008 habe sich viele BesucherInnen erkenntlich gezeigt. Angesichts der hohen Kosten insbesondere für Werbung und Lokalmiete waren diese Spenden Balsam für die Sektionskassen. Der Zentralvorstand 4 frei denken. 2/2009 Verbot in St. Gallen SP-Parlamentarier Beat Weber sowie 27 Mitunterzeichnende reichten im Oktober 2008 einen Vorstoss zum Thema ein. Unter dem Titel «Gottlose oder Gottgläubige oder gewöhnlich Sterbliche – wer darf werben im St. Gallerbus?» wurde der Stadtrat aufgefordert, Auskunft über Kriterien für die Vergabe von Werbeflächen zu geben. Weil das Plakat nicht «gegen die Moral oder den Geschmack» verstosse noch «den konfessionellen Frieden» gefährde, habe das Verbot des Konfessionsfrei-Plakats «keine vernünftige Grundlage», hiess es in der Interpellation. «Plakat ist ehrverletzend» Der Stadtrat ist der Meinung, er habe das FVS-Plakat verboten, weil es «Personen oder Institutionen in ihrer Ehre oder Würde verletzen» könnte. Die auf die Medienberichte folgende Diskussion habe gezeigt, dass «diese Befürchtungen offenbar nicht unbegründet» gewesen seien. Das ist natürlich Unsinn. Eine Ehrverletzung kann nur durch einen Angriff auf eine Person entstehen, mit dem diese in ein falsches Licht gerückt wird. Dass man konfessionsfrei geboren wird, ist aber schlicht eine Tatsache, die ja gerade durch die Taufe der christlichen Kirchen belegt wird. Neu: auch religiöse Plakate verboten Im neuen Vertrag zwischen den VBSG und der APG seien nun auch Reklamen «mit religiösen Meinungsäusserungen», mit «unwahren, irreführenden und unlauteren» Inhalten sowie solchen, die «Gewalttaten fördern oder unterstützen», rc verboten. soll, wird der Zentralvorstand an seiner nächsten Sitzung diskutieren. Anzunehmen ist, dass die zuständigen Stellen in den Verwaltungen ihre Bestimmungen ändern werden (siehe Kasten) um solche Kampagnen zu verhindern. Zumindest ist dann aber auch religiöse Werbung weg. Bis dann könnte aber die Aufmerksamkeit, welche die britische Kampagne geschaffen hat, auch in der Schweiz genutzt Reta Caspar werden. Die Kampagne «Der Mensch ist frei geboren – konfessionsfrei» in Bussen und Trams in 6 Städten in der Schweiz hatte gerade begonnen, als die englische Presse über eine geplante Kampagne der britischen Humanisten berichtete, für die im Internet Spenden gesammelt wurde. Der Erfolg war phänomenal: statt der angepeilten £ 5'500 wurde innert 24 Stunden das Zehnfache gesammelt und schliesslich stieg der Kontostand auf sagenhafte £ 140'000. Im Januar zirkulieren deshalb nun nicht nur in London sondern auch auf dem Land total 800 Busse mit obigem Slogan, zudem wurden rund 1'000 Plakate in Londons U-Bahn angebracht, sowie zwei grosse Bildschirme an der Oxfordstreet. Der Evolutionsbiologe Richard Dawkins hat die Kampagne von Beginn weg unterstützt. Ihm gefällt das «wahrscheinlich» im Slogan und seine humorvolle, nicht aggressive Botschaft. Der Ausgangpunkt war in London der gleiche wie in der Schweiz: der zunehmenden Werbung der Christen im öffentlichen Raum etwas entgegensetzen. Die Reaktionen in der Schweiz zeigten deutlich, dass die Konfessionsfreien hierzulande dies genauso empfanden: Endlich mal etwas Anderes als diese nervige christliche Werbung! Reaktion der Kirchen Die Kirchen versuchen, die Kampagne auf ihre Mühlen zu lenken und sind offiziell nicht beunruhigt sondern gar erfreut, dass die Menschen dadurch angeregt würden, über Gott nachzudenken. Evangelikale Kreise hingegen wittern natürlich in der Kampagne das Wirken Satans und berufen sich auf ihre religiösen Gefühle, nicht aufgrund des Slogans, sondern aufgrund der dahinter stehenden Webseite www.atheistbus.org. Diese Reaktionen gleichen denen in der Schweiz. Die Kirchen haben auf die FVSKampagne offiziell nicht reagiert. Medienecho Die Schweizer Medien schwiegen im letzten Oktober leider auch – mit Ausnahme des St. Galler Tagblattes und 20 Minuten. Über die britische Aktion wird nun hingegen weltweit und auch schweizweit berichtet. Auch in England zeigt sich, dass es schliesslich die Medien sind, welche einer solchen Kampagne zum Erfolg verhelfen – schon zu Beginn, bei der Spendenaktion. Vernetzung weltweit Es scheint, dass FreidenkerInnen weltweit die Nase voll haben von den Omnipräsenz religiöser Sprüche und, dass die Zeit gekommen ist für eine weltweite Bewegung und Vernetzung der Religionsfreien. Das Internet erweist sich hier als willkommene Kommunikationsplattform. Seit neuestem sind auch in der Schweiz FreidenkerInnen auf facebook aktiv, verbinden sich dort national und international in Gruppen und Aktionen und halten unsere Kampagnenseite www. konfessionsfrei.ch im Gespräch, auf der mittlerweile 363 Einträge stehen. Warum «wahrscheinlich»? Das Wort «wahrscheinlich» wurde zur Milderung in den Slogan eingefügt, um Vorwürfen der «Verletzung religiöser Gefühle» vorzubeugen. Aus dem gleichen Grund basiert auch die FVS-Kampagne auf einem demonstrativ harmlosen Text. Hier wie dort konzentrierte sich der Vorwurf dann aber auf die dahinterstehende Webseite, auf der «verletzende Aussagen» moniert wurden. Spanien In Spanien, wo rund 20% der Bevölkerung angibt, nicht an einen Gott zu glauben, wurde die Idee und auch der Slogan sofort übernommen: «Probablemente Dios no existe. Deja de preocuparte y goza de la vida.» steht auf Bussen in Barcelona, Valencia – auch eine katalanische Version des Slogans ist unterwegs – und die Hauptstadt Madrid soll folgen. Ähnlich wie in der Schweiz hängt die Zulassung jeweils von den lokalen Behörden ab. Wie weiter? Die Konfessionsfrei-Kampagne der FVS auf dem Internet wird weitergeführt. Sie ist weltweit die einzige Kampagne, in der Menschen sich persönlich outen. Ob daneben eine Kampagne mit den britischen Slogan entwickelt werden ES GIBT WAHRSCHEINLICH KEINEN GOTT. ALSO - KEINE ANGST - GENIESS' DEIN LEBEN. www.frei-denken .ch Washington «Warum an Gott glauben? Sei doch einfach gut um des Guten willen.» prangt derzeit auch auf 200 Bussen in Washington DC. Die amerikanischen Humanisten haben ihre Kampagne auf das Thema «Ethik ohne Gott» fokussiert. D I E U N ' E X I S T E P R O B A B L E M E N T PA S . DONC - CESSE T'EN FAIRE - PROFITE DE LA VIE. www.librepensee .ch PROBABILMENTE DIO NON ESISTE. SMETTI DI PREOCCUPARTI - GODA LA VITA. www.libero-pensiero .ch 2/2009 frei denken. 5 Frieden statt Wahrheit ? Der Münchner Soziologe Ulrich Beck beschreibt in seinem Buch «Der eigene Gott» die Gefahren, die von den Religionen ausgehen: Indem Religionen ein Merkmal absolut setzen – den Glauben – heben sie in Zeiten der Globalisierung zwar geographische und kulturelle Grenzen auf, schaffen aber eine neue fundamentale Unterscheidung: die zwischen Gläubigen und Ungläubigen. Dabei sprechen sie letzteren tendenziell der Status des Menschen überhaupt ab. Beck schlägt die Unterscheidung von «Religion» und «religiös» vor: Der Begriff «Religion» ordne das religiöse Feld nach der Logik des Entweder-oder. Das Adjektiv «religiös» dagegen ordne es nach der Logik des Sowohl-als-auch. Religiös sein beruhe nicht auf der Zugehörigkeit zu einer bestimmten Gruppe oder Organisation, sondern definiere eine bestimmte Einstellung zu den existenziellen Fragen, die die Stellung und das Selbstverständnis des Menschen in der Welt betreffen. In den westlichen, individualistischen Gesellschaften schaffe sich der einzelne Mensch den «eigenen Gott» –, der zum «eigenen» Leben und «eigenen» Erfahrungshorizont passe. Dieser «eigene Gott» sei nicht mehr der Gott der Kirchen, der das Heil diktiere und zu Intoleranz und Gewalt ermächtige. bieten den Konsumenten sehr viel», zitiert er den Theologen Friedrich Wilhelm Graf, «eine starke, stabile Identität, krisenresistente Welt- und Zeitdeutung, geordnete Familienstrukturen und dichte Netzwerke der Solidarität.» Polytheismus des Religiösen Beck sieht Chancen in einer (Rück-) Verwandlung des «Monotheismus der Religion» in einen «Polytheismus des Religiösen» unter dem Vorzeichen des «eigenen Gottes». Diese könnte in einer «Toleranz des sowohl als auch» münden, die man beispielsweise in Japan beobachten kann. Die Menschen sehen dort kein Problem darin, zu bestimmten Jahreszeiten einen Schinto-Schrein zu besuchen, die Heirat nach einer christlichen Zeremonie auszurichten und von einem buddhistischen Mönch beerdigt zu werden. Der Religionssoziologe Peter L. Berger berichte vom japanischen Philosophen Nakamura, der dies auf den Punkt bringt: «Der Westen ist für zwei fundamentale Fehler verantwortlich. Der eine ist Monotheismus – es gibt nur einen Gott –, und der andere ist das aristotelische Prinzip des Widerspruchs – etwas ist entweder A oder Nicht-A. Jeder intelligente Mensch in Asien weiss, dass es viele Götter gibt und dass Dinge sowohl A als auch Nicht-A sein können.» Kooperativer Mehrwert Beck geht davon aus, dass es für die Fortexistenz der Menschheit entscheidend sein wird, ob eine Art von interreligiöser Toleranz möglich ist, deren Ziel nicht Wahrheit, sondern Frieden ist und in der die Konversion toleriert aber die Missions reduziert wird. In der Diskussion über den Islam im säkularen Europa gewinnt laut Beck die List des kooperativen Mehrwerts an Bedeutung: Gruppen können intolerant in Hinblick auf die Theologie des Anderen sein, aber gleichwohl kreativ zusammenarbeiten, um geteilte, öffentliche Anliegen durchzusetzen. Obwohl er am Anfang des Buches die neue Verwerfung zwischen Religiösen und Nichtreligiösen anspricht, bleibt das Buch bei den Fragen der interreligiösen Toleranz stehen, die Folgen für die Nichtreligiösen werden kaum weiter erläutert. rc Ulrich Beck Der eigene Gott Friedensfähigkeit und Gewaltpotential der Religionen Verlag der Weltreligionen, 2008 ISBN 3458710035 «Harte Religionen» Eine neue Konfliktlinie tut sich auf zwischen Glaubensströmungen, die dem Zweifeln Raum geben und denjenigen, die, um den Zweifel abzuwehren, sich in der konstruierten «Reinheit» ihres Glaubens verbarrikadieren. «Harte Religionen «Kooperativer Mehrwert» in der Schweiz: Lobbying der Religionen In der Schweiz setzen der Rat der Religionen und die Interreligiöse Arbeitsgemeinschaft IRAS COTIS auf den «Kooperativen Mehrwert». Die Konfessionsfreien, mit mehr als 11% die drittgrösste Weltanschauungsgruppe nach den Katholiken und den Reformierten haben keinen Einsitz in den beiden Organisationen. kreise, Studienzentren, Hilfswerke, u.a. Brot für alle, Caritas Schweiz, Fastenopfer, HEKS, Mission 21, Schweizerische Flüchtlingshilfe. Die Arbeitsgemeinschaft koordiniert jeweils im November Aktivitäten unter dem Titel «Woche der Religionen». Explizit wird auch die Toleranzförderung als Ziel genannt, Begegnung und gegenseitiges Verständnis werden angestrebt. Die Friedensfähigkeit gegenüber Nichtmitgliedern wird jedoch nicht angesprochen. Auch die so genannten «St. Galler Erklärung», die als wegweisend für die interreligiöse Kooperation gilt, basiert auf einem religiös formulierten Minimalkonsens: «Wir sind alle Gottes Geschöpfe». www.iras-cotis.ch Position der Mitgliedsreligionen in der Schweiz zum Ziel. Die Trennung von Staat und Kirche ist keine Option. FVS im interreligiösen Dialog? Erste Kontakte zwischen FVS und Vertretern des Rates der Religionen wurden letztes Jahr auf deren Initiative geknüpft, jedoch unvermittelt wieder abgebrochen, nachdem diese die These der «Allianz oder Achse der Religiösen» wahrgenommen hatten. Eine Diskussion der These war nicht erwünscht. Kontakte mit IRAS COTIS fanden ebenfalls statt: 2008 erschienen erstmals auch Veranstaltungen der FVS im Veranstaltungskalender der «Woche der Religionen»: Die Vorträge von Carola Meier-Seethaler zum Thema «Atheistische Spiritualität: Was glauben Menschen, die nicht glauben?» sind an den beiden Vortragsorten Winterthur und Zürich in jener Woche auf grosses Interesse gestossen. Die FVS plant, auch 2009 in der Woche der Religionen eigene, religionskritische Vorträge anzubieten. Eine Mitgliedschaft der FVS bei IRAS COTIS kommt aufgrund deren statutarischem Zweck nicht in Frage, aber der Kontakt soll gepflegt werden. rc Rat der Religionen Der «Rat der Religionen» hat den «Erhalt des religiösen Friedens» in seinen Zielsetzungen zwar explizit erhalten, ist aber in seiner Zusammensetzung auf die drei christlichen Landeskirchen, die orthodoxen Christen, islamische Organisationen und den Schweizerischen Israelitischen Gemeindebund beschränkt und muss als reine Interessenvertretung der monotheistischen Religionen betrachtet werden. www.sek-feps.ch «Rat der Religionen» IRAS COTIS «IRAS COTIS» ist eine Arbeitsgemeinschaft, die bezweckt, «kulturellen Minderheiten die Wahrnehmung ihrer religiösen Anliegen zu ermöglichen». Ihre Kooperation umfasst laut Webseite auch Hinduisten, Buddhisten, Bahai, sowie diverse Interreligiöse Gemeinschaften, regionale interreligiöse Foren und Arbeits- Gefahr der «Allianz oder Achse der Religiösen» Die 2006 von mir erstmals formulierte These der «Allianz oder Achse der Religiösen gegen die Nichtreligiösen» hat auf die Gefahr hingewiesen, dass der «kooperative Mehrwert» auf Kosten der Nichtreligiösen im Lande gehen könnte. Diese These wird aufrecht erhalten. Beide Organisationen haben die Stärkung der 6 frei denken. 2/2009 Forum Freidenker-Terminologie Gelegentlich diskutieren Freidenker, wie sie sich selbst bezeichnen sollen. Ich nenne mich primär Agnostikerin, weil eine Nicht-Existenz nicht beweisbar ist («absence of evidence is not evidence of absence»), auch wenn ich das Existieren von Göttern als äusserst unwahrscheinlich betrachte. Andererseits glaube ich an keinen Gott, in diesem Sinn wäre ich also Atheistin. Und dann bin ich auch Humanistin, Naturalistin, Kritische Rationalistin,... diese Bezeichnungen sind im zweierlei Hinsicht positiv: Einerseits weil sie festhalten, dass meine Weltanschauung sich nicht auf die Verneinung der Existenz von Göttern beschränkt, sondern auf einer soliden argumentativen Basis ruht. Andererseits sind diese Ausdrücke positiv, weil sie gesellschaftlich weniger negativ besetzt sind als «Atheistin/ Agnostikerin». Büchertisch Wozu brauche ich einen Gott? Fiona Lorenz rororo-Verlag, 2009 ISBN 978 3 499 62473 5 Rechtlicher Schutz Ein interessanter, aber praktisch nicht relevanter Nebenaspekt: im Art. 261 des StGB werden religiöse Überzeugungen geschützt, genauer «die Achtung vor dem Mitmenschen und seiner Überzeugung in religiösen Dingen und damit gleichzeitig auch der religiöse Friede» (BGE 86 IV 19 E. 3 S. 23). Damit sind «alle Überzeugungen, die sich auf das Verhältnis des Menschen zum Göttlichen, zum Transzendenten beziehen und weltanschauliche Dimensionen haben» gemeint (Häfelin/ Haller, Schweizerisches Bundesstaatsrecht, S. 124, N. 406). Wegen der expliziten Verneinung von Religiosität werden auch areligiöse und atheistische Auffassungen geschützt, jedoch eigentlich nicht weltanschauliche Auffassungen, denen es am transzendenten Bezug fehlt. Strenggenommen wäre z. B. eine naturalistische Haltung, welche supranatürliche Kräfte nur implizit verneint, strafrechtlich nicht geschütztes Rechtsgut, was natürlich unsinnig wäre. Die Rechtspraxis ist vernünftigerweise so, dass auch Überzeugungen ohne Bezug zu Transzendenz strafrechtlich geschützt sind (Dieter Kraus, Schweizerisches Staatskirchenrecht, S. 143, 144). Ungläubige sind medial unterrepräsentiert und fühlen sich oft genötigt, sich zu rechtfertigen, um nicht als psychisch, sozial und moralisch defizitär wahrgenommen zu werden. Deswegen hat die Pädagogin und Atheistin Dr. Fiona Lorenz 70 (überwiegend deutsche) Personen zu ihrem Nichtglauben befragt. Die 22 für dieses Buch ausgewählten, sorgfältig transkribierten Interviews ergeben ein facettenreiches Bild des Mutes zum Zweifel, der differenzierten Weltanschauungen sowie des Haltes, den Skeptiker im Austausch mit Mitmenschen, im intensiven Genuss des Diesseits, in Kunst, Philosophie und Naturwissenschaft finden. Unter den Interviewten gibt es Prominente (z. B. Janosch, Ralf König) ebenso wie Unbekannte, ehemals Gläubige wie von klein auf Religionsferne (letztere häufig aus den neuen Bundes- ländern), Aktivisten wie solche, die ihre Überzeugung privat pflegen. Die witzigen Zeichnungen von Ralf König sind das Sahnehäubchen, während ich die unpassende Verlagswerbung für drei religiöse Bücher als Wermutstropfen empfand. Dieses engagierte Buch ist ein wichtiger Beitrag dazu, dass Nichtglauben irgendwann hoffentlich «normal» und respektams bel sein wird. Evolution ohne Fortschritt Das Ende einer Illusion Franz M. Wuketits Erweiterte Neuauflage 2009 ISBN 3-86569-040-8 Susi Neunmalklug erklärt die Evolution M. Schmidt-Salomon / H. Nyncke 40 Seiten, vierfarbig illustriert, gebunden. Alibri-Verlag 2009 ISBN 386569053X Begriffe positiv besetzen Wir können als Agnostiker/Atheisten stolz sein, in einer Denktradition aufgeklärter, mutiger Intellektueller zu stehen, und sollten uns dafür einsetzen, dass diese Bezeichnungen von ihrem negativen Beigeschmack befreit werden. Maja Strasser, Bern Das ist wirklich eine tolle Theorie... ...wahrscheinlich werden sie mich dafür umbringen wollen. Bestellen Sie Ihre Bücher über den virtuellen Büchershop auf www.freidenken.ch: Amazon vergütet mindestens 5% des Betrages an die FVS. NEU: Bücher kaufen zum Vorteil der FVS Evolution, gleich ob die biologische oder die soziokulturelle gemeint ist, wird oft mit «Fortschritt» eins gesetzt. Lebewesen entwickeln sich im Laufe der Jahrmillionen scheinbar «höher», von Kulturen hört man die Behauptung, die Moderne etwa sei weiter entwickelt als das Mittelalter oder gar die Antike. Franz Wuketits widerspricht diesen Vorstellungen vehement. Evolution ist kein geradliniger Prozess, kein gerichteter Pfeil, der vom Einzeller zum Homo sapiens führt, oder von der Barbarei zur sozialen Utopie. Vielmehr gleicht Evolution einem Zickzackkurs. Manchmal geht es in Richtung mehr Komplexität, manchmal aber auch nicht. Biologische wie soziale und kulturelle Geschichte ist vielmehr eine Abfolge von Katastrophen, Arten sterben aus, Ökosysteme brechen zusammen, Kulturen gehen unter, Kriege unterminieren wieder und wieder den Wohlergehen der Menschheit. Das Buch gliedert sich in zwei Teile. Der erste Teil behandelt Hat uns der «liebe Gott» erschaffen oder sind wir ein zufälliges Ergebnis der Evolution? Keine Frage für Susi Neunmalklug. Denn Susi ist so schlau wie Superman stark ist und kann so gut denken, wie Spiderman klettern kann. Wie andere Superhelden versteckt auch Susi meist ihre Superkräfte. Nur manchmal, wenn sie etwas richtig Dummes hört, kann sie sich einfach nicht bremsen. So war es auch, als Herr Hempelmann eines Morgens das Klassenzimmer betrat und eine seltsame Geschichte von der Entstehung der Welt erzählte? Eine witzige, neunmalkluge Einführung in die Evolutionstheorie für Kinder und Jugendliche. die Genese der Fortschrittsidee in der biologischen Evolutionstheorie und ihren Widerhall in sozialen und kulturellen Fortschrittsmodellen. Der zweite Teil widmet sich der Relativierung, der Kritik und letztendlich der Verabschiedung der Idee eines universellen Fortschritts. 2/2009 frei denken. 7 Der Darwin-Code Thomas Junker/Sabine Paul Verlag C. H. Beck, 2009 ISBN 3406584896 Februar 2009: Charles Darwin Auswahl von öffentlichen Veranstaltungen in der Schweiz FVS-Agenda Zentralvorstand DV 2009 Sa. 14. Februar, 4. April 2009 im Freidenkerhaus Bern So. 17. Mai 2009 in Olten We n n D a r w i n heute lebte - wie würde er die Rätsel lösen, die unser Verhalten aufgibt? Die Autoren, renommierte Evolutionsbiologen, führen uns auf verständliche Weise und alltagsnah die Reichweite der Darwin'schen Theorie vor Augen: Sie ist der Schlüssel zu den Problemen unserer modernen Kultur. Warum etwa lieben Menschen fette, süsse und salzige Speisen, und warum fällt es so schwer, sich zugleich gesund und genussvoll zu ernähren? Steht die moderne sexuelle Selbstbestimmung der Frauen im Gegensatz zur Evolution, oder ist sie Teil der biologischen Natur? Warum und in welchen Situationen opfern sich Menschen für eine Gemeinschaft auf, wie das viel diskutierte Phänomen der Selbstmordattentate im Extrem zeigt? Warum ist die Kunst so wichtig für das Wohlergehen und Überleben der Menschen – wichtiger vielleicht noch als die Religion? Sabine Paul und Thomas Junker zeigen uns die Darwin'sche Revolution von ihrer brisanten, aber auch menschenfreundlichen und sinnlichen Seite. Basel 23. Februar, 18.15, Alte Aula der Museen, Augustinergasse 2 Darwin Historisch, Vortrag von Prof. Philipp Sarasin Bern Collegium Generale, 18.15-19.45, Uni Bern, Raum 110 18. Februar, PD Dr. Kärin Nickelsen, Universität Bern Darwin in seiner Zeit – Hintergrund der Evolutionstheorie 25. Februar, Prof. Dr. Michael Taborsky, Universität Bern Das Prinzip der Evolution Voranzeige Basel – NWS Letzter Do. im Monat Donnerstag-Hock 15:00 13.März, 19:00-20:30, Michael Schmidt-Salomon "Ethik für nackte Affen - Evolutionärer Humanismus und die Suche nach dem Sinn"Anmeldung erforderlich: Volkshochschule Bern Telefon: 031 320 30 30 14. März, 10:15-11:45, Foyer des Stadttheaters Stollbergs Inferno Lesung mit Michael Schmidt-Salomon Rest. "Park", Flughafenstr. 31 Basel – Union Letzter Freitag im Monat 19:00 Freie Zusammenkunft Café "Spillmann", Eisengasse 1 Frauenfeld 12.02.2009 -16.08.2009 Naturmuseum Thurgau tomARTen - Adoptieren Sie eine Tomate! Ein Kunstprojekt zum Darwin-Jahr: www.tomarten.ch. Max Bottini, Thurgauer Kunstschaffender Bern Montag, 9. Februar 15:00 Seniorentreff im Freidenkerhaus Weissensteinstr. 49B Dienstag, 17. Februar 19:00 Freidenker-Treff Restaurant "National" Luzern 12. Februar, ab 10:00, Natur-Museum Luzern Happy Birthday Charles Darwin! Ausstellungseröffnung Geburtstagstorte und Korkenknallen in Darwins Welt. Schaffhausen Café CoopCity St. Gallen 12. Februar, 19:00, Naturmuseum St. Gallen Happy Birthday Charles! Vortrag von Dr. Toni Bürgin, Naturmuseum St. Gallen, und Hanspeter Schumacher, Botanischer Garten St. Gallen Jeden Samstag 10-11:00 Freidenkerstamm Winterthur Dienstag, 10. Febr0uar 14:00 Dienstag-Stamm Restaurant "Schützenhof" Winterthur 1. Februar, 11:00, alte Kaserne, Technikumstr. 8 Kooperation – Können wir von Tieren lernen? Prof. Dr. Barbara König, Verhaltensbiologin, Uni ZH Unkostenbeitrag Fr. 10.-, Kaffee und Gipfeli inbegriffen 15. Februar, 10:30, Naturmuseum Winterthur Eröffnung der Neandertaler-Ausstellung mit Birthdayparty für Charles Darwin. 20. Februar, 20:00, Zürcher Hochschule Winterthur Grosser Physikhörsaal, Technikumstrasse Irrten sich die Pharaonen? Charles Darwin und die Folgen der Inzucht Prof. Dr. Lukas Keller, Direktor Zoologisches Museum Uni ZH Die Veranstaltung ist gratis. Gäste sind herzlich willkommen. Samstag, 28. Februar 15:00 Generalversammlung Restaurant "Schützenhof" Anmeldung bis 25. Februar an Doris Dünki, Tel. 052 222 98 94 Philosophie Chur: Café Philo Zentrum Brandis12 (Brandisstr. 12; Nähe Bf. Chur, beim Naturmuseum) Samstage: 14.3., 4.4. und 9.5. 16:00 - 18:00 Moderation: Detlef Staude www.philocom.ch Infos: 081 353 35 22 Zürich Montag, 9. Februar 14.30 Freie Zusammenkunft Thema: Ethik eines Freidenkers Restaurant "Schweighof" Schweighofstr. 232, Zürich Voranzeige Zürich 1. Februar, 14:30, Kulturama, Englischviertelstr. 9 600 Mio. Jahre Evolution von Tier und Mensch Führung durch die Ausstellung. Für Familien geeignet. 20. Februar, 16.30 - 17.30, Uni Zürich Irchel Prof. James Mallet (University College, London) "The species concept: Charles Darwin versus Ernst Mayr" Beginn einer öffentlichen Vorlesungsreihe in Englisch. 25. Februar, 17:15, Zoo Zürich Auf Darwins Spuren: Beispiele aus der Evolutionsgeschichte Führung durch Claudia Poznik, Tiergartengesellschaft. Eintrittsbillett plus Fr. 5.- pro Person Samstag, 14. März 14:30 Generalversammlung Restaurant "Schweighof" Persönliche Einladung folgt. Philosophie in Langenthal Hotel Bären, Langenthal Zyklus zu Thema "Welche Zukunft haben Philosophie und Religion?". Sonntage: 15.2., 8.3. und 29.3. 11:00 - 13:00 Moderation: Detlef Staude Infos: 062 923 17 57 Anzeige www . pictures-switzerland . com Bilder aus der Schweiz Freidenker-Vereinigung der Schweiz FVS Mitglied der Weltunion der Freidenker (WUF) und der Internationalen Humanistischen und Ethischen Union (IHEU) www.frei-denken.ch Kontakte für weltliche Feiern Basel: Freidenker Nordwestschweiz 061 321 31 48 Basel: Freidenker-Union 061 601 03 43 oder 061 601 03 23 Bern 079 449 54 45 oder 079 795 15 92 Grenchen und Umgebung 076 53 99 301 oder 032 645 38 54 Mittelland 062 926 16 33 St. Gallen 052 337 22 66 Vaud/Waadt 026 660 46 78 ou 022 361 94 00 Winterthur und Thurgau 052 337 22 66 Zentralschweiz 041 420 45 60 Zürich 044 463 16 55 Sollte unter der regionalen Nummer niemand zu erreichen sein, wenden Sie sich bitte an die FVS-Geschäftsstelle: 031 371 65 67 oder an 052 337 22 66 Basel Freidenker Nordwestschweiz Postfach 260 4010 Basel basel-nws@frei-denken.ch Präsident: H. Stieger 079 217 01 29 Mitgliederdienst: B. Bisig 061 321 31 48 Vaud Ass. vaudoise de la Libre Pensée CP 5264 1002 Lausanne vaud@frei-denken.ch Président: Secrétariat: J. P. Ravay 022 361 94 00 026 660 46 78 Freidenker-Union Basel Postfach 4471 4002 Basel basel-union@frei-denken.ch Präsident: G. Rudolf 061 601 03 43 Mitgliederdienst: 061 601 03 23 Winterthur Freidenker Winterthur Postfach 1806 8401 Winterthur winterthur@frei-denken.ch Vorsitz: H. Meichtry 071 966 59 75 Sekretariat: D. Dünki 052 222 98 94 Familiendienst: M. Ochsner 052 232 04 77 Bern Freidenker Bern Postfach 831 3550 Langnau bern@frei-denken.ch Präsident: D. Aellig 079 449 54 45 Zentralschweiz Freidenker Zentralschweiz Zugerstr. 35 6415 Arth zentralschweiz@frei-denken.ch Präsidentin: G. Annen 041 855 10 59 Genève Libre Pensée de Genève 27 ch. des quoattes 1285 Avusy genève@frei-denken.ch Président: J. P. Bouquet 022 756 40 49 Zürich Freidenker Zürich Postfach 3353 8021 Zürich zuerich@frei-denken.ch Präs.: H. 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