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(file: @@FD-112009.pdf@@)94. Jahrgang I Nr. 11 I November 2009 Plakate geben zu reden Eigentlich war es als Abschluss der «Buskampagne» geplant gewesen: die 25'000 Franken Spenden sollten nun ohne weiteres Aufsehen an die Plakatwände. Aber es kam anders: Nach kurzfristigen Wirren in Luzern erfolgte in Zug der grosse Zensurakt: der Stadtrat lehnte das Plakat ab mit der Begründung, die Aufforderung «Geniess das Leben» würde die religiösen Gefühle der Zuger Katholiken verletzen. Dieser Entscheid wurde von der gesamten Schweizer Medienlandschaft aufgegriffen, diskutiert und einhellig kritisiert. Besonders pikant war der zeitliche Zusammenfall mit der Diskussion um die Anti-Minarett-Plakate. Die Argumentation und Starrköpfigkeit der Zuger Verantwortlichen verursachte landauf landab Kopfschütteln. Der Kommentator im Tages-Anzeiger brachte das Anliegen und die Berechtigung der Kampagne auf den Punkt: «Auch Unglaube ist salonfähig». Gleichzeitig überboten sich jene Kreise, die gerne Integration durch Religion betreiben, mit Empörungsäusserungen zu den Anti-Minarett-Plakaten und griffen ebenfalls zur Zensur. Religionsfreiheit – JA Schonraum vor Kritik – Nein PolitikerInnen und Rassismusexperten ereiferten sich über das Plakat der SVP und zeigten einmal mehr auf, dass in der öffentlichen Diskussion versucht wird, mit der Religionsfreiheit einen Schonraum vor Kritik aufzubauen. SVPPlakate werden seit langem kritisiert, nun aber, wo es um eine Religionsfrage geht, sollen plötzlich Verbote her. Auch das Vokabular erinnert an die mehrfachen Bestrebungen der Muslime, in der UNO die Kritik an religiösen Praktiken als «Diffamierung» verbieten zu lassen. Was im Uno-Menschenrechtsrat vorgekocht und dieses Jahr nur mit Mühe aus dem Durban II Schlussdokument entfernt worden ist, wird nun in der Schweiz unreflektiert übernommen. Keine Menschenrechte à la carte! Die FVS hat sowohl in der Plakatkampagne wie in ihrer 2008 verabschiedeten Stellungnahme gegen die Minarett-Initiative immer wieder darauf hingewiesen, dass Die Plakat-Zensur in der Satiresendung Giacobbo / Müller in SF 1 > Pagina 2 «Solo esiste la moralità all’insegna del 'timor di Dio'.» Guido Bernasconi > Seite 3 zwischen der Diskriminierung von Menschen und der Kritik von Ideologien unterschieden werden muss. Die Religionsfreiheit gilt für Menschen. Sie sollen ihre Religion ausüben dürfen – allein und in Gemeinschaft – soweit das mit unserer Verfassung vereinbar ist. Da ist ein Minarettverbot diskriminierend. Der Schutzbereich der Religionsfreiheit gilt aber nicht für die religiöse Lehren selber. Diese müssen in einer liberalen Gesellschaft offen kritisiert werden können. Keine Toleranz gegenüber MissionarInnen Auch die Missionstätigkeit der Religiösen kann nicht mehr gegen die Kritik abgeschottet werden. In Form von blauen Plakaten ist sie ein Ärgernis, gravierender ist aber, dass sie vermehrt versteckt betrieben wird: international, wo vor allem junge Evangelikale sich und andere in Gefahr bringen, indem sie – als Sozialeinsatz getarnt – in muslimisch dominierten Ländern gezielt Muslime bekehren wollen, aber auch in der Schweiz, wo die Evangelikalen in der Reformierten Kirche bereits jede siebte Kirchgemeinde unter das Dach der Schweizerischen Evangelischen Allianz gebracht haben und sowohl an den theologischen Fakultäten wie an den pädagogischen Hochschulen auf dem Vormarsch sind. In einem Bericht der Rundschau von SF TV gaben sie kürzlich unverholen zu, dass sie sich auch als Lehrkräfte als «Menschenfischer» verstehen. Plakatverbot in Zug fällt Das Beharren der FVS auf Aufhebung der Zensur und die Reaktionen auf die AntiMinarett-Plakate haben dem Zuger Stadtrat klar gemacht, dass er sich mit seinem Verbot juristisch auf dünnem Eis bewegt: am 20. Oktober – drei Wochen nach der Ablehnung – wandelte er den Entscheid in eine ablehnende «Empfehlung» an die Allgemeine Plakatgesellschaft (APG) um. Die APG ignorierte diese Empfehlung und stellte der FVS umgehend eine Offerte für Plakate in der Stadt Zug in Aussicht. Es wird interessant sein zu sehen, welche rechtlichen Grundlagen in Zug für künftige Plakatentscheide erlassen wird – vernünftig wäre es, religiöse Plakate ganz zu verReta Caspar bieten. Das Positionspapier der FVS «Minarettverbot: Nein, aber...» wurde im November 2008 verabschiedet und publiziert. Sie finden es auf www. frei-denken.ch oder können es auf der Geschäftsstelle beziehen. Bern: «Lex Freidenker» bestätigt > Seiten 4-5 Die nationale Ethikkommission (NEK) stellt sich vor > Seite 6 «Das ‹kleine Ferkel› ist im Zürcher BibleBelt unerwünscht.» Andreas Koch, Biotechnologe > Seite 6 «Nutzt die Parlamentariergruppe 'Schweiz Israel' die Chance zur Abkehr von der Offenbarungspolitik?» Maja Strasser, Neurologin > Seite 7 «Worauf lassen sich Werte in einer säkularen Welt gründen?» Franz Josef Wetz, Philosoph 2 libero pensiero. 11/2009 Per i fideisti Solo esiste la moralità all’insegna del « timor di Dio » «L’esperienza della storia mostra a quali assurdità giunge l’uomo quando esclude Dio dall’orizzonte delle sue scelte e delle sue azioni.» Così ha detto il papa a Brno, durante il viaggio che ha compiuto nella Repubblica Ceca, per essere sul posto al momento della celebrazione della festa di san Venceslao (un duca di Boemia asceso alla gloria degli altari per esser stato vittima il 28 settembre 935 di una congiura di palazzo ordita dalla madre). In effetti, per solleticare l’orgoglio nazionale ceco, al papa tedesco è parsa cosa buona commemorare un protomartire locale, nel nome del quale si ricorda la millenaria conversione di quel popolo al cristianesimo. Va rilevato che nella Repubblica Ceca, secondo statistiche elaborate già dopo la disgregazione del blocco comunista, la proporzione degli affiliati ad una qualsiasi organizzazione confessionale è inferiore al 34%. Vale a dire che il 66% dei cechi rifugge dalla religiosità organizzata. Una simile situazione è evidentemente anomala rispetto a ciò che si verifica negli Stati circostanti: ragione di più perché il capo della Chiesa cattolica si sia sentito stimolato a esercitare la sua missione evangelizzatrice. Un po’ di storia Proprio perchè il pontefice vi fa riferimento, è bene ricordare che la storia di quella terra narra di un popolo propenso all’eresia. Già all’inizio del Quattrocento si sviluppò in Boemia un movimento riformatore che denunciava l’allontanamento della Chiesa cattolica dai supposti principi evangelici, nonché la corruzione della gerarchia sacerdotale nel tribolato periodo del Grande Scisma d’Occidente, durante il quale papi ed antipapi dalla condotta scandalosa si contesero il ruolo di vicari di Cristo. Gli «eretici», ispirati da Jan Hus, diedero il via, dopo la morte sul rogo del loro capo spirituale (1415), ad una rivolta anticattolica che solo venne soffocata vent’anni dopo al termine di una serie di sanguinose crociate. Nella Boemia ancora, con la celebre defenestrazione del 1618, in odio alla prepotenza cattolica, ebbe inizio la prima fase della Guerra dei Trent’Anni cui seguirono migrazioni forzate imposte dai provvisori vincitori cattolici al fine di sradicare le deviazioni protestanti. Restando in tema di «eresie» si potrebbe, con qualche forzatura, considerare la famosa »Primavera di Praga» come una manifestazione di insofferenza dei cecoslovacchi (Aleksander Dubcek era slovacco) nei confronti della costrizione ideologica imposta dai comunisti ortodossi obbedienti ad una sorta di clericalismo moscovita. Con simili premesse, si può capire quanto sia ardua la missione di ricondurre all’ovile degli individui che pecore non sono. Non è noto se, nell’occasione della sua visita, il papa abbia sondato il terreno per l’eventuale ricupero della figura di Jan Hus tra i maestri riformatori della Chiesa, come già nel 1990 aveva ipotizzato l’ineffabile papa Wojtyla nel suo viaggio in quelle terre. Davvero il martire Hus non meriterebbe l’estremo oltraggio d’esser elevato alla gloria degli altari e collocato nella «comunione dei santi» accanto a Domenico di Guzman, Ignazio di Loyola, Carlo Borromeo e Pio V…Ma tant’è: la chiesa di Roma, coniugando come solo lei può fare l’ipocrisia alla spudoratezza, non è nuova a simili paradossi. Comunismo, ateismo, amoralità Quando Joseph Ratzinger parla degli uomini che fanno a meno di dio e che dunque nella sua concezione sono potenzialmente capaci d’ogni aberrazione, non si richiama al tempo remoto di una comunità ceca persino troppo religiosa, bensì ad un passato prossimo in cui l’ideologia dominante si informava all’ateismo comunista. E in ciò egli equivoca intenzionalmente, prendendo per «senza dio» tutti coloro che semplicemente rifiutano di assoggettarsi a classificazioni confessionali. Il fatto è che, nella loro maggioranza, i cechi non sembrano disposti a confondere comunismo e ateismo e, comunque, la loro attitudine è quella di sottrarsi ad ogni irreggimentazione ideologica, tanto di natura religiosa quanto di natura politica. Ora, è pur vero che il precedente regime si era rivelato inadeguato a soddisfare le aspirazioni imprenditoriali di chi aveva ambizione e spirito di iniziativa, anche perché, in nome di un egualitarismo molto approssimativo, impediva agli individui più competitivi di cogliere i frutti della propria attività in misura corrispondente al personale merito. Nel medesimo ordine di idee si è pure abbandonato lo statico criterio della produzione pianificata, per affidare l’economia alla dinamica del mercato concorrenziale. E per aumentarne gli stimoli si sono adottate norme atte a legittimare l’appropriazione illimitata della terra e delle risorse naturali. Alla luce della presente crisi economica mondiale, si può discutere sui pregi e sui difetti dei diversi sistemi, ma non è certo il fatto che essi contemplino la dimensione religiosa a renderli migliori. La religiosità non fornisce contributo alcuno alla soluzione concertata dei problemi concreti, semmai introduce elementi irrazionali di disturbo nelle relazioni tra persone che ispirano la loro morale a incompatibili tradizioni fideiste. Invece, quel che il papa ha voluto significare a Brno è che l’uomo non può combinare nulla di buono quando conduce la propria vita come se dio non esistesse, quindi - secondo lui - senza una motivazione, senza una prospettiva, senza un significato, senza una guida morale. Un essere fatto ad immagine e somiglianza del suo dio creatore non può essere ed agire nel giusto se non rispettando i comandamenti, i precetti, le direttive di cui ha avuto conoscenza attraverso la «rivelazione» divina. L’indole, l’educazione, la formazione ideologicoculturale fanno sì che il Ratzinger non riesca a concepire, nemmeno per delirio d’ipotesi che gli esseri umani, intendendosi pacificamente con i propri simili, senza che a ciò siano indotti dal «timor di dio» e adescati da ricompense ultraterrene, sappiano concordare le norme comportamentali più confacenti alla civile convivenza all’insegna della reciproca comprensione e del mutuo soccorso. Mille volte meglio senza! Per altro, c’è modo e modo di interpretare la storia e non è in nessun caso sostenibile che l’ateismo, l’agnosticismo, l’indifferenza religiosa abbiano indotto l’uomo a comportamenti «assurdi», più di quanto non l’abbia fatto il fideismo. Quando solo pensiamo a ciò che è stato commesso «nel nome del signore e nel segno della croce» (esemplificando: genocidio dei pagani, distruzione del patrimonio culturale precristiano, scontri sanguinosi sulle teorie trinitarie e sul culto delle immagini sacre, crociate contro i maomettani, sterminio degli eretici albigesi e hussiti, inquisizione, pratiche simoniache, vendita delle indulgenze, nepotismo, pogrom antigiudaici, guerre di religione, caccia alle streghe, repressione della ricerca scientifica e della speculazione filosofica razionalista, avallo dello sfruttamento coloniale, benedizione degli strumenti di morte sui fronti delle diverse guerre) par doveroso replicare all’affermazione del Ratzinger usando le sue stesse parole con una piccola variante: «L’ESPERIENZA DELLA STORIA MOSTRA A QUALI ASSURDITÀ GIUNGE L’UOMO QUANDO INCLUDE DIO NELL’ORIZZONTE DELLE SUE SCELTE E DELLE SUE AZIONI». In questa versione, in luogo di «assurdità» sarebbe più indicato usare il termine «aberrazioni». Ma tant’è: il senso è comunque chiarissimo. Guido Bernasconi 11/2009 frei denken. 3 Stadt Bern IRAS-COTIS «Lex Freidenker» bestätigt Antwort des Berner Gemeinderates auf die Interpellation Gubser (EDU) «Lex Freidenker bei BERNMOBIL aufheben»: «Für den Gemeinderat ist die Religionsfreiheit als Teil der Grundrechte ein hohes und schützenswertes Gut. Gegenüber Menschen jeglicher Religionszugehörigkeit ist grösstmögliche Toleranz zu üben. Gleichzeitig erachtet er die Ausübung der Religion als Privatsache, welche nur soweit im öffentlichen Raum stattfinden kann, als Angehörige anderer Religionen dadurch nicht in ihren Überzeugungen und Gefühlen verletzt werden. Als städtisches Unternehmen teilt BERNMOBIL die Grundhaltung des Gemeinderats. Die selbständige öffentlich-rechtliche Anstalt ist operativ unabhängig und entscheidet damit selber über die Zulassungskriterien für ihre Werbeflächen. Der Gemeinderat unterstützt BERNMOBIL bei seinem strikten Bestreben nach religiöser Neutralität. Es muss tatsächlich vermieden werden, dass ein öffentliches Unternehmen als Plattform religiös motivierter Auseinandersetzungen missbraucht wird. Der Gemeinderat sieht sich deshalb nicht veranlasst, bei BERNMOBIL für die Zulassung religiöser Werbung zu intervenieren.» Die Berner FreidenkerInnen werden die Werbung in BERNMOBIL weiterhin kritisch beobachten. rc Kein Dialog mit den Freidenkern Nachdem sie 2008 von sich aus einen Schritt auf die FVS zu gemacht hatte, hat die Interreligiöse Arbeitsgruppe Schweiz (IRAS-COTIS) dieses Jahr die Aufnahme unserer Novembervorträge in den Veranstaltungskalender der Woche der Religionen abgelehnt. Begründung: «Wir können keine Veranstaltungen aufnehmen, die nicht von vornherein als Begegnungen zwischen unterschiedlichen Gruppierungen konzipiert sind. Wenn wir da nicht strikt bleiben, können wir nicht verhindern, dass die Woche der Religionen von religiösen Sekten (um einmal diesen problematischen Ausdruck zu brauchen), wozu ich Ihre Organisation ausdrücklich nicht zähle! - für Werbezwecke missbraucht wird.» (…) «IRAS COTIS ist selbst keine religiöse Organisation, sondern eine Integrations‹Agentur›, allerdings hauptsächlich getragen von Religionsgemeinschaften und ausgerichtet auf Religionsgemeinschaften. Georg Vischer, Präsident IRAS-COTIS» Wir verstehen diese Argumentation nicht und kritisieren den Ansatz der exklusiven Integration durch Religion. Die Novembervorträge der FVS stehen allen Menschen offen. Auch religiöse Menschen sind eingeladen, einmal zuzuhören, wie FreidenkerInnen über ethische Fragen nachdenken rc und debattieren. frei denken. 2010 Der Grosse Vorstand wird an seiner diesjährigen Sitzung über die neue Finanzierung der Geschäftsstelle entscheiden. Der Zentralvorstand schlägt ihm eine Umlagerung der Mittel von der Zeitung frei denken. auf die Geschäftsstelle vor. Ausschliesslich Deutsch Ab Januar wird der libero pensiero als Mitgliederzeitschrift der Tessiner FreidenkerInnen etabliert; ab diesem Datum wird frei denken. wieder ausschliesslich deutschsprachige Beiträge enthalten. Vierteljährlich mit 1½-fachem Umfang Der Vorschlag des Zentralvorstand sieht eine vierteljährliche Mitgliederzeitschrift vor, die um 4 Seiten erweitert wird. Statt heute 12 Ausgaben mit 72 Seiten deutschem Text wird es von frei denken. künftig 4 Ausgaben mit insgesamt 44 Textseiten geben. Dadurch lassen sich Fr. 30'000.- auf die Geschäftsstelle umlagern, welche ab 2010 wieder aus den laufenden Einnahmen finanziert werden soll. Gleichzeitig sieht der Vorschlag auch vor, dass alle drei Zeitungen künftig mit einem einheitlichen Beitrag von Fr. 3.65 pro Mitglied aus der Zentralkasse subventioniert werden. Abopreise sollen gleich beiben Die Preise bleiben in diesem Modell trotz steigender Speditionskosten auf dem heutigen Niveau bestehen. Der Zentralvorstand schlägt zudem vor, dass FVS-Mitgliedern neben ihrem regulären Abo, das im Mitgliederbeitrag enthalten ist, auch die anderen sprachregionalen Zeitungen zum Sondertarif von je Fr.10.- im Zusatzabo angeboten werden. rc Kampagnenmaterial Auf der Geschäftsstelle kann das Postkarten-Set des Basler Texters Hans Peter Brugger und eine beschränkte Anzahl von Kampagnen-Plakaten (Weltformat) und Buttons (produziert durch die Buskampagne Deutschland) bestellt werden. Berner Reformierte uneinsichtig Am 13. Oktober 2009 wurde in einem offenen Brief an die reformierte Kirche BE/JU/SO die FVS-Kritik an der ZwangsAbonnierung durch die Kirchgemeinden publiziert. Presseberichte zeigten in der Folge auf, dass «reformiert.» heute eine Auflage von 700'000 Exemplaren hat. Fast die Hälfte, 320'000 Exemplare, werden im Kanton Bern vertrieben, davon 85% unadressiert im Streuversand. «Sähmann-Tradition» Die Berner Reformierten gaben sich in der Presse uneinsichtig und beharrten darauf, dass reformiert. eine «unabhängige und kritische Zeitung» und für alle Menschen lesenswert sei. Der Streuversand entspreche zudem im Kanton Bern einer Tradition: ein Sämann achte auch nicht darauf, ob jedes Samenkorn am richtigen Ort auf die Erde falle. Diese Metapher zeigt aber Der Kleber kann mit einem adressierten und frankierten Rückantwortcouvert gratis auf der FVS-Geschäftsstelle bezogen werden. gerade auf, dass eben doch missionarisch gedacht wird. Reformierte Bern: 50 Millionen aus allgemeinen Steuermitteln Tatsache ist, dass die Reformierten im Kanton Bern neben den Kirchensteuern ihrer Mitglieder auch noch ca. 35 Mio. aus allgemeinen Steuermitteln erhalten, sowie rund 14 Mio. aus den Zwangs-Kirchensteuern von juristischen Personen. 50 Mio. Franken jährlich also aus allgemeinen Steuermitteln.So lässt sich leicht eine aufwändige Zeitung produzieren, die dann den Leute zwangsweise in den Briefkasten gesteckt wird – eine Zumutung und Verschwendung. Es geht auch anders In den übrigen Verteilgebieten (Kantone AG, GR, ZH) wird «reformiert.» allen Mitgliedern der reformierten Kirche adressiert zugesandt. rc Geht doch. Postkartenset zweifarbig Stück Fr. 20.für FVS-Mitglieder Fr. 15.inkl. Versand (CH), gegen Rechnung 20 Postkarten mit Variationen zum Thema sowie einem Vorwort des Autors. Kampagen-Plakat dreifarbig Stück Fr. 15.zuzüglich Versand (Rolle) Fr. 15.ab 5 Stück versandkostenfrei. Button pink auf weiss Stück Fr. 5.Bestellen mit adressiertem und frankiertem Rückantwortcouvert plus Fr. 5.- in Briefmarken. Farbige Abbildungen auf www.geniess-das-leben.ch Bestellung bei der FVS-Geschäftsstelle Mail- und Post-Adresse siehe Seite 8 4 frei denken. 11/2009 Ethik in der Diskusion Nationale Ethikkommission für Humanmedizin FreidenkerInnen orientieren sich nicht nach Übernatürlichem sondern nach den sich permanent weiter entwickelnden Erkenntnissen zur Natur des Menschen. Wir stützen uns auf die Resultate der naturwissenschaftlichen Forschung, welche u.a. deutlich zeigen, dass Phänomene wie die Empathie und der Altruismus evolutiv in uns angelegt sind. Aus der «Hardware» des Menschen alleine ist aber keine Gesellschaftsordnung und keine tragfähige Ethik ableitbar. Die «Software», das kulturelle Fundament, liegt in der Aufklärung und den daraus entstandenen Vorstellungen des Individualismus, Humanismus und Liberalismus. Freie, mündige Menschen legen ihrem Handeln einen Gesellschaftsvertrag, eine Verfassung zugrunde. Dieser Vertrag ist nicht wie im Falle eines religiösen Dogmas in Stein gemeisselt sondern unterliegt dem wissenschaftlichen und kulturellen Fortschritt, dessen Resultate in einer demokratischen Ausmarchung regelmässig als Modifikationen wiederum in den Vertrag einfliessen. Wir konstatieren heute ein Defizit an Bildung im Bereich Ethik. Es ist deshalb Teil unserer säkularen Vision, dass an Schweizer Schulen dieser Disziplin künftig eine grosse Bedeutung zugemessen wird. Die atemberaubende Geschwindigkeit des Erkenntniszuwachses auf Gebieten wie der Molekularbiologie, der Genetik und der Neurobiologie lassen einer pluralistischen, demokratischen Gesellschaft keine Wahl, sich in diesen grundlegenden Fächern und der darauf aufbauenden Biomedizin ein Mindestmass an Kompetenz anzueignen. Die FVS möchte einen Beitrag dazu leisten, dass der aktuelle Ethik-Diskurs, speziell im Bereich der Bio-Ethik, von einer breiteren Öffentlichkeit wahrgenommen wird. Sie ist deshalb bestrebt, den Kontakt zu nationalen und internationalen Ethik-Kompetenzzentren auszubauen und im Laufe dieses Prozesses auch eigene Stellungnahmen in die Diskussion einzubringen. Die Nationale Ethikkommission NEK des Bundes stellt sich im folgenden vor. ak Die Nationale Ethikkommission NEK Im Zuge der Gesetzgebungsarbeiten, welche vorab in den 1990er-Jahren zu mehreren Themenbereichen von hoher ethischer Relevanz und entsprechender Brisanz (etwa in den Bereichen Gentechnologie und Fortpflanzungsmedizin) an die Hand genommen oder abgeschlossen wurden, wurde auf Bundesebene die Einsetzung zweier nationaler Gremien beschlossen, die dem Bundesrat, dem Parlament und der Öffentlichkeit mit Blick auf ethische Fragen beratend zur Verfügung stehen sollen. Die Eidgenössische Ethikkommission für die Biotechnologie im Ausserhumanbereich (EKAH) ist seit 1998 tätig; die Nationale Ethikkommission im Bereich Humanmedizin (NEK) seit Sommer 2001. Beide Organe sind unabhängige beratende ExpertInnenkommissionen, die zwar administrativ einem Bundesamt (die EKAH dem Bundesamt für Umwelt BAFU, die NEK dem Bundesamt für Gesundheit BAG) angegliedert sind, inhaltlich und in der Nutzung der ihnen zugeteilten finanziellen und personellen Ressourcen aber gänzlich unabhängig von der Bundesverwaltung funktionieren. Während die EKAH sich mit ethischen Fragestellungen in den Bereichen Umwelt, Landwirtschaft, Tierversuche etc. befasst und dabei namentlich auch den Auftrag hat, das notorisch interpretationsbedürftige Verfassungskonzept der «Würde der Kreatur» (Art. 120 der Schweizerischen Bundesverfassung) im Hinblick auf konkrete ethische Fragestellungen zu schärfen, widmet sich die NEK ethischen Fragen in der Medizin und im Gesundheitswesen. Sie hat ihre gesetzliche Grundlage im Fortpflanzungsmedizingesetz, das Ende 1998 von den eidgenössischen Räten verabschiedet wurde. Die Verordnung über die Nationale Ethikkommission im Bereich Humanmedizin präzisiert den Auftrag der Kommission in Art. 1 wie folgt: «Die nationale Ethikkommission [...] verfolgt die Entwicklung der Wissenschaften über die Gesundheit und Krankheit des Menschen und ihrer Anwendungen. Sie nimmt zu den damit verbundenen gesellschaftlichen, naturwissenschaftlichen und rechtlichen Fragen aus ethischer Sicht beratend Stellung. Die Kommission hat insbesondere folgende Aufgaben: • sie informiert die Öffentlichkeit über wichtige Erkenntnisse und fördert die Diskussion über ethische Fragen in der Gesellschaft; • sie erarbeitet Empfehlungen für die medizinische Praxis; • sie macht auf Lücken und gegebenenfalls auf Vollzugsprobleme in den Gesetzgebungen des Bundes und der Kantone aufmerksam; • sie berät auf Anfrage die Bundesversammlung, den Bundesrat sowie die Kantone; • sie erstellt im Auftrag des Bundesrats Gutachten zu besonderen Fragen.» Beratende Funktion Aus diesen Formulierungen geht ein zentraler Aspekt der Aufgabe beider Ethikkommissionen deutlich hervor: Als ExpertInnenkommissionen haben sie – wie andere ausserparlamentarische Fachkommissionen auch – ein rein beratendes Mandat. Sie entscheiden also in keiner Weise, sondern geben aufgrund fundierter, ausgiebiger Sachdiskussionen Empfehlungen und Diskussionsanstösse ab, die sie zumeist in Form von Stellungnahmen der breiten Öffentlichkeit zugänglich machen. Dabei handelt es sich teils um Grundsatzverlautbarungen, teils um Anregungen, wie ein bestimmter Bereich aus ethischer Sicht (gesetzlich) reguliert werden könnte bzw. sollte (beispielsweise die organisierte Beihilfe zum Suizid). Zusammensetzung der Kommission Mit Blick auf ihre beratende Funktion ist ein weiterer Aspekt, der in den Vorgaben für die NEK festgehalten ist, bedeutsam: Soweit es angesichts der begrenzten Anzahl Mitglieder möglich ist, soll sie ausgewogen und repräsentativ zusammengesetzt sein. Dies gilt für Geschlecht, Alter und Sprache ebenso wie für den Einbezug unterschiedlicher ethischer Ansätze. Der Gesetzgeber legt also grossen Wert darauf, dass die Zusammensetzung der Kommission nicht nur garantiert, dass alle relevanten fachlichen Perspektiven in die Diskussionen und Verlautbarungen der Kommission einfliessen, sondern dass auch die massgeblichen philosophischen und weltanschaulichen Zugänge zu den ethischen Fragen unserer Zeit in den Arbeiten der Kommission zur Geltung kommen. Ziel ist es, dem Pluralismus, der unsere Gesellschaft gerade in moralischen Fragen prägt, so weit als möglich Rechnung zu tragen. Für eine Ethikkommission mit dem dargestellten beratenden Mandat ist diese Zielsetzung in einem direktdemokratischen System, wie wir es in der Schweiz kennen, zweifellos von eminenter Bedeutung. Derzeit besteht die NEK aus 18 Mitgliedern. Davon sind vier PhilosophInnen, zwei TheologInnen (katholisch und evangelisch), sieben MedizinerInnen aller relevanter Fachrichtungen, zwei JuristInnen, eine Biologin, eine Pflegewissenschafterin und eine Vertreterin der PatientInnenperspektive. Der Präsident der Kommission, Prof. Dr. Dr. h.c. Otfried Höffe, lehrt Politische Philosophie und Ethik an der Univsersität Tübingen und gehört zu den prominentesten und einflussreichsten Philosophen der Gegenwart im deutschsprachigen Raum. Alle Mitglieder und der Präsident werden vom Bundesrat unter Gewichtung der genannten Ausgewogenheitserfordenisse ad personam für eine Amtszeit von vier Jahren (max. zweimal verlängerbar) gewählt. Entsprechend vertreten alle Mitglieder in der Kommissionsarbeit ihre persönlichen ethischen Ansichten und haben nicht die Aufgabe, Positionen anderer Gremien, denen sie möglicherweise angehören, in die NEK einzubringen. Darin unterscheidet sich die Kommission in einem zentralen Punkt von vergleich- 11/2009 frei denken. 5 baren Gremien anderer Länder, wo beispielsweise die Kirchen explizit in den Kommissionen vertreten sind. Arbeitsweise der NEK Blickt man auf die 16 Stellungnahmen, welche die Kommission bisher veröffentlicht hat*, wird der durchgängige – und einzig plausible – Anspruch der Kommission augenfällig, die eingenommenen Positionen rational und allgemein zugänglich zu begründen. Leitend für die Arbeiten der Kommission ist stets die Suche nach dem Konsens, d.h. nach den übereinstimmenden moralischen Ansichten, die sich aus den verschiedenen in der Kommission vertretenen Ansätzen ergeben. Diese primäre Verpflichtung auf den Konsens, welche der Kommission als methodologischer Grundsatz gilt, ist aber nicht zu verwechseln mit der Suche nach dem Kompromiss, wie sie die politische Debatte prägt. Entsprechend kommt es nicht selten vor, dass die Kommissionsmitglieder nach eingehender Diskussion der jeweiligen Standpunkte zu einzelnen Fragen nicht zu einer gemeinsamen, konsensuellen Position finden – in solchen Fällen werden in den Stellungnahmen der Kommission Mehrheits- und Minderheitsmeinungen ausgewiesen und allen Positionen der nötige Raum zugestanden. Denn gerade in einer pluralistischen Gesellschaft kann Beratung in ethischen Fragen nicht darin bestehen, die komplexen Fragestellungen stets mit eindeutigen Ja-/Nein-Antworten versehen zu wollen. Vielmehr muss es darum gehen, den unterschiedlichen Positionen, die sich aufgrund der unterschiedlichen Ausgangspunkte, mit denen an ethische Fragen herangegangen wird, ergeben, gerecht zu werden und sie mit ihren Begründungen und ihren Konsequenzen darzustellen. Mit anderen Worten: Die Entscheidungsfindung in ethischen Fragen – etwa bei der Beratung von Vorlagen oder bei Volksabstimmungen – wird der Politik und, dies vor allem, den einzelnen Bürgerinnen und Bürger von einer Ethikkommission niemals abgenommen. Ihre Aufgabe und ihr Zweck bestehen darin, dieser Entscheidungsfindung klärende Impulse zu verleihen, indem komplexe Sachverhalte und schwierige Fragestellungen aufgefächert werden und die ethische Diskussion zu diesen Themen der breiten Öffentlichkeit zugänglich gemacht wird. Aktuelle Themen Während die NEK seit Beginn ihrer Tätigkeit mit den „klassischen“ medizinethischen Fragen am Lebensanfang (z.B. Reproduktionsmedizin, Stammzellforschung, Embryonenforschung, Präimplantationsdiagnostik) und mit den entsprechenden Fragen am Lebensende (z.B. Beihilfe zum Suizid oder Patientenverfügungen) befasst ist, traten in jüngerer Zeit auch übergeordnete Fragen der modernen Medizin und der Ausgestaltung des Gesundheitswesens in den Blick, namentlich Gerechtigkeitsfragen angesichts der notorisch knappen Ressourcen. Daneben befasste sich die NEK auch mit den Themen Transplantationsmedizin und Forschung am Menschen. Die Kommission wählt ihre Themenstellungen zumeist selbst und stellt sicher, dass sie diejenigen Fragen aufzugreifen vermag, mit denen sich Politik und Gesellschaft aktuell konfrontiert sehen oder die absehbarerweise auf sie zukommen. Gleichzeitig bearbeitet sie entsprechend ihrem Mandat auch Aufträge und konkrete Fragestellungen, die vonseiten des Bundesrats und der Bundesverwaltung, aber auch von anderen Stellen (z.B. Kantone) an sie herangetragen werden. In der aktuellen politischen Diskussion bewegen u.a. die Fragen rund um die organisierte Beihilfe zum Suizid und um die Zulassung der Präimplantationsdiagnostik (PID) die Gemüter. Mit beiden Themen hat sich die NEK ausführlich beschäftigt; zu beiden hat sie je zwei Stellungnahmen veröffentlicht. Suizidbeihilfe Mit Blick auf die Beihilfe zum Suizid unterstützt die NEK in ihren Stellungnahmen 9/2005 und 13/2006 aus ethischen Gründen die in der Schweiz geltende liberale Regelung, die mit Art. 115 Strafgesetzbuch gegeben ist. Suizidbeihilfe ist demnach legal, solange sie nicht aus selbstsüchtigen Motiven erfolgt. Die Kommission empfiehlt keine Veränderung der strafrechtlichen Regelung in diesem Punkt, sieht aber Handlungsbedarf in anderen Rechtsbereichen. Um den bestehenden Problemen gerecht zu werden, die durch das Phänomen der Suizidbeihilfeorganisationen entstanden sind, ist es nach Auffassung der Kommission nötig, diese unter eine staatliche Aufsicht zu stellen. So soll die Einhaltung von Sorgfaltskriterien (präzisiert in der Stellungnahme 13/2006) für die Abklärung von Suizidhilfeentscheiden gewährleisten werden. Ebenso äussert sich die Kommission nicht grundsätzlich gegen die Suizidbeihilfe bei psychisch kranken Menschen – allerdings vertritt sie in dieser Frage eine vorsichtige Haltung und fordert den Vorrang der psychiatrischen und psychotherapeutischen Behandlung. Wenn der Suizidwunsch Ausdruck oder Symptom einer psychischen Erkrankung ist, soll keine Beihilfe zum Suizid geleistet werden. Dies schliesst psychisch Kranke in der Regel, wenn auch nicht vollständig von der Suizidbeihilfe aus. Mit Nachdruck verweist die Kommission schliesslich auf die sozialethischen Risiken, die mit einer Verbreitung des assistierten Suizids entstehen. Die Betreuung vor allem der pflegebedürftigen und abhängigen Menschen muss so eingerichtet werden und die Angebote der palliativen Medizin müssen nach Ansicht der Kommission so gut verfügbar sein, dass das Entstehen von Suizidwünschen nicht gefördert wird. Denn: Die Gesellschaft hat eine präventive Verantwortung in der Suizidproblematik, die nicht nur das Setzen rechtlicher Grenzen beinhaltet, sondern auch die Unterstützung für Pflegende und Betreuende umfasst. Präimplantationsdiagnostik PID Hinsichtlich der PID empfiehlt die NEK in ihren Stellungnahmen 10/2005 und 14/2007, das bisher geltende vollständige Verbot dieser Praxis (vgl. Art. 5 Abs. 3 Fortpflanzungsmedizingesetz) zugunsten einer eingeschränkten Indikationslösung aufzuheben. PID soll nach Ansicht der Kommission bei Paaren erlaubt sein, bei denen bekannte genetische Risiken für eine schwere Krankheit des Kindes bestehen. Ebenfalls zulässig soll die PID für Paare werden, die sich zur Sterilitätsbehandlung einer in vitro-Fertilisation unterziehen (es soll also erlaubt sein, Embryonen in vitro zu untersuchen um Chromosomenanomalien auszuschliessen, die die Entwicklung des Embryos behindern oder verunmöglichen). Ausgeschlossen werden sollen hingegen die positive Selektion nicht krankheitsgebundener Merkmale, Wunscheigenschaften oder sogar des Geschlechts (die sogenannten Designer-Babys). Eine Mehrheit der Kommission befürwortet in der aktuellsten Verlautbarung zum Thema (14/2007) auch die Zulassung der PID zum Zweck der Auslese nach immunologischen Merkmalen, um mit Zellen des neuen Kindes eine Therapie für ein schon existierendes Kind zu ermöglichen (die sogenannten RetterBabys). Das zentrale ethische Argument, das ein Verbot der PID fragwürdig macht, ist der Widerspruch, der sich für Paare mit einem bekannten genetischen Risiko ergibt: Für sie ist es heute erlaubt, eine Schwangerschaft «auf Probe» einzugehen und nach einer Pränataldiagnostik (PND) eventuell abzubrechen; es ist aber verboten, den Embryo bereits vor seinem Transfer in die Gebärmutter zu untersuchen. Für die Mehrheit der Kommission ist es nicht nachvollziehbar, warum ein in vitro gezeugter Embryo vor der Übertragung in die Gebärmutter nicht auf schwere Erbkrankheiten getestet werden kann, wenn der viel weiter entwickelte Fötus mittels pränataler Diagnose untersucht und die Schwangerschaft gegebenenfalls abgebrochen werden kann. Vor dem Hintergrund dieser Position hat sich eine Kommissionsmehrheit in der im Mai 2009 abgeschlossenen Vernehmlassung kritisch zum – restriktiveren – bundesrätlichen Vorschlag für die Aufhebung des PIDVerbots geäussert. Hevorzuheben ist jedoch, dass eine Minderheit der NEK-CNE die Beibehaltung des vollständigen PIDVerbots empfiehlt und teils abweichende Minderheiten eine restriktiv gehandhabte Zulassung befürworten. Dr. des. Jean-Daniel Strub Leiter Sekretariat und Geschäftsstelle NEK *Alle Publikationen sowie zahlreiche weitere Informationen auf www.nek-cne.ch 6 frei denken. 11/2009 «Offenbarungs-Politik» im Nahen Osten? Christian Waber, auf Ende der Sommersession 2009 zurückgetretener Berner EDUNationalrat, hat letztes Jahr eine Parlamentariergruppe «Schweiz Israel» gegründet, welche bereits 49 Parlamentarier zählt (ausser den Grünen sind sämtliche Parteien darin vertreten, drei Viertel davon sind SVP-Politiker). Ziel sei, «die Beziehung zwischen der Schweiz und Israel zu stärken». Das «heilige Land» ist für bibeltreue Christen von besonderer Bedeutung: Der evangelikale Endzeitglaube verheisst nämlich, dass der «Messias» zurückkehre, wenn ein christianisiertes Grossisrael erreicht sei, welches laut «Israel heute» die Palästinensergebiete, den grössten Teil Libanons und einen Viertel Syriens umfasse (4. Mose 34,1-12). Der deutsche Prediger Ludwig Schneider behauptete gar, «Gott» habe Sharons Hirnblutung herbeigeführt, um die Friedensgespräche und die Rückgabe besiedelter Gebiete zu beenden. Die Vermutung, dass das evangelikale Weltbild sein IsraelEngagement beeinflusst, hat Waber in einem Interview auf der christlichen Website livenet.ch bestätigt. Zum Beispiel antwortet er auf die Frage, ob er denn nicht an einen politischen Frieden im Nahen Osten glaube: «Doch, ich glaube daran, aber es wird ein aufgezwungener Friede unter dem Titel ‹Land gegen Frieden› und damit gemäss der Bibel ein falscher Friede sein. Israel wird viel zu grosse Konzessionen machen müssen. Wir dürfen auch die starke Verwurzelung des Volkes der Juden im Alten Testament nicht vergessen. Gott lässt hier keine Vermischung von Juden mit andern Völkern zu. Nur dank dem Bund Gottes mit seinem Volk hat Israel überhaupt überlebt. ... Israel ist für mich der manifestierte Beweis dafür, dass Gottes Plan in Erfüllung geht.» Aufschlussreich ist auch eine Passage über die Stimmung der Schweizer Bevölkerung gegenüber Israel: «Ich sehe einen Riesenwandel. Noch 1967 beim Sechs-Tage-Krieg gab es eine sehr grosse Unterstützung für Israel. Unterdessen ist die Stimmung total gekippt, auch in christlichen Kreisen. Das sind für mich endzeitliche Erscheinungen. In der Bibel können wir lesen, dass sich alle Nationen gegen Israel wenden werden. Der Meinungsumschwung ist wesentlich auf die mediale Verführung zurückzuführen. Über Israel werden viele Unwahrheiten verbreitet. Dazu kommt in vielen Kirchen eine falsche Verkündigung. Es wird nicht gesagt, dass man unmöglich den Messias Jeshua gernhaben kann, ohne auch die Juden gernzuhaben, weil er selber ja auch ein Jude war.» Neu ist Nationalrat Theophil Pfister (SG, SVP) Präsident dieser Parlamentariergruppe, mit Peter Malama (BS, FDP) und Andreas Brönnimann (BE, EDU; Nachfolger von NR Christian Waber) als Vizepräsidenten. Wabers Rücktritt ist eine Chance, die Ausrichtung dieser Parlamentariergruppe von einer auf biblischen Mythen beruhenden «OffenbarungsPolitik» in eine humanistische, faktenbasierte und zielorientierte Politik zu ändern – nicht dass die Evangelikalen es schaffen, Öl ins Feuer zu giessen, um ihrer Endzeitvision mittels israelischer Expansionspolitik näher zu kommen. Maja Strasser, Bern Von Ferkeln und Bibliotheken Hombrechtikon ist eine idyllisch gelegene Gemeinde am Pfannenstiel im Bezirk Meilen des Kantons Zürich. Kühe und Pferde bestimmen das ländliche Bild, obwohl auch Biotech-Firmen erster Klasse zu den Steuerzahlern und zu den Magneten gut qualifizierter Arbeitnehmer gehören. Hombrechtikon ist eine stark wachsende Gemeinde, die mit dem Weiler Feldbach an den Zürichsee anstösst und entlang der Goldküste noch die letzten bebaubaren Parzellen offeriert. Mit den städtischen Zuzüglern kommt jedoch auch Spannung auf, wie folgender aktuelle Vorfall aufzeigt: Die Gemeindebibliothek führt unter der Rubrik «Religion für Kinder» ein Dutzend Bücher, welche ausschliesslich die klassischen, vorwiegend christlichen, Mythen thematisieren. Drei Bücher des Autoren Schmidt-Salomon, die ein Freidenker-Mitglied der lokalen Bibliothek als Geschenk überreichte, wurden durch die Bibliothekarinnen zurückgewiesen mit der Begründung, dass die Kunden der Bibliothek diese Bücher nicht ausleihen wollen würden. Dem Schenker leuchtete dieses Argument nicht ein, denn wie kann ein BibliothekarinnenTeam wissen, wie die vielen neuen Einwohner denken und was deren Vorlieben in Literaturangelegenheiten sind und sein werden? Was konnte man bloss gegen die Susi Neunmalklug, das kleine Ferkel oder das Manifest des evolutionären Humanismus einwenden? Niemand wird gezwungen, diese Bücher zu lesen. Sie müssten bloss inventarisiert und in die Regale gestellt werden, so wie das andere Zürcher Gemeinden z. B. die Nachbargemeinde Wolfhausen, oder auch Dübendorf, Affoltern am Albis und Oberengstringen auch taten. Der Entscheid der Bibliothek wurde nach Insistieren des Schenkers und nach erfolglosem Versuch, den Vorfall im lokalen Gemeindeblatt zu publizieren durch das Gemeindepräsidium anhand eines der drei geschenkten Bücher, dem «Ferkel-Buch», wie folgt bestätigt: «Wir haben das von Ihnen angebotene Kinderbuch eingesehen und verstehen und unterstützen die Reaktion unserer Mitarbeiterinnen unserer Gemeindebibliothek, nämlich die Ablehnung dieses Buches, vollumfänglich. Ähnlich wie unsere Angestellten waren wir schockiert über den Text als auch über die Bilder, die Kindern zugänglich gemacht werden sollten. Wir betrachten dieses sogenannte ‹Kinderbuch› als pädagogisches Pamphlet, und es ist eine unglaubliche Beleidigung der darin aufgeführten Religionsgemeinschaften.» Leider wollte der Präsident den Freidenker nicht persönlich treffen. Und so kam es zum Artikel im Tages-Anzeiger vom 12. Oktober 2009. Nach und nach wird dem Hombrechtiker Freidenker klar: Gegen ein Drittel der Bevölkerung von Hombrechtikon engagiert sich in Freikirchen. Auf kleinstem Raum ist der ganze Zoo an unterschiedlichen Richtungen des freien Glaubens an Jesus zu finden. Ein Grünliberaler Politiker im Bezirk Meilen nennt Hombi den «Zürcher Bible Belt». Nach Hombrechtikon pilgern regelmässig Gläubige aus benachbarten Gemeinden. Politisch kann Hombrechtikon als SVP-Hochburg bezeichnet werden. Diese Kombination stellt ein explosives Gemisch dar, wenn Freidenker zu den Neuen im Dorf gehören. L’être, c’est le faire. Und so macht sich der Freidenker auf und versucht, mit Hilfe lokaler Exponenten der FDP, Grünliberalen und SP einen Gegendruck aufzubauen, um die Frage nach der Freiheit des Einwohners von Hombrechtikon zu klären und um endlich transparente und objektive Kriterien für die Inventarisierung von Büchern in staatlichen Bibliotheken zu Andi Koch erreichen. 11/2009 frei denken. 7 Die Freidenker laden ein zum Novembervortrag 2009: Prof. Dr. Franz Josef Wetz FVS-Agenda Grosser Vorstand 2009 Sa. 21. November in Olten Philosoph, Autor von «Baustelle Körper» (2009) «Gottlos – Leben ohne Religion» Basel Bern Zürich Zug St. Gallen MO DI MI DO FR 2. November 2009, 19:30, Hotel Merian, Café Spitz, Rheingasse 2 3. November 2009, 19:30, UniS, Schanzeneckstrasse 1, Hörsaal A 003 4. November 2009, 19:30, Volkshaus, Stauffacherstr. 60, Blauer Saal 5. November 2009, 19.30, Theater Casino, Artherstrasse 2, Kl. Saal. 6. November 2009, 19:00, Rest. Dufour, Bahnhofstr. 19 Zentralvorstand Klausur: 29./30.1. 2010 Sitzung: Sa. 13.2. 2010 im Freidenkerhaus Bern Eintritt frei – Kollekte zur Deckung der Kosten Wir leben in einer Zeit, in der immer mehr Menschen unsere Kirchen nur noch als Immobilien in bester Ortslage kennen. Die Religionen haben ihre vorherrschende Rolle verloren. Die Ergebnisse der modernen Naturwissenschaften stürzen sie in eine tiefe Plausibilitätskrise. Die Suche nach dem Sinn des Lebens ist mehr zu einer individuellen, auf die eigene Lebenszeit begrenzten Aufgabe geworden. Allerdings ist das Vertrauen in die Lebbarkeit des eigenen Daseins ohne religiösen Rückhalt nicht selbstverständlich. Jeder braucht einen Wärmeschutz gegen die Kälteeinbrüche der Welt! Als Folge des Sinnverlusts klammern sich viele Menschen an Ersatzgötter, um nicht ins Bodenlose zu stürzen, verwechseln Selbstsucht mit Selbstsuche, Lebenskult mit Lebenskultur. Da drängt sich die bange Frage existenzieller Art auf: Wie ist ein erfülltes, mit sich selbst versöhntes Leben möglich in einer Zeit, in der auf alle überschwänglichen Sinn- und Glücksversprechen verzichtet werden muss? Wie lässt sich damit leben, ein vergängliches Stück um sich selbst bekümmerte Natur in einer um uns Menschen unbekümmerten Welt zu sein? Dazu gesellen sich Fragen ethischer Art: «Wenn Gott nicht existiert, ist alles erlaubt», lautet ein berühmter Ausspruch. Doch werden im Namen Gottes bis heute die schlimmsten Verbrechen begangen, so dass genauso gut gesagt werden kann: «Wenn Gott existiert, ist alles erlaubt». Nur, ist Ethik ohne Religion tatsächlich möglich? Worauf lassen sich Werte, Normen und Gebote in einer säkularen Welt gründen, die ohne ein einheitliches Sinnzentrum auskommen muss? Basel Montag, 2. November 19:30 Vortrag siehe Inserat Jeden 1.,2., und 3. Freitag 19:00 Einführung ins freie Denken Rest. "Urbanstube", Petersgasse 2 Jeden letzten Freitag ab 19:00 Freie Zusammenkunft Rest. "Spillmann", Eisengasse 1 Bern Dienstag, 3. November 19:30 Vortrag siehe Inserat Montag, 9. November 15:00 Seniorentreff im Freidenkerhaus, Weissensteinstr. 49B Drogen, Psychopharmaka und Neurochips: die Manipulation des Hirns zur Behebung von Krankheit und zur Hebung der Lebensqualität ist in vollem Gange. Wie viel Neurodoping verträgt der Mensch? Wo verlaufen die ethischen Grenzen? Was sind die Massstäbe zur Beurteilung solcher Manipulationen? Sollte in einem liberalen Staat mit offener Gesellschaft nicht jeder mit seinem Gehirn machen können, was er möchte? «Hirndressur» Vortrag von Prof. Dr. Franz Josef Wetz Montag, 16. November 19:00 Abendtreff Rest. "National" Hirschengraben 24, Bern Schaffhausen Café CoopCity Jeden Samstag 10-11:00 Freidenkerstamm Mittwoch, 4. November 2009, 12:00-13:30, Grabenpromenade 3, Bern Kosten: Fr. 25.00, Anmeldung: 031 320 30 30, Kurs-Nr.: 102094 Veranstalterin: Volkshochschule Bern, www.vhsbe.ch St. Gallen Freitag, 6. November Vortrag siehe Inserat 19:00 Büchertisch Glaubensshopping leicht gemacht Der durch diverse ComedyProduktionen hervorgetretene Autor (Die Gerd-Show) hat mit Best of Gott einen Lifestyleguide vorgelegt, der den Leserinnen und Lesern hilft, ihre Erlebnisqualität im Bereich des Glaubens zu verbessern. Kernbachs Credo ist, nicht allzu fest an einem Glauben zu kleben: «Warum nicht als Buddhist aufstehen, als Christ frühstücken [kurzer Einschub des Rezensenten: daß der Autor ausgerechnet Manna zum Frühstück empfiehlt, ist leider eine der Verirrungen des Buches], Zeus ein kleines Brandopfer im Toaster bringen und zur Selbstmotivation laut Odin brüllen.» Für alle, die seinem Vorschlag, von Glauben zu Glauben zu hüpfen, folgen wollen, stellt er eine Vielzahl von Tipps & Tricks zusammen, die den Nutzen für die Glaubenshopper optimieren (Stichwort: Paradies & Co.) und gefährliche Grenzerlebnisse vermeiden helfen. Wer meint, sich auch ohne solch professionelle Hilfe unter den vielen Angeboten aus Himmel & Hölle, Wahn & Nirwana zurechtfinden zu können, soll einfach mal die Probe aufs Exempel machen: Dresscode wenn Sie ein Mantra verschenken? Wie wird die Weihnachtsgans «Alluha Akbar» tranchiert? Auf wieviele Tage lässt sich durch cleveres Religionshopping das Neujahrsfest ausdehnen? Hätten Sie’s gewusst? Michael Kernbach Best of Gott Glaubenshopping leicht gemacht Carlsen, 2009 154 Seiten Fr. 27.50 ISBN 3-551-68226-7 Es sagte... Zentralschweiz Donnerstag, 5. Nov. Vortrag siehe Inserat 19:30 Zürich Dienstag, 3. November 19:30 Podiumsdiskussion Tony Blair, der neue Prediger der Allianz der Religiösen «Wir (Christen, Juden und Moslems) sind Menschen mit einem Glauben,(...) wir müssen zeigen, dass der Glaube eine Kraft für die Zukunft hat. (...) Wir sehen uns einer aggressiven säkularen Attacke von Aussen und der Gefahr des Extremismus von Innen gegenüber – das ist eine Herausforderung für alle Gläubigen.» www.tonyblairoffice.org 7.10.2009 Josef Lang, NR Grüne Rosmarie Zapfl, aNR CVP Barbara Steinemann, KR ZH, SVP Markus Wäfler, aNR EDU Moderation: Andreas Kyriacou Präsident Zürcher Freidenker Minarettinitiative Kriegsmaterialinitiative Volkshaus Zürich Stauffacherstrasse 60 Mittwoch, 4. November 19:30 Vortrag siehe Inserat Montag, 9. November 14:30 Freie Zusammenkunft Restaurant "Schweighof". Schweighofstr. 232, 8045 Zürich TV- und Radio-Tipp Michael Schmidt-Salomon zu Gast bei 5. November, 20-21 Uhr DRS3 «Focus» Gespräch mit Moderator D. Dillier 12. November, 22.20 Uhr SF1 «Aeschbacher's Late Night-Talk» Freidenker-Vereinigung der Schweiz FVS Mitglied der Internationalen Humanistischen und Ethischen Union (IHEU) www.frei-denken.ch Kontakte für weltliche Feiern Basel: Freidenker Nordwestschweiz 061 321 31 48 Basel: Freidenker-Union 061 601 03 43 oder 061 601 03 23 Bern / Freiburg / Wallis 079 449 54 45 oder 079 795 15 92 Grenchen und Umgebung 076 539 93 01 oder 032 645 38 54 Mittelland 062 926 16 33 St. Gallen / Ostschweiz 052 337 22 66 Vaud / Jura / Neuchâtel / Valais 026 660 46 78 ou 022 361 94 00 Winterthur / Schaffhausen 052 337 22 66 Zentralschweiz 041 855 10 59 Zürich 079 668 49 71 Sollte unter der regionalen Nummer niemand zu erreichen sein, wenden Sie sich bitte an die FVS-Geschäftsstelle: 031 371 65 67 oder an 052 337 22 66 Basel / Nordwestschweiz Freidenker Nordwestschweiz Postfach 260 4010 Basel basel-nws@frei-denken.ch Präsident: H. Mohler 061 261 36 19 Mitgliederdienst: B. Bisig 061 321 31 48 Vaud incl. JU / NE / VS Ass. vaudoise de la Libre Pensée CP 5264 1002 Lausanne vaud@frei-denken.ch Président: Secrétariat: J. P. Ravay 022 361 94 00 026 660 46 78 Freidenker-Union Basel Postfach 4471 4002 Basel basel-union@frei-denken.ch Präsident: G. Rudolf 061 601 03 43 Mitgliederdienst: 061 601 03 23 Winterthur Freidenker Winterthur Postfach 1806 8401 Winterthur winterthur@frei-denken.ch Präsident: K. Schmid 052 337 06 27 Bern inkl. FR / VS FreidenkerInnen Region Bern Postfach 831 3550 Langnau regionbern@frei-denken.ch Präsident: D. Aellig 079 449 54 45 Zentralschweiz Freidenker Zentralschweiz Zugerstr. 35 6415 Arth zentralschweiz@frei-denken.ch Präsidentin: G. Annen 041 855 10 59 Genève Libre Pensée de Genève 27 ch. des quoattes 1285 Avusy genève@frei-denken.ch Président: J. P. Bouquet 022 756 40 49 Zürich Freidenker Zürich Postfach 3353 8021 Zürich zuerich@frei-denken.ch Präsident A. Kyriacou 044 253 18 96 Mitgliederdienst: M. Dobler 044 341 38 57 A. 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