Freidenker 11/2006.pdf

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(file: @@freidenker-200611.pdf@@)libero pensatore 91. Jahrgang Nr. 11 November 2006 Die stillschweigende Absetzung der Berliner Idomeneo-Inszenierung aus Furcht vor möglichen Attacken muslimischer Extremisten hat die ganze (Medien-)Welt aufgerüttelt. Die Freiheit der Kunst, eine der Meinungsäusserungsfreiheiten, wurde beschränkt – präventiv, also ohne konkrete Gefahr. Die Verantwortliche musste einiges an Kritik für ihren Entscheid einstecken – zum Teil zu Unrecht. Nicht sie hat die Gefahrensituation analysiert, sondern die Polizei, und ein Politiker hat sie zum Entscheid ermuntert. Im Zweifelsfalle hat sie sich für die Sicherheit von KünstlerInnen und OpernbesucherInnen entschieden – zum Teil zu Recht. Falsch war allerdings, das ganze stillschweigend tun zu wollen. Diese Geschichte war ein interessantes Real-Schauspiel, weil sie gezeigt hat, dass die Kunst und ihre Freiheit von allen Seiten hochgehalten wird – klarer als die Pressefreiheit seinerzeit im Karikaturenstreit. Sie hat auch gezeigt, dass drastische Inszenierungen und bluttriefende Bilder – die kritische Szene ist ein Epilog, den der Regisseur angefügt hatte, sie ist im Original von Mozarts Oper nicht enthalten – plötzlich hoch gelobt und salonfähig werden, wenn es – vermeintlich – um die Verteidigung der christlich abendländischen Kultur geht. Christlich abendländisch? Idomeneo, ein dramatisches Stück des 25-jährigen Mozart, handelt von Macht und Liebe. Idomeneo, siegreicher König von Kreta bietet dem Meeresgott Poseidon zum Tausch für das Überleben seines Heeres ein Menschenopfer an: die erste lebende Seele, die "Idomeneo macht am Ende den Fanatismus keiner Religion mehr mit und löst sich aus allen Bindungen." Regisseur Hans Neuenfels zu seiner Inszenierung. Schluss mit Fanatismus ihm an Land begegnet, soll dem Herrscher des Meeres gehören. Die Tragödie beginnt, als sein eigener Sohn ihm als erster Mensch gegenübersteht. Idomeneo versucht, den Schwur zu umgehen – aber vergeblich: der Meeresgott beharrt auf dem versprochenen Opfer. Sohn Idamante ist Natürlich erinnert die Geschichte uns auch an jene von Abraham und Isaak im alten Testament der Bibel, wo schliesslich Jehova auch auf das Menschenopfer verzichtet – allerdings muss dort ein blutiges Ersatzopfer, der Widder – erbracht werden. Gerne wird von christlicher Seite be- schliesslich bereit, in den Tod zu gehen. Da überwindet Ilja, dessen Geliebte aus dem feindlichen Lager Idomeneos, den Hass auf die Eroberer und will sich anstelle Idamantes opfern. Durch soviel Liebe und Vernunft wird der Meeresgott erweicht und lässt sich auf einen Deal ohne blutiges Opfer ein... was für ein Sieg! Ein Sieg der Vernunft und der Menschenliebe über die Gottesmacht... ein Sieg des Humanismus! "Freidenker müssen mit Enthusiasmus demonstrieren, dass es rationale moralische und existenzielle Alternativen zu den Religionen gibt." Paul Kurtz. Seite 4 tont, dass der Gott der Juden damit nur die Folgsamkeit von Abraham auf die Probe stellen wollte... was für ein Pädagoge! Der Gott der Christen, das werden sie nie müde zu betonen, hat als zentrale Tat vor 2000 Jahren seinen einzigen Sohn geopfert, weil ihm die eigene Schöpfung aus dem Ruder zu laufen schien... was für ein Vater! Wenn Idomeneo am Schluss der BerSeite 3 liner Inszenierung "Ich habe schon vor geraumer Zeit aufgehört zu glauben und angefangen zu denken!" Uta Ranke-Heinemann, Theologieprofessorin und Autorin. Seite 6 FREIDENKER 11/06 1 libero pensatore Conflitto cristiano – maomettano La cronaca di queste ultime settimane ha registrato, e registra tuttora, le turbolenze ed i contraccolpi della "lezione di Ratisbona" del 12 settembre scorso. In quell'occasione il Papa ha fatto pesare tutta la sua autorità di capo della Chiesa Cattolica apostolica romana presentandosi quale promotore di un dialogo interreligioso tra i fedeli dei credo rivelati: un dialogo tra un Occidente ed un Oriente dagli indefiniti ed improbabili confini, l'uno e l'altro contraddistinti dal rispettivo marchio confessionale. Perché l'attenzione di tutti ricadesse su di lui, Ratzinger ha fatto uso dell'arma della provocazione: se l'è presa con l'aggressivo espansionismo islamico servendosi delle parole di un imperatore bizantino vissuto nei secoli or sono. Nessuno ha però rivelato che l'imperatore quando denunciava i mali della guerra santa musulmana, ometteva di ricordare che proprio la capitale del suo impero, dopo aver assunto in più occasioni il ruolo di sede strategica dei crociati in viaggio verso la Terra Santa, era stata messa a ferro e fuoco dalle barbariche orde cristiane nell’ambito della quarta spedizione dei liberatori del Santo Sepolcro. Smemorato il personaggio storico in questione, non meno smemorato il Papa romano: l'uno e l'altro indecorosamente tesi a mistificare la storia. E in ciò è più colpevole Papa Ratzinger che, mentre denuncia la disumanità della scimitarra jihadista, tace scandalosamente sulle atrocità connesse all'uso della spada evangelica. Non è certo con il "logos" che i contendenti delle varie guerre di religione hanno diffuso il divino messaggio d'amore insanguinando le "civili" terre europee. E non è certo con il "logos" che gli alfieri dell'occidente cristianissimo hanno bonificato le terre da loro colonizzate nel Terzo Mondo. È proprio il caso di dire che raramente si son viste, così mirabilmente abbinate, la sfacciataggine e la malafede. La parabola che narra di colui che denuncia il fuscello nell'occhio altrui e non rileva la trave nel proprio ben raffigura l’attitudine dei cristiani delle varie Chiese. Il fatto è che la "lezione di Ratisbona" non aveva solo funzione didattica (nel senso che mirava a chiarire il pensiero del Pontefice romano sulla diversità confessionale) abbinata alla motivazione interlocutoria (nel senso che postulava un pacifico confronto con gli "altri" credenti nelle "rivelazioni"): Ratzinger ha provocato i musulmani nel loro insieme perché essi lo individuassero come principale antagonista e si unificassero nella comune avversione. La conseguenza, auspicata ed avveratasi, è stata che all'apparentemente corale (e qua e là scomposta) reazione islamica ha fatto riscontro un' altrettanto apparentemente corale (seppur non ovunque entusiastica) solidarietà cristiana. Così, come per un gioco di prestigio, si riscopre nel XXI secolo un "oriente" musulmano di là ed un "occidente" cristiano di qua: al fine di ridefinire anche su base confessionale le "reciproche" sfere d'influenza secondo il criterio controriformista del "cuius regio, eius religio"! Ed è appunto nell’ambito di questo suo disegno geo-teo-politico che il Papa, con il pretesto di voler esprimere il proprio rammarico per il malinteso in cui sono incappati coloro che non l'hanno capito, ha dato prova di buona disposizione tendendo la mano all'Islam. L'operazione gli è stata agevole in quanto egli ha equivocamente agito nella duplice veste di capo religioso e di capo di Stato: ciò gli ha permesso di convocare i rappresentanti diplomatici di una ventina di Paesi ove il credo musulmano è praticato dalla maggioranza della popolazione e che, perciò, possono essere tout-court qualificati come islamici. Il voler attribuire ai Paesi, e di conseguenza ai loro popoli, un’identità religiosa collettiva costituisce una fuorviante generalizzazione: infatti, è sulla base di questa forzatura che, ripetutamente, si è preteso di giustificare l'imposizione di un conformismo ideologico e morale in funzione, e questo è per lo meno molto pre- occupante, dell'omogeneizzazione totalitaria di intere comunità, di intere Nazioni! È pur vero che la Storia è una maestra inascoltata: le vicissitudini di Joseph Ratzinger lo provano! Nell'ottica di chi, pur sostenendo l'auspicio di un dialogo, ritiene ineluttabile lo scontro tra civiltà, non c'è spazio per il dissenso interno: così si ritiene doveroso che alla compattezza islamica venga opposta altrettanta fermezza cristiana. E senza defezioni, secondo il monito evangelico "chi non è con me, è contro di me"! Malauguratamente, nel medesimo ordine di idee, sia in "oriente" che in "occidente" si vuole che il laicismo sia un "problema specifico del cristianesimo", se non addirittura una sua degenerazione, causata da un'infelice interpretazione di un altro passaggio evangelico secondo cui si debba "dare a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio"! Sotto questo profilo Papa Ratzinger ha colpito nel segno allorché ha affermato che la sensibilità dei musulmani (ovvero dei loro gruppi di potere) non è urtata dall’esistenza e dalla concorrenza dei fedeli d’altre "religioni del libro": coloro che credono in una rivelazione piuttosto che in un'altra sono comunque suscettibili alla conversione. Soprattutto i capi politico-religiosi musulmani temono, più d'ogni altra cosa, che il popolo di Dio possa essere contagiato dal agnosticismo, dal relativismo, dall'indifferentismo, dalla areligiosità di matrice occidentale. Va ancora detto che a Ratisbona il papa ha di nuovo inteso proporre il nesso che, secondo lui, esisterebbe tra i principi espressi dalla filosofia greca ed i valori ricavati dalla cultura giudaico-cristiana, come se si fosse verificata una sorta di compenetrazione tra questi e quelli. Se non si trattasse di un'abietta mistificazione, l'invenzione del sincretismo ellenico-giudaico-cristiano potrebbe essere apprezzata per il suo involontario umorismo. In effetti, appare indecoroso il tentativo di riciclare il pensiero di quei filosofi dalle cui ipotesi deiste erano già state forzosamente derivate le certezze teiste. Ora, per rendere più estesa la "memoria condivisa" degli occidentali si ripropone l'antico slogan pag. 3 2 FREIDENKER 11/06 Fortsetzung von S. 1 Staat – Kirche (die im Übrigen von 2003 stammt, und damals nur kleine Wellen bei christlichen Gemütern geworfen hat!), die abgeschlagenen Häupter der Religionsstifter auf die Bühne trägt, soll die Botschaft wohl lauten: Nicht Menschenopfer sollen wir bringen, sondern unsere selbst gezimmerten Gottesbilder sollen wir endlich abschlagen, Vorstellungen die – jüdisch, christlich, muslimisch – einen wirklich allmächtigen und allwissenden Gott beleidigen würden. Warum auch Buddha geköpft werden soll, ist allerdings schwieriger zu verstehen. Mozart selber hat zwar keine blutigen Göttermord im Sinn gehabt – aber ganz bestimmt die Aufklärung und Immanuel Kants Aufruf an den aufgeklärten Menschen, sich aus der selbstverschuldeten Unmündigkeit zu befreien und jederzeit selbst zu denken, vernünftige Lösungen zu suchen und Verantwortung für das eigene Handeln zu übernehmen. So ist es die Vernunft der liebenden Frau, die die verfeindeten Lager versöhnen will, die schliesslich in der Oper vom Schicksal belohnt wird und der die grausame Gottesforderung weichen muss. Und die Vernunft sollte auch bei den politisch Verantwortlichen wieder die Oberhand erhalten, wenn es darum geht, für die Werte der Aufklärung in Europa aufzustehen – ohne Rücksicht auf irgendwelche religiösen Empfindlichkeiten. Dafür darf auch kein Schutzdispositiv zu teuer sein, falls die Inszenierung in den nächsten Wochen allenfalls doch wieder ins Programm aufgenommen werden sollte. Nach dem Medienecho werden sich nämlich tatsächlich vielleicht ein paar Fanatiker durch eine Opernaufführung, die sie unter anderen Umständen nie zur Kenntnis genommen hätten, provoziert fühlen. Reta Caspar cont. pag. 2 Alles was Recht ist Winterthur: Recht auf weltanschaulich neutrale Schule Eltern eines Kindes mit Trisomie 21 haben erfolgreich dafür gekämpft, dass der Knabe auf Kosten der Wohngemeinde eine weltanschaulich neutrale Schule im Nachbarbezirk besuchen darf, weil in der eigenen Gemeinde lediglich ein anthroposophisches Sonderschulangebot besteht. Die Bezirksschulpflege hat das Gesuch der Eltern gestützt und ist von einem Rechtsgutachten nachträglich in seiner Ansicht bestätigt worden, dass auch Kinder mit Behinderungen ein Recht auf eine weltanschaulich neutrale Schule haben. Baselland: Recht auf schickliches Begräbnis Vorauseilender Gehorsam, wenig Fingerspitzengefühl aber wenigstens Sparwillen bewies jene Stadträtin, die zur Schaffung eines muslimischen Friedhofes Erdreich eines aufgehobenen Friedhofes abtragen wollte – offenbar die billigste Lösung, um Muslimen eine Bestattung in "reiner Erde" zu ermöglichen. Der Vorschlag hat heftigsten Protest ausgelöst. Die Muslime selbst präzisierten mittlerweile, dass es nicht um die Erde selbst gehe, sondern darum, dass sich nicht noch Skelette darin befinden würden – was bei aufgehobenen Friedhöfen regelmässig nicht der Fall ist. Genf: Recht auf konfessionelle Friedhöfe Das revidierte Friedhofsgesetz, das neu konfessionelle Abteilungen und private Friedhöfe zulassen will, ist vom Parlament an die vorberatende Kommission zurückgeschickt worden. Im laizistischen Kanton Genf gibt es bisher keine Ausnahmeregelung. "Schickliches Begräbnis" 1999 hat das Bundesgericht in Lausanne eine staatsrechtliche Beschwerde eines Muslim aus dem Kanton Zürich abgewiesen und festgehalten: "Weder aus dem Anspruch auf ein schickliches Begräbnis (Art. 53 Abs. 2 aBV) noch aus der Religions- und Kultusfreiheit (Art. 49 u. 50 aBV) ergibt sich ein Recht darauf, in einem öffentlichen Friedhof eine nach den Regeln des Islams ausgestaltete – insbesondere auf unbeschränkte Zeit garantierte – Grabstätte zugesichert zu erhalten." Schon gar kein Anspruch bestehe in Kantonen, wo das kantonale Friedhofsgesetz private Friedhöfe ausdrücklich erlaube. Anspruch auf ein "schickliches" Begräbnis bedeute Anspruch auf "ein Begräbnis nach ortsüblicher Sitte". Im gleichen Entscheid weist das Gericht bereits darauf hin, das in der neuen Bundesverfassung das Recht auf ein schickliches Begräbnis nicht mehr explizit sondern implizit in der "Garantie der Menschenwürde" enthalten ist. BGE 125 I 300 Die Trennung von Kirche und Staat im Bereich der öffentlichen Friedhöfe wurde Ende 19. Jh. erreicht: Nach dem Tod sollten Katholiken, Reformierte und Gottlose gleich sein. Die Begräbnissitten haben sich in Europa immer wieder gewandelt. Mit der Verbreitung der Kremation wurden erstmals Platzprobleme auf Friedhöfen gemildert. Dank neuester Bestattungsformen ohne oder mittels kompostierbarer Urne können auf den Gräberfeldern unbeschränkt viele Menschen bestattet werden. Sitten können und müssen sich ändern. rc secondo cui la filosofia sarebbe ancella della teologia, quella al servizio di questa. Il che permetterebbe, nella ottica papalina, di avvicinare i cultori della Ragione ed i tifosi della Fede … sempre che la Ragione riconosca il primato della Fede, e ciò sarà sempre pura utopia: la Ragione, logicamente, non potrà mai convertirsi in Fede! Tuttavia, pur considerando un'interessata esasperazione degli aspetti confessionali di un conflitto generato soprattutto dalla sperequazione economica e sociale tra i Paesi convenzionalmente definiti sviluppati e quelli del Terzo o Quarto Mondo, non si può in ogni modo negare che il momento sia particolarmente grave. Non è certamente facile indicare una via d'uscita da questa situazione di globale confusione. Certo è che lo spirito Laico, libero da qualsiasi morale legata a forme di credenze trascendenti, deve rimanere vigile su più livelli per non permettere mistificazioni e/o "insabbiature" d’ogni genere. Guido Bernasconi FREIDENKER 11/06 3 Bausteine für eine planetare Zivilisation In einem längeren Exposé hat sich Paul Kurtz, Chefredaktor des amerikanischen Magazins Free Inquiry, zu zwei Fragen geäussert, die ihn fast ein ganzes Leben lang umgetrieben haben: Ist es nötig und ist es möglich, eine säkulare und humanistische Alternative zum religiösen Gottesglauben zu entwickeln? Warum gibt es – immer noch – Religionen? Dazu gibt es verschiedene Ansichten, drei davon sollen hier vorgestellt werden. 1. Die Propaganda-These begründet es damit, dass eine riesige Zahl von Menschen religiöser Propaganda ausgesetzt waren, keinen eigenen Zugang zu den "heiligen" Büchern hatten und deshalb kein eigenes, kritisches Urteil bilden konnten. Insbesondere die monotheistischen Religionen und ihre Propagandisten haben es verstanden, die Kritik zu unterbinden und das öffentliche Infragestellen mit drastischen Strafen zu belegen. Unter sich bekämpfen sich diese monotheistischen Religionen seit Jahrtausenden mit Gewalt im Namen Gottes. Noch heute ist Nichtglaube in vielen islamischen Staaten mit Strafe, gar Todesstrafe bedroht. In westlichen Ländern werden Nichtgläubige zwar seit ein paar Hundert Jahren nicht mehr verbrannt, aber sie erleben immer noch vielfältige Nachteile und in amerikanischen Umfragen werden Atheisten heute noch als die am wenigsten willkommene Minderheit der Gesellschaft bezeichnet. Noch immer ist es auch im Westen schwierig, sich öffentlich zum Nichtglauben zu bekennen – so machtvoll sind die Institutionen, die den Gottesglauben propagieren und verteidigen. 2. Die Meme-These Richard Dawkins (The selfish Gene 1976) und auch Susan Blackmore (The Meme Makers 1998) verwenden den Begriff "Meme", um die Beständigkeit von kulturellen Informationen zu beschreiben. Die Memetik geht davon aus, dass sich Ideen, Werte, Glaube und kulturelle Praktiken durch Imitationen von Generation zu Generation (vertikal) und von Gruppe zu Gruppe (horizontal) weiter verbreiten. Analog zu dem, was auf der biologischen Ebene mit den genetischen Erbinformationen geschieht, die sich je nach ihrer Bewährung in der natürlichen Selektion verbreiten können, verbreiten sich Meme in einem Selektionsprozess von religiösen oder ideologischen Sanktionen – sozusagen als geistige Viren. In der Biologie können gewisse Viren medikamentös am Ausbreiten gehindert werden. In der Memetik gibt es nur ein Heilmittel dagegen: Eine Impfung mit kritischem Denken und skeptischem Hinterfragen ist die beste Therapie gegen Unsinn. Auch Daniel C. Denett (Breaking the Spell, 2006) hat das Meme-Konzept verwendet um die Intensität zu erklären, mit der der Glaube an übernatürliche Kräfte gewisse Menschen gefangen hält, und deren Schwierigkeit, sich davon zu lösen. Er ist der Meinung, dass wir die wissenschaftliche Ergründung von religiösen Glaubensinhalten vorantreiben müssen um deren Halt in der menschlichen Kultur zu schwächen: Wenn die Menschen den Ursprung ihrer religiösen Mythen besser verstehen, könnte ihr Einfluss abnehmen. Typischerweise ist der Ursprung eines Memes in Vergessenheit geraten. Dies wurde Kurtz klar, als sein 3-jähriger Enkel ein englisches Kinderlied zu singen begann: "Ring around a Rosy". Er habe automatisch mitgesungen und sie mussten beide lachen und liessen sich auf den Boden fallen, als es hiess: "Ring around a rosy, a pocket full of posies, ashes, ashes we all fall down." Er hatte das Kinderlied von seinen Eltern gelernt und mit seinen Kindern gesungen... niemand konnte sagen, woher es stammte und was es genau bedeutete. Seine Nachforschungen haben dann ergeben, dass das Lied wahrscheinlich aus dem 14. Jahrhundert stammt und eigentlich von der Pest erzählt: "ring around a rosy" bezeichnet die rosaroten Ringe, die als erste Krankheitszeichen auftraten, "posies" steht für die Pflanzen, welche die Menschen sich vor den Mund hiel- ten um die Ansteckung zu vermeiden, "ashes" bezieht sich auf die Tatsache, dass Pesttote und ihre Häuser verbrannt wurden, und "all fall down" meint wahrscheinlich, dass alle sterben würden. Das unschuldige Kinderlied entpuppt sich also als ziemlich brutale Geschichte, deren Ursprung im Laufe der Zeit vergessen wurde. Würden Eltern darum wissen, würden sie das Lied wohl kaum mehr weitergeben. Wenn wir unter der Hypothese der Memetik betrachten, was mit jungen Menschen geschieht, die gezwungen werden in christlichen, jüdischen oder islamischen Schulen religiöse Texte auswendig zu lernen, oder die immergleichen Gebete zu sprechen, dann wundert uns nicht mehr, dass uralte Meme junge Männer heute noch dazu bewegen können, für einen Gott ihr Leben zu opfern. Wo immer "heilige" Bücher mit absoluten Wahrheiten auf diese Weise indoktriniert werden, gefährden sie andere menschliche Werte wie z.B. die wissenschaftliche Forschung, aber auch die Humanität. 3. Die Transzendenz-These hat Paul Kurtz in seinem Buch "The Transcendental Temptation: A Critique of Religion and the Paranormal" (1986) dargelegt. Sie geht davon aus, dass es eine menschliche Suche nach einer Bedeutung, einer unsichtbaren spirituellen Realität hinter dieser Welt gibt. Sie entsteht angesichts der Verwundbarkeit des Lebens und drückt sich in einer Sehnsucht nach einem tieferen Sinn und Zweck des Universums aus. Dieses menschliche Bedürfnis nach Sicherheit kann in Religionen gestillt 4 FREIDENKER 11/06 werden. Es kann natürlich aber auch auf vielfältige Weise missbraucht werden. Auffällig ist ebenfalls, dass nicht alle menschlichen Wesen und nicht alle Kulturen dieses Bedürfnis gleich stark entwickeln. Das führt zur zweiten Frage: Ist es möglich, naturalistisch-existenziell-moralische Gedichte, Geschichten zu entwickeln, die genügend Kraft ausstrahlen um die alten religiösen Meme zu überbieten? Die Wahrheitsfrage ist eine der zentralsten Fragen für säkulare Humanisten. Es ist offensichtlich, dass fundamentalistische Religionen nicht nur falsch sind, sondern auch gesellschaftsschädigend, weil sie die wissenschaftlichen Forschung blockieren, sexuelle Freiheit behindern und dem Individuum die Autonomie absprechen, seine Probleme ohne Rückgriff auf Gott zu lösen. Andererseits haben Religionen auch wichtige Unterstützungssysteme geschaffen, wohltätige Anstrengungen gefördert und moralischen Zusammenhalt in der Gesellschaft geschaffen. Religiöse Gemeinschaften haben soziale Netze gebaut und damit wichtige psycho-soziale Bedürfnisse der Menschen befriedigt. Als säkulare Humanisten können wird davon auch lernen. Allerdings können wir als gut ausgebildete und differenzierte moderne Menschen nicht mit den alten Mythen leben – auch nicht, wenn sie nur metaphorisch gedeutet werden. Säkulare Humanisten, Skeptiker und Rationalisten akzeptieren keine mythologische Poesie sondern Wahrheiten, die durch einen nachvollziehbaren, wissenschaftliche Erkenntnisse untermauert sind. Basis für eine säkulare Gesellschaft sind also - objektive Methoden, mit denen Wahrheitsansprüche getestet werden - ein Realitätskonzept, das auf empirischer Forschung beruht und auf einer naturalistischen und evolutionären Kosmologie - äusserste Skepsis gegenüber Gottes- und Jenseitsvorstellungen - die Überzeugung, dass es objektive Prinzipien gibt für menschliches Glück, die persönliche Freiheit und Zuwendung zum Mitmenschen beinhalten - ein Bekenntnis zur einer demokrati- schen Gesellschaft von freien und gleichen Menschen mit Mehrheitsentscheid und Minderheitenschutz und einer klaren Trennung von Staat und Kirchen. - die Anerkennung unserer globalen Interdependenz und deshalb der Notwendigkeit der Entwicklung planetarer ethischer Werte, welche es ermöglichen, diesen Planeten und seine biologische Vielfalt zu erhalten und eine Weltzivilisation aufzubauen, die überkommene ethnische, religiöse, nationale Differenzen ebenso zu überwinden sucht wie Rassen- oder Geschlechterdiskriminierung. Wenn wir als säkulare Humanisten diese neue Weltzivilisation aufbauen wollen, dann müssen wir auch neue Institutionen schaffen, welche Alternativen zu den traditionellen theistischen Religionen bieten: Wir müssen uns der existenziellen menschlichen Frage nach dem "Sinn des Lebens" stellen und Antworten darauf geben. Wir müssen jenen Menschen Hilfe anbieten, die von Krankheit, Trauer, Konflikten, Misserfolg und Tod betroffen sind. Wir müssen ihnen Mut machen, weiterzuleben und eine stoische Haltung zu entwickeln, die es ermöglicht, auch angesichts von Widrigkeiten die Chancen und den Reichtum des Lebens wahrzunehmen. Wir müssen uns auf ethische Werte einigen, die sich bewähren, die aber nicht nur pragmatisch sonder auch attraktiv sind und die Menschen begeistern können. Dazu gehört die moralische Anerkennung, dass es unsere Aufgabe ist, eine bessere Welt zu schaffen für uns selbst und für unsere Mitmenschen. Wir müssen die Herzen und den Verstand der Menschen berühren, die emotionalen, leidenschaftlichen wie die intellektuellen Seiten des Menschen. Für säkulare Humanisten hat das Leben einen Wert in sich, ist befriedigend, reich an Möglichkeiten, freudige Erfahrungen zu machen: körperliche und geistige Erfüllung zu finden, kreativen Ausdruck, humanitäres Engagement... In der Kunst zeigt sich die Kraft der ästhetischen Erfahrung, in der Literatur erfahren wir die Kraft der Vorstellung, Bilder, Filme und Theater eröff- nen neue Sichtweisen, Musik, Gesang und Tanz können uns verzaubern... Wir müssen die Kunst dazu einsetzen, neue Geschichten zu erzählen, die das Leben verehren, die besondere Lebensabschnitte wie Geburt, Erwachsenwerden, Schulabschluss, Liebe und Freundschaft, Heirat und Bindung, beruflichen Erfolg, Pensionierung und schliesslich den Tod thematisieren und unterstützen. Humanistische Rituale sind wesentliche Bestandteile für ein gutes Leben. Sie betonen die Chancen jeder Lebenssituation und ermutigen uns, die damit verbundenen Probleme anzugehen. Wir müssen also ein emotionales Bekenntnis zu inspirierenden humanistischen Werten wecken, zur Schönheit des Lebens, zum Teilen der Erfahrungen und Freuden, zur Neugier und zur Befriedigung durch Tätigsein. Wir müssen auch den Sinn für die Grossartigkeit der Natur fördern und das Staunen angesichts der Unendlichkeit des Kosmos und in diesem Sinne auch die Wissenschaft, die die Geheimnisse dieses Universums erforscht und uns neue Mittel und Methoden erschliesst, das Leben auf diesem Planeten zu verbessern. Das Bewusstsein, dass es der suchende und wagende Mensch war, der all die Fortschritte, von denen wir heute schon profitieren, ermöglicht hat, nicht der masochistische Mystiker, der über unbekannte Kräfte sinniert. Wir müssen uns auf humanistische Helden und Heldinnen beziehen, auf Wissenschaftler und Denker, Poeten und Künstler, Abenteurer, Staatsmänner und -frauen, Kämpferinnen und Kämpfer für humanitäre Anliegen und rationalen Fortschritt. Dazu gehören Solon und Perikles, Sokrates und Hypatia, Galileo und Darwin, Shakespeare und Beethoven, Einstein und Salk, Sartre und de Beauvoir, Dewey und Russell, Margaret Sanger und Carl Sagean, E.O. Wilson und Richard Dawkins. Grosse FreidenkerInnen, unabhängige Persönlichkeiten, die Aussergewöhnliches geleistet haben und in ihrer Lebenshaltung Vorbild sein können. Wir müssen Gemeinschaften schaffen für Gleichgesinnte, die sich für Wissenschaft, Vernunft und freies Denken und Hinterfragen einsetzen S. 6 unten und gleichzeitig FREIDENKER 11/06 5 Büchertisch Tabula rasa Abschied von Christentum Werner Alberts schildert eine ebenso faszinierende wie eigenwillige Frau der Zeitgeschichte. Geboren am 2. Oktober 1927, aufgewachsen im evangelischen Elternhaus, konvertierte sie zum Katholizismus, um ihren Schulfreund heiraten zu können. Nach dem Studium bei Rahner und Ratzinger wurde Uta Ranke-Heinemann als erste Frau der Welt 1969 auf einen Lehrstuhl für katholische Theologie berufen. Die Lehrerlaubnis entzog man ihr 1987, weil sie die Jungfräulichkeit Mariens nach der Geburt Jesu bestritt. Sie begann eine zweite Karriere als Bestsellerautorin, die sich ebenso kritisch wie versiert mit kirchlicher Sexualmoral und dem christlichen Glauben auseinander setzte. Ein Millionenpublikum erlebte sie in Fernsehauftritten ebenso scharfsinnig wie radikal und auch Keine unbeschriebenen Blätter Bei unserer Geburt sind wir wie unbeschriebene Blätter, auf die dann unsere Erfahrungen in der Welt geschrieben werden. Diese definieren letztlich, wer wir sind. Ein Phänomen, für das John Locke bereits im 17. Jh. den sprechenden Begriff der Tabula rasa erfand; eine Theorie, die mit dem Wandel von Zeit und Erkenntnis nicht Schritt halten konnte. So sollte man zumindest meinen. Steven Pinker beweist jedoch das Gegenteil. Der Kognitionspsychologe und Bestsellerautor zeigt auf eloquente und eindrückliche Weise, wie weit die überholt geglaubte Lockesche Vorstellung vom Menschen auch in Wissenschaftskreisen nach wie vor verbreitet ist. Aus Pinkers Sicht überschätzt jene Haltung die Bedeutung der "Umwelt" masslos. Pinker erforscht die Geschichte des zu Grunde liegenden Denkfehlers ebenso wie die kulturellen Vorurteile, die dazu geführt haben, dass wir die Rolle der Gene systematisch unterbewerten. Mit ”Das unbeschriebene Blatt” legt Steven Pinker erneut ein Standardwerk vor, das nicht nur durch seine wissenschaftlichen Erkenntnisse und Thesen besticht, sondern durch Witz und Intelligenz v.a. eines ist: ein grossartiges Lesevergnügen. Über den Autor Steven Pinker, *1954, leitet das Center for Cognitive Neuroscience am Massachusetts Institut of Technology (MIT). Zuletzt erschienen auf Deutsch: "Wie das Denken im Kopf entsteht". Steven Pinker Das unbeschriebene Blatt Die moderne Leugnung der menschlichen Natur. Verlag: Berlin, 2003 713 Seiten, EUR. 29.80 ISBN: 3827005094 Forum Was bin ich: AgnostikerIn oder Atheist? lich marketingmässig. Es müssen die sehr negativen Seiten der Religionen mit ihrer langen Blutspur aufgezeigt werden, es ist dies im Sinne von Humanismus sogar unsere Pflicht. René Wenger bezeichnet das "es gibt keinen Gott" ebenfalls als Dogma. Diese Aussage kann ich nicht unterstützen. Ein Dogma ist nur der (blinde) Glaube an einen Tatbestand, oder an eine Existenz ohne wissenschaftlichen Beleg. Nicht alles was Sokrates vor 2000 Jahren sagte, kann nach heutigem naturwissenschaftlichem Stande einfach übernommen werden. Dass es an vielen Universitäten theologische Lehrstühle hat, ist ein Anachronismus und beweist die Dringlichkeit der Trennung von Kirche und Staat, denn es ist ein Betrug am Steuerzahler. Einig bin ich mit René Wenger darin, dass Theologie und Astrologie auf die gleiche Stufe gehören – nur dass eben die Astrologie nicht noch auf Staatskosten an den Universitäten hockt – denn Hokuspokus ist ja beides. Rudolf Lüthi, Hörhausen Fortsetzung von Seite 5 humanistische Werte und Fürsorge praktizieren. Eine neue Renaissance brauchen wir und Gemeinschaften, die vorzeigen, dass kritisches Denken und menschenfreundliches Leben eine moralisch-ästhetisch-intellektuelle Alternative zu religiösen Dogmen und Ritualen und deren Fehlfunktionen bieten kann. Wir müssen mit Enthusiasmus und Optimismus demonstrieren, dass es möglich ist, die Sehnsucht nach Transzendenz zu transzendieren – mit humanistischen, rationalen, poetischen und existenziellen Alternativen und dem gemeinsamen Ziel einer planetarischen Zivilisation. Der hier gekürzte Artikel von Paul Kurtz erschien unter dem Titel "Creating Secular and humanist Alternatives to Religion" in Free Inquiry August/September 2006. Übers. R. Caspar. Da ich die Beiträge in der SeptemberNummer des FREIDENKERs mit Interesse gelesen habe, möchte ich mich nun aus meiner Sicht äussern. Wir Freidenker können weder die Nichtexistenz noch die Existenz eines Gottes nachweisen, meint Vivian Aldridge. Wir haben es auch nicht nötig, eine Nichtexistenz nachzuweisen; nur wer irgend eine Existenz behauptet, hat diese nachzuweisen, sei dies nun ein Virologe oder Astronom – überall auf der Welt, auf allen Gebieten muss eine behauptete Existenz nachgewiesen werden. Wir dürfen nicht auf die billige Argumentation der Gottgläubigen hereinfallen, die da kommen und sagen: beweist die Nichtexistenz, denn das beweist ihren Beweisnotstand. Diskussionen um Nichtexistenz sind absolut überflüssig. Dabei dürfen wir insgesamt etwas kämpferischer vorgehen, statt der "weichen" Linie zu huldigen, wie es ab und zu im FREIDENKER durchschimmert, der aggressiven Kirchenindustrie entschlossen aktiv – statt passiv – entgegen treten, näm- 6 FREIDENKER 11/06 umwerfend komisch. Daneben wurde sie bekannt durch ihr jahrzehntelanges Engagement im Kampf für Frieden und als Kandidatin für das Bundespräsidentenamt. Die sorgfältig recherchierte Biographie lässt nicht nur die scharfzüngige und schlagfertige Wissenschaftlerin und Autorin zu Wort kommen, sondern zeigt auch eine nachdenkliche, verletzliche Frau, der die Sympathien vieler gehören. Werner Alberts Ute Ranke Heinemann Abschied vom Christentum Verlag: Patmos, 2004 175 Seiten, EUR 25.95 ISBN: 3491724767 FVS Schweiz Daten in den Sektionen Agenda Zentralvorstand Daten 2007 in der nächsten Ausgabe. Basel – Union Jeden letzten Freitag im Monat ab 19:00 Uhr: Freie Zusammenkunft im Restaurant "Storchen" Basel Grosser Vorstand 2006 Sa., 18. November 2006, Olten DV 2007 So., 6. Mai 2007, Bern Basel – Vereinigung Jeden letzten Donnerstag im Monat 15 bis ca. 17:30 Uhr: Donnerstag Hock Restaurant "Park", Flughafenstr. 31 Bern nationalen Bestseller Nein und Amen erörtert sie darüber hinaus die universale Hoffnung – auch in anderen Weltreligionen – auf ein ewiges Leben jenseits des Todes. Nach dem Entzug ihrer Lehrerlaubnis erhielt sie Ende 1987 einen kirchenunabhängigen Lehrstuhl für Religionsgeschichte an der Essener Universität. Uta Ranke-Heinemann Nein und Amen Mein Abschied vom traditionellen Christentum. Verlag: Heyne, 2002 446 Seiten, EUR 20.90 ISBN: 3453211820 Montag, 13. November 19:00 Freie Zusammenkunft Freidenkerhaus, Weissensteinstr. 49 B Sonntag, 10. Dezember ab 11:00 Jahresfeier im Hotel "Bern" Verwandte, Freunde und Gäste aus anderen Sektionen sind herzlich willkommen. Anmeldung bis 2. Dezember bei 031 372 56 03 Nein und Amen Die weltweit erste Professorin für katholische Theologie, Uta Ranke-Heinemann, verlor 1987 ihre Lehrbefugnis, weil sie die Jungfrauengeburt in Frage stellte. Ihre Zweifel an den Legenden des Neuen Testaments und am christlichen Glaubensbekenntnis haben sich seither vermehrt. In ihrem inter- Biel-Nidau Jeden 1. Donnerstag im Monat ab 19:00 Uhr: Freidenker-Stamm Rest. "Urania", Bahnhofplatz 1, Biel Mittelland Samstag, 25. November 15:00 Freie Zusammenkunft Rest. "Kolpinghaus", Ringstr. 27, Olten Göttlicher Humor St. Gallen Mittwoch, 8. November Freidenker-Höck Restaurant "Dufour" St. Gallen 10:00 Samstag, 9. Dezember 11:00 Liechterfäscht in Winterthur Anmeldungen bis Samstag 2. Dezember an S. Breitler 071 351 29 81 Winterthur Dienstag, 7. November Dienstagsstamm Restaurant "Chässtube" Samstag, 9. Dezember Liechterfäscht 14:00 11:00 Zürich Dienstag, 14. November 14:30 Freie Zusammenkunft: Diskussion über gemeinsame Veranstaltungen der Sektionen per 2007 Restaurant "Schweighof" Samstag, 16. Dezember Sonnwendfeier Persönliche Einladung folgt. FREIDENKER 11/06 7 FVS Freidenker-Vereinigung der Schweiz Mitglied der Weltunion der Freidenker (WUF) und der Internationalen Humanistischen und Ethischen Union (IHEU) Trauerfeiern Basel (Vereinigung) 079 217 01 29 oder 061 321 31 48 Basel (Union) 061 601 03 43 oder 061 601 03 23 Bern 031 372 56 03 oder 031 911 00 39 Grenchen und Umgebung 076 53 99 301 oder 032 645 38 54 Luzern und Innerschweiz 041 420 45 60 Mittelland 062 926 16 33 St. Gallen 052 337 22 66 Vaud/Waadt 026 660 46 78 ou 022 361 37 12 Winterthur und Thurgau 052 337 22 66 Zürich 044 463 16 55 Sollte unter der regionalen Nummer niemand zu erreichen sein, wenden Sie sich bitte an die FVS-Geschäftsstelle: 031 371 65 67 oder an 052 337 22 66 www.freidenker.ch Sektionen Winterthur Winterthurer Freidenker Postfach 1806, 8401 Winterthur Präsident: J.L. Caspar 052 337 22 66 Sekretariat: D. Dünki 052 222 98 94 Familiendienst: M.Ochsner 052 232 04 77 Basel FVS Basel und Umgebung Postfach 302, 4012 Basel Präsident: H. Stieger 079 217 01 29 Vizepräsidentin: B. Bisig 061 321 31 48 Kassier: R. Wenger Tel. 061 692 86 27 Fax 061 692 86 28 Mitgliederdienst: R. Frey 061 421 12 80 Freidenker-Union Region Basel USF Postfach 4471, 4002 Basel Präsident: G. Rudolf 061 601 03 43 Infos/Mitgliederdienst: 061 601 03 23 Postkonto: 40-4402-5 Zürich FVS Ortsgruppe Zürich Postfach 7210, 8023 Zürich *auch Fax Präs.: H. Rutishauser 044 463 16 55* Mitgliederdienst: M. Dobler 044 341 38 57 FREIDENKER - BIBLIOTHEK Zürich, im Sozialarchiv Stadelhoferstr. 12 (Nähe Bellevue) Bücherausgabe: Mo. - Fr. 10–20 Uhr Sa. 10–13 und 14–16 Uhr Auskunft: 044 251 80 66 Bern Freidenker Bern, Postfach, 3001 Bern Präsident a.i.: J. Kaech 031 372 56 03 Mitgliederdienst: J. Kaech 031 372 56 03 Genf Libre Pensée de Genève 27 ch. des quoattes, 1285 Avusy Président: J.P. Bouquet 022 756 40 49 tél. et fax FVS-Geschäftsstelle Mitglieder melden ihre Adressänderungen bitte an die Sektionen. Zuschriften an den Vorstand, AboMutationen, Auskünfte, Materialbestellungen an: Freidenker-Vereinigung der Schweiz FVS, Geschäftsstelle Postfach CH-3001 Bern Tel. 031 371 65 67 Fax 031 371 65 68 info@freidenker.ch Postkonto: 84-4452-6 Grenchen FVS Sektion Grenchen und Umgebung, Postfach 418, 2540 Grenchen Präsident: S. Mauerhofer 076 388 46 39 info@freidenker-grenchen.ch Mitgliederdienst/ Lotti Höneisen Krankenbesuche: 076 53 99 301 Adressänderungen an: Postfach 2622, CH-4002 Basel Mittelland FVS Sektion Mittelland Postfach 56, 4628 Wolfwil Präsident: H. Haldimann 062 926 16 33 Schaffhausen Freidenker Schaffhausen Postfach 69, 8213 Neunkirch Kontakt: R. Imholz 079 751 41 38 Impressum Redaktion Reta Caspar Rainweg 9 031 911 00 39 CH-3052 Zollikofen E-mail: reta.caspar@swissonline.ch Erscheinungsweise monatlich Redaktionsschluss 15. des Vormonats Jahresabonnement Schweiz: Fr. 30.– Ausland: Fr. 35.– (B-Post) Probeabonnement 3 Monate gratis Druck und Spedition Printoset, Flurstrasse 93, 8047 Zürich www.printoset.ch ISSN 0256-8993, Ausgabe 11/2006 Namentlich gekennzeichnete Beiträge können, aber müssen nicht mit der Ansicht der Redaktion übereinstimmen. St. Gallen FVS Regionalgruppe St. Gallen c/o S. Breitler Haldenweg 37, 9100 Herisau Kontakt: S. Breitler 071 351 29 81 P.P./Journal CH-4002 Basel Tessin/Ticino Associazione Svizzera dei Liberi Pensatori (ASLP) Sezione Ticino Casella postale 721, 6902 Paradiso Presidente: R. Spielhofer 091 994 21 45 Waadt/Vaud Ass. vaudoise de la Libre Pensée Case postale 5264, 1002 Lausanne Président: J.P. Ravay 022 361 94 00 Secrétariat: 026 660 46 78 AZB