Freidenker 04/2006.pdf

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(file: @@freidenker-200604.pdf@@)libero pensatore 91. Jahrgang Nr. 4 April 2006 20 Jahre ist es her, dass die Weltöffentlichkeit mit Entsetzen vom Ausmass der Reaktorkatastrophe in der Ukraine Kenntnis nehmen musste. Viele von uns wissen noch, was sie gerade gemacht haben, als sie davon erfuhren. Der Name Tschernobyl steht heute noch für die unheimliche, da unsichtbare Zerstörungskraft radioaktiver Strahlung. "20 Jahre nach der Explosion des Reaktorblocks 4 ist in einem weiten Umkreis kein normales Leben möglich. Die Sperrzone von 30 Kilometern ist militärisch abgeriegelt und bewacht. Mit einer Sondererlaubnis ist der begrenzte Zugang möglich. Das Unterfangen ist nicht ungefährlich, man kann sich mit einem Mundschutz nur partiell vor radioaktiv verseuchtem Staub schützen. Uran, Cäsium 134, Plutonium, das zu Americium zerfällt, Strontium 90 – viele andere Radionuklide wurden im April 1986 aus dem Reaktor in die Luft und die Atmosphäre geschleudert, alles kam auch über einem Teil Europas mit dem Regen wieder herunter. Haare und Kleider werden nach der Exkursion gewaschen, die Schuhe entsorgt." schreibt Barbara Hug in ihrem Bericht über ihre Reise nach Tschernobyl (siehe www.chernobyl.info). Nicht nur die wenigen, aber in ihrer Auswirkung über Generationen katastrophal weiter wirkenden Unfälle machen die Kernenergie zum Problem, die sogenannte "friedliche" Nutzung durch bigotte Regimes, die sich nicht scheuen, mit der kriegerischen Anwendung der anfallenden Stoffe gedanklich zu spielen oder gar unverhohlen damit zu drohen, birgt "Die Halbwertszeit unserer Erinnerung beträgt ein Bruchteil der Halbwertszeit der radioaktiven Isotope, die in Tschernobyl freigesetzt wurden." Deza-Chef Walter Fust. 26. April 2006: Wider das Vergessen Restrisiken, die in ihrer Summe einen weiteren Ausbau der Kernenergie als Klumpenrisiko erscheinen lassen. Wenn in diesen Tagen allenthalben über Tschernobyl geschrieben und geredet wird, dann geschieht das wider das Vergessen. Ein Vergessen notabene, das nicht nur ein individuelles ist, sondern vor allem ein kollektives. WissenschaftlerInnen beschäftigen sich deshalb auch mit der Frage, wie das Wissen um die Art und die Gefährlichkeit der "Endlager" von radioaktiven Abfällen über Tausende von Jahren weitergegeben werden kann. Der Linguist Thomas Sebeok hat eine bereits früher entwickelte Idee einer "Atompriesterschaft" aufgegriffen, eines Gremiums von Experten, das Abgänge nach Art eines Kardinalskollegiums durch Neuernennungen ausgleicht. Wie die katholische Kirche über 2'000 Jahre ihre Botschaft bewahrt und deren Übersetzung in neue Sprachstufen autorisiert hat, so hätte die "Atompriesterschaft" die Botschaft vom Ort der Atommüllager und den Folgen des Eindringens zu bewahren und zu verbreiten, indem sie Rituale und Mythen schafft. Diese würden darauf hinweisen, welche Gebiete zu meiden seien und welche Vergeltung bei Nichtbeachtung drohten. Es gibt sogar Vorstellungen, dass man – statt sie möglichst weit unter der Erde zu "Weltlicher Humanismus muss gleichrangig neben die Religionen gestellt werden." Reta Caspar zum Thema Religionsunterricht an Schweizer Schulen. Seite 3 verstecken – diesen Abfällen Kathedralen bauen sollte. Ein Kult oder gar eine Religion des Erinnerns? Wieso eigentlich nicht? Was wenn wir eine Religion gründen würden, die sich als Hüterin nicht von Dogmen, sondern von (über-)lebenswichtigen Informationen verstünde? Was aber vor allem, wenn wir aufhören würden, täglich weiter hochradioaktives Material zu produzieren, das Halbwertszeiten von Generationen, ja Jahrtausenden hat, und uns für ein wirklich nachhaltige Energieformen entscheiden? Und uns dann auch an jene Menschen erinnern, die heute unsere Solidarität brauchen, weil für sie schon lange eingetroffen ist, was wir für uns als vertretbares Restrisiko bezeichnen und damit nur zu gerne Reta Caspar verdrängen. "Respekt vorm Individuum beginnt mit der universellen Anerkennung und der gemeinsamen Zurückweisung der Unmenschlichkeit." Andre Glucksmann. Seite 7 FREIDENKER 4/06 1 Libero pensatore Ritorno alle radici In questi tempi non è praticamente possibile aprire un giornale o un televisore senza incontrare accorati e insistenti richiami per un ritorno alle radici, unico modo per salvare la civiltà dell'Occidente dal declino e dalla estinzione. Naturalmente queste radici non possono essere che le radici della fede Cristiana, il più delle volte di matrice cattolico apostolico romana. Le Chiese evidentemente in prima fila, ma anche uomini politici di ogni orientamento, dai partiti più conservatori, passando dai liberali, fino all'estrema sinistra, tutti sembrano aver scoperto il miracolo per rimediare a tutti i mali della nostra attuale società. Lodevole e necessaria in merito la precisazione di Carlo Silini, sul Corriere del Ticino di lunedì 27 febbraio 2006, che oltre al Cristianesimo ci sono stati ben altri fattori che hanno fatto l'identità dell'Occidente. Ma il discorso è un altro e ben più determinante. La storia ha ampiamente dimostrato che se l'essere umano ha fatto un passo avanti nel processo dell' evoluzione della Specie, lo ha fatto soltanto staccandosi dalle sue radici, rompendo con il passato per cercare nuove strategie e tattiche per la sopravvivenza, nuove soluzioni ai problemi pratici della vita quotidiana, nuove concezioni filosofiche e infine nuove idee per cercar di capire il funzionamento dell'Universo di cui, volenti nolenti, facciamo parte. Non radici dunque, che sono statiche di fatto ed emblemi del passato, ma nuove dinamiche, nuovi slanci, nuove aperture, nuove energie verso il futuro, liberi dalla zavorra secolare che invece sì, rischia di trascina al tramonto la nostra civiltà. Il sorgere dell'era dei lumi e l'impegno di Diderot e d'Alembert ha tolto il fitto nebbione che l'avvento delle religioni monoteiste ha steso sull'umanità non solo occidentale. L'avvio alla secolarizzazione e la separazione tra Stato e Chiesa hanno permesso l'instaurazione dei governi democratici e dello Stato di diritto. Slanci che hanno plasmato la civiltà dell'Occidente come la stiamo vivendo con tutte le manchevolezze che ancora rimangono da risolvere. Le recenti violente dimostrazioni orchestrate ad arte intorno a delle vignette satiriche pubblicate in Danimarca, che di certo nessuno dei dimostranti ha mai avuto occasione di vedere, hanno invece dimostrano quale sia il fine ultimo delle religioni, cioè avere a disposizione una popolazione manipolabile, acritica, fanatica pronta a scattare al minimo cenno di chi le giuda in nome del Dio di cui si sono arrogati essere i soli rappresentanti sulla terra. Sembra ora che anche le Autorità del Cantone Zurigo siano vittime di questa moda di nostalgia per il passato. Alla fine del 2003, per motivi di contenimento della spesa pubblica, il dipartimento educazione sospese i contributi statali per l'ora di religione, lasciando ai Comuni la facoltà di mantenere l'ora di religione a proprie spese. Questo permise un risparmio annuale di 3,2 milioni di Franchi. Troppo bello! Sommerso da un iniziativa popolare, dalla pressione della Chiesa riformata e cattolica, dalle pressioni dei Comuni, del Parlamento cantonale e alla fine anche del Governo, che formulò un controprogetto all'iniziativa, il dipartimento educazione ha fatto marcia indietro presentando una nuova materia obbligatoria denominata "Religione e Cultura". Per questa nuova materia è prevista un'ora settimanale per l'intero ciclo scolastico di nove anni. Durante i primi sei anni le allieve e gli allievi verranno confrontati con le basi del cristianesimo e dei suoi valori. In più saranno date nozioni su altre religioni e culture che sono riscontrabili fra le ragazze e i ragazzi. Nei rimanenti tre anni verranno approfondite le cinque religioni principali Cristianesimo, Giudaismo, Islam, Induismo e Buddismo. Nota bene nessun accenno allo agnosticismo, nessun accenno all'ateismo, nessun accenno alle correnti indifferenti rispetto al fenomeno religioso! Nove anni in cui instillare nel subconscio delle menti dei giovani che il corpo sia... una punizione, la terra una valle di lacrime, la vita una catastrofe, il piacere un peccato, le donne una maledizione, l'intelligenza una presunzione, la voluttà una dannazione...1 La presentazione avvenne durante la trasmissione "10vor10" del 7 marzo sul primo canale della televisione svizzero tedesca SF12. La direttrice del dipartimento Regine Aeppli (PS) difende l'obbligatorietà con l'idea, fallace, che imbottire gli allievi con i miti, le contraddizioni, le falsificazioni storiche e i dogmi delle diverse religioni potrà favorire la convivenza fra le diverse fedi e spavaldamente dichiara che difenderà l'obbligatorietà fino al Tribunale federale. Staremo a vedere. Si ricordi che l'art.15 della costituzione, cpv. 4 recita: Nessuno può essere costretto ad aderire a una comunità religiosa o a farne parte, nonché a compiere un atto religioso o a seguire un insegnamento religioso. Invece di approfondite nozioni su Cristianesimo, Giudaismo, Islam, Induismo e Buddismo, previste dalla materia "Religione e Cultura", le allieve e gli allievi hanno bisogno di essere istruiti nella civile convivenza, sui loro diritti e doveri nella società, sulla Costituzione, sulle Leggi dello Stato, sulla Dichiarazione dei Diritti dell'uomo e del cittadino del 26 agosto 1789, sulla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948, sulla prevalenza delle leggi sulle religioni, sul ruolo preponderante della scienza per il progresso, sul senso critico, sulla responsabilità personale dell'individuo. Liberi pensatori ricordatevi che anche le Idee sottostanno alla teoria della evoluzione. Niente è acquisito, tutto va riconquistato giorno per giorno con sforzo costante. Compito di ogni libero pensatore è dunque quello di impegnarsi attivamente per evitare che il periodo dei Lumi non diventi un episodio effimero nella storia. Roberto Spielhofer 1 dal TRATTATO DI ATEOLOGIA di Michel Onfrai Fazi Editore ISBN 88-8112-678-8 2 vedi archivio di 10vor10, pagina web http// www.sf.tv/sf1/10vor10/ 2 FREIDENKER 4/06 Konfessionelle Neutralität Im Ziischtigsclub (SF1, 14. März 2006) haben VertreterInnen verschiedener Religionen und eine Vertreterin der FVS zum Thema "Religion in der Schule. Wie christlich ist die Schweiz?" diskutiert. Nachfolgend drucken wir ergänzend zwei Zuschriften zum Diskussionsthema ab (siehe auch "Wie christlich ist die Schweiz?" auf Seite 6): Obligatorisches Schulfach "Religion und Kultur" Heute leben wir in einer offenen, pluralen, multikulturellen Gesellschaft mit einer Vielfalt verschiedener Weltanschauungen und Glaubensverständnissen. Aufgrund der oft fundamentalen Unterschiede zwischen den Kulturen ist grundsätzlich jedes Vorhaben anerkennenswert, das gegenseitigen Respekt und Wertschätzung, Verständnis und Toleranz fördert. Es stellt sich aber die Frage, ob ein Schulfach, das zu Achtung und Toleranz erziehen möchte, Religionen und ihre Inhalte, Umfelder und Ausdrucksformen im Zentrum haben sollte. Unterschiedliche Glaubens- und Wertesysteme Zu unserer Freiheit gehört, sich für oder gegen eine Religionszugehörigkeit oder Glaubensüberzeugung entscheiden zu können, aber auch Behauptungen, Lehren und Dogmen zu prüfen, zu hinterfragen, zu kritisieren und auch abzulehnen. Lehrkräfte, die sich sachlich, kompetent und unvoreingenommen mit den verschiedensten Religionen befassen, müssen sich von der eigenen Überzeugung lösen, sich freimachen von traditionell vorgefassten Meinungen und dürfen sich nicht davor fürchten, Verschiedenheiten und unvereinbare Gegensätze ehrlich gelten zu lassen, ohne jedoch eine falsche Harmonie und unechtes Verständnis vorzutäuschen. Zudem muss die religiöse Grundeinstellung (individuelle Verschiedenheit) der Schüler geachtet werden. Ebenfalls hat jeder Schüler und jede Schülerin das uneingeschränkte Recht, seine religiösen Anschauungen zu ver- Religion in der Schule schweigen. Die Vielfalt der Überzeugungen und Weltanschauungen bedeutet für den Einzelnen wohl Befreiung, ein Ende des Homogenitätszwangs, aber auch ein Mehr an grossen, oft auch unversöhnlichen Gegensätzen. Und da sich die Glaubens- und Wertesysteme teilweise sehr stark unterscheiden, wirken sie einer sozialen Integration oft entgegen und verursachen auch innerfamiliäre Spannungen und Konflikte: - Gefahr der Entfremdung von der ethnischen Herkunft und der Verleugnung der persönlichen Identität, - Innere Konflikte des Kindes/Jugendlichen zwischen neu erworbenen und alten, von den Eltern und ihrem Umfeld vermittelten Wertmasstäben - Nicht alle Menschen sind offen für neue und fremde Ansichten, vielen wird eine Annäherung aufgezwungen, der sie sich gerne entziehen würden. Viele offene Fragen und viele brisante, kaum lösbare Probleme Erhalten die Schülerinnen und Schüler in diesem geplanten Schulfach ein klares, objektives Bild der verschiedenen Religionen und Weltanschauungen? Wer definiert, was eine Religion ist und welche Religion es wert ist, innerhalb dieses Unterrichts behandelt zu SF1: Ziischtigsclub Erfreuliches Echo Der Auftritt von ZV-Mitglied und FREIDENKER-Redaktorin Reta Caspar im Schweizer Fernsehen am 14.3.2006 Thema: Religion in der Schule. Wie christlich ist die Schweiz? hat Wirkung gezeigt: Die Geschäftsstelle verzeichnete eine erfreuliche Zunahme der Besuche auf der Homepage der FVS, verschiedene Kontakte mit Interessierten und auch einige Neumitglieder. Der ZV nimmt mit Genugtuung Kenntnis von der erstmaligen Einladung der Freidenker-Vereinigung in dieses Sendegefäss und sieht sich bestätigt in seinem Kurs, die FVS als Stimme der Konfessionslosen zu positionieren. Die Sendung steht auf Video/DVD zur Verfügung und kann auf der Geschäftsstelle bezogen werden. werden? Gehören neben den grossen Offenbarungsreligionen auch die fernöstlichen sozial-ethischen Lehren ausführlich behandelt, die Volks- und Stammesreligionen ebenso wie die kleineren Gemeinschaften der Methodisten und Mormonen, Quäker und Zeugen Jehovas, oder der frei denkenden, sich keinem religiösen Dogma verpflichtet fühlenden Atheisten, Humanisten und Agnostiker? Kann eine strikte Unparteilichkeit der Lehrperson gewährleistet werden, bzw. ist sie auch notS. 4 unten Die Weltunion der Freidenker nimmt Abschied Der Tod verbrigt kein Geheimnis. Er öffnet keine Tür. Er ist das Ende des Menschen. Der Tod hat nichts Schreckliches. Norbert Elias In der Nacht auf Samstag, 11. März 2006, ist der Präsident der Weltunion der Freidenker WUF Dr. Wolfgang Soos, Wien seiner schweren Krankheit erlegen. Der 55-jährige Direktor der Volkshochschule Favoriten hinterlässt eine grosse Lücke, war er doch seit 1993 Mitglied des Exekutivbüros der WUF und seit 2004 deren aktiver Präsident. In Wien bekleidete er auch das Amt des Vorsitzenden des Freidenkerbundes Österreich. Die FreidenkerInnen trauern um eine liebenswürdige und ausgeglichene Persönlichkeit. Seiner Familie entbieten wir unser herzliches Beileid. Freidenker-Vereinigung der Schweiz FREIDENKER 4/06 3 Biomedizin als dogmatische Ideologie Im November 2005 stand in einem "News-Letter" für Immunologen zu lesen 1 ), dass "Tuberkulose eine der hauptsächlichsten Bedrohungen für die Gesundheit der Weltbevölkerung geblieben sei, ohne definitive Therapie-Lösungen, weder durch Chemotherapie noch durch den aktuellen Impfstoff BCG." – "BCG" bedeutet: "Bacille Calmette-Guérin", und ist der klassische Impfstoff, den man nach sorgfältig ausgewählten in-vivo-Passagen2 ) im Verlauf von 18 Jahren (sic!) Entwicklungstätigkeit seit 1921 zur Verfügung hat. Man könnte es allerdings auch umgekehrt formulieren: Seit 1921 ist also auf diesem Gebiet sozusagen nichts mehr getan worden… Kunststück, werden jetzt die aufmerksamen Leser sagen, denn welcher Pharmariese möchte heutzutage noch 18 Jahre Entwicklungsarbeit für ein zweifelhaftes Resultat finanzieren? – Denn im medizinischen Wörterbuch für die niedergelassenen Aerzte steht die Schutzimpfung BCG, gegen Tuberkulose, in der Rubrik "S"; und diese Rubrik enthält alle Schutzimpfungen mit Verwendung "in Sonderfällen, ohne erheblichem Wert für die Volksgesundheit." – Und doch, just zu Weihnachten 2005 konnte man verschiedenen Massenmedien entnehmen – es geschehen noch Zeichen und Wunder – dass sich deshalb jetzt der reichste Mann der Welt, Bill Gates, mit seiner Microsoft Corporation, der endgültigen Lösung dieses Weltproblems annehmen werde (auch finanziell). Tuberkulose – ein Weltproblem? So Fortsetzung von S. 3 werden sich jetzt wiederum aufmerksame Leser fragen. Und mit ihren Zweifeln haben sie nicht unrecht: Noch vor zwanzig Jahren lernten nämlich unsere Medizin-Studenten im Grundkurs über die wichtigsten Infektionskrankheiten, dass die Tuberkulose heute nur noch ein "Dritt"-Welt-Problem sei. In den reichen Ländern des Westens kein echtes Problem. Höchstens im Zusammenhang mit "Immunabwehr-Schwäche". D.h. nur noch ein Problem für obdachlose, unterernährte Drögeler oder schwule AIDS-Kranke… Warum spricht man dann 2005 plötzlich wieder, auch in der ersten Welt, und mit dem lieben Bill Gates an der Spitze der wohltätigen Kräfte, über diese Krankheit, welche zwar noch bis weit in die dreissiger Jahre des letzten Jahrhunderts hinein der Haupt-Menschenkiller war, aber hierzulande und in der Durchschnittsbevölkerung aller Länder der "1. Welt" inzwischen fast vergessen ist? Der bekannte Zoologie-Professor und Gentechnologie-Kritiker Richard C. Lewontin schrieb vor zehn Jahren folgendes (nicht nur) zu diesem Tuberkulose-Problem: … "Es ist sicher wahr, dass man keine Tuberkulose entwikkeln kann, ohne durch das Tuberkelbazillus infiziert worden zu sein, und die Belege sind zweifellos recht überzeugend für die Hypothese, dass man keinen Mesothelioma-Krebs kriegt, ohne zuvor über längere Zeit Asbest, oder eine verwandte Substanz, eingeatmet zu haben. - - Aber das ist gar nicht die gleiche Formulierung des Problems wie: ‚DIE Ursache für Tuberkulose ist DAS Tuberkelbazillus!' Naturwissenschaft ist eine soziale Institution, welche sehr oft missverstanden wird, sogar von denjenigen, welche ein aktives Teil davon sind… Warum? – Die Hauptquellen des öffentlichen Bewusstseins über das Funktionieren der Welt und der menschlichen Gesellschaft waren bei uns jahrhundertelang schlichte Tradition und die Dogmen der christliche(n) Kirche(n). Im 20. Jahrhundert haben die akademisch beglaubigten "Intellektuellen", welche zum grössten Teil in Universitäten arbeiten, diese Funktion übernommen. Diese sind sich ihrer sozialen Rolle durchaus bewusst, und sie suchen ununterbrochen Möglichkeiten und Wege, um ihre Ideen öffentlich zu machen. Der übliche Weg dabei ist, sich "einen Namen" zu machen, zumeist im Zusammenhang mit einer "all-umfassenden", möglichst simplen "Entdeckung": Alles erklärt sich durch "Sex", oder "die Macht des Geldes", oder alles erklärt sich durch irgendein "Gen". Eine simple und dramatische Theorie, welche "alles" auf EINEN Punkt zurückführt, gibt eine gute Presse, ein starkes Echo in Radio und TV, und "Best-Sellers" in Buchläden. Jedermann (und jede Frau) mit akademisch beglaubigter Autorität, einem wendig und wünschenswert? Darf und muss Religionskritik (in Bezug auf die oft totalitären Ideologien einzelner Religionen und autoritären, militanten Strukturen vieler Gruppen oder Bewegungen) in den Unterricht einfliessen? Wie vorurteilsfrei stehen die Lehrkräfte Gesetzesreligionen gegenüber, die Lebensgebiete wie Ernährung, Körperpflege, Sitte, Politik, öffentliches Recht und Sozialordnung unter das religiöse Gesetz stellen? Wenn eine bestimmte Religion einen Inhalt als wesentlich oder wahr er- klärt, muss die Lehrperson dies unwidersprochen akzeptieren – auch wenn die entsprechenden Aussagen gegen unsere westliche Wertauffassung verstossen? Grundsätzlich dürfen Lehrkräfte die unterschiedlichen Wahrheitsauffassungen nicht miteinander vergleichen, denn weil jede Religion ihre eigene Wahrheit hat und ist, entziehen sich diese unterschiedlichen Wahrheitsauffassungen jedem Vergleich – und stehen somit auch ausserhalb jeder Kritik. Es kann und darf somit auch nicht die Aufgabe der Lehrpersonen sein, die oft erziehungsbedingten religiösen Vorurteile abzubauen. Kein Obligatorium des Fachs "Religion und Kultur" Ein Obligatorium des Fachs "Religion und Kultur" ist aus den geschilderten, hier kurz zusammengefassten Gründen abzulehnen: Ein wertneutraler Unterricht ist kaum durchführbar (mögliche, wenn auch unbeabsichtigte Diskriminierung, stille Duldung oder vehemente Ablehnung des religiösen Fanatismus). S. 6 4 FREIDENKER 4/06 halbwegs anständigen PublikationsStil und einer simplen, aber machtvollen Idee bahnt sich leicht Zugang in das öffentliche Bewusstsein. Auf der anderen Seite, falls die Botschaft wäre, dass alle Dinge kompliziert seien, unsicher und irgendwie verwischt, dass es kein Patentrezept gäbe und nirgendwo den EINEN Punkt, an dem man ALLES aufhängen könnte, dass es unmöglich sei, die Herkunft des Menschen exakt zu entschlüsseln, und völlig unmöglich, die Zukunft der Menschheit vorauszusagen – eine solche Botschaft ergäbe kein "Show Biz"… (…) Die statistisch erfasste Todesrate der hauptsächlichsten Killer-Krankheiten Bronchitis, Lungenentzündung und Tuberkulose ("Schwindsucht") nahm im Verlauf des 19. Jahrhunderts langsam aber stetig ab. Es gab keinen beobachtbaren Einfluss auf die Todesstatistiken (in den westlichen Ländern) durch die Publikation der sog. "KeimTheorie" des Dr. Robert Koch von 1876 (d.h. durch die allgemeine Erkenntnis, dass Krankheiten durch Krankheitskeime verursacht werden). Nach 1876 sank die Todesrate dieser Atemwegsinfekte einfach kontinuierlich weiter, in ungefähr dem gleichen Tempo wie zuvor – fast wie wenn Robert Koch gar nie gelebt hätte. Zu dem Zeitpunkt, d.h. in den dreissiger Jahren des 20. Jahrhunderts, als die Chemotherapie für die Tuberkulose (heute im wesentlichen noch derselbe "Cocktail" wie vor Jahrzehnten) eingeführt wurde, war die TB-Todesrate, verglichen mit den dreissiger Jahren des 19.Jahrhunderts (als die ersten statistischen Todes-Ursachenforschungen in Grossbritannien gemacht wurden) – bereits um 90% zurückgegangen! Diese progressive Reduktion in der Todesrate war auch keine unmittelbare Folge aus der Einführung moderner Reinigungs- und AbwasserSanitär-Anlagen, und nicht nur die unmittelbare Konsequenz moderner Hygiene-vorschriften in der Lebensmittelindustrie, denn diese HauptKillerkrankheit des 19. und frühen 20. Jahrhunderts nutzte als Eingangspforte in erster Linie die Atemwege, und weniger den Magen-Darmtrakt. Möglicherweise war eine Ursache schlichte Übervölkerung der GrossStädte zu jener Zeit, wie etwa London, Paris, oder Berlin – denn die ländliche Bevölkerung litt schon im 19. Jahrhun- dert auffallend weniger unter Tuberkulose als das städtische Proletariat. Aber soweit uns Statistiken überhaupt etwas sagen, so ist es eine schlichte Tatsache, dass auch heute (1995), in Ländern wie beispielsweise Brasilien, die Kleinkinder-Sterberate exakt in dem Masse sinkt, wie die realen Mindestlöhne steigen… Die enorme Verbesserung der allgemeinen Lebensmittelversorgung könnte auch eine Erklärung für die Angleichung (des enormen Rückganges) der Tuberkuloserate von Mann und Frau im Verlauf des 20. Jahrhunderts sein. Im 19. Jahrhundert, und in England noch bis weit ins 20. Jahrhundert hinein, waren einfache Arbeiter im Arbeitsprozess wesentlich besser ernährt als deren Hausfrauen. Oftmals, falls man sich Fleisch leisten konnte, für den Abendtisch einer städtischen Arbeiterfamilie, wurde es in Grossbritannien reserviert für den Mann – den Ernährer der Familie… Somit können wir sicher sagen, dass komplexe, soziale Veränderungen, insbesondere eine allgemeine Erhöhung des realen Einkommens der grossen Masse, welches sich wiederum niederschlug in einer stark verbesserten Ernährung, dass diese sozialen Veränderungen über längere Zeit zu diesem Rückgang der Tuberkulose in den westlichen Ländern geführt hat. Das ist die Basis für eine stark erhöhte Lebenserwartung und eine entsprechend stark verminderte Sterberate. Zusammenfassend könnte man vielleicht noch sagen, dass, obwohl das Tuberkel-Bazillus der Ueberträger der Tuberkulose ist, man im Kampf gegen die Tuberkulose der Wahrheit sehr viel näher kommt – anstatt das simple Bakterium ausrotten zu wollen – indem man sagt, dass die Bedingungen des unregulierten, kompetitiven Kapitalismus, unbehindert von irgendwelchen staatlichen Eingriffen, ungebremst durch gewerkschaftliche Forderungen, also der Arbeitszwang unter den erbärmlichen Bedingungen des 19. Jahrhunderts, die Hauptursache dieser TB-Sterberate war." Übrigens: Jeder Mediziner weiss, dass in unserer durchschnittlich gesunden Bevölkerung die sogenannte "Durchseuchungs-Rate" mit "säurefesten Stäbchen" (=Tuberkel)-Bakterien in Nasen-, Mund- und/oder Rachenraum beinahe 100% beträgt. Der liebe Bill Gates wird infolgedem alle von uns in absehbarer Zukunft von dem bösen, bösen Tuberkelbazillus befreien… ob nun gesund oder krank: Es lebe die Freiheit (der Gedanken…)! Andreas Hänny, Belp 1 S. Kaufmann, Max-Planck-Institut für Infektionsbiologie, in "Trends in Immunology", online, 21. 10. 2005 2 Mit einem Rindertuberkel-Stamm, der 230 mal auf Kartoffel-Gelée angezüchtet und, nach sorgfältiger Selektion, auf einen weiteren Kartoffel-Gelée-Nährboden übertragen wurde, erhielt man diese Schutzimpfung, d.h. ein schwächliches Tuberkel-Bazillus, das zwar die Immunabwehr mobilisiert, aber sich nicht weiter im Körper ausbreiten kann. Bei den Indianergemeinschaften im Amazonasgebiet wird mit dem "Putu Puma" über Tuberkulose informiert (IKRK) FREIDENKER 4/06 5 Konfessionelle Neutralität Wie christlich ist die Schweiz? tur" gesprochen, die es zu wahren gilt. Doch wie "christlich" ist unsere Kultur? Gehen wir zu den Wurzeln zurück. Anfänglich war sie sicher ein Importprodukt von alten Hochkulturvölkern in Mesopotamien. Auch geografisch bedingt entwickelte sich daran der klare hellenische Geist. Diese Erbe wurde von Rom übernommen. Mit dem römischen Weltreich breitete sich diese Geisteshaltung über weite Teile Europas aus. Jetzt können wir von einer abendländischen Kultur sprechen. Diese war so stark, dass sie von den in der Völkerwanderung einfallenden Völkern übernommen wurde. Aus dem Vulgärlatein bildeten sich die diversen romanischen Sprachen, die heute noch gesprochen werden. Jetzt, in diesem Moment, tritt im dekadenten Rom eine neue Kraft auf: Das Christentum, und es beginnt auch das Die Sendung am Schweizer Fernsehen vom Dienstag, den 14. März 2006 mit dem Titel “Religion in der Schule. Wie christlich ist die Schweiz?” behandelte die Frage, ob an den Schulen ein obligatorisches Fach Religionen eingeführt werden soll. Die verschiedenen Religionen zu kennen, würde helfen, Spannungen zwischen den diversen Kulturen abzubauen. Als Freidenker habe ich gegen dieses Projekt allerdings gewisse Bedenken. Eine objektive Behandlung dieses Themas ist sehr schwierig. Die subjektive Einstellung der Lehrkraft wird durchschlagen und daraus eine (christliche) Beeinflussung der Schüler resultieren. Dass diese Bedenken nicht aus der Luft gegriffen sind, zeigte sich an dieser Fernseh-Diskussion sehr deutlich. So wurde verschiedentlich von unserer "abendländisch-christlichen KulFortsetzung von Seite 4 finstere Mittelalter. In dieser FernsehSendung wurde behauptet, dass die christliche Nächstenliebe die Gebote wie "Du sollst nicht töten" gebracht hat. Stimmt leider nicht, denn diese Gebote sind uralt. Das Alte Testament kennt die 10 Gebote und andere Kulturen haben analoge Bestimmungen. Mit dem Eintritt des Christentums hat eine Unkultur begonnen. Dazu nur ein paar Stichworte. Der Machtkampf zwischen Kaiser und Papst. Die Saubannerzüge, genannt Kreuzzüge. Der geistige Terror Inquisition. Die Religionskriege mit dem Höhepunkt Dreissigjähriger Krieg, die heute in Ir(r)land noch nicht ausgestanden sind. Zum Schluss eine müssige Frage: "Wie hätte sich die abendländische Kultur ohne das Christentum entwickelt?" Diese Frage kann auch ansatzweise niemand beantworten. Als Fazit schlage ich aber vor, dass wir das Adjektiv "christlich" weglassen, wenn wir von abendländischer Kultur sprechen. R. Wenger Basler Fasnacht 2006 Alternativen zum geplanten Schulfach Ein Pflichtfach, das unterschiedliche Sichtweisen, Glaubens- und Lebensformen sowie Wertvorstellungen aufzeigt, darf nur als säkularer Ethikunterricht (z.B. in einer Projektwoche) durchgeführt werden. Die Hauptmerkmale dieses freiheitlichen und aufgeklärten Ethikunterrichtes (an der Oberstufe) wären: Freies, kritisches Denken fördern Lernen mit Zweifeln, Differenzen, Kritik und Widersprüchen umzugehen Den Mitmenschen in seinem Anderssein achten Eigene Vorstellungen stärken, klären und eventuell verändern Andere Meinungen achten, überdenken und hinterfragen Benachteiligung, Ausgrenzung, Intoleranz und Diskriminierung entgegenwirken. Im Rahmen dieser Projektwoche können die verschiedenste Aspekte von den Schülern selbständig, in weitgehend eigener Verantwortung und freier thematischer Auswahl eingebracht werden. Obwohl die jungen Menschen während dieser Arbeit kaum alle befriedigenden Antworten erhalten, haIm Gryzgang hindrem Minschter – sygs wie's well – Hänn mir dr Mantel gstohle vomene Gstell. Dr Pfarrer Chrischt het's gseh und schimpft: "Jetz sag worum Du raubsch! Isch s'Schnitzelbänggle all's, wo Du dra glaubsch?" Fäägnääscht Der Unterricht könnte auch ausgrenzend wirken, da viele Gläubige das Diktat religiöser Gesetze nicht als Einschränkung sondern als Bereicherung betrachten Die religiöse bzw. nichtreligiöse Überzeugung und Zugehörigkeit ist eine ganz persönliche, private Angelegenheit. Der immer wieder geäusserte Hinweis auf das ?Verbindende? der Religionen ist nicht mehr und nicht weniger als realitätsfremdes und heuchlerisches Schönreden – wie auch das als beispielhaft erachtete Projekt Weltethos, das in seiner Ausstellung "Weltreligionen – Weltfrieden – Weltethos" sich ausschliesslich auf das Schöne, Gute und Friedliebende aller Religionen beruft. Ein besonderer Grund für die Skepsis diesem Fach gegenüber liegt meines Erachtens aber bei den Lehrkräften selber – schon heute mit Mehraufgaben vielerorts überfordert (Gewaltprävention, Integrationsbemühungen, Fremdsprachenunterricht auf der Primarstufe) sollen sie nun auch noch kompetent und objektiv (abstrakt?) ihr Wissen über Religionen und Glaubensfragen vermitteln. Der Bischoff Koch staggelet: ..s ..soone Blamaasch, dasch Sabo... Sabo... sabotaasch! Aine wo sait was er dänggt und derbyy mii hinderfroggt, dä findet au no uuse, wo der Deifel wirgglig hoggt. Peperoni ben sie sich aber doch intensiv und selbständig mit dieser Thematik auseinandergesetzt und sie sind vielleicht ein klein wenig verständnisvoller und grosszügiger Andersdenkenden gegenüber. Bruno Stutz, Embrach 6 FREIDENKER 4/06 Spotten André Glucksman Philosoph, Paris. "Seit Jahrhunderten mussten Jupiter und Christus, Jahwe und Allah eine Menge Spott wegstecken. In diesem Spiel sind die Juden die besten Kritiker ihres Gottes – sie haben geradezu eine Spezialität daraus gemacht. Das hindert den wahren Gläubigen jeder Konfession nicht daran zu glauben, und diejenigen, die nicht an das gleiche glauben, leben zu lassen. Dies ist der Preis des religiösen Friedens. Das Lachen über Gaskammern, vergewaltigte Frauen und aufgeschlitzte Babys, der Respekt vor Enthauptungsvideos und menschlichen Bomben weisen dagegen in eine unerträgliche Zukunft. Es ist Zeit, dass die Demokraten ihren Geist und die Rechtsstaaten ihre Prinzipien wiederfinden. Feierlich und einträchtig sollten sie in Erinnerung rufen, dass nicht diese oder jene Religion oder Ideologie darüber entscheiden dürfen, was ein Bürger sagen oder denken darf. Es geht nicht nur um die Freiheit der Presse, sondern um die Freiheit, eine Tatsache eine Tatsache und eine Gaskammer ein Grauen zu nennen, unabhängig von unserem Glauben. Es geht hier um die Grundlage jeglicher Moral: Auf dieser Erde beginnt der Respekt vorm Individuum mit der universellen Anerkennung und der gemeinsamen Zurückweisung der schlimmsten Unmenschlichkeit. 3.3.2006 in Le Monde Unrecht Ayaan Hirsi Ali Parlamentarierin, Amsterdam. Die abtrünnige Muslimin und Islamkritikerin, die trotz Morddrohungen in der Öffentlichkeit auftritt, über Mohammed und seine Anhänger: "Ich denke, der Prophet war im Unrecht, als er sich und seine Ideen als über jede Kritik erhaben positionierte. Ich denke, der Prophet Mohammed hatte Unrecht, dass er Frauen den Männern unterordnete. Ich denke, der Prophet Mohammed hatte Unrecht, als er sagte, Glaubensabtrünnige müssten umgebracht werden. Er hatte Unrecht, als er sagte, Ehebrecher müssten ausgepeitscht und gesteinigt werden, und Dieben müssten die Hände amputiert werden. Er hatte Unrecht, als er behauptete, eine ordentliche Gesellschaft könne nur auf seinen Ideen aufgebaut werden. Wir haben nichts ausser unseren Gedanken; und wir wollen nichts weiter, als eine faire Chance, sie auszudrücken. Unsere Gegner werden Gewalt einsetzen, um uns zum Schweigen zu bringen. Sie werden zum Mittel der Manipulation greifen; sie werden behaupten, tödlich beleidigt zu sein. Sie werden sagen, wir seien geistig behindert und sollten nicht ernst genommen werden. Die Verteidiger des Kommunismus haben dieselben Methoden angewendet." Rede vom 9. Februar 2006 in Berlin FVS Schweiz Daten Zentralvorstand Sa., 8. April 2006, Bern DV 2006 So., 21. Mai 2006, Bern Grosser Vorstand 2006 Sa., 18. November 2006, Olten in den Sektionen Agenda Basel – Union Jeden letzten Freitag im Monat ab 19:00 Uhr: Freie Zusammenkunft im Restaurant "Storchen" Basel. Basel – Vereinigung Jeden letzten Donnerstag im Monat 15 bis ca. 17:30 Uhr: Donnerstag Hock Restaurant "Park", Flughafenstr. 31. Bern Montag, 10. April 2006 ab 19:00 Freidenker-Zusammenkunft Thema: "Freidenker und der Islam" Freidenkerhaus, Weissensteinstr. 49 B Grenchen Donnerstag, 6. April 2006 19:00 Generalversammlung Im Restaurant "Coq d'Or", Bahnhofstr. 6, in Grenchen. Wir beginnen mit dem Imbiss, offeriert von der Sektion. Anschliessend die Versammlung. Die Mitglieder erhalten eine Einladung. Winterthur Mittwoch, 5. April 2006 Mittwochstamm Restaurant "Chässtube" 19:30 Mittwoch, 10. Mai 2006 9:45 Tagesausflug nach Lichtensteig Besichtigung der grössten HobbyEisenbahnanlage Europas (Spur 0) und des mechanischen Musikmu-seums. Abfahrt mit Privatautos ab Bahnhof Winterthur. Infos bei H. Dünki: 052 222 98 94 Zürich Dienstag, 11. April 2006 14:30 Freie Zusammenkunft Thema: "Gott ist" aus dem Buch "Was die Kirchen verheimlich(t)en " von P. Fürer. Offene Diskussion Restaurant "Schweighof" FREIDENKER 4/06 7 FVS Freidenker-Vereinigung der Schweiz Mitglied der Weltunion der Freidenker (WUF) und der Internationalen Humanistischen und Ethischen Union (IHEU) Trauerfeiern Basel (Vereinigung) 061 401 35 19 oder 061 321 31 48 Basel (Union) 061 321 39 30 oder 061 601 03 23 Bern 031 372 56 03 oder 031 911 00 39 Grenchen 076 53 99 301 oder 032 645 38 54 Luzern und Innerschweiz 041 420 45 60 Schaffhausen 052 337 22 66 St. Gallen 052 337 22 66 Vaud Waadt 026 660 46 78 ou 022 361 37 12 Winterthur und Thurgau 052 337 22 66 Zürich 044 463 16 55 Sollte unter der regionalen Nummer niemand zu erreichen sein, wenden Sie sich bitte an die FVS-Geschäftsstelle: 031 371 65 67 oder an 052 337 22 66 www.freidenker.ch Sektionen Winterthurer Freidenker Postfach 1806, 8401 Winterthur Präsident: J.L. Caspar 052 337 22 66 Sekretariat: D. Dünki 052 222 98 94 FVS-Ortsgruppe Zürich Postfach 7210, 8023 Zürich Präsident: H. Rutishauser Tel./Fax 044 463 16 55 MitgliederM. Dobler dienst: Tel. 044 341 38 57 Freidenker-Vereinigung Basel und Umgebung Postfach 302, 4012 Basel *auch Fax Präsidentin: Y. Andrek 061 401 35 19* Vizepräsidentin: B. Bisig 061 321 31 48* Kassier: R. Wenger Tel. 061 692 86 27 Fax 061 692 86 28 Mitgliederdienst: R. Frey 061 421 12 80 Freidenker-Union Region Basel USF Postfach 4471, 4002 Basel Präsident: G. Rudolf 061 601 03 43 Infos: 061 321 39 30, 061 601 03 23 Mitgliederdienst: 061 321 39 30 Postkonto: 40-4402-5 Bestattungsfonds: 40-4007-5 Freidenker Bern Postfach, 3001 Bern Präsident a.i.: J. Kaech 031 372 56 03 Mitgliederdienst: J. Kaech 031 372 56 03 Libre Pensée de Genève 27 ch. des quoattes, 1285 Avusy Président: J.P. Bouquet 022 756 40 49 tél. et fax Sektion Grenchen und Umgebung Postfach 418, 2540 Grenchen Präsident: S. Mauerhofer 076 388 46 39 info@freidenker-grenchen.ch Mitgliederdienst/ Lotti Höneisen Krankenbesuche: 076 53 99 301 FVS Mittelland Postfach 637, 4600 Olten Präsident: W. Zollinger 062 293 39 30 Freidenker Schaffhausen c/o Rosemarie Imholz Postfach 69 079 751 41 38 Gigering 57, 8213 Neunkirch FVS-Regionalgruppe St. Gallen c/o Ernst Diem St.Georgenstr. 218b, 9011 St.Gallen Präsident: E. Diem 071 222 47 54 Associazione Svizzera dei Liberi Pensatori (ASLP) Sezione Ticino Casella postale 721, 6902 Paradiso Presidente: R. Spielhofer 091 994 21 45 Ass. vaudoise de la Libre Pensée Case postale 5264, 1002 Lausanne Président: J.P. Ravay 022 361 94 00 Secrétariat: 026 660 46 78 FREIDENKER - BIBLIOTHEK Zürich, im Sozialarchiv Stadelhoferstr. 12 (Nähe Bellevue) Bücherausgabe: Mo. - Fr. 10–20 Uhr Sa. 10–13 und 14–16 Uhr Auskunft: 044 251 80 66 FVS-Geschäftsstelle Mitglieder melden ihre Adressänderungen bitte an die Sektionen. Zuschriften an den Vorstand, AboMutationen, Auskünfte, Materialbestellungen an: Freidenker-Vereinigung der Schweiz FVS Geschäftsstelle Postfach CH-3001 Bern Tel. 031 371 65 67 Fax 031 371 65 68 info@freidenker.ch Postkonto: 84-4452-6 Adressänderungen an: Postfach 2622, CH-4002 Basel Impressum Redaktion Reta Caspar Rainweg 9 031 911 00 39 CH-3052 Zollikofen E-mail: reta.caspar@swissonline.ch Erscheinungsweise monatlich Redaktionsschluss 15. des Vormonats Jahresabonnement Schweiz: Fr. 30.– Ausland: Fr. 35.– (B-Post) Probeabonnement 3 Monate gratis Druck und Spedition Printoset, Flurstrasse 93, 8047 Zürich www.printoset.ch ISSN 0256-8993, Ausgabe 4/2006 Namentlich gekennzeichnete Beiträge können, aber müssen nicht mit der Ansicht der Redaktion übereinstimmen. 4002 Basel AZB