Freidenker 05/2005.pdf

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(file: @@freidenker-200505.pdf@@)libero pensatore 90. Jahrgang Nr. 5 Mai 2005 "Von Gottes Nicht-Existenz überzeugt" Albert Einstein, dessen wissenschaftliche Meilensteine dieses Jahr, 100 Jahre nach der Formulierung der Relativitätstheorie, gefeiert werden, dieser Albert Einstein lehnte die Vorstellung von einem persönlichen Gott klar ab. Im abgedruckten Brief an seinen Freund aus ETH-Zeiten, den Chemiker Prof. Emil Ott (1877-1962), schreibt er: "Dein Ressentiment gegen den persönlichen Gott, von dessen Nicht-Existenz du ja wie auch ich überzeugt bist, hat mich einigermassen erstaunt. Diese Haltung trifft man meistens bei Personen, die sich nicht ohne Kampf von diesem Prunkstück altväterlicher Erziehung in jungen Jahren freigemacht haben." Einstein war aber nicht antireligiös. Er war der Meinung, dass Wissenschaft und Religion beide ihre eigenen Sphären haben sollten: "Wissenschaft ohne Religion ist lahm und Religion ohne Wissenschaft blind." Unter Religion verstand er aber nicht eine kirchliche Religiosität mit einer einengenden, gar bestrafenden Instanz, sondern die persönlichen Erfahrungen des Staunens ob dem (noch) nicht Verstehbaren: "Religion sollte nichts mit Angst vor dem Leben oder Angst vor dem Tode zu tun haben, sondern sollte vielmehr ein Streben nach rationaler Erkenntnis sein." rc (Eine Kopie des Briefes von Einstein ist im Besitz von FVS-Mitglied Josef Müller, er hat sie vom Sohn von Emil Ott erhalten.) "Willkommen in, Bienvenus à, Benvenuti a Winterthur" Einladung zur diesjährigen Delegiertenversammlung, Grusswort des Sektionspräsidenten und Tagungsprogramm. Seite 3 "Bio-Waffen – gefährlich in jeder Hand" Andreas Haenni über Bio-Waffen in der Hand von Sekten wie "Aum" oder von Regierungen – Japans besondere Geschichte. Seiten 4-5 "Kardinale Marketingstrategie: Gratispropaganda" Reta Caspar über die Pope-Opera, das fragwürdige Engagement der offiziellen Schweiz und der schweizer Medien. Seite 6 FREIDENKER 5/05 1 Libero pensatore Donne delinquenti "Donne delinquenti", un titolo forte, che colpisce e incuriosisce. Quali delitti avranno mai commesso queste donne? Il delitto peggiore agli occhi della Autorità: quello di contestarle il diritto di dominare. E l’autorità in questo caso – ma oggi è forse cambiato qualcosa? – è principalmente la Chiesa cattolica. Quella istituzione che si autodefinisce universale, questo appunto il significato di "cattolico". E che questo sentimento di universalismo occupi ancora l’animo dei preti, ne abbiamo avuto conferma in questi ultimi giorni. Lo spettacolo della morte, preceduta dall’agonia, del loro Stregone Massimo doveva avere l’esclusiva su qualunque altro spettacolo, e l’hanno ottenuta. Oscurando persino quella che si può definire una nuova religione, coi suoi pontefici massimi, i suoi officianti, i suoi riti: il calcio. Ma torniamo al libro. Donne delinquenti, il sottotitolo ne specifica meglio le categorie: storie di streghe, eretiche, ribelli, rivoltose, tarantolate. Dunque donne "contro", che hanno resistito fin quando è stato possibile alla luce del giorno, poi di fronte alle repressioni e ai roghi in maniera più nascosta, più prudente. Ma "storie" è un termine riduttivo, in effetti l’autrice, Michela Zucca, non ci racconta solo le storie, ma descrive anche gli ambienti, i paesaggi, il contesto sociale e storico. In questo modo tutto diventa più vivo, più completo. E il tutto è supportato da moltissime citazioni, riferimenti bibliografici, che permettono di proseguire da soli ad approfondire l’argomento. Il libro, di oltre 350 pagine, descrive nel primo capitolo la metodologia di lavoro e, pur spaziando geograficamente, in tutta l’Europa privilegia gli ambienti della montagna e della foresta, quelli in cui le donne indomite, o meglio le comunità di cui facevano parte, hanno dovuto rifugiarsi per sfuggire ai loro persecutori, preti e sbirri. Il secondo capitolo affronta invece la vita quotidiana, dapprima raccontando l’aspetto comunitario, poi i rapporti con gli uomini e infine il confronto tra la religione delle donne e la religione degli uomini. E qui vengono messi in risalto alcune figure singolari, come ad esempio i preti con la "fisica" (ossia con conoscenze taumaturgiche come quelle che possedevano le cosiddette streghe). Di uno di questi preti si parla anche nel recente documentario "Biasca contro" del regista ticinese Victor Tognola. L’argomento del terzo capitolo è la parte fisica dell’essere umano, il corpo con le sue implicazioni sociali e culturali, sia nell’aspetto delle relazioni sentimentali sia in quello della trasgressione. In particolare viene messa in evidenza la diversa percezione del sesso e degli atti sessuali nel periodo che precede il dominio della religione cristiana e della sua morale sessuofobica. La rivolta, o meglio il filo rosso che si dipana Pietra della fertilità nella Chiesa di S. Vittore, Grigioni lungo tutta la storia, è Italiano (fotografia di Michela Zucca) FREIDENKER 5/05 Michela Zucca Donne delinquenti. Storie di streghe, eretiche, ribelli, rivoltose, tarantolate. Edizioni Simone, Napoli 2004 Euro 18.ISBN 88-244-8750-5 quanto descrive il quarto capitolo. In questa parte il paesaggio di riferimento è sempre la montagna, anzi ne costituisce il punto centrale. E i personaggi che vi si muovono sono in parte figure collettive (fate, druidesse, guaritrici, eretiche e naturalmente streghe), in parte figure individuali mitologiche (la Donna Lombarda dei canti popolari) o storiche (l’eretica francese Marie Durand, rinchiusa per 38 anni nella prigione di Aigues Mortes (Camargue), il cui graffito "Resister" fa da filo conduttore a tutto il testo). Nel capitolo quinto, viene descritta la fine o meglio la sconfitta, si spera provvisoria, di questa cultura antica e molto legata alla natura e al territorio. Il capitolo finale, il sesto, cerca di mettere in luce quanto rimane di questo mondo rurale e della sua cultura, auspicandone una sua nuova vitalità che possa contrastare il dominio dell’economia globale e permetta di arrestare il saccheggio delle risorse naturali che ci sta portando alla catastrofe ecologica, grazie a una maggior comprensione del territorio in cui si vive. Un libro appassionante e pieno di informazioni che merita di essere letto. E chi ne ha l’occasione, partecipi ad una presentazione del libro fatta dall’autrice. Le "storie" assumono maggior spessore e fascino con la viva voce di Michela Zucca, come hanno potuto constatare coloro che hanno assistito alla conferenza tenuta giovedì 14 aprile presso il Circolo Carlo Vanza di Locarno. Edy Zarro L'assemblea generale ordinaria 2005 della Sezione Ticino dell'ASLP è convocata per il giorno 19 maggio al Ristorante delle Alpi sul Monte Ceneri a partire dalle ore 20:30. Il comitato vi aspetta numerosi. rs 2 Delegiertenversammlung Sonntag, 22. Mai 2005 10:00 Uhr Restaurant "Chässtube" beim Bahnhof FVS Delegiertenversammung 2005 Winterthur Gäste sind willkommen! Wie jedes Jahr besteht für alle Mitglieder der FVS die Möglichkeit, als Gäste an der Delegiertenversammlung teilzunehmen. Nutzen Sie die Gelegenheit, den Zentralvorstand und andere FreidenkerInnen kennenzulernen! Informationen erhalten Sie beim Zentralsekretariat: Tel. 032 641 26 24. Anmeldungen bis 14. Mai 2005. Traktanden 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Begrüssung/Mitteilungen Mandatsprüfung Traktandenliste Wahl der Stimmenzähler Wahl eines Tagespräsidenten Protokoll DV 2004 Basel Jahresberichte a) des Zentralpräsidenten (versandt) b) der Sektionen Jahresrechnung 2004 Revisorenbericht Décharche-Erteilung Festlegung von Zentralbeitrag, Abopreis und Jahresbeitrag, Einzelmitglieder Anträge an die DV Mitgliedschaft Jugendliche Statuten a) Stellvertretung Mandate DV (Statuten versandt) b) weitere Statutenänderungen: Stellung externer Mandatsträger. Anpassung Zentralbeitrag Geschäftsstelle FVS Wahlen Internationale Organisationen Liegenschaft Bern Ort DV 2006 Varia Willkommen in Winterthur! Der Name Winterthur ist vom römischen "Vitudurum" abgeleitet. Das heutige Oberwinterthur ist keltischen Ursprungs. Die ursprüngliche Stadt, das Gebiet der heutigen Altstadt, wurde 1170 von den Kyburgern gegründet und erhielt 1264 von den Habsburgern das Stadtrecht. 1467 wurde sie an die Zürcher verpfändet und blieb bis 1798 zürcherische Untertanenstadt. Das heutige Winterthur besteht seit 1922, als die damals selbständigen Vororte Oberwinterthur, Seen, Töss, Veltheim und Wülflingen eingemeindet wurden. Heute zählt die Stadt 95'000 Einwohner und ist die sechstgrösste Stadt der Schweiz. Winterthur, die Gartenstadt: Nur ein Drittel des Gemeindegebietes ist überbaut, ein weiteres Drittel ist Wald und der Rest wird landwirtschaftlich genutzt. Darum viel Lebensqualität für die Bevölkerung und attraktive Naherholungsmöglichkeiten. Winterthur, die Industriestadt: Früher bekannt vor allem durch Dieselmotoren, Textil-maschinen und Lokomotiven stehen heute neben den Textilmaschinen vor allem moderne Technologien und Dienstleistungen im Vordergrund. Winterthur als Bildungszentrum: Das altbewährte "Technikum" wurde vor einigen Jahren zur Zürcher Hochschule Winterthur (ZHW) aufgewertet. Das Technorama, eine Sammlung zur Geschichte der Technik ist ein beliebtes Ziel von Schulreisen. Ein Technopark ist in Entwicklung. Winterthur die Kulturstadt: Grossartige Kunstsammlungen, verschiedene bekannte Museen und ein reges Theater- und Musikleben sind Merkmale dieser grossen Kleinstadt. In der Altstadt finden wir verschiedene historische Gebäude, so unter anderen das Stadthaus (oben im Bild), mit korinthischer Tempelfront gegen Süden, eines der berühmtesten Werke des europäischen Historismus, erbaut zwischen 1865 und 1869 durch den damaligen Stararchitekten Gottfried Semper (Dresdener Hoftheater, Polytechnikum Zürich, Hofmuseum und Burgtheater Wien). Auch in der "Chässtube", wo wir uns treffen, finden wir Spuren von Geschichte. Darüber werde ich bei der persönlichen Begrüssung ein paar Worte verlieren. Also, auf Wiedersehen in Winterthur! Jürg L. Caspar, Präsident der Winterthurer Freidenker FREIDENKER 5/05 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 3 Japan: Bio-Waffen – gefährlich in jeder Hand Immer wieder kamen in der jüngeren Vergangenheit Verbrecher, Verrückte und/oder Verzweifelte auf die Idee, andere Menschen mit Keimen zu infizieren – manchmal sogar mit ihren eigenen: Seit Beginn der AIDS-Epidemie 1982 sind Fälle von absichtlicher Ansteckung Legion... Dabei waren aber nicht nur HIV-positive Häftlinge oder enttäuschte Liebhaber beteiligt – als Gegenbeispiel sei hier der Fall eines Zahnarztes aus Florida aufgeführt, der gestand, sechs seiner Patienten vorsätzlich mit diesem Virus infiziert zu haben. In der Schweiz sind (noch?) keine solchen Fälle bekannt geworden. In jeder Weltregion ticken die Uhren auch in diesem Zusammenhang ein bisschen anders. Aum-Sekte Herausragend bezüglich Bio-Terror ist sicher Japan: Dort ticken die Uhren noch einmal etwas anders – und nicht erst seit Ausbruch der AIDS-Pandemie: Der (glücklicherweise) misslungene Bio-Waffeneinsatz jener japanischen "Aum"-Sekte, welche mit ihrer Sarin-Nervengift-Attacke in der Tokyoter U-Bahn, anno 1995, weltweit Aufsehen erregt hatte, schockierte auch nicht-japanische Behörden vor allem durch die Existenz von jahrelang gehegten und gepflegten BioTerrorplänen. Der Sektengründer Shoko Asahara als der "erleuchtete Guru" dieser "Aum"Gesellschaft ("Aum" beinhaltet ein absolutes Schweigegebot, analog dem italienischen Gesetz der "Omertà") bezeichnete sich zu Beginn der neunziger Jahre wahlweise – je nach Wirkungsort und Publikum – als den "christlichen Messias" oder den wiedergeborenen "Buddha" – 1993 zählte die Sekte 40 000 Mitglieder und verfügte über praktisch unbegrenzte finanzielle Mittel. Die Lehre der Sekte knüpfte nicht nur an den tibetischen Buddhismus oder die katholischen Geheim-Gesellschaften an, sondern auch an die – nach wie vor – populären Prophezeiungen des Nostradamus und andere pseudowissenschaftliche, massenmedial "beglaubigte" Theorien. Vor allem aber predigte Asahara vom bevorstehenden Weltuntergang... Im Oktober 1992 reiste der Sektenführer mit vierzig Glaubensgenossen nach dem damaligen "Zaire", wo seinerzeit gerade wieder einmal ein Ebola-Virus wüten sollte – angeblich, um den Opfern zu helfen... Ein Untersuchungskomitee des amerikanischen Senats publizierte 1995 in ihrem Abschlussbericht eine andere Absicht hinter den hehren Worten: Die Sektenmitglieder wollten sich afrikanische Patienten beschaffen, um über deren Virusstämme an hoch-effiziente Bio-Waffen zu gelangen. Das Unternehmen misslang, genauso wie ein Attentat auf den japanischen Kronprinzen Naruhito und dessen Hochzeitsgesellschaft, am 4. 6. 1993. Das ganztägige TV-Spektakel der Prinzen-Hochzeit sollte zu einem Fanal werden – man hätte es als Vorbereitung von CIA-Agenten auf einen US-amerikanischen Atomschlag gegen Japan (?!), oder gar von nordkoreanischen Agenten als deren Fanal für den "Zweiten Grossen ost-asiatischen Krieg" (O-Ton unter japanischen Nationalisten), der TV-Öffentlichkeit verkaufen wollen... Japans ganz besondere Vergangenheit Ironie der Geschichte: Ausgerechnet das imperiale Japan setzte als erste – und im Zweiten Weltkrieg einzige – Grossmacht im breiten Massstab BioWaffen ein, und als erste Grossmacht in historischer Zeit besass Japan – in der militärisch besetzten Mandschurei des "letzten Kaisers" Pu Yii, von 1931 bis 1945 – einen wissenschaftlich-industriellen Komplex zur Produktion von Bio-Waffen. In jenem "Mandschu-Guo", dem "Mandschu-Land" des Pu Yii, herrschte damals bitterste Armut und massivstes Übervölkerungs-Elend, und somit grassierten in dieser japanischen "Festlands-Provinz" immer wieder entsprechende Krankheiten wie Pest und Cholera – schlimm für die dort vegetierenden Menschen, aber ideal für die Verschleierung von Bio-Waffen-Experimenten. Bio-Waffenprogramm Der Direktor dieses gross-japanischen Bio-Waffenprogramms, ein Doktor der Mikrobiologie von der Tokyoter "Schule für Militärmedizin, Shiro Ishii, hatte sofort nach der Invasion Chinas 1931 den Komplex von 150 Gebäuden, dotiert mit 3'000 Wissenschaftlern und Zehntausenden von Häftlingen, errichten lassen – das erste, moderne Konzentrationslager: "Bei-Yin-He" bei Harbin. Bereits Ende der zwanziger Jahre hatte jener Generalmajor Ishii publiziert: "Es gibt zwei Arten von Forschung über Bio-Kriegsführung: Angriffsforschung = 'Typ A'; Impfstoffforschung = 'Typ B'. 'Typ-B'-Forschung ist Verteidigungsforschung – das machen wir in Japan. Forschung vom 'A-Typ' betreibt man nur im Ausland." Forschung in der Mandschurei Das "Protektorat" über die Mandschurei erlaubte somit Japans Griff nach "Angriffs-Forschung", mit B-Waffen. Einen Angriff mit A-Waffen sollten ebenfalls die Japaner als erste erleben... im August 1945. Weil dabei gleichzeitig die Ishii-Einheit "731" überstürzt aus Harbin abgezogen werden musste – vor allem wegen der rasch vorrückenden Roten Armee – und weil deren Waffen "nur" gegen die ortsansässige chinesische Bevölkerung erprobt worden waren bzw. mit "Hilfe" von Häftlingen entwickelt worden waren, erfuhr die Weltöffentlichkeit auch erst vor zehn Jahren von der Existenz jener B-Waffen-Produktionsanlage bei Harbin, 1931 -1945 – vierzehn lange Jahre... Aum-Sektenführer Shoko Asahara 4 FREIDENKER 5/05 "Aerzte" wollten wissen, wie diese Krankheitsform im Einzelnen exakt die Organe angreift... Der Medizin-Assistent, einer von zwei japanischen Zeitzeugen jener "Einheit 731", welche 1995 ihr Schweigen endlich gebrochen hatten, fuhr dann fort in seiner Zeugenaussage: "Wenn wir Betäubungsmittel verwendet hätten, wären die Organe und Blutgefässe, die wir genau untersuchen wollten, in Mitleidenschaft gezogen worden." – Japanisches Arbeits-Ethos... Keine Einsicht Das offizielle Japan bestreitet heute noch, der eigentliche Motor für den faschistischen Weltkrieg gewesen zu sein, und das eigentliche Vorbild vieler Nazis (Heinrich Himmler, beispielsweise, war ein Katakana-Schrift-Experte, und faselte noch im Führerbunker zu Weihnachten 1944 von den japanischen "Wunderwaffen" und Pest-Flöhen...) – und drängt mit seinem "Kaiser" Akihito, seines Zeichens Sohn des damaligen absolutistischen Herrschers Hirohito, nach einem ständigen Sitz im UNO-Sicherheitsrat, mit Veto-Recht und allem drum und dran – und gibt sich angesichts der chinesischen Proteste als erstaunt bis tödlich beleidigt, jedenfalls in jeglicher Hinsicht kirschblütenweiss unschuldig... Von "Aum" zu "Aleph" Übrigens: Während der eine oder andere subalterne "Aum"-Sekten-Terrorist nach 1995 in Japan gehängt worden ist, erfreut sich der "charismatische" Sekten-Führer (wenn auch im Gefängnis) immer noch seiner Lebtage, und vor allem: Seine Sekte lebt weiter, unter anderem Namen – sie nennen sich jetzt "Aleph", haben sich offiziell von ihrem "Erleuchteten" losgesagt, und predigen weiterhin vom Jüngsten Gericht und vom amerikanisch-japanischen Krieg – mit allen Mitteln... A. Hänni, Biochemiker Hirohito, Jap. Kaiser 1926-89 Nach chinesischen Angaben sollen der "Einheit 731" insgesamt 270‘000 Menschen zum Opfer gefallen sein, in erster Linie antijapanische Partisanen und/oder deren Familien-Angehörige. Die Behandlung der Gefangenen stand den Gräueltaten der Nazi-Ärzte in nichts nach – welche auch erst später in Aktion getreten sind: Drei bis vier Jahre später, zunächst in Dachau, erst ab 1942 in Auschwitz – dort nur ca. zweieinhalb Jahre lang, dann aber vermutlich mit einer "Effizienzsteigerung" um das zig-fache, verglichen mit ihren japanischen Vorbildern... Forschungsmethode Vivisektion Ein medizinischer Assistent der "Einheit 731" aus Harbin enthüllte 1995 in einem Interview mit einem Reporter der "New York Times" Details seiner damaligen "Arbeit": "Der Commie wusste, dass es mit ihm zu Ende ging", beginnt sein Bericht über die Vivisektion eines chinesischen Häftlings. "Also wehrte er sich zunächst nicht, als wir ihn in den Sektionsraum brachten und dort fesselten. Aber als ich das Skalpell zur Hand nahm, begann er zu schreien wie ein Verrückter. Aber ich öffnete ihn einfach, mit einem Schnitt, von der Brust bis zum Bauch. – Während er schrie, verzerrte sich sein Gesicht fürchterlich und seltsam in seinem Todeskampf." Der chinesische Gefangene hatte die Beulenpest (er war durch einen besonders pathogenen Stamm infiziert worden, im Lager entwickelt), und diese japanischen Die gefährlichsten Waffen der Welt Nach dem Auftreten der ersten drei Fälle von Milzbrand in den USA war klar: Um einen Zufall konnte es sich nicht handeln. Lange Zeit galt ein Bioangriff als unwahrscheinlich, heute ist Bioterror eine konkrete Bedrohung. Das Buch bietet zu allen Aspekten der Infizierung mit unterschiedlichen Krankheitserregern erstmals fundierte Informationen. Das Szenario eines Bioangriffs ist in seinen Konsequenzen nahezu unabsehbar, die Menschen fühlen sich bis in ihre ureigensten Lebenssphären verunsichert. Die psychologische Wirkung ist verheer. Würden zum Beispiel 50 Kilogramm des Milzbranderregers Bacillus anthracis auf einer Strecke von zwei Kilometern über einer Stadt mit 500'000 Bewohnern in den Wind gestreut, ist mit etwa 100'000 Toten zu rechnen. Das Buch schafft angesichts der neuen Bedrohung in vielfacher Hinsicht Aufklärung aus erster Hand: Wer besitzt Biowaffen? Wer forscht zu welchen Zwecken? Wie sinnvoll sind Schutzmassnahmen? Wie verlaufen Erkrankung und Behandlung? Biowaffen werden seit der Antike eingesetzt, sie dienten vom Mittelalter bis ins 21. Jahrhundert der Sabotage und Schwächung des Gegners. Heute stellt sich die Frage: Wie einfach ist es, an Biowaffen zu kommen? Und natürlich wie gross die Gefahr eines Unfalls ist, wie realistisch die Befürchtung, dass sie von terroristischen Gruppierungen eingesetzt werden. Kurt Langbein et.al. Ergänzt wird der Band durch einen Serviceteil mit Bioterror Katastrophenschutzplänen der Bundes- und LanDva, 2002 desregierungen, Anleitungen für Schutzmass-nahEUR 18.90 men und wichtigen Adressen in Deutschland, ISBN 3421056390 Österreich und der Schweiz. FREIDENKER 5/05 5 Habent pappam Pope-Opera Carladungen von Menschen zu Papstveranstaltungen erfolgreiche Organisation der Kirche etwa versagt? Sind die schweizer Medien der Faszination des Purpurs erlegen? Der Todeszeitpunkt des Papstes hätte von den Medien nicht besser geplant sein können: Die Sonntagsblätter konnten seitenweise vorbereitete Artikel verbreiten, und die Montagausgaben standen ihnen nicht nach. Die "liberale" NZZ, es ist kaum zu glauben, hat sowohl den toten Papst wie den neu gewählten auf der Frontseite präsentiert – und zwar in Farbe! Das Spektakel in Rom ist natürlich mediengerecht, optisch attraktiv – leuchtendes Rot und viel Gold... da werden offensichtlich auch liberale Blätter schwach. Seitenweise dann auch die Darstellung des "Konklave". Das Geheimbündlerische, Obskurante des Prozederes schien auch die Phantasie der Redaktionen zu beflügeln – ein bisschen Mysterium für die sonst von den Realitäten gebeutelte Journalistenseelen. Das einzige Medium, das an der Mei- nung der FVS zur neuen Papstwahl interessiert war, war übrigens swissinfo von Schweizer Radio International (www.swissinfo.org). Ist alles und jedes ein sportliches Event? Die Papstwahl wurde von Radio und Fernsehen wie ein sportliches Ereignis durch Berichterstatter vor Ort begleitet – natürlich musste da die Spannung gross sein und der Andrang auf dem Petersplatz enorm – aber die Reporterin von DRS 1 bekundete sichtliche Mühe, die ihr gewährten Sendeminuten sinnvoll zu füllen. Einzig wirklich spannendes Moment war offenbar die Tatsache, dass es der Vatikan nicht verstanden hat, farblich eindeutige Rauchsignale auszusenden – aber vielleicht gehört das Rätseln mit zum kalkulierten Spiel. Kardinale Marketing-Strategie: Gratispropaganda! Der neu gewählte Papst ist 78 Jahre alt. Absehbar ist also, dass sich schon bald das ganze Spiel wiederholt. Welche Firma wünschte sich nicht einen regelmässig wiederkehrenden, medienwirksam emotionalen Grossanlass als Gratis-Propaganda... Eines muss man den Kardinälen lassen: ihre Lektion in rc Marketing haben sie gelernt. Die Pope-Soap ist beendet. Der alte Papst ist tot, ein neuer alter Papst gewählt. Ändern wird sich in und um die katholische Kirche wenig. Zurück bleiben ein paar Irritationen: Ist die Schweiz ein katholisches Land? Die offizielle Schweiz hat sich in einem Masse in dieser Frage engagiert, die höchst befremdlich ist. Zu dritt erschien die Regierung am offiziellen schweizerischen Gottesdienst in Bern, Bundespräsident Samuel Schmid reiste zudem nach Rom, wo sich die Weltprominenz versammelt. HalbmastEmpfehlung der Landesregierung, der nur in den Kantonen Genf, Vaud und Neuchâtel widersprochen wurde (chapeau les Romands!) – die Zwingli-Stadt Zürich hat die Fahnen gesenkt! Ist der Papst für die Schweiz Staats- oder Kirchenoberhaupt? Man könnte nun sagen, dass sich die Ehrerbietung weniger an den Herrscher über 1 Mia. KatholikInnen auf der Welt richtete, als vielmehr an das Staatsoberhaupt des Vatikans. Die Anerkennung des Vatikans als Staat, mit dem die Schweiz nun auch diplomatische Beziehungen unterhält, darüber könnte man ja lachen, wenn es nicht bedeuten würde, dass der Vatikan auch auf Stufe UNO den Status als Staat beanspruchen kann. Aber Bundespräsident Samuel Schmid gratulierte nicht etwa dem Vatikanstaat zum neuen Oberhaupt, nein, er wünschte dem neuen Papst ein "fruchtbares Pontifikat"... Die rund 60% NichtkatholikInnen und die vermutlich mehrheitlich papstkritischen schweizer KatholikInnen dürften sich da schlecht vertreten fühlen. Sind schweizer Katholiken wirklich so papsttreu? Der Ansturm auf den kurzfristig doch noch eingesetzten Sonderzug der SBB zu den Trauerfeierlichkeiten nach Rom soll sich dem Vernehmen nach sehr in Grenzen gehalten haben. Haben die katholischen Oberen das effektive Interesse am Papst etwa überschätzt? Hat die sonst im Herankarren von Profane Rauchzeichen... 6 FREIDENKER 5/05 Freidenker-Umschau Schweiz Der berner Professor für Medienwissenschaften, Roger Blum, hat das laut ausgesprochen, was FreidenkerInnen schon lange denken: der Aufwand der Hochschulen für die Theologie sollte diskutiert werden. Dabei geht es allerdings weniger um die Frage, ob Medienwissenschaft wertvoller ist, als Theologie, sondern um die Frage, ob sich die Universitäten nach dem Markt der StudieninteressentInnen richten müssen, oder umgekehrt, und letztlich um die Frage: Welche Art von Forschung ist uns als Gesellschaft wieviel wert? Dass die Theologie an den Hochschulen gelehrt werden soll, ist selbstverständlich, da nur das wissenschaftliche Umfeld ein Abgleiten in theologische Schulen verhindern kann. Deshalb diskutiert man derzeit ja auch, in der Schweiz eine universitäre Imam-Ausbildung anzubieten. Wie manche theologische Fakultät es hingegen hierzulande geben muss, das sollte im Zug der Sparbemühungen wirklich diskutiert werden. Auf die Mobilität der Studierenden wird bereits in anderen Disziplinen abgestellt. rc Deutschland 61 Prozent der Deutschen sagen, Kirchen oder religiöse Gemeinschaften könnten nicht über Glaubensinhalte entscheiden. Das hat eine repräsentative Umfrage des Meinungsforschungsinstituts Emnid im Auftrag von Reader’s Digest Deutschland ergeben. Diese Meinung teilen jeweils absolute Mehrheiten aller befragten Gruppen Gläubige wie Nichtgläubige, Menschen im Osten und Westen, Männer und Frauen genauso wie Protestanten und Katholiken. Insgesamt glauben 65 Prozent der Deutschen an einen Gott, 33 Prozent nicht. Aber: 77 Prozent der Ostdeutschen sagen: Nein, es gibt keinen Gott. Dasselbe behaupten in den alten Bundesländern nur 22 Prozent. In ganz Deutschland glauben nur 58 Prozent der Menschen an ein Weiterleben nach dem Tod. Aber auch der Glaube an einen Gott schliesst nicht zwangsläufig die Hoffnung auf ein ewiges Leben mit ein, denn selbst von den Gläubigen erwarten nur 65 Prozent ein Leben nach dem Tod. Für 35 Prozent der Deutschen hört der Mensch nach dem Tod ganz einfach auf zu existieren. Immerhin 10 Prozent erwarten aber eine irdische Wiedergeburt. Wer an Gott glaubt, glaubt nicht mehr unbedingt an eine einzelne Gestalt. Für 83 Prozent der Gläubigen ist Gott vielmehr überall in der Natur gegenwärtig, 75 Prozent sehen in ihm ein Wesen, das sie erschaffen hat. Glaube ist jedoch nicht allein an Gott gebunden. 28% der Bevölkerung in Deutschland sind von der Existenz anderer überirdischer Wesen oder Mächte überzeugt. Hauptsächlich wird im persönlichen Leben das Übersinnliche mit positiven Begriffen wie Natur, Kraft, Trost, Schutz oder Geborgenheit (jeweils rund 80%) verbunden. Was glaubt Europa? Obwohl in vielen Ländern immer weniger Menschen in die Kirche gehen, glauben sieben von zehn Europäern an Gott. Dies ergab eine repräsentative Umfrage bei über 8'000 EuropäerInnen in 14 Ländern, die ebenfalls in der März-Ausgabe von Reader’s Digest Deutschland veröffentlicht wurde. Weit vorne in der Rangliste der Gottesgläubigen steht überraschend Russland, wo knapp 15 Jahre nach dem Zusammenbruch des Kommunismus 87 Prozent der Bevölkerung erklären, dass sie an Gott glauben. Nur die katholischen Hochburgen Polen und Portugal erzielen mit 97 respektive 90 Prozent höhere Werte. Am wenigsten gottesgläubig sind die Belgier (58%), die Niederländer (51%) und die Tschechen (37%). Der europäische Durchschnitt liegt bei 71 Prozent. Reader’s Digest wollte von den Europäern auch wissen, ob es eine Religion brauche, um zu erkennen, was richtig und was falsch sei. Während in Deutschland nur 37 Prozent diese Frage mit Ja beantworten, sind es im europäischen Schnitt 43 Prozent. Hingegen betrachten 53 Prozent der Europäer Religionsgemeinschaften als generell positive Kraft; in Deutschland sind es 52 Prozent. www.readersdigest.de FVS Schweiz Daten Delegiertenversammlung So., 22. Mai 2005 in Winterthur Grosser Vorstand Neues Datum Sa., 19. November 2005 in Olten in den Sektionen Agenda Basel – Union Jeden letzten Freitag im Monat ab 19:00 Uhr: Freie Zusammenkunft im Restaurant "Storchen" Basel. Basel – Vereinigung Jeden letzten Donnerstag im Monat 15 bis ca. 17:30 Uhr: Donnerstag Hock Restaurant "Park", Flughafenstr. 31. Bei schönem Wetter im Gartenrestaurant. Bern Montag, 2. Mai ab 19:00 Freie Zusammenkunft Freidenkerhaus, Weissensteinstr. 49B Ticino Giovedì 19 maggio 20:30 Assemblea generale ordinaria 2005 Ristorante delle Alpi, Monte Ceneri Winterthur Dienstag, 10. Mai Dienstagstamm Restaurant "Chässtube" 14:00 Zürich Freie Zusammenkunft Dienstag, 10. Mai 14:30 Was geschieht nach dem Tod? Diskussion mit Ernst Vollenweider Neu: im Restaurant "Schweighof" Peter Fürer Was die Kirchen verheimlich(¦)en Ende letzten Jahres verstarb der Zürcher Freidenker Peter Fürer. Kurz vor seinem Tod hat er der FVS den Restbestand seines 1993 erschienen Buches geschenkt. Mitglieder der FVS erhalten es gratis bei ihren Sektionspräsident(inn)en – Anruf genügt. FREIDENKER 5/05 7 FVS Freidenker-Vereinigung der Schweiz Mitglied der Weltunion der Freidenker (WUF) und der Internationalen Humanistischen und Ethischen Union (IHEU) Trauerfeiern Basel (Vereinigung) 061 401 35 19 oder 061 321 31 48 Basel (Union) 061 321 39 30 oder 061 601 03 23 Bern 031 372 56 03 oder 031 911 00 39 Grenchen 076 53 99 301 oder 032 645 38 54 Luzern und Innerschweiz 041 420 45 60 Schaffhausen 052 337 22 66 St. Gallen 052 337 22 66 Vaud Waadt 026 660 46 78 ou 022 361 37 12 Winterthur und Thurgau 052 337 22 66 Zürich 044 463 16 55 Falls unter der regionalen Nummer niemand zu erreichen ist: Zentralsekretariat FVS 032 641 26 24 oder 052 337 22 66 Sektionen Freidenker-Vereinigung Basel und Umgebung Postfach 302, 4012 Basel *auch Fax Präsidentin: Y. Andrek 061 401 35 19* Vizepräsidentin: B. Bisig 061 321 31 48* Kassier: R. Wenger Tel. 061 692 86 27 Fax 061 692 86 28 Mitgliederdienst: R. Frey 061 421 12 80 Freidenker-Union Region Basel USF Postfach 4471, 4002 Basel Präsident: G. Rudolf 061 601 03 43 Infos: 061 321 39 30, 061 601 03 23 Mitgliederdienst: 061 321 39 30 Postkonto: 40-4402-5 Bestattungsfonds: 40-4007-5 Freidenker Bern Postfach, 3000 Bern 1 Präsident a.i.: J. Kaech 031 372 56 03 Mitgliederdienst: A. Hänni 078 859 35 73 Libre Pensée de Genève 27 ch. des quoattes, 1285 Avusy Président: J.P. Bouquet 022 756 40 49 tél. et fax Sektion Grenchen und Umgebung Postfach 451, 2540 Grenchen Präsident: S. Mauerhofer 076 388 46 39 info@freidenker-grenchen.ch Mitgliederdienst/ Lotti Höneisen Krankenbesuche: 076 53 99 301 FVS Mittelland Postfach 637, 4600 Olten Präsident: W. Zollinger 062 293 39 30 Freidenker Schaffhausen c/o Alice Leu Haargasse 12, 8222 Beringen Kontaktperson: A. Leu 052 685 23 03 FVS-Regionalgruppe St. Gallen c/o Ernst Diem St.Georgenstr. 218b, 9011 St.Gallen Präsident: E. Diem 071 222 47 54 Associazione Svizzera dei Liberi Pensatori (ASLP) Sezione Ticino Casella postale 721, 6902 Paradiso Presidente: R. Spielhofer 091 994 21 45 Ass. vaudoise de la Libre Pensée Case postale 5264, 1002 Lausanne Président: J.P. Ravay 022 361 94 00 Secrétariat: 026 660 46 78 Winterthurer Freidenker Postfach 1806, 8401 Winterthur Präsident: J.L. Caspar 052 337 22 66 Sekretariat: D. Dünki 052 222 98 94 FVS-Ortsgruppe Zürich Postfach 7210, 8023 Zürich Präsident: H. Rutishauser Tel./Fax 044 463 16 55 MitgliederM. Dobler dienst: Tel. 044 341 38 57 FREIDENKER - BIBLIOTHEK Zürich, im Sozialarchiv Stadelhoferstr. 12 (Nähe Bellevue) Bücherausgabe: Mo. - Fr. 10–20 Uhr Sa. 10–13 und 14–16 Uhr Auskunft: 01 251 80 66 Zentralsekretariat Mitglieder melden ihre Adressänderungen bitte an die Sektionen. Zuschriften an den Vorstand, AboMutationen, Auskünfte, Materialbestellungen an: Zentralsekretariat FVS Postfach 217 CH-2545 Selzach Tel. 032 641 26 24 Fax 032 641 26 25 www.freidenker.ch Postkonto: 84-4452-6 Adressänderungen an: Postfach 217 CH-2545 Selzach Impressum Redaktion Reta Caspar Rainweg 9 031 911 00 39 CH-3052 Zollikofen E-mail: reta.caspar@swissonline.ch Erscheinungsweise monatlich Redaktionsschluss 15. des Vormonats Jahresabonnement Schweiz: Fr. 30.– Ausland: Fr. 35.– (B-Post) Probeabonnement 3 Monate gratis Druck und Spedition Printoset, Flurstrasse 93, 8047 Zürich www.printoset.ch ISSN 0256-8993, Ausgabe 5/2005 Namentlich gekennzeichnete Beiträge können, aber müssen nicht mit der Ansicht der Redaktion übereinstimmen. 2545 Selzach AZB