Freidenker 10/2006.pdf

PDF download

(file: @@freidenker-200610.pdf@@)libero pensatore 91. Jahrgang Nr. 10 Oktober 2006 Die Aufregung um das mittelalterliche Zitat im Vortrag des Papstes in Regensburg hat in den letzten Wochen verschiedene Dinge deutlich gemacht: Die Islamisten scheinen geradezu darauf zu warten, irgendeine angeblich beleidigende Äusserung aufzuschnappen, worauf sie dann wieder beleidigt und entrüstet reagieren und gleichzeitig wenig informierte, dafür aber umso indoktriniertere Menschen hinter sich scharen können. Das Netzwerk der Islamisten ist weltweit gut organisiert, die Informationen kursieren per Mausklick und werden – in aller Verkürzung natürlich – weitergeleitet. Die Islamisten versuchen mit Drohungen und Erpressungen der übrigen Welt zu diktieren, wer in welcher Form etwas über ihre Religion sagen darf. Die Meinungsäusserungsfreiheit wird von jenen zu beschneiden versucht, die sich umgekehrt für – nicht einmal religiös gebotene – Bräuche die Religionsfreiheit im Westen beanspruchen. Der Westen reagiert einmal mehr gespalten. Die einen rufen zum Dialog auf und wollen partout nicht sehen, dass es den Islamisten keineswegs um den Dialog geht, sondern darum, Recht zu haben. Das zeigt sich, wenn Ahmad Chatami, Mitglied des höchsten islamisches Rates im Iran, sagt, falls der Papst sich nicht entschuldige, würden die Muslime nicht ruhen, bis sie die ganze Welt erobert hätten... ziemlich nahe am umstrittenen Zitat... Die Rede vom Dialog in Ehren. Aber wer würde den Dialog zwischen dem totalitären Katholizismus und seinem "Herr Ratzinger, glauben Sie wirklich, dass Muslime einen Dialog wollen, mit Christen oder anderen Religionen, oder Atheisten wie mir?" Oriana Fallaci in ihrem letzten Essay. Dialog totalitärer Religionen? Vertreter Ratzinger und dem totalitären Islam erwarten, nachdem der Papst nicht mal die von seiner Basis gewünschte Annäherung mit den reformierten Christen umsetzen will? Der einzige gemeinsame Nenner der beiden wäre eine Achse der Religiösen gegen die Gottlosen, wie sie bereits gestorben sein soll, rätseln FreidenkerInnen allerdings, was Herr Ratzinger wohl unter Vernunft verstehen mag... Religion und Gewalt – dazu hat er sich der Papst im Vortrag auch geäussert. Eigentlich gut, aber eben, nicht die eigene Geschichte, nicht die Gewalt- der iranische dem US-Präsidenten vorgeschlagen hat. Religion und Vernunft war das Thema von Herrn Ratzinger und ein Versuch, das Christentum als d i e vernünftige Religion zu präsentieren – im Gegensatz zur absoluten Transzendenz des Islam, wo Gott eben auch unvernünftig sein könne. Angesichts der Geschichte von der Erbsünde und dem Gottessohn, der für unsere Sünden "Das Leben kann gelingen – auch rückwirkend" Bildungsangebot für FreidenkerInnen von Fredi Rudorf, Mediator und Scheidungsberater. Seite 4 spur des Christentums hat er in seinem Vortrag als Beispiel genommen sondern den heiligen Krieg im Koran. Interessant wäre es, wenn nicht nur Psychoanalytiker, (siehe Seite 7) sondern auch Religionsführer sich mit den Pathologien von Glaubensüberzeugungen auseinandersetzen würden... jenen der anderen, aber vor allem auch den eigenen... Reta Caspar "Wer nur noch für seine Überzeugung lebt, wer nicht zweifelt, tötet." Der Psychoanalytiker Mario Gmür in seinem Plädoyer für eine Kunst des Zweifelns. Seite 7 FREIDENKER 10/06 1 libero pensatore "Perché… dovrei?" Musica ovattata di sottofondo. Chiacchiere su argomenti disimpegnati: la casa, il lavoro, il tempo libero… perfino il tempo atmosferico… La compagnia è piacevole ma non emozionante. Mi annoio un po'. Stasera non ho voglia di tenere banco, così mi isolo. Poi, quasi per caso, percepisco una deviazione su temi più sostanziosi: la politica internazionale, l'evoluzione della società, lo scontro di civiltà… Drizzo le antenne. Guardo i miei commensali, che conosco poco, e cerco di farmi un'idea delle loro convinzioni. Ogni tanto butto là una battuta, fra il serio e il faceto, fra l'impegnato e il provocatorio. D'un tratto il marito di un'amica di mia moglie mi apostrofa: "Tu sei cattolico o protestante?". Quasi quasi gli dico che sono buddhista, così mi do una patina di esotismo. Che poi è quasi vero, va'. Ma no, vediamo che cosa succede a dire la verità: "Né l'uno né l'altro. Sono ateo". Un attimo di silenzio. Mi punta addosso uno sguardo da pesce lesso: è chiaro che non ha capito. "Scusa… cioè?". "Cioè non credo in Dio". Adesso la tavolata si è zittita. È sempre così: viene fuori la parola "Dio" e tutti tacciono, non si capisce se per rispetto del Padreterno o perché non sanno bene che cosa dire di fronte a un argomento che li supera. "Non credi in Dio?". "No". Secco, brutale. Beh, d'altro canto i fatti sono questi, mica si può stare a giocare con gli eufemismi, a perdersi in distinguo. Forse però riesco a chiuderla qui. Se qualcuno mi aiutasse a cambiare discorso… magari… "Perché?". Macché: m'hanno fregato anche stavolta. E adesso mi toccherà spiegare l'incongruenza intrinseca della figura divina, il problema della teodicea, l'argomento cosmologico, Kant, Ivan Karamazov… Insomma, tutto il patrimonio filosofico e culturale dell'ateismo. Poi, lo so già, mi ricorderanno la figura storica di Gesù e mi sentirò rimproverare che "non si può dimenticare" questo e quello e quell'altro… e allora dovrò replicare citando gli studi filologici sui Vangeli, le contraddizioni interne, la mancanza di verifiche storiche attendibili, la parzialità delle fonti, i rimaneggiamenti storici… Ahimé, mi attende la solita discussione in cui mi tocca sempre giocare in difesa. E io sono davvero stufo. È una percezione bizzarra quella che la gente ha dell'ateo. Se sono ateo, mi manca qualcosa. La "condizione normale" di ogni essere umano implica la credenza in qualche forma di divinità. Può essere il Grande Spirito oppure Shiva, ma un qualche Dio io dovrei averlo per forza. Normalmente dovrebbe essere quello della mia tradizione culturale, cattolica o protestante, ma ormai in questa società multietnica piena di gente esotica ci siamo abituati anche alle fedi più strampalate, dunque… "Qual è il tuo Dio?". E, se a quel punto replico "Niente Dio, grazie", ecco che suscito lo sconcerto e lo stupore. Ma come? Ma perché? È chiaro che se non credo in Dio rinuncio a un elemento deter-minante dell'esperienza umana. Rinnego la dimensione spirituale (giuro: m'hanno detto anche questo). Sono un gretto materialista (e a questo punto, a volte, sul viso dell'interlocutore si dipinge un'espressione un po' disgustata). Come minimo devo rendere ragione di queste mie strampalate convinzioni, che si situano al di fuori della tradizione culturale comune. E a poco serve ricordare che nella nostra tradizione culturale ci sono anche Epicuro e Lucrezio, d'Holbach, Feuerbach e Marx, Nietzsche e Freud. Tutto inutile: mi tocca spiegare ancora e ancora perché esco dalla "normalità". Alla fine, come se non bastasse, ecco l'ultima ridotta nella quale si trincerano i credenti: l'accusa di fideismo rivolta all'ateo. "Prova un po' a dimostrare che Dio non esiste! Eh? Prova un po'!". Ebbene, che si sappia: io mi sono stancato di rendere ragione del mio ateismo. Mi sono stancato di spiegare e giustificare. Non sta a me. Non è compito mio. Posso farlo quando voglio… ma adesso non voglio più. Si giustifichi chi crede, piuttosto. Troppo spesso si dimentica un fatto fondamentale: l'onere della prova spetta sempre (sempre!) a chi afferma qualcosa. Non accetto più di essere messo sullo stesso piano della pletora dei credenti. L'ateismo non è una fede, perché non si può dimostrare che qualcosa non esiste. Non si può, punto e basta. Non si può neppure per Babbo Natale. Gedankenexperiment: immaginate di dover dimostrare a un bambino cocciuto che Babbo Natale non esiste. Non ci riuscirete. Perché, per quanto a fondo voi abbiate esplorato l'universo, non avrete mai frugato davvero in tutti gli angoli più reconditi. E magari sul quinto pianeta di Alfa Centauri c'è un signore obeso, con la barba e il cappello a pompon, che svolazza su una slitta trainata da renne magiche. Chissà, eh? Sicché… no, non c'è simmetria fra chi afferma e chi nega: non sono entrambe persone di fede. L'onere della prova spetta solo al primo, non al secondo. E chi nega, ossia l'ateo, non ha nulla da difendere, non è tenuto a proporre argomenti per giustificarsi. Semmai è la controparte che deve esporre i propri, che deve dare ragione delle proprie credenze, che deve squadernare le prove. Se ne ha, beninteso. Se invece non ne ha, si applica allora un ben noto principio di economia concettuale che va sotto il nome di "rasoio di Occam": non si devono postulare entità inutili, nel senso che si devono evitare le ipotesi complesse, in particolare quelle non suffragate dall'esperienza. E il "rasoio", in assenza di prove dell'esistenza di Dio, taglia senza pietà e induce a concludere che Dio… non esiste. Nel silenzio del ristorante, mentre tutti gli sguardi sono appuntati su di me, mi sento un po' sotto processo. Potrei, lo so bene, accettare il confronto e difendermi. Non mi mancano gli argomenti. E, anche se mi rifilano il nero, alla fine lo scacco matto lo do sempre io. Potrei giocare a questo gioco e concedergli la prima mossa, ma non voglio. Non più. Intanto però il mio interlocutore comincia a diventare impaziente. Ora sorride al proprio vicino, con quell'aria di sufficienza stampata sul viso di chi è troppo sicuro di sé. Non sa, il meschino, che cosa lo attende. E finalmente ripete la domanda: "Allora, ci spieghi perché non credi in Dio?". Quasi quasi estraggo la scimitarra della Ragione e lo faccio a fette. Ma sono troppo superiore per accettare la sua provopag. 3 cazione. Così lo guardo, 2 FREIDENKER 10/06 Freidenker-Vereinigung quo vadis? Zu "Ausländer- und Asylgesetz 2x NEIN" in FREIDENKER 9/2006 FVS-Geschäftsstelle Liebe Freidenkerinnen, Liebe Freidenker, Bald ist es ein Jahr her, dass ich meine Arbeit für die Freidenker-Vereinigung der Schweiz aufgenommen habe. Nach einer intensiven Einarbeitungsphase und einigen "Schwierigkeiten" befinden sich die Arbeiten wieder auf Kurs, und ich bin sehr motiviert und zuversichtlich, dass diese auch bald greifen und in den einzelnen Sektionen sowie für die einzelnen Mitglieder spürbar werden. Von der neu gestalteten Internetseite und den neuen Druckunterlagen insbesondere vom Leporello verspreche ich mir sehr viel. Sobald dieser neue Auftritt steht, kann ich vermehrt auch in die Öffentlichkeit gehen um neue Mitglieder zu akquirieren damit diese nicht nur von den Inhalten, sondern auch vom "Rest" der Freidenker überzeugt werden können. Für alle eingesandten Presseartikel und Angaben über Journalisten, die uns betreffen, bedanke ich mich herzlich. Es ist schön in meiner Arbeit die Unterstützung der Mitglieder zu spüren. Bitte teilt mir eure Veranstaltungen mit, so dass ich bei der einen oder anderen Gelegenheit dabei sein kann. Ich wünsche Euch allen einen schönen Herbstbeginn. FVS Geschäftstelle Peter Rettenmund Einerseits bemühen sich der Zentralvorstand (ZV) und die verschiedenen Sektionen seit Jahren – bisher nicht sehr erfolgreich – dafür neu mit grossem personellem und finanziellem Aufwand (steigende Mitgliederbeiträge lassen grüssen!), die seit Jahrzehnten konstant sinkenden Mitgliederzahlen endlich etwas zu stabilisieren. Andererseits erschien im Freidenker 9/06 eine nicht akzeptable Empfehlung zur Volksabstimmung vom 24. September 2006 über das Ausländer- und Asylgesetz mit 2x NEIN. Bisher waren wir der Meinung, jede Freidenkerin und jeder Freidenker sei fähig frei zu denken und somit auch fähig, selbständig seinen Stimmzettel auszufüllen, unabhängig irgendwelcher unnötiger Parolen des ZV. Wurde eine Mitgliederbefragung zum heiklen Thema der zukünftigen Wahlempfehlungen durchgeführt? Hatte der ZV eine spezielle Veranlassung zu dieser Beschlussfassung? Mehr als interessant, da die aktuellen Statuten der Freidenker-Vereinigung (Art. 3) eine politische Unabhängigkeit vorschreiben. Ob diese statutarisch unstatthafte Wahlempfehlung mit der Erreichung von Zielen und Zweck (nach Art. 2) der Freidenker-Vereinigung irgend etwas zu tun hat, wird ein Geheimnis des ZV sein und bleiben. Für die Sektion Winterthur zeigen sich bereits die ersten negativen Folgen. Der ZV hat es glücklich geschafft: Der erste Austritt ist erfolgt! Mit jeder zukünftigen, weiteren Wahlempfehlung muss der ZV irgendwelche Freidenker zwangsläufig vor den Kopf stossen und notgedrungen unnötig verärgern. Das politische Spektrum unseres Mitgliederbestandes hat sich laufend geändert; es reicht heute nicht mehr nur bis weit nach links, sondern auch ebensoweit nach rechts! Wir fordern den ZV nachdrücklich auf, sofort auf weitere Abstimmungsempfehlungen zu verzichten. Carlo Barizzi, Doris Dünki, Hans Dünki Sektion Winterthur Stellungnahme des Zentralpräsidenten Das Resultat dieser Abstimmung ist bei Redaktionsschluss der vorliegenden Ausgabe des FREIDENKERs noch nicht bekannt. Die anlässlich der ZV-Sitzung vom 20.8.06 und in der letzten Nummer publizierte Stellungnahme des ZV zu den Ausländer- und Asylgesetzen hat bei verschiedenen Mitgliedern negative Reaktionen hervorgerufen. Es stehen zwei Probleme im Vordergrund: Legitimation Ist der ZV dazu legitimiert, sich zu einer solchen Frage im Namen der FVS überhaupt zu äussern? Politische Parteien geben Parolen heraus auf Grund ihrer allgemeinen Richtlinien, oder behandeln solche Themen an Delegiertenversammlungen. Diese Instrumente fehlen bei uns in einer ähnlichen Form. Wir sind ja keine Partei, abgesehen davon, dass auch dort nicht immer alle damit einverstanden sind was in den Vorständen beschlossen wird und ihre Stimme auch nicht blind der Parole entsprechend abgeben. Wir haben uns mit unserer Stellungnahme auch eine Präsenz in den Medien erhofft. Diese ist bis heute, 19.09., meines Wissens ausgeblieben. In diesem Sinne war es also auch eine Art Experiment auf Grund eines Mehrheitsbeschlusses des ZV und wir übernehmen dafür die volle Verantwortung. Die damit zusammenhängende Grundsatzfrage (oder Vertrauensfrage?) wird an der nächsten Sitzung des Grossen Vorstandes gestellt werden. Inhalt Die beiden Vorlagen verletzen die Menschenrechte, insbesondere auch die Kinderrechte – möglicherweise, wie Menschenrechtsexperten ausgeführt haben, entscheiden müssten die Gerichte. Die FVS sollte nach Auffassung des Zentralvorstandes in solchen Fäl- cont. pag. 2 gli sorrido paziente… e gli offro l'unica risposta razionale e dignitosa: "Perché… dovrei?". E adesso vediamo come te la cavi in difesa… Marco Cagnotti len Farbe bekennen und sich für eine Vorbildrolle der Schweiz bei der Beachtung der Menschenrechte einsetzen. Die Stellungnahme ist in ihrem Inhalt klar und doch vorsichtig abgefasst. Auch darüber können wir streiten, werden aber nie eine Einigung finden. Aus den Nicht-Reaktionen der Medien zu schliessen, war die Formulierung vielleicht sogar zu vorsichtig. Den Grundsatz, dass wir Freidenker parteipolitisch neutral sind, haben wir nicht verletzt. Alles, was um uns herum passiert, ist politisch, und wenn wir zu allem schweigen, sind wir ein Neutrum, das nie ernst genommen wird. Jürg L. Caspar FREIDENKER 10/06 3 Weltunion der Freidenker WUF Mit neuen Kräften voran Mitglieder ins Exekutivbüro gewählt: Louis Roger aus Brest (F) übernimmt das Präsidium ad interim, der mehrsprachige Pedro Luis Pazos aus Aarau (Mitglied der FVS Zürich) arbeitet sich als Sekretär ein. Dr. Roman Roscher aus Wien (A), ebenfalls zweisprachig, vertritt die österreichischen Freidenker. Roland Breton aus Venelles (F) werden besondere Aufgaben anvertraut. Diese neuen Mitglieder werden an der nächsten Sitzung des Internationalen Am 2. September 2006 fand in der Geschäftsstelle der FVS in Bern eine Sitzung des Exekutiv-Büros der WUF statt. In Frankreich, dem grössten der WUF angeschlossenen Landesverband, haben politische Differenzen zur Spaltung der Organisation geführt, was auch die Weltunion geschwächt hat. Die 1880 gegründete WUF will dem aber nun eindrücklich Halt gebieten. Deshalb wurden neue Rates (Delegiertenversammlung) im März 2007 zu bestätigen sein. Dort soll ein detailliertem Organisationsplan präsentiert werden, der den einzelnen Büro-Mitgliedern ihre Funktionen klar zuteilt. Der nächste Weltkongress der WUF wird erst im Jahr 2008 stattfinden, damit genügend Zeit bleibt, einen wirklich weltweit beachteten Anlass zu organisieren. Die moderne Welt hat die Freidenker nötiger denn je als Gegenpol von Freiheit und Demokratie gegen den immer weiter ausufernden Fanatismus der Religionen. Jean Kaech Mein Leben gelingt - sogar rückwirkend! Wir Freidenker sind ganz auf das Leben v o r dem Tod ausgerichtet. Daher geniessen wir es, mal ist es schön, mal nicht. Über das Glück und den sogenannten Sinn des Lebens haben wir viel nachgedacht, bevor und vor allem seitdem wir a-religiös geworden sind. Wir haben diese Frage offen gelassen oder beantwortet. Einige von uns haben sie als Luxus-Frage durchschaut, andere suchen zeitlebens nach gültigen Antworten. So oder so werden wir gerne ein Angebot annehmen, das uns Hinweise gibt, wie wir das Optimum aus unserer Lebenszeit herausholen können, den bestmöglichen Sinn und Nutzen. Denn das Leben auf diesem faszinierenden Planeten ist ein Geschenk, auch wenn es keinen Schenker gibt, es ist zumeist schöner zu leben als nicht zu leben. Man könnte also den Sinn zu leben darin sehen, das Leben als Geschenk weiterzugeben und sich mit aller Kraft für seine bestmögliche Qualität einzusetzen. Das wiederum heisst, dass wir selbst uns in bestmögliche Qualität hinein entwickeln, aus uns die bestmögliche Version von Mensch-Sein machen. Nur so strahlen wir diejenige Energie aus, welche andere fast von selbst in unseren Bann zieht und sie veranlasst, sich ebenfalls für optimale Lebensqualität einzusetzen. Dann können wir dereinst, bevor wir sterben, zu uns und unseren Nächsten frohgemut sagen: "Nun kann ich gehen, ich habe viele Beiträge geleistet, ja ich war ein Beitrag zum Lebendig-Sein." Allerdings: Was ist Leben in optimaler Qualität? Um darüber mehr zu erfahren, gibt es seit einigen Jahren ein Seminar: "Mein Leben gelingt – sogar rückwirkend!" Dort ist es möglich aufzuräumen, innen wie aussen, um sich noch wirkungsvoller nützlich zu machen als bisher, um also die Frage: "Was bringt mir das Leben?" umzudrehen: "Was bringe ich dem Leben?" Dieses Seminar findet das nächste Mal statt vom 5. bis 8. November 2006 (www.propstei.ch) und dann wieder am14. bis 17. Okt. 2007 (www.lassallehaus.org). Es verspricht z.B. "Nie mehr übermüdet, überlastet, überfordert, nie mehr missverstanden" und vieles mehr – also umfassend zu gesunden: körperlich, seelisch, geistig und sozial. Mehr dazu auf www.zuercherseminare.org/ws-meinleben.htm "Beziehungen klären – ein Weg zum guten Leben" Und vom 2. bis 4. Februar 2007 bietet derselbe Freidenker (www.mediationrudorf.ch) sein Seminar an mit dem Thema: "Beziehungen klären – ein Weg zum guten Leben". Diese drei Tage sind dem Lösen von Verstrickungen gewidmet, die uns lähmen und am freien, heiteren und begeisterten Fredi Rudorf, Jahrgang 1941, Dr. iur. und Rechtsanwalt, Mediator SVM/ SDM, Seminarleiter. Von 1970 bis 1990 Richter am Bezirksgericht Zürich, zuständig für Trennung/Scheidung, Erbschaften, Nachbarschaften, Ehrverletzungen sowie für Prozesse aus dem Wirtschaftsleben und dem Strafrecht. Seit 1991 Anwalt für Arbeitsstreitigkeiten. 1994/95 Ausbildung zum Paarberater IEF und zum Mediator IEF/zak (Anerkennung durch den Berufsverband SVM und den Dachverband SDM), 1995 bis 2001 Mit-Gründer und Leiter der SCHEIDUNGSBERATUNG ZÜRICH: CoMediation. Seit 1997 Weiterbildung: Familienstellen nach Bert Hellinger, Kommunikation und Systemik, im Leiten von Selbsterfahrungsgruppen. Seit 2002 als Einzelmediator tätig in Trennungen und Scheidungen sowie allgemein in Familien und Gruppen, gelegentlich auch als Rechtsanwalt. www.mediation-rudorf.ch Wirken hindern. Wer verstrickt ist, kann sein Leben nicht glücklich geniessen. In diesem Kurs wird in bisher leidvollen Beziehungen (auch mit Abwesenden und Verstorbenen) eine neue Ordnung gefunden und dadurch die Lebensenergie entfesselt. Es ist ein wunderbares Gefühl, mit wichtigen Menschen im Reinen zu sein – eine der Voraussetzungen, um gut zu leben und zu wirken: nach vorne orientiert, kraftvoll, genussvoll, "gesund". 4 FREIDENKER 10/06 Staat – Kirche Mehr Verständnis? Die immer und überall besorgte Eidgenössische Kommission gegen Rassismus (EKR) um ihren rührigen Präsidenten Georg Kreis sah sich wieder einmal verpflichtet, uns zurechtzuweisen und eine Lektion zu erteilen. In ihrem neuesten Bericht (in dem die Verfasser gemäss TA vom 2.9.06 "im moralischen Gutsein schwelgen"…. als egoistische "reine Selbstbestätigung unter dem Deckmantel der Nächstenliebe") beklagen sie die diskriminierende Haltung der Mehrheitsgesellschaft gegenüber den Muslimen. Mehrheit der Muslime ist nicht praktizierend Obwohl die überwiegende Mehrzahl der Muslime ihren Glauben nicht oder nur am Rande praktiziert, in ihrem Alltagsleben kaum Diskriminierung, Benachteiligung und ungerechter Behandlung ausgesetzt ist und sich in unserer aufgeschlossenen, modernen und freien Gesellschaft wohl fühlt, ortet die realitätsferne EKR Handlungsbedarf. Sie will die Ungleichbehandlung von Muslimen wegen ihrer Religionszugehörigkeit ausmerzen und verlangt von uns mehr Offenheit im Umgang mit den Muslimen in der Schweiz. Denn es bestehe die Tendenz, Muslime kollektiv zu Sündenböcken für das Weltgeschehen verantwortlich zu machen und unter einen terroristischen Generalverdacht zu stellen (Wie wenn wir die Auswirkungen von Bushs blutigem Kreuzzug auf die islamische Welt nicht kennen würden!) Auch sei der politische Diskurs über Muslime von Stereotypen und Vorurteilen geprägt. Nun, wenn Muslime möglicherweise Ablehnung in unserer Gesellschaft spüren, dann gehören sie in erster Linie zu jener kleinen Minderheit, die unsere grundlegenden, freiheitlichen Wertvorstellungen nicht akzeptieren wollen und deren religiöse, oft heimatorientierte Identität zu einem Faktor der bewussten Abgrenzung zur Wertordnung der übrigen Gesellschaft wird. Es sollte eigentlich auch der Kommission gegen Rassismus inzwischen klar sein, dass freiheitsfeindliche und religiös-fundamentalistische Einstellungen und Forderungen, ganz gleich von welcher Seite, keine Grundlagen zum gegenseitigen Verständnis sind. Symbol der einzig waren Religion Die Kommission fordert mehr Gebetshäuser für Muslime, und auch – um den Bau von Minaretten zu ermöglichen – eine flexiblere Auslegung der Bauordnungen. Sie will und kann offenbar nicht wahrhaben, dass in Moscheen auch über etwas anderes als nur über die Nächstenliebe geplaudert wird und dass die Prediger zu oft eine buchstabentreue, reaktionäre Auffassung des Islams vermitteln, die all den Anstrengungen für ein friedliches, multikulturelles Zusammenleben zuwiderläuft. Und die Forderung nach dem Bau eines Minaretts ist ganz einfach eine egoistische Zwängerei, um mit diesem dominanten, alles überragenden Symbol die Präsenz der einzig wahren Religion zu bekunden. Das Minarett ist aber für den Islam bzw. für das Gebetshaus so wenig zwingend wie der Kirchturm für das Christentum. Das Minarett als Bestandteil der Moschee setzte sich erst mehrere hundert Jahre nach der Hijra* allgemein durch. Vielerorts erklingt der Gebetsruf auch heute noch von einem Aufbau über dem Portal (teilw. im Iran). Recht auf freie Religionsausübung am Arbeitsplatz? Dass Firmen die freie Religionsausübung mit geeigneten Massnahmen möglich machen sollen, scheint mir eine weitere realitätsfremde Forderung der EKR. Was wäre, wenn Muslime auf ihr Recht beharren würden, während der Zeit der fünfmal täglich stattfindenden Gebete jede Tätigkeit unterbrechen zu dürfen? Ob der Kreis um Georg Kreis dann immer noch von Diskriminierung sprechen würde, wenn ein Arbeitgeber nicht das geringste Interesse zeigt, seine Betriebsabläufe den islamischen Gepflogenheiten anzupassen und deshalb auf die Anstellung des praktizierenden Muslims verzichtet? In einer aufgeklärten Gesellschaft darf aber keine Religion, und ganz beson- ders keine der drei monotheistischen Offenbarungsreligionen mit so umfassendem Einfluss auf das Alltagsleben ihrer Gläubigen, auf grenzenlose Toleranz hoffen. Verteidigung der Freiheit... Laut dem Chef des Bundeskriminalamtes, soll ein Motiv für die kürzlich versuchten Terroranschläge auf zwei Regionalzüge in Deutschland die Veröffentlichung der Mohammed-Karikaturen in deutschen Zeitungen gewesen sein. Der Hauptverdächtige Youssef el-Hajdib habe diese als Angriff der westlichen Welt auf den Islam betrachtet. Ist das nun der Preis, den wir für unsere Meinungsfreiheit auch in Zukunft zu bezahlen haben und müssen wir uns immer wieder fragen, ob unsere Äusserungen irgendwelche religiösen Gefühle verletzen und möglicherweise sogar blutige Vergeltungsaktionen nach sich ziehen könnten? ... gegen "gottgewollte" Zwänge Ganz klar sind für mich die Grenzen allen Verständnisses und Wohlwollens überschritten, wenn beispielsweise bekannte Badeorte an der italienischen Adria planen, separate, durch eine Mauer abgetrennte Strandbereiche nur für Frauen einzurichten, damit auch Musliminnen baden können. Es darf doch nicht sein, dass wir, kaum von den Fesseln der puritanischen und intoleranten jüdisch-christlichen Heils- oder Irrlehre gelöst, uns neuen gottgewollten Zwängen unterwerfen müssen. (Es würde nicht erstaunen, wenn sich die Eidgenössische Kommission gegen Rassismus bereits jetzt überlegt, ob sie vor der nächsten Badesaison eine entsprechende Empfehlung für unsere Schwimmbäder herausgeben soll.) Wir müssen uns offenbar mit weit mehr Nachdruck als zuvor für einen laizistischen Staat einsetzen, in der religiöse Symbole aus der Öffentlichkeit verdrängt und das gesellschaftliche Leben nicht mehr durch Glaubensdiktate bestimmt werden darf. Bruno Stutz, Embrach * Hijra: Auswanderung des Propheten Mohammeds von Mekka nach Medina im Jahre 622 n.Chr. Ausgangspunkt der islamischen Zeitrechnung. FREIDENKER 10/06 5 Forum LeserInnen schreiben Es braucht beides! zu "Konfessionslos oder humanistisch?" in FREIDENKER 9/06 Nur eine Schuluniform zu "Freiheit oder Gleichheit" in FREIDENKER 9/2006 Freidenker! zu "Was bin ich: Agnostiker oder Atheistin? in FREIDENKER 8+9/2006 Atheist heisst: Ich bin ohne Vorstellung von einem Gott, oder Glauben an einen Gott fehlt mir. Da dürfen wir uns fragen, ob wir für Dinge, die es gar nicht gibt, Begriffe schaffen? Dies gerade nicht! Also kommt der Begriff "Atheist" nicht von den Atheisten selber, sondern die Theisten bezeichnen in ihrer Sicht die "Nicht-Theisten" einfach als "Atheisten". Leute, welche "Nichts" als Nichts bezeichnen, bezeichnen wir auch nicht als "Nichtsisten". Der Begriff "Atheist" stammt aus dem Lager der Theisten, der Gottesgläubigen. Erst wenn es gelänge, Gott in der realen Welt als etwas Wirkliches zu bezeichnen, wäre ein Begriff "Atheist" sinnvoll. Wir bleiben also beim "Freidenker". Freidenker haben gegenüber religiös Gläubigen kein Defizit in der Erkenntnis. Eventuell erkennen die Freidenker in einem kleinen Segment schärfer als die Gläubigen. Also ist es auch nicht sinnvoll, die Freidenker als "Agnostiker" zu bezeichnen. Das Wort "Agnostiker" setzt ja einen Mangel in der Erkenntnis voraus. Darum ist der Begriff "Freidenker" dem Begriff "Agnostiker" vorzuziehen. Der Vorschlag, die Freidenker als "Humanisten" zu bezeichnen und den "Humanismus" als die dritte Religion zu bezeichnen, ist insofern ganz inkonsequent, als viele andere – auch Gläubige – Humanisten sein können. Wenn alle Gläubigen schon den Fehler machen, die ganze Ethik – die Unterscheidung von Gut und Böse – fix an die Religionen zu binden (wozu es nicht einen einzigen Grund gibt), sollen die Freidenker nicht auch denselben Fehler machen. Aus dem Gesagten überleben nur die Begriffe: Freidenker libre penseur (fr.) libero pensatore (it.) librepensador (sp.) freethinker (engl.) Walter Fischbacher, St.Gallen Der Überlegung von Rudolf Kuhr, dass man der Religion statt den Atheismus die positiven Werte des Humanismus entgegensetzen sollte, kann ich nur teilweise beipflichten. Es ist richtig, dass der Atheismus eine Gegenposition gegen Religion ist, die Menschen ihre Überzeugungen nehmen will, statt sie als legitime psychologische Bedürfnisse zu akzeptieren. Gerne würde ich den Schafen ihren Glauben lassen, nur vergisst Herr Kuhr einen wesentlichen Aspekt: Die Aggressivität der Religion! Würden alle nur nach humanistischen Werten leben, im Glauben, diese seien christlich, und den Unglauben der anderen akzeptieren, so hätte ich kein Problem damit, ich würde meine Homepage http:// atheismus.ch sofort schliessen. Nur trifft das zwar auf viele teilweise aufgeklärte Christen zu, denen Religion ohnehin ziemlich egal ist, aber sicher nicht auf die Fundamentalisten. Je gläubiger Menschen zu sein pflegen, desto aggressiver stehen sie zu diesem Glauben und versuchen diesen anderen aufzuzwingen. Man sollte nicht vergessen, dass die Mission ein wichtiger Auftrag im Christentum ist. Es gibt viele Versuche, die Gesellschaft zu unterwandern. Der Angriff wird auf der Strasse, über Plakate, an der Haustüre, in der Politik, in den Median und an der Schule geführt. Erstes Ziel sind unsere Kinder! Unsere Kinder werden in biblische Geschichte und Religionsunterricht gedrängt und von der CVJM bedrängt. Politiker der EVP und EDU setzen sich aktiv für Bekenntnisunterricht an öffentlichen Schulen ein. Ausserdem beanspruchen die Religionen nach wie vor unberechtigterweise viele Privilegien. Das Christentum ist eine totalitäre Religion. Nimmt man sie ernst, duldet sie nichts neben sich. "Du sollst keine anderen Götter haben neben mir", erstes Gebot der Christen (und Juden und Moslems), nicht etwa "Du sollst nicht töten", das ist so unwichtig, dass es nur abgeschlagen auf Platz fünf landet! Wir dürfen totalitäre Ansichten nicht tolerieren, wir müssen sie bekämpfen, Schön, wenn Eltern sich die Zeit nehmen, mit ihren Kindern zu diskutieren. Sei es über den Sinn oder Unsinn von Markenkleidern oder andere Themen, welche den Nachwuchs beschäftigt. Und all jene Kinder, mit denen nicht diskutiert wird? Die diesem Druck, die richtigen Kleider zu tragen, alleine ausgesetzt sind? Die weder das Geld für die teuren Kleider, noch das Selbstbewusstsein haben, dagegen zu rebellieren? Gönnen wir ihnen doch die Verschnaufpause, wenigstens während der Schulstunden. Da das Leben vor und nach der Schule auch stattfindet, finden alle anderen sicher genügend Gelegenheiten um über die Kleiderfragen zu den wahren Dingen im Leben Stellung zu beziehen. Über Fremdkörper in unserer Demokratie, über die Bildung eines Wir-Gefühls, über Mittel und Wege zur Persönlichkeitsfindung usw. Als Erwachsene kommen nicht nur die jungen Männer im Militär mit Uniformen in Kontakt. Viele Firmen, welche in der Öffentlichkeit agieren, haben sich bewusst für Uniformen entschieden. Was spricht dagegen? Dass um diese Schuluniform-Debatte so ein Aufstand gemacht wird, kann ich nicht nachvollziehen. Staunend lese ich, was für Themen und vermeintliche Zusammenhänge zitiert werden, um Argumente dagegen aufzählen zu können. Dass Kinder, welche zu einer gewissen Zeit, gewisse Kleider tragen müssen in der Entfaltung ihrer Persönlichkeit gestört werden usw. Na ja. Mein gesunder Menschenverstand weigert sich schlichtweg mehr dahinter zu sehen, als es ist: eine Ursula Brunner, Luzern Schuluniform! sonst steuern wir irgendwann in die nächste Unmenschlichkeit! Religionen werden ihre Ansprüche und Missionstätigkeiten nie freiwillig aufgeben, sie werden sie nur immer besser kaschieren. Das Fazit lautet: Es braucht beides, den Humanismus, der positive Werte setzt, und den Atheismus, der die Ansprüche und Glaubenssätze von Religionen bekämpft. Es ist die Pflicht von uns Freidenkern, beide Wege zu verfolgen. Bekennen wir uns als Freidenker, Humanisten und Atheisten! Marc Wäckerlin, Winterthur 6 FREIDENKER 10/06 Büchertisch Zweifeln FVS Schweiz Daten Was haben Mahatma Gandhi und der Twin-Tower-Pilot Mohammed Atta gemeinsam? Sie waren überzeugt und wollten überzeugen. Gandhi nahm für seine Vision den eigenen Tod in Kauf, Atta reisst am 11. September 2001 Tausende von Menschen mit in den Tod. Was sind Überzeugungen, wenn ihre Wirkungen völlig unvereinbar sind? Wie entstehen sie, was bewirken sie, warum können wir nicht auf sie verzichten, wann werden sie destruktiv? Der Psychoanalytiker Mario Gmür zeigt, daß nicht der "Kampf der Kulturen", sondern die allzu überzeugten Menschen, die Extremisten und Fanatiker, das eigentliche Problem unserer Zeit sind. Anknüpfend an die grossen historischen wie zwischenmenschlichen Katastrophen veranschaulicht er, wie fatal die Auswüchse von Überzeugungen sein können. Ihre Mechanismen und Zusammenhänge erschliesst Gmür aus den Perspektiven der Biologie, Hirnanatomie und Sozialpsychologie und wagt eine erste Typisierung der Überzeugungen. Ein Buch, das Wissen über uns selbst, unsere Mitmenschen und Gesellschaften vermittelt. Es macht kompetenter und lässt uns nachdenklicher und vorsichtiger werden. Mario Gmür: Die Unfähigkeit zu zweifeln. Welche Überzeugungen wir haben und wann sie pathalogisch werden. Klett 2006, 336 S., ISBN 3608940936. Bericht über die Fachtagung der Humanisten in Berlin Zentralvorstand Sa., 21. Oktober 2006, Bern Grosser Vorstand 2006 Sa., 18. November 2006, Olten DV 2007 So., 6. Mai 2007, Bern in den Sektionen Agenda Basel – Union Jeden letzten Freitag im Monat ab 19:00 Uhr: Freie Zusammenkunft im Restaurant "Storchen" Basel Basel – Vereinigung Jeden letzten Donnerstag im Monat 15 bis ca. 17:30 Uhr: Donnerstag Hock Restaurant "Park", Flughafenstr. 31 Umworbene "dritte Konfession" Befunde über die Konfessionsfreien in Deutschland Johannes Neumann Horst Groschopp Carsten Frerk Christel Gärtner Michael Terwey Humanismus organisieren? Von den "Dissidenten" zur "dritten Konfession"? Empirie der Weltanschauungen Krisenbewältigung und Religionslosigkeit Empirische Befunde zu Weltanschauungen der Konfessionsfreien in Deutschland Uta Karstein Säkulare Weltsichten in Ostdeutschland Michael Schmidt-Salomon "Irgendwie sind wir doch alle Humanisten ..." Andreas Fincke Die säkulare Szene – von aussen gesehen Rudolf Ladwig Die säkulare Szene – von innen gesehen Ulrich Nanko Religionen wie Kulturen untersuchen (Rezension) Dirk Lange et.al. Kein Atheismus im 16. Jh. (Rezension) Armin Pfahl-Traughber Religion und Gesellschaft (Sammelrezension) Frieder Otto Wolf Theorien der Kulturentstehung neu denken (Rez.) Gudrun Ott-Meinhold Stationär und ambulant organisiertes Sterben (Rez.) Humanismus aktuell, Heft 18, 2006, ISBN 3-937265-06-6 Bern Montag, 9. Oktober 19:00 Freie Zusammenkunft: "Soll die FVS Wahl- und Abstimmungsempfehlungen abgeben?" Freidenkerhaus, Weissensteinstr. 49 B Voranzeige Sonntag, 10. Dezember ab 11:00 Jahresfeier im Hotel "Bern" Biel-Nidau Jeden 1. Donnerstag im Monat ab 19:00 Uhr: Freidenker-Stamm Rest. "Urania", Bahnhofplatz 1, Biel Mittelland Samstag, 25. November 15:00 Freie Zusammenkunft Rest. "Kolpinghaus", Ringstr. 27, Olten St. Gallen Mittwoch, 4. Oktober Freidenker-Höck Restaurant "Dufour" St. Gallen 10:00 Winterthur Mittwoch, 4. Oktober Mittwochstamm 19:30 Freitag, 24. Oktober 14:00 Jass- und Kegelnachmittag beide Anlässe im Rest. "Chässtube" Zürich Dienstag, 10. Oktober 14:30 Freie Zusammenkunft: "2008 – 100 Jahre FVS. Ende oder Neuanfang?" Restaurant "Schweighof" FREIDENKER 10/06 Salz der Erde – oder Rezept für Desaster? 7 FVS Freidenker-Vereinigung der Schweiz Mitglied der Weltunion der Freidenker (WUF) und der Internationalen Humanistischen und Ethischen Union (IHEU) Trauerfeiern Basel (Vereinigung) 079 217 01 29 oder 061 321 31 48 Basel (Union) 061 601 03 43 oder 061 601 03 23 Bern 031 372 56 03 oder 031 911 00 39 Grenchen und Umgebung 076 53 99 301 oder 032 645 38 54 Luzern und Innerschweiz 041 420 45 60 Mittelland 062 926 16 33 St. Gallen 052 337 22 66 Vaud/Waadt 026 660 46 78 ou 022 361 37 12 Winterthur und Thurgau 052 337 22 66 Zürich 044 463 16 55 Sollte unter der regionalen Nummer niemand zu erreichen sein, wenden Sie sich bitte an die FVS-Geschäftsstelle: 031 371 65 67 oder an 052 337 22 66 www.freidenker.ch Sektionen Winterthur Winterthurer Freidenker Postfach 1806, 8401 Winterthur Präsident: J.L. Caspar 052 337 22 66 Sekretariat: D. Dünki 052 222 98 94 Familiendienst: M.Ochsner 052 232 04 77 Basel FVS Basel und Umgebung Postfach 302, 4012 Basel Präsident: H. Stieger 079 217 01 29 Vizepräsidentin: B. Bisig 061 321 31 48 Kassier: R. Wenger Tel. 061 692 86 27 Fax 061 692 86 28 Mitgliederdienst: R. Frey 061 421 12 80 Freidenker-Union Region Basel USF Postfach 4471, 4002 Basel Präsident: G. Rudolf 061 601 03 43 Infos/Mitgliederdienst: 061 601 03 23 Postkonto: 40-4402-5 Zürich FVS Ortsgruppe Zürich Postfach 7210, 8023 Zürich *auch Fax Präs.: H. Rutishauser 044 463 16 55* Mitgliederdienst: M. Dobler 044 341 38 57 FREIDENKER - BIBLIOTHEK Zürich, im Sozialarchiv Stadelhoferstr. 12 (Nähe Bellevue) Bücherausgabe: Mo. - Fr. 10–20 Uhr Sa. 10–13 und 14–16 Uhr Auskunft: 044 251 80 66 Bern Freidenker Bern, Postfach, 3001 Bern Präsident a.i.: J. Kaech 031 372 56 03 Mitgliederdienst: J. Kaech 031 372 56 03 Genf Libre Pensée de Genève 27 ch. des quoattes, 1285 Avusy Président: J.P. Bouquet 022 756 40 49 tél. et fax FVS-Geschäftsstelle Mitglieder melden ihre Adressänderungen bitte an die Sektionen. Zuschriften an den Vorstand, AboMutationen, Auskünfte, Materialbestellungen an: Freidenker-Vereinigung der Schweiz FVS, Geschäftsstelle Postfach CH-3001 Bern Tel. 031 371 65 67 Fax 031 371 65 68 info@freidenker.ch Postkonto: 84-4452-6 Grenchen FVS Sektion Grenchen und Umgebung, Postfach 418, 2540 Grenchen Präsident: S. Mauerhofer 076 388 46 39 info@freidenker-grenchen.ch Mitgliederdienst/ Lotti Höneisen Krankenbesuche: 076 53 99 301 Adressänderungen an: Postfach 2622, CH-4002 Basel Mittelland FVS Sektion Mittelland Postfach 56, 4628 Wolfwil Präsident: H. Haldimann 062 926 16 33 Schaffhausen Freidenker Schaffhausen Postfach 69, 8213 Neunkirch Kontakt: R. Imholz 079 751 41 38 Impressum Redaktion Reta Caspar Rainweg 9 031 911 00 39 CH-3052 Zollikofen E-mail: reta.caspar@swissonline.ch Erscheinungsweise monatlich Redaktionsschluss 15. des Vormonats Jahresabonnement Schweiz: Fr. 30.– Ausland: Fr. 35.– (B-Post) Probeabonnement 3 Monate gratis Druck und Spedition Printoset, Flurstrasse 93, 8047 Zürich www.printoset.ch ISSN 0256-8993, Ausgabe 10/2006 Namentlich gekennzeichnete Beiträge können, aber müssen nicht mit der Ansicht der Redaktion übereinstimmen. St. Gallen FVS Regionalgruppe St. Gallen c/o S. Breitler Haldenweg 37, 9100 Herisau Kontakt: S. Breitler 071 351 29 81 P.P./Journal CH-4002 Basel Tessin/Ticino Associazione Svizzera dei Liberi Pensatori (ASLP) Sezione Ticino Casella postale 721, 6902 Paradiso Presidente: R. Spielhofer 091 994 21 45 Waadt/Vaud Ass. vaudoise de la Libre Pensée Case postale 5264, 1002 Lausanne Président: J.P. Ravay 022 361 94 00 Secrétariat: 026 660 46 78 AZB