frei denken. 01/2009

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(file: @@fd200901.pdf@@) 94. Jahrgang I Nr. 1 I Januar 2009

Die Brasilianische Philosophin Susana de Castro schreibt in der amerikanischen Zeitschrift free inquiry 1, dass traditionell sowohl Philosophie und Religion von fundamentalen moralischen Werten ausgehen, Werten, die überall gelten sollen, weil sie Ausdruck der Vervollkommnung des Menschen seien. Folge man den Philosophen, dann ergebe sich das moralische Urteil aus der praktischen Vernunft. Folge man den christlichen Theologen, müsse Frömmigkeit, Unterwürfigkeit, Mässigung etc. praktiziert werden um ein guter Mensch zu sein. Beide Seiten gehen laut de Castro von abstrakten Konzepten der Moral aus und kommen deshalb auch immer nur zu einem akzeptablen Ergebnis: man soll nicht seinen Instinkten folgen oder seinen privaten Wünschen, sondern

Zeitgemässe Ethik Prof. Dr. Susana de Castro

der Pflicht, die anderen zu respektieren und beschützen. Schaut man sich aber in unserer Gesellschaft um, so sieht man keineswegs Anzeichen, dass das Wohl der anderen so hoch im Kurs ist, im Gegenteil: die Helden der Filmindustrie etwa sind keine Altruisten sondern verfolgen in erster Linie ihre persönlichen Wünsche und Ziele. Stimmt also was nicht mit unserer Gesellschaft? Sind wir unmoralisch, weil wir unser eigenes Wohlergehen vornan stellen? Susana de Castro verweist auf den amerikanischen Philosophen Richard Rorty2, und dessen Forderung, jede Zeit müsse ihr eigenes Kernvokabular entwickeln zur Beschreibung und Bewertung der Gesellschaft und der Humanität. Seit Hegel müsse auch die Philosophie im Horizont der Ereignisse gesehen und dürfe ihr kein Standpunkt ausserhalb der Geschichte zugewiesen werden. Philosophie müsse in Berührung mit der Alltagskultur sein und eine Sprache entwickeln, die sich mit dem Fluss der Kultur mitbewege und sich anpasse. De Castro konstatiert ein Versagen der heutigen Philosophie: sie habe es bisher verpasst, eine zeitgemässe Sprache und Ethik zu entwickeln. Darwins evolutionäre Biologie habe aufgezeigt, dass wir Menschen keine besonderen

Lebewesen sind, die irgendwie über den anderen stehen, nur weil wir denken können. Seit Freud wüssten wir auch, dass das Individuum keine volle Kontrolle über seinen Geist hat, weil Unbewusstes uns mitbestimmt. Trotzdem, durch Selbstreflexion und Erinnerung haben wir Menschen die Möglichkeit unseren Charakter zu entwickeln. Die positive Botschaft von Darwin, Freud und Rorty: wir sind nicht gezwungen uns in einer bestimmten Weise zu verhalten, wir sind nicht gekettet an unser Leiden und unsere Biografie, wir können uns davon befreien und auch von dem, was andere von uns denken. Diese Freiheiten haben entscheidende Folgen für unsere Wahrnehmung von Moral und Wahrheit: Wir können eine neue, demokratische Persönlichkeit entwickeln und werden nie mehr behaupten, wir hätten die einzig richtige Lösung für ein Problem. Diese Persönlichkeit, die Rorty «Ironist» nennt, ist sich bewusst, dass niemand das Recht hat, eine bestimmte Meinung als «Wahrheit» zu bezeichnen. Die Moralphilosophie orientiere sich, so de Castro, an alten Konzepten und habe wenig Bezug zu den Bedürfnissen unserer Zeit. Für diese Philosophie sei die öffentliche und die private Sphäre dasselbe, also auch die Suche der nach persönlichem Glück das gleiche wie die Suche nach Wahrheit und Gott. Daraus werde dann gefolgert, dass persönliche Wünsche sich der Rolle in der Gesellschaft

unterzuordnen haben. In solchen Gesellschaften wisse der Staat, was für das Individuum gut ist – wenig verschieden also etwa von muslimischen Gesellschaften, wo eine Religion das Leben der Menschen bestimmt. In einer wirklich säkularen Gesellschaft sollten die Individuen das Recht haben, ihr persönliches Glück möglichst unabhängig von öffentlichen Interessen zu verfolgen. Diese Unterscheidung von privater und öffentlicher Sphäre sei in liberalen Gesellschaften üblich und bedeute nicht, dass liberale Individuen sich absolut egoistisch verhalten. Gemäss Rorty können wir die Sphären mit unterschiedlichem Vokabular beschreiben: Eine liberale demokratische Gesellschaft ist pluralistisch und flexibel. Pluralistisch weil sie Respekt für verschiedene Lebensgewohnheiten und Kulturen propagiert und flexibel, weil sie von einem ständigen kulturellen Wandel ausgeht. Seit Ghandi und Martin Luther King wissen wir auch, dass es ein Recht auf zivilen Ungehorsam gibt, wenn Menschen spüren, dass der Staat sie nicht schützt. Demokratische Gesetze sind deshalb auch nicht unabänderlich, sondern können verändert werden, wenn sie Individuen oder Gruppen von Menschen verletzen. Das Vokabular für die private Sphäre findet seine Anwendung nur zwischen Individuen. Hier verlassen wir die Sphäre der Politik und betreten die Sphäre > Seite 3

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Lettera a un parocco Plinio Martini

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Säkularer Staat und religiöse Werte. > Seite 4-5

«Darwinjahr: Die Evolutionstheorie ist die beste wissenschaftliche Theorie unserer Zeit.» Martina Meier, Biologin

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Geschichten vom Ursprung des Lebens: Eine Zeitreise auf Darwins Spuren. Richard Dawkins, Evolutionsbiologe

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«Pittura filosofica: Meine Bilder sind gemalte philosophische Inspirationen.» Roset, Künstler

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libero pensiero. 1/2009

Lettera a un parroco Per Don Mino Grampa parroco Moghegno Durante i funerali di nostro padre, Lei, che non l'ha conosciuto, ne ha inventato un ritratto apologetico: un elogio dozzinale dove anche il nome di Adeodato, non so se per ignoranza del latino o per l'abitudine di far dire al latino della Vulgata ciò che Gesù non ha detto mai, ha assunto un diverso significato etimologico: «dato a Dio». Dove il bel mestiere che nostro padre fece per circa sessant'anni, sfornando il pane più onesto del mondo, è stato così maldestramente esaltato, da mettere in imbarazzo gli altri presenti alla funzione, figli magari di lavoratori costretti a più banali attività, come pulir cessi e vecchi d'ospizio, tagliar pietre, portar casse di birra o da morto. L'impostazione del panegirico, sgradito ai miei fratelli e a me, che siamo abituati da un'austerità ancestrale a meno enfatiche meditazioni, era poi un'elementare scimmiottatura dei retori della Controriforma: promozione iniziale degli affetti, delle facili commozioni che possono nascere davanti a una bara, in preparazione dell'abile stoccata finale, quella che lascia senza fiato. La stangata era per me: il «qualcuno» della famiglia che ora, finalmente!, ha un valido assistente in cielo per aiutarlo a ritornare all'ovile, a credere ancora, come Lei ha detto, che la vita non finisce qui, e quindi a ricorrere ancora, come una volta, con onestissima e minchiona e tante volte delusa fiducia, alla bontà dei preti, alla loro assistenza, ai loro consigli paterni: visto che della paura della morte i preti hanno fatto un'industria di potere. Se le banche e i negozi in certe occasioni sentono il dovere di «chiudere per lutto», ci si potrebbe almeno aspettare che anche i preti, davanti a una bara, rinuncino alle ambizioni oratorie, alla smania del fervorino propagandistico, nonché ai gigioneschi compiacimenti canori, per far posto al silenzio: che sarebbe il modo migliore di rispettare il defunto, e ancor più i vivi che lo accompagnano addolorati all'ultima dimora. Non ha mai dovuto affrontare, Lei, quel distacco come il figlio fratello o amico, da non conoscere quali lunghi pensieri e malinconici affetti visitano la mente di un uomo che cammina in fila tra i parenti, e si siede in una panca in chiesa, aspettando la fine dell'interminabile e inutile cerimonia, infastidito dalle grida sgraziate dei chierici e dei fedeli? E poi è venuto, per me, il non richiesto sermone, e, alla fine di quello, un'immeritata e canagliesca offesa. Perché in mezzo a quella buona gente cattolica, e con le calcolate premesse e le lodi smancerose al genitore, la Sua era una vera offesa per il figlio degenere, il figlio che ha perduto la fede ed è uscito dall'ovile: la qual cosa, per i buoni montanari dalla fede granitica tra i quali vivo, è una colpa. Non mi dica che Lei non ha fatto nomi. Era esattamente come se avesse pronunciato il mio, e tutto il paese, presente alla funzione, quel nome l'ha pensato: in questo momento ne parlano nelle cucine e nelle osterie di Cavergno. Se era questo che Lei voleva, sempre con la lodevole intenzione sacerdotale di convertire al bene, di separare dal buon gregge ignorante e credulone la pietra di scandalo, il satanico marxista, Lei ci è riuscito. Ora: che ne sa Lei del tormento di un uomo, il quale non era grosso e coticato come Lei da poter vantare una fede senza dubbi – sono parole Sue e capisco: «Il dubbio, l'inerzia ci offende» –, e che sprecato gli anni migliori, quelli più produttivi, sui testi della Bibbia, sui manuali del Bartmann, sui vecchi libri di tutti i maggiori padri della Chiesa, da San Clemente Romano agli ultimi e poco sicuri teologhi, alla ricerca della Verità, per l'angoscioso bisogno di rispondere alle contraddizioni che il medioevale castello della teologia scolastica suscita nella mente di un non distratto lettore moderno? E che ne sa del dolore di un figlio, che era anche padre e cittadino, e che a un certo momento, dopo esitazioni e rinvii, e finale pellegrinaggio a Lourdes per ritrovare la fede, ha dovuto fare una scelta che lo metteva contro la sua gente e i suoi famigliari, per onesta coerenza, e anche perché amava più i poveri che il potere di far loro la carità: scelta che nel contempo gli chiudeva qualsiasi possibilità di carriera? E, anche se Lei sapesse esattamente ciò che io credo e non credo, chi Le dà il diritto di giudicare, e sopratutto di segnalarmi in quel modo perfido e vilipendioso davanti alla mia gente, in mezzo alla quale io voglio poter continuare a vivere; gente che io posso ancora amare anche se voi, preti, l'avete abituata ad accettare acriticamente la vostra parola come se fosse quella autentica di Dio? E come mai un uomo di cultura quale Lei dovrebbe essere, visto che ha insegnato in liceo, poteva permettersi di trattare così, dall'alto al basso, l'autore di «Il fondo del sacco», libro che è almeno una testimonianza di amore e di stima per la fatica e le sofferenze di quel popolo che le stava davanti? Dove io ho anche regalato a mio padre il più affettuoso e rispettoso ritratto che un padre possa sperare da suo figlio? Questo, semmai, Lei poteva ricordare dal pulpito! Lei non ha sbagliato soltanto come cristiano e come sacerdote cattolico. Lei ha sba-

gliato come uomo, dimostrando, Lei che educa, che predica, che si ascolta parlare alla televisione, di essere un maleducato di prima forza. E fascista anche, se è vero che il fascismo è prima di tutto mancanza di rispetto per le opinioni altrui, e tentazione di imporre agli altri, con la violenza, la propria dottrina. O che non è violenza il fatto di parlare dal pulpito, con l'autorità di chi non può sbagliare (così, nei nostri paesi, sono ancora guardati i preti dalla maggior parte della gente, giovani esclusi), e senza concedere all'accusato di turno il diritto di una difesa? Non voglio rettifiche e riparazioni: me ne frego. Mi basta che non venga a saperlo mia madre, così dolorosamente provata, in tre mesi, dalla morte di un figlio e dello sposo che amava; la quale per fortuna non era presente: ma Lei, buon pastore di anime, questo particolare non lo sapeva! Lei ha rotto le uova: si mangi la frittata che ne viene. Plinio Martini Copia al vescovo, e, visto che l'offesa è stata pubblica, a tutti quelli cui mi sembrerà opportuno mandarla, e magari anche alla stampa.

Riprendiamo questa lettera di Plinio Martini indirizzata nel 1976 a don Mino Grampa, allora parroco di Moghegno, e pubblicata – per la prima volta – sul numero di settembre 2008 di Voce libertaria, periodico anarchico ticinese (casella postale 122, 6987 Caslano). Riteniamo interessante riproporla anche sul «libero pensiero.» per almeno due motivi. Per lo scritto stesso, nel quale le riflessioni, i sentimenti, le emozioni ci mostrano un Martini tormentato ma pieno di amore e di rispetto per la sua gente. L'altro che ci mostrano un prete che, approfittando di una situazione di forza, addita alla pubblica riprovazione la pecorella smarrita. Un agire privo di anelito verso il «suo» gregge, in cui si percepisce la protervia dell'uomo di potere, saldo nella sua certezza di essere nel giusto e che dunque si arroga il diritto di giudicare gli altri, senza tentennamenti. Un agire che il signor Grampa non ha smentito dopo essere divenuto vescovo (si mormora – Vox populi, vox Dei? – che sia più per demerito degli altri che per merito proprio), sia quando voleva insegnare al potere politico come si deve comportare nei confronti della chiesa che lui rappresenta, sia quando ha rimproverato al potere giudiziario ticinese di non aver concordato le modalità su come smascherare un prete pedofilo (inviato poi, quest'ultimo, in una parrocchia oltre confine senza alcuna segnalazione sui misfatti commessi), sia quando pretende di recarsi in ogni ordine di scuola pubblica, perfino nella scuola materna, finora giustamente esclusa dalle prediche interessate dei pastori in questua di agnellini. Uno scritto insomma che mette in guardia sul proverbiale lupo che perde il pelo ma non il vizio. 

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Zeitgemässe Ethik Fortsetzung von Seite 1

«Säkularer Staat und religiöse Werte» Eine gemeinsame Tagung der Humanistischen Union und der Petra Kelly-Stiftung hat Ende November in München das Thema «Säkularer Staat und religiöse Werte» diskutiert. Wertkonservative Kreise, vor allem die Kirchen, verfechten Thesen, die einer Zementierung historisch bedingter Privilegien der beiden christlichen Kirchen und dem Monopolanspruch auf gesellschaftliche Werte dienen, z.B.: Die abendländische Gesellschaft fusst allein auf christlichen Grundwerten – Ohne Religion kann es keinen Wertekonsens geben – Ein weltanschaulich neutraler Staat darf selbst keinen Werteunterricht erteilen. Eine andere These hat ähnlich grosse Verbreitung gefunden: «Der freiheitliche, säkularisierte Staat lebt von Voraussetzungen, die er selbst nicht garantieren kann.» Sie stammt vom ehemaligen Verfassungsrechtler Böckenförde. Diese als «Böckenförde-Diktum» bekannte Behauptung dient heute zur Begründung von Partnerschaften zwischen Staat und Kirchen, sei es bei der Erziehung, bei der Gesetzgebung und nicht zuletzt bei der Alimentierung der Religionsgesellschaften. Während der Tagung wurden diese Thesen aus humanistischer und verfassungsrechtlicher Sicht kritisch überprüft. Dr. Michael Schmidt-Salomon referierte zum Thema «Leitkultur Humanismus und Aufklärung – Wie christlich sind unsere Werte?». Er wies darauf hin, dass das Reden von den «christlichen Werten» eine Mogelpackung ist und, dass der Vatikan bis heute als einziger europäischer Staat die «Europäische Menschenrechtskonvention» nicht ratifiziert hat. Zudem zeigte er auf, wie die Menschenrechte gegen den Widerstand der Kirchen erkämpft und zur Grundlage des modernen Rechtsstaates wurden. Angesichts der Bildung von Parallelgesellschaften müssten heute religiöse Praktiken vom Staat begrenzt werden, sobald sie Prinzipien des Rechtsstaates zuwiderlaufen. Diese Massnahmen reichten aber nicht, nötig sei es, in Bildung, in den Werteunterricht zu investieren, gemeinsame Regeln des Zusammenlebens auf solider philosophischer und wissenschaftlicher Grundlage an Kinder zu vermitteln. Denn wenn jedes Kind eine andere weltanschauliche Bildung erführe, je nachdem, in welche Religion es zufällig hineingeboren worden sei, sei das Resultat «nicht weltanschauliche Vielfalt, sondern potenzierte Einfalt». Prof. Dr. Hartmut Kress, Universität Bonn, referierte zu «Werte, Religion und Toleranz im säkularen Staat» und formulierte kritische Anmerkungen zum BöckenfördeDiktum, das fälschlicherweise von einer homogenen (katholischen) Gesellschaft ausgehe und auf inhaltliche (katholische und reformierte) Positionen der Kirchen zurückgreife, an die sich nicht einmal die Gläubigen selbst halten, geschweige denn der säkulare Staat gebunden werden könne. Zudem hinke das katholische Kirchenrecht – mangels wirklicher Religionsfreiheit – hinter den staatlich garantierten Religionsfreiheit und den Persönlichkeitsrechten her. > Seite 5 Aus- und Weiterbildung

von Literatur und Psychoanalyse, in der ironischer Relativismus wichtig ist für die Ethik. Das Individuum ist pluralistisch und flexibel, darüber hinaus aber auch ironistisch.

Fix – flexibel – flüssig Der in Kolumbien lehrende Psychologe Walter Riso3 nennt ihn den «flexiblen Geist», eine wichtige geistige Fähigkeit für eine zeitgemässe Ethik. Klar zu unterscheiden ist dieser «ironistische Relativismus» vom «skeptischen Relativismus». Skeptische Relativisten gehen davon aus, dass wir eigentlich nichts wirklich wissen können, deshalb wird jede Meinung als gleichwertig behandelt. Unter radikalem Skeptizismus wird die Möglichkeit zwischen zwei verschiedenen Positionen zu wählen gar zerstört, was zur Passivität, Einförmigkeit und Faulheit führt. Typisch ist der Gedanke: «Warum sollte ich irgendetwas tun, wenn es keinen Unterschied macht ob ich handle oder nicht?». Riso nennt das den «flüssigen Geist», der keine bestimmte Position mehr einnimmt, sondern mit jeder Meinung mitfliesst, dem populären Konsens unkritisch folgt und leicht manipulierbar durch extreme Positionen ist. Auf der anderen Seite des Spektrums stehen die fixierten Menschen, extrem fundamentalistische Personen, die eine dogmatische Haltung haben und sich mit keiner anderen Meinung auseinandersetzen. Dazwischen liegt die flexible, ironistische Haltung. Ironisten haben kein Bedürfnis, anderen ihre Ansichten aufzudrängen. Sie haben eine klare Haltung, gegründet auf eigene Reflexion, aber auch Offenheit für andere Sichten sowie die Fähigkeit, die eigene Position zu ändern, wenn bessere Argumente für eine andere sprechen. Ironisten nehmen sich selber weniger ernst als Dogmatiker. Sie können über sich selber lachen und fühlen sich nicht erniedrigt, wenn jemand ein besseres Argument hat. Die Meinung zu ändern ist für Ironistinnen keine Bedrohung, sie empfinden eine neue Ansicht als Bereicherung.

Die Philosophie habe heute die Aufgabe, so de Castro, die neuen Begriffe des ironischen Relativismus herauszuarbeiten und damit auf die Realisierung dieses Ideals einer liberalen Massendemokratie hinzuwirken.  rc 1 free inquiry Oct./Nov. 2008: «Contemporary Ethics an Liberal Democracy» 2 Richard Rorty : Contigency, Irony and Solidarity, Cambridge 1989 3 Walter Riso: El Poder del Pensamiento Reflexible, Bogotá, Columbia.

Weltliche Rituale Samstag, 17. Januar 2009 10-16 Uhr in Olten

Ethisches Ideal: flexibler Geist Dieser flexible, ironische Geist wäre das ethische Ideal in einer liberalen Gesellschaft. In der Praxis existierten in unserer Gesellschaft allerlei Vorurteile: Rassismus, Sexismus, Diskriminierung von sozial Schwächeren etc. Trotzdem seien aber die Menschen auch heute schon fähig, ihr Mitgefühl und ihre Solidarität zu erweitern – Literatur und Kulturbeschreibung sind dabei hilfreich.

Pragmatismus Philosophische Richtung, für die der praktische Nutzen von Erkenntnis zählt. Wahrheit ist nichts anderes als Nützlichkeit für das Leben. Einen anderen Massstab gibt es nicht. Der Pragmatismus ist besonders im angelsächsischen Raum eine der einflussreichsten philosophischen Strömungen. Literaturhinweise > Seite 6

Den Übergängen in der persönlichen Biografie haben Menschen immer besondere Aufmerksamkeit geschenkt. Der Kurs richtet sich in erster Linie an Menschen, die als Ritualbegleiter/in andere Menschen dabei unterstützen möchten, aber auch an persönlich Interessierte. Die Sektionen werden aufgefordert, geeignete Mitglieder auf das Angebot aufmerksam zu machen und die Kosten zu übernehmen. Kursleitung: Reta Caspar FVS-Ritualbegleiterin seit 2001

Detaillierte Kursausschreibung, Anmeldung und Auskünfte: info@frei-denken.ch Reta Caspar: 021 960 30 71 www.frei-denken.ch Anmeldeschluss 3. Januar 2009

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frei denken. 1/2009

2009: Darwinjahr Martina Meier, Biologin, Bern Im Jahr 2009 kann der 150. Geburtstag des Erscheinens von «On the origins of species» gefeiert werden. Charles Darwin publizierte am 24. November 1859 die erste Ausgabe seines epochemachenden Buches. Bereits im Januar 1860 folgte die zweite und im Juli 1869 die fünfte Ausgabe von «Die Entstehung der Arten». In Cambridge, wo Darwin seine Studien begann, wird im Sommer 2009 ein grosser Anlass zu 1 seiner Würdigung stattfinden. Heute spricht alle Welt von Darwin und vom Darwinismus. Das Ganze hat bloss einen Schönheitsfehler: Sehr viele Kommentator/innen irren sich in der Einschätzung Darwins. Dieser Artikel möchte aufzeigen, wo die gängigsten Irrtümer liegen und weshalb es nicht nur wissenschaftlich, sondern auch politisch wichtig ist, Darwin und die Evolutionstheorie korrekt zu verstehen. Ideologie angeschaut wird. Dies ist eindeutig falsch. Der Sozialdarwinismus als Strömung ist älter als Darwins Theorie. Unter Sozialdarwinismus versteht man die Ideologie, dass die Natur selbst geeignete Mechanismen bereithalte, um in der Gesellschaft Ordnung zu schaffen. Sozialdarwinisten glauben, es sei richtig, dass jeweils der «Stärkste» (Rücksichtsloseste, Brutalste oder Gerissenste) die Oberhand gewinne und die «Schwachen» von allen Ressourcen und sozialen Vorteilen verdränge. Dieses «Gesetz des Dschungels» wird als Naturgesetz hingestellt (was es in keiner Weise ist) und so gerechtfertigt… Nur: Menschenverachtende Ideologien, welche die Schwächen des Wirtschaftsund Sozialsystems als «natürlich» apostrophieren, gibt es in den westlichen Patriarchaten schon lange; sie existierten bereits vor Darwins Publikationen! Entscheidend ist vermutlich, dass Darwin in einer Epoche lebte, in der sich reaktionäre Ideologien als Abwehr gegen die überhandnehmenden sozialen und gesellschaftlichen Probleme häuften. Der Ökonom und Philosoph Thomas Malthus zum Beispiel machte sich Sorgen um die Produktivität in der Landwirtschaft; statt sich jedoch mit dem Bodenbesitz und der technischen Verbesserung der Lebensmittelproduktion zu befassen, postulierte Malthus ab 1798, dass die «Bevölkerungszunahme» das grundsätzliche Problem der fortschrittlichen Gesellschaften sei. Die Nahrungsmittelerzeugung könne nur linear gesteigert werden, die Bevölkerung wachse jedoch geometrisch... Dies müsse, so der Pessimist Malthus, zu Wirtschaftskatastrophen führen. Seine Lehre wurde und wird von reaktionären Politiker/innen bis heute gebraucht, um Massnahmen gegen verarmte Bevölkerungsgruppen durchzusetzen. Darwin schrieb in seiner Autobiografie, er habe sich durch die Lektüre von Malthus’ Schriften ab 1838 beeinflussen lassen. Forschungen in Darwins Aufzeichnungen zeigen jedoch, dass Darwin den Einfluss Malthus’ selbst überschätzte: In seinen Notizen findet sich bereits vor der Malthus-Lektüre alles Entscheidende für 2 seine spätere Selektionstheorie. Doch selbst wenn es so gewesen wäre, dass Darwin bei Malthus die Idee von der Verknappung der Nahrung für eine wachsende Bevölkerung übernommen hätte, wäre die Wahrnehmung, die Lehre Darwins sei letztlich «sozialdarwinistisch», völlig falsch. Darwins wissenschaftliches Werk besteht ja gerade darin, dass nicht ideologisch vorgefasste Meinungen (wie

Britischer Naturforscher und Mitbegründer der nach ihm benannten «Evolutionstheorie».

Charles Darwin (1809-1882)

bei den damals herrschenden Theologen), sondern echte, überprüfbare Hypothesen formuliert worden sind. Dazu kommt, dass sich Darwins Hypothesen auf die Veränderlichkeit der Arten bezogen und keineswegs auf Veränderungen in menschlichen Gesellschaften! Dass der damals lebende Philosoph Spencer ab 1860 die Evolutionstheorie Darwins (und anderer Biologen) nutzte, um eine neue Soziallehre zu begründen, ist nicht die Schuld Darwins. Es lag offenbar im Zeitgeist, in allen möglichen Gebieten «Evolutionen» zu vermuten: Die menschlichen Gesellschaften, das menschliche Bewusstsein, alles Mögliche sollte sich nach Spencers Vorstellung nach bestimmten Gesetzmässigkeiten (fort)entwickeln. Es ist bekannt, dass der Ausdruck «the survival of the fittest» auf Spencer zurückgeht und nicht auf Darwin. Der Punkt ist aber nicht, wer diesen Ausdruck prägte. Der Punkt ist, dass Darwin (sowie Wallace und andere Biologen) eine wissenschaftliche Theorie zur Entstehung der natürlichen Vielfalt der Organismen entwickelten, in denen auch bewusst gesetzte Metaphern Verwendung fanden, wo hingegen sämtliche Philosophen dieser Zeit keine Naturwissenschaft betrieben, sondern bestenfalls etwas zur Ideologiegeschichte beitrugen und z.T. Schaden anrichteten mit einem asozialen und rassistischen Menschenbild. Wenn ein liberaler Philosoph wie Spencer von Menschen sagt, nur der Fitteste überlebe, dann hat dies eine andere Bedeutung, als wenn Darwin postuliert, derjenige Organismus, der seiner natürlichen Umwelt am besten angepasst sei, überlebe mit grösserer Wahrscheinlichkeit als ein Organismus, der zum Beispiel die für diese Umgebung falsche Tarnfarbe besitze. Leider wird bis heute Missbrauch getrieben mit der Evolutionstheorie. Sie bezieht sich definitionsgemäss auf biologische Prozesse, nicht auf gesellschaftliche Phänomene.

Darwinismus ist nicht Sozialdarwinismus Wann immer ich mit Geisteswissenschaftler/innen, mit kritischen Zeitgenossen oder mit Menschen, die zum ersten Mal von Darwin hören, spreche, stellt sich nach kurzer Zeit heraus, dass Darwin als (Mit)verursacher sozialdarwinistischer

Darwin begann sich ab 1837 Gedanken zum Ursprung der Arten zu machen. In sein Notizbuch zeichnet er das erste Baumdiagramm. (Notebook B, 1837)

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Evolutionstheorie – eine der besten wissenschaftlichen Theorien unserer Zeit Weit verbreitet ist der Irrtum, bei der Evolutionstheorie handle es sich um Spekulation bzw. um ein wissenschaftlich nicht überprüfbares Hirngespinst. Das Gegenteil ist der Fall: Alle neuen Forschungsergebnisse der Biologie konnten in die Evolutionstheorie integriert werden. Immer dann, wenn etwas dem Ansatz Darwins zu widersprechen schien, konnte man die Theorie erweitern und anpassen. Heute spricht man, jedenfalls in deutschsprachigen Ländern, auch nicht mehr von «Darwinismus», sondern von der «Synthetischen Theorie der Evolution» oder einfach von der «Evolutionstheorie». Dies ist korrekt, weil nach Darwin noch viele andere Forscher/innen zur heutigen, umfassenden Theorie beigetragen haben. Der Ausdruck Evolutionstheorie ist auch insofern besser, als mit der Endsilbe «…ismus» üblicherweise keine wissenschaftliche Theorie, sondern eine Ideologie bezeichnet wird. Es ist allen, die wissenschaftlich arbeiten, vollständig klar, dass es sich bei der Evolutionstheorie stets um seriöse Wissenschaft handelte, auch wenn einzelne Forscher/innen manchmal zu weit gingen und die Theorie überstrapazierten. In den letzten Jahren hat die Rezeption von Naturwissenschaft in der Gesellschaft sehr gelitten. Für mich ist nachvollziehbar, dass das Image der Naturwissenschaftler/ innen angekratzt ist, weil die Durchsetzung der Anwendung bestimmter Technologien gegen den Willen der Betroffenen erfolgte (Atomkraft) oder bestimmte Firmen mit Hilfe neuer Erkenntnisse eine Fehlentwicklung einleiteten, die heute schmerzlich spürbar wird (z.B. Anbau von Gentechpflanzen). Das, was viele wissenschaftskritische Leute jedoch nicht wollten, ist nun leider eingetreten: Es hat eine Erosion des Vertrauens in Wissenschaft an sich stattgefunden. Und noch schlimmer: Es ist den meisten Leuten nicht mehr klar, was Wissenschaft von Nicht-Wissenschaft unterscheidet. Eine oft gehörte Meinung ist die, alles sei letztlich eine Glaubensfrage oder eine Frage der persönlichen Meinung. Dass es bei wissenschaftlichen Untersuchungen gerade darum geht, persönliche Meinungen hintanzustellen, ist offenbar in den Köpfen nicht mehr präsent. Ganz unabhängig davon, wie gut das den einzelnen Vertreter/innen von Wissenschaft in den verschie-

denen Epochen gelungen ist (zu diesem Thema könnte man Bücher schreiben!), das Festhalten daran, dass es einen Unterschied macht, ob ich an eine Frage wissenschaftlich herangehe oder nicht, ist zentral. Es darf in einer aufgeklärten Gesellschaft nicht passieren, dass Leute kreationistische Ideen als gleichwertig mit einem wissenschaftlichen Ansatz verkaufen können und niemand etwas 3 dabei findet.

Säkularer Staat

Fortsetzung von Seite 3

Als dritter Referent sprach Werner Fuss von Fachverband Ethik, München, über «Bekenntnisneutrale Wertevermittlung an Schulen». FVS-Copräsident Stefan Mauerhofer hat an der Tagung teilgenommen. Sein Fazit: «Das Publikum war von der katholischen Theologin bis zum überzeugten Atheisten gemischt. Ich konnte erste Kontakte mit Humanisten aus dem süddeutschen Raum knüpfen. Dabei stellte sich auch die Frage einer grenzüberschreitenden Zusammenarbeit. Es zeigte sich, dass unsere Webseite auch in Deutschland gelesen und gelobt wird. Die guten und ausgewogenen Artikel von unserer Redaktorin wurden speziell erwähnt. Es fiel mir auf, dass das Gesprächsklima in Deutschland generell ein bisschen härter ist als bei uns. Dennoch kann ich eine positive Bilanz von dieser Tagung ziehen. Vielleicht ergibt sich bald wieder eine Gelegenheit die Beziehungen zu unseren nördlichen Nachbarn zu vertiefen.» rc

Was ist eine wissenschaftlichen Theorie? Eine Theorie kann erst gebildet werden, wenn man verschiedene Hypothesen miteinander zu einem Ganzen verbindet. Das geschieht erst dann, wenn man die beteiligten Hypothesen mehrfach hat bestätigen können. Ein neues theoretisches Gebilde muss in der Lage sein, Phänomene besser als bisher erklären zu können. Eine Theorie ist also keineswegs bloss so eine Idee, wie dies oft im umgangssprachlichen Gebrauch des Wortes Theorie mitschwingt. Eine Theorie ist ein Gebilde, zu dem man erst kommt, wenn erhebliche Vorarbeit geleistet worden ist. In der Wissenschaftsgeschichte haben sich Theorien länger oder weniger lang halten können, es hat immer wieder neben guten Theorien auch schlechte gegeben. Eine Theorie kann dann als schlecht apostrophiert werden, wenn sie die Anforderungen an eine wissenschaftliche Theorie nicht erfüllt, z.B. wenn sie nicht falsifizierbar ist. Wissenschaftlich betrachtet ist die Evolutionstheorie eine der besten Theorien der Gegenwart, allen Versuchen zum Trotz, sie aus politischen Gründen schlecht zu reden.  1 2

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Diskreditierungsversuche

www.darwin2009.cam.ac.uk/festival

Schon in der RECLAM-Ausgabe von «Die Entstehung der Arten», erschienen 1963, steht im Nachwort, dass Malthus’ Einfluss überschätzt wurde. Vgl. auch www.darwinproject.ac.uk 3 Vgl. «NaturWert»-Debatte auf www.schule-undevolution.uwen.ch 4 Vgl. auch das Interview mit Prof. K. Nickelsen auf www.schule-und-evolution.uwen.ch und die Website der Abteilung Wissenschaftstheorie der Uni Bern www.philoscience.unibe.ch

Kreationistische Kreise haben ein Interesse daran, die Evolutionstheorie zu diskreditieren. Weshalb behaupten eigentlich so viele Leute, die Evolutionstheorie erkläre längst nicht alles und es müssten auch Alternativen diskutiert werden? Dies ist relativ einfach zu erklären: Wenn Sie den Film «An inconvenient truth» von Al Gore gesehen haben, wissen Sie schon, wie der Trick geht: Medienleute beginnen, anerkannte wissenschaftliche Aussagen als «umstritten» darzustellen. Beispiel: Obwohl es beim Thema Kohlendioxidausstoss und Klimawandel gar keine unterschiedlichen wissenschaftlichen Ansätze gab, behaupteten US-Republikaner bewusst, die Wissenschaft sei sich nicht einig…. Damit ist der Boden dafür, dass man Alternativmeinungen präsentieren kann, bereitet. Wie gesagt spielt es keine Rolle, ob etwas in der Wissenschaft tatsächlich umstritten ist oder nicht. Es geht nur darum, so zu tun, als ob. Dann nämlich kann man eine nicht wissenschaftliche Sicht als Alternative verkaufen und den Bürger/innen einreden, es sei undemokratisch, wenn bloss eine Sicht dargestellt werde. Analog gehen heute kreationistische Kreise vor: Man müsse doch verschiedene Erklärungsmöglichkeiten nebeneinander gelten lassen und unseren Kindern erklären, dass es nicht bloss eine Wahrheit gebe ...So wird die neue Unwissenheit der Leute bezüglich Unterschied zwischen Wissenschaft und Ideologie schamlos ausgenutzt. mm

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Säkulare Umschau Religiöse Werbung in der Schweiz Die bescheidene Plakatkampagne der FVS ist vor allem von reformierter Seite heftig kritisiert worden. Die Reformierten selber kleckern nicht: Vor ein paar Jahren hat eine 1 Mio. Franken teure – intern umstrittene – Plakatkampagne nicht den gewünschten Erfolg gebracht. In Basel werben sie jetzt im öffentlichen Verkehr: ein ganzes Jahr zirkuliert ein Kirchentram, das die rund 20'000 Ausgetretenen zum Wiedereintritt in die Kirche bewegen soll. Kostenpunkt: 175'000.-. Die Katholischen bieten bis am 6. Januar 2009 «Radio Gloria» an mit einem christlichen Weihnachtsprogramm. Verlost wird zudem ein Reisegutschein für eine Lourdes-Wallfahrt. Das Programm von Radio Gloria kann in den Kantonen Luzern, Zug, nördliches Urnerland und im Schwyzer Talkessel auf den UKWFrequenzen FM 92,9 MHz und 95,6 MHz empfangen werden. Ganzjährig sendet Radio Gloria auf Astra digital Satellit (19,2 Grad Ost) schweizweit im Kabelnetz und im Internet. Auch die Heilsarmee leistet sich teure Werbung: mit ihren TVSpots ist sie einen Monat lang auf SF1 und SF2 und auf einem welschen Kanal präsent. Ihre Topfkollekte beläuft sich in der Schweiz jedes Jahr auf ca. 1.5 Mio. Fr. – Tendenz aber offenbar abnehmend. Noch liegen Hunderttausend für Werbung drin.

Philosophie und Wissenschaft Richard Rorty: Hoffnung statt Erkenntnis Einführung in die pragmatische Philosophie Passagen Verlag,1993, ISBN-10: 3851650751

In seinem Vorlesungszyklus im Rahmen der IWM-Vorlesungen zur Modernen Philosophie. Rorty deutet Pragmatismus als philosophisches Bemühen, unsere moralischen Anschauungen mit der Weltsicht der Darwinschen Biologie zu versöhnen – ähnlich wie Kant dies mit dem Kopernikanischen Weltbild versuchte. Seine Neuinterpretation des Pragmatismus läuft darauf hinaus, uns von dem Anspruch zu verabschieden, die innere Natur der Wirklichkeit erfasst zu haben, und an seine Stelle die Hoffnung auf eine bessere Zukunft zu setzen. Michael Hampe: Erkenntnis und Praxis. Studien zum Pragmatismus Suhrkamp, 2006, ISBN-10: 3518293761

Muslime im Kanton Zürich

Eine Studie des Instituts für Politikwissenschaft der Uni Zürich ergab: der Anteil der Muslime an der Wohnbevölkerung hat sich von 5.3% (2000) auf 7.9% (2007) erhöht. Der Zuwachs hat sich in jüngster Zeit etwas abgeflacht. 80% sind jünger als 40 Jahre und 11% Schulabgänger ohne Berufsausbildung. Religionsausübung: Ein Drittel gibt an, ausserhalb der Moschee nie zu beten, 27.5 % beten täglich. Tages Anzeiger, 11.12.2008

Welche Relevanz hat Philosophie für das Leben? Mit seiner Forderung, dass jede begriffliche Unterscheidung auf eine Differenz im menschlichen Wahrnehmen und Handeln bezogen sein solle, hat der Pragmatismus wie kaum eine andere philosophische Strömung diese Frage ernst genommen. Als kritische Philosophie muss sich der Pragmatismus gleichwohl und gleichermassen von Terminologien der Wissenschaften und von Alltagsüberzeugungen distanzieren können. Die in diesem Band versammelten Abhandlungen, decken das ganze Spektrum pragmatistischen Denkens ab. Der Autor ist seit 2004 Professor an der ETH Zürich. Richard Dawkins: Geschichten vom Ursprung des Lebens Eine Zeitreise auf Darwins Spuren Ullstein, 2008, ISBN-10: 3550087489

Immigration und Identität in Deutschland

Einer Studie basierend auf Interviews mit mehr als 2000 in Deutschland lebenden Zuwanderern ergab: «Faktoren wie ethnische Zugehörigkeit, Religion und Zuwanderungsgeschichte beeinflussen zwar die Alltagskultur, sind aber auf Dauer nicht identitätsstiftend. Der Einfluss religiöser Traditionen wird oft überschätzt. Drei Viertel der Befragten zeigen eine starke Aversion gegenüber fundamentalistischen Einstellungen und Gruppierungen jeder Couleur. 84 Prozent sind der Meinung, Religion sei reine Privatsache. Insgesamt 56% der Befragten bezeichnen sich als Angehörige einer der grossen christlichen Konfessionen, 22% als Muslime. Nur in einem der acht Milieus spielt die Religion eine alltagsbestimmende Rolle – als Rahmen eines rural-traditionellen, von autoritärem Familismus geprägten Wertesystems. In dieser Lebenswelt, dem religiös verwurzelten Milieu, sind Muslime und entsprechend auch Menschen mit türkischem Migrationshintergrund deutlich überrepräsentiert. In allen anderen Milieus (93% der Grundgesamtheit) findet sich ein breites ethnisches und konfessionelles Spektrum.» www.sinus-sociovision.de

Eine erzählte Reise durch vier Milliarden Jahre Evolution: vom Homo sapiens bis zum geheimnisvollen Beginn des Lebens. Anhand des erlebten Schicksals vieler Arten entfaltet sich das gesamte Wunder der Entstehung unserer Welt. Das in den USA schon 2004 veröffentlichte opus magnum von Dawkins ist eine komplette Darstellung seiner evolutionsbiologischen Forschungen, die sich immer wieder auf Charles Darwin beziehen. Es ist das erste Buch dieser Art, das sowohl wissenschaftlich fundiert als auch sprachlich und erzählerisch ansprechend einen weiten Kreis von an Naturwissenschaft interessierten Menschen anspricht. «Dies ist das zur Zeit lesenswerteste Buch über die Evolution überhaupt.» --SÜDDEUTSCHE ZEITUNG/ 17.10.08

Trennung von Staat und Kirche in den USA 

Der neue amerikanische Präsident Barack Obama hat sich von seinem Mitkonkurrenten John McCain unter anderem deutlich darin unterschieden, welche Richter er für den höchsten Gerichtshof bevorzugen würde: Obama wird eher Richter wählen welche der Trennung von Staat und Kirche grosses Gewicht geben. Praktisch zeigt sich aber, dass selbst wenn Obama 8 Jahre im Amt bleiben sollte, sich das heute äusserst knappe Verhältnis von 5:4 unter den Richtern kaum verbessern wird, weil die Richter auf Lebenszeit gewählt und die 4 Gegner der Trennung noch lange im Amt bleiben werden. Die amerikanischen Humanisten weisen deshalb darauf hin, dass es wichtig ist, die nächsten 8 Jahre zu nutzen, den BürgerInnen die Bedeutung der Trennung von Staat und Kirchen klar zu Counsel for Secular Humanism, News Dec. 2008 machen.

Chris Buskes: Evolutionär denken. Darwins Einfluss auf unser Weltbild Primus Verlag, 2008, ISBN-10: 3896783831

Der niederländische Wissenschaftsphilosoph Buskes liefert in seinem Buch einen informativen und sachkundigen Überblick zur Wirkung der Evolutionstheorie auf unser Verständnis von Bewusstsein und Fortschritt, Kultur und Moral, Religion und Sprache. 2006 erhielt Buskes für dieses Buch den holländischen «Socrates Wisselbeker»-Preis für das anregendste philosophische Werk. NEU: Bücher kaufen zum Vorteil der FVS

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1/2009 frei denken.

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Kunst Pittura filosofica Dem Berner Freidenker und Maler Roset geht es um die Synthese. Er thematisiert Elemente und philosophische Zusammenhänge und gelangt damit zu einem neuen Ganzen. Seine Arbeit erinnert an Kandinskys Bestreben, die Leere des Betrügerischen in der Kunst zu entlarven und Werke mit innerem Leben, Echtheit und abstraktem Geist zu schaffen. Oder an den Kubismus, der die pulsierende, reiche Bewegung in Bildern festhält, um eine neue Disziplin zu bilden. Die Gemälde sollen wie in anderen Epochen von Konventionen und Traditionen befreien (aufklären). Roset ist überzeugt, dass Moderne und Postmoderne beendet sind. Er setzt je nach Aussage des Gemäldes sämtliche historisch entstandenen Stilmittel ein. Damit ermöglicht er auch den Brückenschlag von hergebrachten Kunstauffassungen zur neuen Anwendung der Malerei. Alle gezeigten Gemälde sind mit einer Bildlegende versehen. Die Bildlegende ist in Rosets Schaffen Bestandteil des Gemäldes. Sie ist Basis der Bilder und dient der Erläuterung, Anregung und Erkenntnisfindung. Der Text trägt dazu bei, das Thema des Gemäldes zu festigen und hervorzuheben. Roset will anregen, den Betrachter aufwecken, neugierig machen und noch lieber Diskussionen und gar Dispute auslösen. Insbesondere ist es ihm ein Anliegen, Schranken aufzubrechen. Mit der Verknüpfung von Bild und Text zu einem Ganzen macht Roset den Schritt in eine neue Richtung. Der Künstler ist in Bern nicht unbekannt, hat er doch immer wieder seine Werke in verschiedenen Galerien gezeigt, ebenso im Haus der Kunst in München. www.roset.ch Ausstellung: 9.-31. Januar 2009, jeweils Do bis Sa, 16:00-20:00. Plattform für Kunst & Medien, Neubrückstrasse 84, 3012 Bern

Agenda Zentralvorstand DV 2009 Sa. 14. Februar, 4. April 2009 im Freidenkerhaus Bern So. 17. Mai 2009 in Olten

Basel – NWS

Letzter Do. im Monat Donnerstag-Hock

15:00

Rest. "Park", Flughafenstr. 31

Basel – Union

Letzter Freitag im Monat 19:00 Freie Zusammenkunft Café "Spillmann", Eisengasse 1

Samstag, 10. Januar 15:00 Neujahrs-Apéro im Freidenkerhaus Weissensteinstr. 49B Keine Anmeldung nötig. Dienstag, 13. Januar Freidenker-Treff Restaurant "National"

Bern

19:00

Samstag, 17. Januar 16:00 Pittura filosofica Führung durch den Künstler.

Grenchen

Dienstag, 20. Januar 19:00 Kegel- und Jassabend Rest.

Wort zum Freitag, Samstag, Sonntag … Mit Begeisterung haben Muslime in der Schweiz auf die Aussage eines «Wort zum Sonntag»-Predigers von SF TV, Thomas Joller, reagiert, man könnte den Muslimen ein «Wort zum Freitag» einräumen. Natürlich kam dann auch gleich die Idee zum «Wort zum Shabbat» für die Juden… «Integration durch Religion» und «interreligiöser Dialog» ist derzeit das Steckenpferd vor allem der Reformierten. Anzeige

"Feldschlösschen", Grenchen.

Joller soll gesagt haben, die religiösen Minderheiten hätten bisher keine Plattform im Fernsehen. Die Allianz der Religiösen auf dem Vormarsch – nun auch im staatlichen Fernsehen? Reicht es nicht, dass für die Übertragung von Ostermessen «Sternstunden» der Philosophie und Kunst verdrängt werden, dass SF 2 ein «Fenster zum Sonntag» für die selbst finanzierten Sendungen der

Dudo Erny Praktische Autoprüfung Leitfaden für die Vorbereitung auf die praktische Autoprüfung mit vielen Abbildungen. 152 Seiten ISBN 3-0344-0156-6

evangelikalen Alphavision öffnet? Warum findet der allseits so hoch gelobte «Dialog der Religionen» eigentlich nicht als tatsächliches – natürlich journalistisch moderiertes – Gespräch unter Predigern statt, wöchentlich, öffentlich, von mir aus auch zu guter Sendezeit, damit alle sehen und hören können wie klein der gemeinsame Nenner der Monotheisten ist. Und dann wäre da ja auch der Dialog zwischen Religiösen und ReligionskritikerInnen, in dem sich zeigen könnte, wie weit her es ist mit dem Anspruch moralischer Überlegenheit der Religiösen. FreidenkerInnen wollen keine Verkündungssendungen auf gebührenpflichtigen Kanälen von Radio und Fernsehen, sondern aufklärerische, journalistische Arbeit. Denn – wie der Film «Religulous» von Bill Maher demonstriert – man muss den Religiösen nur einfache Fragen stellen, dann zeigen sie ihr wahres Gesicht. Reta Caspar

Montag, 26. Januar 19:00 Gemütliche Zusammenkunft Rest. "Passage", Grenchen.

Schaffhausen Café CoopCity

Jeden Samstag 10-11:00 Freidenkerstamm

St. Gallen

Freitag, 23. Januar 19:00 Info-Abend für neue Mitglieder und weitere Interessierte Restaurant "Dufour", St. Gallen

Winterthur

Mittwoch, 14. Januar 19:30 Mittwoch-Stamm Restaurant "Schützenhof" Voranzeige

Samstag, 28. Februar 2009 Generalversammlung

Zürich

Montag, 12. Januar 14.30 Freie Zusammenkunft Themen: Rapport vom Grossen Vorstand, Vorschau auf 2009 Restaurant "Schweighof" Schweighofstr. 232, Zürich Voranzeige

Samstag, 14. März 2009 Generalversammlung

Freidenker-Vereinigung der Schweiz FVS Mitglied der Weltunion der Freidenker (WUF) und der Internationalen Humanistischen und Ethischen Union (IHEU)

www.frei-denken.ch Kontakte für weltliche Feiern Basel: Freidenker Nordwestschweiz 061 321 31 48 Basel: Freidenker-Union 061 601 03 43 oder 061 601 03 23 Bern 079 449 54 45 oder 031 911 00 39 Grenchen und Umgebung 076 53 99 301 oder 032 645 38 54 Mittelland 062 926 16 33 St. Gallen 052 337 22 66 Vaud/Waadt 026 660 46 78 ou 022 361 94 00 Winterthur und Thurgau 052 337 22 66 Zentralschweiz 041 420 45 60 Zürich 044 463 16 55 Sollte unter der regionalen Nummer niemand zu erreichen sein, wenden Sie sich bitte an die FVS-Geschäftsstelle: 031 371 65 67 oder an 052 337 22 66

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