Il gatto si morde la coda e... non sa che è sua!
La reazione del Partito Popolare Democratico all'annuncio dell'iniziativa "Ticino laico" è stata, a dir poco, spropositata, carica di nervosismo e, per non farsi mancare nulla, pure offensiva.
Con il metodo squadrista dell'attacco "ad personam", sono stati messi alla berlina due dei promotori, Gabriele Gendotti e Dick Marty, accusati di percepire una pensione per il loro servizio allo Stato. Come se fosse una colpa. Come se, per usare una metafora, "sputassero nel piatto dal quale hanno mangiato".
Come se le stesse pensioni non le percepissero anche gli ex politici del PPD!
Di certo le due conosciute personalità hanno sempre svolto i loro doveri pubblici all'insegna del massimo rispetto nei confronti delle varie ideologie, privilegiando un approccio ai vari problemi che garantisse e proteggesse i diritti di tutti nello stesso modo, attingendo perciò a un pensiero laico.
E la medesima cosa si può dire di tutte le altre persone firmatarie dell'iniziativa.
A proposito delle radici cristiane, invece, possiamo affermare che l'argomento esula dal nostro contesto. Ciò che noi vogliamo cambiare è semplicemente un aspetto del nostro ordinamento costituzionale. È risaputo e incontrovertibile che l'assetto su cui si fonda il nostro Stato si basa su principi illuministici e liberali. Principi che niente hanno in comune con il pensiero cristiano, così come sostenuto dalle rispettive chiese e dai movimenti politici che le rappresentano.
Che poi ognuno sia libero di scavare le origini che più gli aggradano, è un altro paio di maniche!
Indubitabilmente solo una Costituzione che ribadisca realmente e con forza la laicità dello Stato, ossia l'equidistanza da ogni fede, può garantire non solo l'uguaglianza di tutti e tutte, ma pure la libertà di religione nel pieno rispetto anche di chi non ne ha alcuna.
L'art. 24 dev'essere cambiato, come chiede l'iniziativa "Ticino Laico", e invitiamo tutte e tutti a firmare i formulari a partire dall'8 settembre prossimo.
Per il comitato promotore: Giovanni Barella