Freidenker 11/2008.pdf

PDF download

(file: @@FD-112008.pdf@@)93. Jahrgang I Nr. 11 I November 2008 100 Jahre Freidenker-Vereinigung der Schweiz, das bedeutet 100 Jahre Aufklärung, Religions- und Kulturkritik: Freidenkende stellten und stellen die Grundlagen und Wirkungen von religiösen Weltbildern und kulturellen Praktiken und Institutionen infrage. Gemäss der Aufforderung Kants, der Mensch solle sich aus der selbst verschuldeten Unmündigkeit entlassen, ermutigen Freidenkende jeden Menschen, sogenannte Wahrheiten und bestehende Strukturen zu analysieren, zu kritisieren und einen Beitrag zu einer humanen Gesellschaft zu leisten. Nicolas Camille Flammarion (1842-1925): Holzstich in « L'Atmosphère. Météorologie populaire » (1888) 100 Jahre FVS: Aufklärung und Humanismus heute Analyse und Kritik gehen davon aus, dass alle Menschen – unabhängig von Geschlecht, Hautfarbe, Kultur oder sozialer Stellung – die gleichen Rechte haben sollten, ihre Vorstellungen von «gutem Leben» zu realisieren. Die Ansätze der Kritik waren jedoch vielfältig: psychologisch (z.B. Sigmund Freud), politisch-ökonomisch (z.B. Karl Marx), philosophisch (z.B. Ludwig Feuerbach) oder naturwissenschaftlich (z.B. Giordano Bruno). Weil viele WissenschaftlerInnen bis heute die Religionskritik meiden (auch Einstein kritisierte sie nur in privaten Briefen – wohl, weil in der christlich dominierten Gesellschaft des 20. Jahrhunderts zwar nicht mehr der Kopf aber die Stellung gefährdet war) fehlt bis heute eine Religionskritik, die diese Ansätze vereint. Eine interdisziplinäre Religionskritik dürfte im 21. Jahrhundert aber nicht mehr zu umgehen sein. Zu offensichtlich sind die Probleme, welche sich aus der Duldung der theologischen Fakultäten an unseren Universitäten ergeben: Nachdem zunehmend bekennende Christen – ohne Interesse an wissenschaftlichen Fragestellungen, aber mit der «Berufung» zum Predigen – das «Theologiestudium» aufnehmen, und angesichts der immer deutlicheren Forderung, auch die Imam-Ausbildung an unseren Hochschulen anzubieten, kommen WissenschaftlerInnen nicht mehr darum herum, Position zu beziehen. Die FVS hat in ihrem Jubiläumsjahr drei WissenschaftlerInnen eingeladen, die sich in ihren Publikationen kritisch mit den Antworten der Religionen auf die zutiefst menschlichen Fragen an unsere Existenz und unsere soziale Ordnung auseinandersetzen und Ansätze für eine aufgeklärte, humanistische Lebenspraxis entwickeln. Wir freuen uns auf spannende Vorträge. Reta Caspar > Pagina 2 Guido Bernasconi «Diocesi ticinesi – la disputa del primato tra potere civile e potere religioso.» > Seite 3 «Leben ohne Dogma: Ich bin konfessionsfrei!» – die Werbekampagne in der Deutschschweiz läuft. > Seite 4-5 Freidenker-Forum: Minarettund Hanf-Initiative > Seite 6 «Das Elend der Theologie» «Ich glaube nicht an Gott, aber ich respektiere den Glauben anderer Menschen.» Whitney Toyloy, Miss Schweiz 2008 2 libero pensiero. 11/2008 Diocesi ticinese Guido Bernasconi La scelta del buon Ernesto Togni, tranquillo curato di periferia, quale capo della diocesi luganese cadde proprio nell’anno (1978) in cui terminava l’era montiniana per iniziare quella wojtyliana. E i «tempi nuovi» per i quali sarebbero occorsi «uomini nuovi» erano ormai finiti: stava iniziando per la Chiesa di Roma il lungo pontificato oscurantista di Giovanni Paolo II contrassegnato, secondo la profezia di «san» Malachia di Armagh, dal motto De Labore Solis (ovvero, l’eclissi del sole). Il Togni non era certo l’uomo adatto a dirigere una organizzazione ove veniva ripristinato il principio gerarchico: non autoritario, fu incapace di essere autorevole. Semplicemente, non aveva la stoffa del comandante. Ben si capisce che, posto di fronte ad un compito per il quale non era tagliato, egli fosse tentato di fuggire rinunciando alle responsabilità della carica. La sua smania di spogliarsi dell’abito episcopale venne anche malevolmente interpretata (e non solo perché fosse «colui che fece per viltade il gran rifiuto»). Checché sia stato, il suo allontanamento consentì al papa Wojtyla di procedere alla nomina di Eugenio Corecco: uomo ritenuto adatto a propiziare il ritorno al rigore dottrinale, alle certezze ideologiche, all’autorità del magistero. Autocratico fino all’arroganza, il Corecco procedette alla revisione dell’organigramma diocesano avocando a sé il diritto di muovere le sue «pedine». Ciò facendo si inimicò una cospicua parte di quei cattolici che, assaporata la licenziosità postconciliare, pretendevano trasformare la Chiesa in una comunità democratica. La fronda clericaldemocratica giunse a dotarsi di un giornale (il Quotidiano, appunto) sulle cui pagine il presule fu a più riprese bersaglio di aspri attacchi per le sue disinvolture amministrative («Evita come la peste un uomo di Chiesa che è anche uomo d’affari», giunse a scrivere un sacerdote riferendosi al «vescovofinanziere»). Nonostante tutto ciò, il Corecco si mosse imperterrito alla realizzazione dei suoi obiettivi, primo Seconda parte di tre fra tutti quello del nuovo statuto giuridico della diocesi. In effetti, secondo l’antico ordinamento, le Parrocchie avevano, di fatto, la qualità di persone collettive sottoposte al diritto pubblico. Non così la Curia, che non era nemmeno contemplata nella legislazione cantonale. Secondo il pensiero corecchiano, così come ai Comuni facevano da pendant le Parrocchie, del pari al Cantone avrebbe dovuto corrispondere la Diocesi. E poco ci si curava dell’incongruenza di esigere l’attribuzione della personalità pubblica ad un ente che ha sempre denunciato la prassi democratica come estranea alla sua struttura. Al Corecco importava soprattutto che nella legislazione cantonale fosse riconosciuta la subordinazione gerarchica dell’autorità parrocchiale a quella curiale, anche a prescindere dal fatto che nella Chiesa l’autorità non sale dalla base popolare ma discende dallo «Spirito Santo». L'operazione va ascritta a suo merito, anche se andò in porto durante il mandato episcopale del suo successore Giuseppe Torti. Quest’ultimo tenne ad assumere un’immagine diversa da quella del suo predecessore: Parroco dei Parroci, si autodefinì, quasi a volersi mostrare più alla mano, più «aperto», «tollerante», «disponibile al dialogo» di chi invece era stato capo altezzoso e autocratico. Da «uomo di cuore», si dette da fare, conformemente al suo motto per opera fides, alla promozione delle opere assistenziali. Merita d’esser ricordato che, durante il suo mandato, coloro che pretendevano il sussidio statale alle scuole private (segnatamente quelle confessionali) subirono una sonora batosta in votazione popolare (2001). esternazioni che rivelano in lui poca umiltà e scarso senso della misura. Conseguentemente al nuovo inquadramento giuridico dell’entità diocesana e della figura dell’ordinario, il vescovo attualmente in carica si sente investito, a livello cantonale, di una dignità istituzionale per lo meno pari a quella delle autorità civili, con questa differenza: all’autorità politica competono il governo e l’amministrazione del comprensorio ticinese sul piano secolare, a lui il governo e l’amministrazione dello stesso comprensorio sul piano spirituale. Il fatto è che, pur proclamando l’indipendenza e l’autonomia dei due poteri, quello civile e quello religioso, ad ogni piè sospinto c’è chi sostiene la necessità di una collaborazione tra l’uno e l’altro in nome di un’asserita complementarità dei compiti spettanti allo Stato e alla Chiesa. E ciò non solo nell’ambito operativo (segnatamente nei settori dell’istruzione, della cultura, dell’assistenza sociale) ma anche in quello normativo, laddove si pretende che le leggi dello Stato non possano essere in contraddizione con la morale ricavata dalla legge di istituzione divina. Il panorama sociale è tuttavia decisamente mutato. In primo luogo, non vige più il criterio esclusivista per cui (cujus regio, ejus religio) un’organizzazione confessionale aveva il monopolio nell’esercizio della religiosità. Così, in nome della tolleranza, ancorché in vetta alle preferenze fideistiche, il cattolicesimo romano non è più dominante al punto da poter pretendere il «rispetto» (intendasi l’»ossequio») anche degli infedeli. Il fatto che le organizzazioni religiose associativamente più rappresentative sul piano numerico possano essere parificate giuridicamente ad enti pubblici non significa che esse si trasformino automaticamente in enti statali o parastatali. Per altro, proprio del momento del loro ufficiale riconoscimento, la Chiesa cattolica e quella protestante hanno visto diminuire i propri adepti e, prevedibilmente, il calo si accentuerà nella misura in cui i «fedeli non praticanti» finiranno per ammettere la propria estraneità dalla religiosità organizzata. > pag. 3 Quale Chiesa per quale Stato? Al vescovo Giuseppe Torti è succeduto Pier Giacomo Grampa, già rettore del Pontificio Collegio Papio, personaggio energico e «temperamentale» (neologismo permettendo) che non ci ha messo molto a calarsi nei panni di Capo della Chiesa ticinese. Sin dall’inizio, a più riprese si è distinto, non senza qualche goffaggine, in 11/2008 frei denken. 3 100 Jahre FVS Konfessionsfrei – frei denkend FVS-Werbekampagne in der Deutschschweiz Seit 20. Oktober 2008 läuft die Werbekampagne "konfessionsfrei" in öffentlichen Verkehr in der Region Bern, in Biel, Solothurn, Grenchen, Basel, Winterthur und Zürich. Die BERNMOBIL, die Thuner und die St. Galler Verkehrsbetriebe haben das Plakat abgelehnt mit der Begründung, das Sujet sei polemisch und der Inhalt der Webseite www. konfessionsfrei.ch könnte die Gefühle von religiösen Menschen verletzen. Tatsächlich machen jene, die sich als Konfessionsfreie auf dieser Webseite zu erkennen geben nicht besonders schmeichelhafte Aussagen zu den Religionen – aber der Respekt und Mittwoch, 5. November 2008 Anstand werden gewahrt. Nach längerer Diskussion war BERNMOBIL schliesslich bereit, das Plakat zu akzeptieren – mittlerweile waren aber die Termine ausgebucht... In der Region Bern hängen die Plakate deshalb nur in der Regionalbahn RBS. In St. Gallen erscheinen derzeit anstelle der Busplakate Inserate mit dem gleichen Text. Die Medien wurden auf die Kampagne und die Probleme in Bern und St. Gallen aufmerksam gemacht. Die Sektion Basel hat gleichzeitig auch noch Plakate mit der Vortragsreihe finanziert und lässt diese ebenfalls in den Basler Trams und Bussen zirkulieren. Zusammen mit der Vortragsreihe ist derzeit also ein in der Geschichte der FVS einmaliges, koordinierter Werbepaket lanciert worden, das direkt und – im Falle von www.konfessionsfrei.ch indirekt – die FVS in der deutschschweizer Öffentlichkeit bekannt machen soll. Sektionen Basel Die Fusionsverhandlungen in den beiden Sektionen gedeihen. Der Statuenentwurf wurde bereinigt und es ist geplant, die Fusion an den Generalversammlungen 2009 zur Abstimmung zu bringen. Grosser Vorstand FVS Am 22. November 2008 trifft sich der Grosse Vorstand in Olten. Wichtiges Traktandum neben dem Budget wird das Positionspapier «Minarette in der Schweiz» des Zentralvorstandes und das Ergebnis der Vernehmlassung in den Sektionen sein. Weitere Traktanden betreffen das «Reglement über die Sektionen» und das «Spesenreglement» – beides Reglemente, die gemäss Statuten bestehen sollten und in diesem Jahr erarbeitet wurden. Aus- und Weiterbildung Sektion Zentralschweiz Die neue Sektion entwickelt sich erfreulich: seit Juli wurden fünf Neueintritte verzeichnet. Der Zentralvorstand hat ihr das Vermögen der ehemaligen Sektion Luzern, das statutengemäss treuhänderisch verwaltet worden war, übergeben. rc Gott – Wahn oder Wirklichkeit? Debatte zwischen einem Christen und einem Atheisten Dr. Felix Ruther VBG-Studienleiter Stefan Mauerhofer Copräsident Freidenker-Vereinigung Moderation: Roger Thiriet Beginn 20:00, anschliessend Apéro Buchhandlung Thalia, Freie Strasse 32, Basel Gratistickets (Teilnehmerzahl beschränkt) können bezogen werden: Buchhandlung Thalia AG Organisation: Evangelische Allianz Weltliche Rituale Samstag, 17. Januar 2009, 10-16 Uhr in Olten cont. pag. 2 In secondo luogo, lo Stato cui le Chiese (in primis, quella cattolica) offrono la propria partnership non è più quello di una volta: nel senso che i pubblici poteri non appaiono più come espressione e sintesi della volontà popolare. Ciò consegue alla mancanza di adeguate risposte da parte della classe dirigente alle aspettative popolari. Così, in un quadro politico sostanzialmente immutabile pur nella variabilità delle maggioranze, si è persa la fiducia della gente in una democrazia impastoiata dai poteri forti. Ovvero, si è svilito il senso dello Stato e svalutato il significato del civismo. Guido Bernasconi La prima parte è apparsa sul fd Nr. 10 Ziel des Seminars ist es, Interessierten eine Einführung in die Bedeutung von Ritualen und die Besonderheiten von weltlichen Ritualen zu vermitteln. Vormittag: Die Teilnehmenden sind in erster Linie Mitglieder der FVS-Sektionen, die sich mit dem Gedanken tragen, in der Sektion diese Aufgabe zu übernehmen. Nachmittag: Beispiele für Willkommens-, Trauungs- und Trauerrituale richten sich auch an bereits aktive Ritualbegleiterinnen und -begleiter. Die Sektionen werden gebeten geeignete Mitglieder auf das Angebot aufmerksam zu machen. Nach Absprache übernehmen die Sektionen die Kurskosten. Kursleitung: Reta Caspar, Ritualbegleiterin seit 2001 Detaillierte Kursausschreibung Anmeldung und Auskünfte Geschäftsstelle FVS info@frei-denken.ch 031 371 65 67 (zeitweise Telefonbeantworter) oder auf www.frei-denken.ch Teilnehmerzahl beschränkt, Anmeldeschluss 3. Januar 2009 Forum «Minarettverbot – eine Kontroverse» fd 10/2008 Türme als Kulturelemente Zuerst ein Dank an die Redaktorin und die beiden Autoren dafür, dass sie ein wirklich aktuelles Thema – und das weit dramatischere, das sich dahinter verbirgt – zur Sprache bringen. Dann die Erwiderung, dass, wer frei denken soll und will, sehr wohl dazu aufgerufen ist, öffentlich zu politischen Vorstössen Stellung zu nehmen, die weit reichende Folgen auf die ideologische Ausrichtung der Gesellschaft in den kommenden Jahrzehnten haben werden. Türme sind, egal aus welchem Material und wo aufgestellt, in erster Linie kulturelle Leistungsausweise. Die erste mir bekannte – und bis heute erhaltene – Turmart in unserer Gegend (und wohl auch anderswo) ist der Wachtturm, von dessen obersten Plattform aus der Wächter oder die Wachmannschaft einen möglichst weiten Rundblick über die umliegenden Wälder (und neuere, zivilisatorische Hindernisse) hat. Von diesen Plattformen aus wurden zudem auf Rufweite Informationen und Kommandi, und, mittels Rauch- tagsüber und Feuerzeichen nachts, einfache – militärstrategisch wichtige – Botschaften auf Sichtweite ausgetauscht. Diese Türme zerfielen bei Nichtgebrauch oder wurden zu Wohnzwecken ausgebaut. Von der Dirne – zur Unterhaltung –, zur Gattin des Anführers war der kulturelle Weg nicht mehr weit. – Die Burg, unabdingbares Zeichen jeder Kriegerkaste, entstand. Wachtplattform mit dem Blick in die Weite und Burgverlies, wo Nacht und Feuchtigkeit herrschen, – zwischen diesen beiden Polen im selben Gemäuer bewegt sich die feudalistische Geisteshaltung seitdem bis heute. Mit der Entwicklung immer umfangreicherer ständischer Ordnungen hatten Türme nun zu ihren beiden herkömmlichen Aufgaben hinzu weithin sichtbar den Ort des Familiensitzes und deren Lebenskraft zu bezeugen. Wer andere unterdrückt, wird schnell gewahr, dass er selbst auch gewissen Kräften ausserhalb seines Machtbereiches unterworfen ist, seien dies nun Naturgewalten oder Konventionen. Also müssen ein Regelwerk, eine Institution und ein Ort her, durch die die höhern Mächte günstig gestimmt werden können. Was dem Schamanen sein Wunderzelt, ist dem Feudalherrscher sein Klosterstift – wesentlicher Unterschied: Wirkt der Schamane selbst in seinem Hochzelt, lässt der Feudalherr wirken; so wie er die Anlage bauen lässt, lässt er auch für sein Seelenheil beten. Damit muss der Turm nun auch im Klosterbereich als Machtzeiger dienen, und dies hier weit ausschliesslicher als im Aussenbereich der Zivilgesellschaft. Mit dem Aufkommen der Glockengiesserei beschaffen sich erst die befestigten Siedlungen, die vermögenden Städte, Glocken, die sie in ihre Torwachttürme hängen. Schnell wird aber klar, dass grosse Glocken den Platz für Kriegsmaterial schmälern und die Statik des Bauwerks belasten, was unter Beschuss verheerende Folgen haben kann. Zudem will man eine solche Eisenreserve für den Kanonenbau in der Not nicht an vorderster Front einem Angreifer darbieten. Also, wohin mit den schweren und grossen Dingern, die für die Signalgebung so gut verwendbar sind und erst noch schön tönen? Ab in den Turm der Stadtkirche: dieser ist zentral gelegen, nur von Fledermäusen bewohnt und braucht allenfalls nur bauliche Verstärkung. Die Kirchenmänner wissen das erst unerwünschte Geschenk schnell zu nutzen: Auch das Geläut wird zum wirkungsvollen Machtanzeiger: Je mehr und grösser die Glocken, je reicher und mächtiger das Bürgertum. Mit der Vermengung von Turmbau und Glockenkauf zugunsten der Kirchgemeinde (deren Führer in den Städten bis in die Neuzeit oft in Personalunion das Geschehen in der politischen Gemeinde direkt beeinflussten) zu einem einzigen Geschäft wird der Herrschaftsbereich zwischen Kirchenleuten und politischen Behörden fliessend und so besiegelt. Auf dem Land ist der Kirchenbau über Jahrhunderte der einzige Grossbau, der wirklich der Allgemeinheit dient – wenn auch, pro Kopf aufs Jahr gerechnet, nur wenige Stunden. Entsprechend erscheint es als ehrwürdig, ihn wie in der Stadt mit einem Turm zu ergänzen und sichtbar zu machen. Der Stolz jeder Gemeinde ist dann das FreundInnen des Dialogs Die beiden Leserbriefschreiber von Winterthur haben den Anschluss verpasst. An der Sitzung des Grossen Vorstands der FVS vom 24.11.07 in Olten wurde der Antrag des ZV für die Öffentlichkeitsarbeit in demokratischer Abstimmung mit grossem Mehr angenommen. Die Richtlinien für das Vorgehen für diese Öffentlichkeitsarbeit sind klar definiert und verbindlich. Die Willenskundgebung anlässlich der Jubiliäums-Delegiertenversammlung vom 12.04.08, wonach die konfessionsfreien Menschen öffentlich zu ihrer Haltung stehen sollen, ist ebenso klar. Den Schlusssatz des Leserbriefs finde ich überheblich und anmassend. Als demütiger Agnostiker bin ich jedenfalls für Vordenker wie Voltaire, Feuerbach und Carola Meier-Seethaler dankbar. Ein Letztes: Die FVS nennt sich «Vereinigung». Ich wünschte mir unter diesem Titel nicht einen Haufen von Individualisten, Egoisten, Eigenbrötlern und Rechthabern, sondern eine Truppe von FreundInnen des Dialogs, im humanistischen Sinne. Dies fehlt mir bei den Freidenkern. André Kessler, Zürich 4 frei denken. 11/2008 möglichst weithin hörbare Geläut. Dieses bestimmt dann den ganzen Tagesablauf, die Werkzeiten wie auch Beginn und Höhepunkte ziviler wie spezifisch religiöser Handlungen. Es ist an uns, diesen Knoten zu entwirren. Glocken sind neutrale Tonerzeuger, die auf angenehme Art die Stunden ankündigen und zu verschiedenen Diensten aufrufen können. Sie wegen des Missbrauchs zu religiösen Zeremonien abzuschaffen, halte ich für weit übers Ziel hinausgeschossen. Ob nun ein Turm ab einem gewissen Umfang und einer gewissen Höhe eckig oder rund gebaut wird – und mit welchem Wahrzeichen auf seiner Spitze –, ist Ansichtsache. Wesentlich ist, dass er – ständig oder zu gewissen Zeiten – öffentlich zugänglich ist und keine ausschliesslich religiös deutbaren Zeichen trägt. Zudem soll er einem ethisch vertretbaren wirtschaftlichen (z.B. Büro- oder Lagerraum), kulturellen > S. 5 unten Forum «Gedanken zur Hanf Initiative» fd 10/2008 Schädigungsverbot Im besagten Artikel wird mit Blick auf die momentane Debatte um die Drogenpolitik ein Vergleich mit nationalsozialistischer Gesetzgebung angestellt. Dass solche historische Ausschweifungen nötig sind um eine sachliche Debatte zu führen, vermag ich nicht nachzuvollziehen. Immerhin relativiert sich der Autor nachfolgend gleich selber indem er sagt, dies sei «[…] zugegeben […] ein krasses Beispiel […]»! Zweitens hat sich im politischen Diskurs die Untugend eingebürgert, sich vorschnell auf Menschenrechte und deren Unverletzbarkeit zu berufen. Natürlich handelt es sich bei diesen Rechten um gewichtige Errungenschaften unserer Gesellschaft. Dass Grundrechte bei überwiegendem öffentlichem Interesse aber gesetzlich eingeschränkt werden können sagt schon die Bundesverfassung (Art. 36 BV). Im Fall des Betäubungsmittelkonsums besteht ein solches Interesse zum Beispiel im Schutz der Gesellschaft vor schädigendem Verhalten von Süchtigen. Schon Thomas Jefferson sah die Aufgabe der Regierung darin «[…] die Menschen davon abzuhalten, einander zu schädigen und ihnen Fortsetzung von Seite 4 11/2008 frei denken. 5 im Übrigen die Freiheit [zu lassen], ihren eigenen Fleiss und Fortschritt zu regeln.» (Antrittsrede) Nie hat jemand die liberale Staatstheorie prägnanter formuliert. Nach dem Gesagten pflichte ich Stefan Mauerhofer jedoch in seiner übrigen Argumentation bei. Für die Ablehnung der Initiative sprechen meines Erachtens lediglich verfassungskosmetische Gründe. Den schädlichen Auswirkungen des Hanfkonsums auf Dritte trägt die Initiative zudem angemessen Rechnung. Michael Suter, Thun Profit mit dem Unglück anderer Mich dünkt das Thema im frei denken. zwar fehl am Platz, möchte trotzdem replizieren: Müssen wir mit einem Ja zur Hanfinitiative noch mehr ermöglichen, dass Profit gemacht wird am Unglück anderer? Wir haben schon genug an den Tabak- und Alkoholkonzernen. Darum: Selbstversorgung mit THC: Ja – Handel: Nein – d.h. Hanfinitiative Nein! Peter Schönbucher, Dr. med., Luzern (Ich betreue viele Drogenabhängige. THC bringt viele Jugendliche aus dem Tritt, macht sie unfähig, einen Berufsabschluss zu machen. Bei Veranlagung kann durch THC eine Schizophrenie ausgelöst werden. ) Duplik von S. Mauerhofer Ich wollte mit dem historischen Beispiel bewusst provozieren, um einen Denkanstoss zu geben mit dem Ziel, die eigene Position und Perspektive kritisch zu hinterfragen. Zum Argument «Schutz der Gesellschaft vor schädigendem Verhalten» ist zu sagen, dass in vielen Staaten Homosexualität mit genau dieser Begründung unter Strafe gestellt wird. In wie weit hier Parallelen zur Drogenpolitik bestehen, soll sich jeder einmal selbst überlegen. Den Verweis auf Thomas Jefferson finde ich sehr gut, weil er den Kern des Problems trifft: Genau das will ich ja mit meinem Artikel ausdrücken. Fremdschädigung muss vom Staat unter Strafe gestellt werden, Eigenschädigung darf der Staat nicht sanktionieren. Deshalb bin ich auch für ein absolutes Rauchverbot in öffentlichen Lokalen und für eine Straffreiheit beim Konsum von Drogen. Mir ist es lieber, der Staat kontrolliert den Handel und macht Profit und nicht die Mafia. Tauchen, Base-Jumping und Paragliding sind auch gefährlich – aber sollten wir diese Aktivitäten deswegen verbieten? Stefan Mauerhofer, Grenchen (z.B. Uhr, Aussicht-Plattform, Kunstobjekt) oder informativen (z.B. Sendeturm) Zweck dienen. Wesentlich ist, dass er nicht zur weit schallenden Verkündigung irgendwelcher Lehren und menschlich-persönlicher Überzeugungen missbraucht wird (wobei wir beim Sendeturm feststellen, dass genau diese Verbreitungsart bei Religiösen aller Schattierungen seit der Verbreitung des Radios äusserst beliebt und, meines Wissens, in wenig Staaten verboten ist). Hier scheint mir im Initiativtext die wirkliche Lücke zu klaffen. Nicht der Turm, z.B. in Minarettform, ist abzulehnen, sondern dessen Missbrauch als Plattform für private Veranstaltungen, seien es jetzt Sprüche oder Saufgelage. Die Minarett-Initiative («Der Bau von Minaretten ist verboten») zielt also am wirklichen Problem vorbei, weil mit dem zu Recht befürchteten spätern Antrag auf menschlichen Verkünderruf auch gewisse Läutezeichen der christlichen Kirchen angesprochen werden. Die Initianten versuchen, dieser Möglichkeit dadurch aus dem Weg zu gehen, dass sie bereits den Bau von Türmen in Minarettform verbieten wollen. Dass diese Bemühung scheitern muss, zeigt S. Mauerhofer mit dem Hinweis auf das Diskriminierungsverbot (wobei hier Widersprüche aufscheinen, verbietet dieses leider nicht den Missbrauch des Geläutes für private Vereinszwecke, noch – weitergehend – die Beschneidung der männlichen Jugend und weitere Eingriffe in die Integrität lebender Wesen) sowie mit dem Hinweis, dass muslimische Gemeinden durchaus in der Lage sind, Kirchengebäude aufzukaufen. Ich lehne also die Initiative ab, weil sie ein falsches Ziel anpeilt, trotzdem ich derzeit keine genügend starken Kräfte sehe, die die über Radiowellen laufende religiöse Propaganda unterbinden oder wirksam neutralisieren können. Es ist darum auch an uns, das von Tausenden von Forschern und Philosophen stets auf den neusten Stand gebrachte Weltbild mit all seinen Vorläufigkeiten zu vertreten und den kindlich-naiven Heilslehren, die ursprünglich für des Lesens Unkundige entwickelt worden sind, gegenüberzustellen. Ich bin mir ebenso im Klaren darüber, dass die direkte akustische und schriftliche Propaganda der sogenannten «Freie Schulen»-Bewegung, die, mit wenigen Ausnahmen, real die religiös gefärbten Schulen den staatlichen Schulen erst gleichstellen, dann diese unterlaufen will, früher oder später auch die religiöse Volksbeschallung – mit oder ohne minarettartige Türme und Dachaufbauten – auf die politische Traktandenliste zwingen wird. Georges Rudolf, Basel 6 frei denken. 11/2008 Fiat money – es werde Geld Grazia G. Annen Toletti Lesetipp Das Elend der Theologie – Kritische Auseinandersetzung mit Hans Küng Hans Küng gilt als progressiver Vorzeige-Intellektueller unter den Theologen. Nach Konflikten mit dem Vatikan, u. a. weil er die Unfehlbarkeit des Papstes in Abrede stellte, wurde ihm 1980 die kirchliche Lehrerlaubnis entzogen. Seine populär-theologischen Klassiker «Christ sein» (1974) und «Existiert Gott?» (1978) sind das Argumentarium des modernen Christen, der nach einem aufgeklärten, «rational verantwortbaren» Glauben strebt. Hans Albert, der Grandseigneur des kritischen Rationalismus, hat einen ausführlichen Kommentar zu diesen Büchern von Hans Küng geschrieben. Er entlarvt, wie Küng sich in rhetorisch aufgemotzten, nichtssagenden Zirkelschlüssen verheddert, indem er einen Gottesbegriff konstruiert, der exakt auf seine Argumentation zugeschnitten ist. Küngs polemische Kritik des Nihilismus, Atheismus und kritischen Rationalismus beruht auf unbegründeten Annahmen, Unterstellungen und teils geradezu kindischen Fehlinterpretationen. Ausserdem legt Albert dar, wie Küng die Möglichkeiten der Vernunft überschätzt und versucht, mit ihrer Hilfe zu Begründungen zu kommen, die sie nicht hergeben kann. Küngs lückenhafte, irrlichternde Gedankengänge im Nebel seines umfangreichen Wortschwalls sind symptomatisch für den Argumentationsnotstand der modernen Theologie. Bei der Lektüre wird nachvollziehbar, wieso die inhaltsleeren, unlogischen Satzhülsen eines Hans Küng methodisch ungeschulte Christen, die dies nicht durchschauen, ansprechen. Trotz eines Briefwechsels zwischen Küng und Albert im Februar 1977 und auch nach Publikation dieser Streitschrift hält Hans Küng unverändert an seiner Argumentationsweise fest. Dieses Büchlein setzt einiges an philosophischem Vorwissen voraus (hingegen kann man sich die Lektüre der Bücher Küngs getrost sparen, da Hans Albert mit unzähligen Zitaten sehr nahe am Originaltext argumentiert). Alberts brillante Argumentationen sind ein anspruchsvoller, intellektueller Genuss. Maja Strasser Das Finanzdebakel hat ungeahnte Ausmasse angenommen. Staatsgarantien und Einlagenschutz wurden gefordert. Sogar alt 68er, die um ihre Rente und den Lebensabend in der lieblichen Toskana fürchten, finden sich unter den wiedergeborenen Interventionisten. Nur schon das Vokabular inspiriert dazu, Analogien zwischen Religion und Börsenhype zu suchen. Wer in der Not nach Vater Staat ruft zeigt sich genauso «gläubig» wie der Katholik, der im Beichtstuhl gelobt, alles zu tun, damit Gott ihn aus der selbstverschuldeten Bredouille rettet. Die Jongleure, Spekulanten und Raubkapitalisten sollen für unser aller Sünden büssen, haben sie doch die Redlichen und Aufrechten ins Verderben geführt. Dabei wurde die Spirale von jedem Einzelnen angekurbelt, über alle Jahrgänge hinweg, Wohlhabende und Normalverdiener, Treuhänder und Manager, die gierig und dumm, gegen jede Vernunft, auf ewig steigende Renditen hofften. Die den Analysten glaubten, die das Hohenlied des grenzenlosen Profits vorbeteten, was sogar Kleinsparer dazu verleitete, sich an riskanten Geschäften zu beteiligen. Millionen von mehr oder weniger begüterten Anlegern erwarten die Erfüllung der dreistesten Marktprognosen. Genauso, wie sie dem Pfarrer vertrauen, der ihnen von der Allmacht Gottes erzählt. Gütig und blind für individuelle Verdienste oder Verfehlungen werde der Gelobte alle Menschen in die Herrlichkeit führen, das Opfer neben dem reuigen Täter, den Dieb wie den Bestohlenen, den Wolf mit dem Lamm in Harmonie vereint. Zuvor möge er aber doch gnädigst seine schützende Hand über die vermaledeiten Aktien-Portefeuilles halten, solche Stossgebete werden dieser Tage wohl zuhauf aus den Handelsplätzen rund um den Erdball gen Himmel geschickt. Eigentlich birgt jede Krise die Chance für einen Neuanfang, aber die gegenwärtige scheint das gesamte ökonomische System zu gefährden. Da kann man den Leuten nicht reinen Wein einschenken, das könnte zu unkontrollierbaren Bürgerreaktionen führen. Schon sind die Erlöser zur Stelle, beerdigen den Liberalismus, schnüren Pakete und spannen Auffangnetze mit den öffentlichen Mitteln, die ihnen fehlen – und von denen letztlich die Hauptverantwortlichen der Misere, d.h. grosse Kreditinstitute, Vermögensverwalter, Investment Banken u.ä. profitieren. Wenn der Mensch sich ängstigt sind Seelenfänger nicht weit. So nutzt Benedikt XVI die Gunst der Stunde, um seine Schäfchen zu trösten, erneut den Materialismus und gottlosen Fortschrittsglauben zu geisseln. Um dazu aufzurufen, sich dem Schöpfer zuzuwenden, nur er könne den Verunsicherten stützen, den Gestrauchelten vor der Verzweiflung bewahren. Da trifft es sich bestens, dass Rai1 mitten in diesen schweren Zeiten mit einem absoluten Highlight startet: die Marathon-Lesung der gesamten Bibel vom 5 - 11 Oktober, zu Sendezeiten, bei denen die Jüngsten mit ihrer Ferrero-Kinderüberraschung vor dem Fernseher sitzen. Den Auftakt macht der Papst persönlich mit der Genesis: «Und Gott schuf die Welt» – aus dem http://www.denkarth.ch/2008/10/06/anker-in-der-krise Nichts. Hans Albert Das Elend der Theologie Kritische Auseinandersetzung mit Hans Küng Taschenbuch 222 Seiten Verlag Alibri 2. erweiterte Auflage 2005 (1. Auflage 1979) Fr. 27.50 ISBN-10: 3865690017 ISBN-13: 978-3865690012 11/2008 frei denken. 7 Vortragsreihe 2008 Aufklärung und Humanismus heute "Projekt Aufklärung: Glaubst du noch oder denkst du schon?" Dr. Michael Schmidt-Salomon Philosoph, Trier, Giordano Bruno Stiftung Bern Solothurn Basel Winterthur Zürich Zug Mo. Di. Mi. Do. Fr. Sa. 27. Okt. 2008 28. Okt. 2008 29. Okt. 2008 30. Okt. 2008 31. Okt. 2008 1. Nov. 2008 20:30 19:30 19:00 19:00 19:00 16:00 Kulturkeller ONO, Kramgasse 6 Konzertsaal, u. Steingrubenstr. 1 Hotel Merian, Rheingasse 2 Hotel Wartmann, Rudolfstr. 15 Volkshaus, Stauffacherstr. 60 Theater Casino, Artherstr. 2 Agenda Zentralvorstand Sa. 14. Februar, 4. April 2009 im Freidenkerhaus Bern Grosser Vorstand Sa., 22. Nov. 2008, Olten Letzter Do. im Monat Donnerstag-Hock Basel – NWS 15:00 Rest. "Park", Flughafenstr. 31 «A-theistische Spiritualität: Woran glaubt, wer nicht glaubt?» Dr. Carola Meier-Seethaler Winterthur Do. Zürich Fr. Bern Solothurn Basel Zug Mo. Di. Mi. Sa. Philosophin, Psychotherapeutin, Bern Vortragsreihe siehe Inserat Basel – Union Letzter Freitag im Monat 19:00 Freie Zusammenkunft Café "Spillmann", Eisengasse 1 6. Nov. 2008 7. Nov. 2008 10. Nov. 2008 11. Nov. 2008 12. Nov. 2008 15. Nov. 2008 19:00 19:00 20:30 19:30 19:00 16:00 Hotel Wartmann, Rudolfstr. 15 Universität Zürich, Zentrum Hörsaal KOL-E-21, Rämistr. 71 Kulturkeller ONO, Kramgasse 6 Landhaus, Landhausquai 4 Hotel Merian, Rheingasse 2 Theater Casino, Artherstr. 2 Vortragsreihe siehe Inserat Bern Montag, 17. November 19:00 Treff am Abend Rest. "National", Hirschengraben «Philosophie und Poesie eines humanistischen Atheismus: Ludwig Feuerbach und Gottfried Keller» Dr. Dr. Joachim Kahl Theologe, Philosoph, Marburg a. L. Bern Solothurn Basel Winterthur Zürich Zug Mo. Di. Mi. Do. Fr. Sa. 24. Nov. 2008 25. Nov. 2008 26. Nov. 2008 27. Nov. 2008 28. Nov. 2008 29. Nov. 2008 20:30 19:30 19:00 19:00 19:00 10:00 Kulturkeller ONO, Kramgasse 6 Landhaus, Landhausquai 4 Hotel Merian, Rheingasse 2 Hotel Wartmann, Rudolfstr. 15 Zentrum Karl der Grosse, Kirchgasse 14 Theater Casino, Artherstr. 2 Vortragsreihe siehe Inserat Sonntag, 7. Dezember 11:00 Jahresendfeier im Hotel Bern Mitglieder aus anderen Sektionen sind herzlich willkommen! Anmeldung bitte bis 28.11.2008 bei D. Aellig 079 449 54 45 Grenchen/Mittelland Vortragsreihe in Solothurn siehe Inserat Alle Anlässe sind öffentlich, der Eintritt ist frei. Werbe-Material kann bei den Sektionen bezogen werden. Schaffhausen Jeden Samstag Freidenkerstamm Café des CoopCity 10-11:00 St. Gallen Schöpfungsstory: Der Prototyp Dass Ralf König, Deutschlands berühmtester ComicAutor, mehr ist als der Chronist der deutschen Schwulenszene, dürfte sich herumgesprochen haben. Bester Beweis gleich hier: «Prototyp», seine – die ultimative? – Version der Schöpfungsgeschichte. Zwei Akteure: Adam und die gehörnte Schlange, dazu eine gesichtslose Stimme von oben, die Fraktur redet. Und dann, nun ja, Eva und die Folgen. Die sind bekannt, wie die Geschichte selbst. Aber wie Ralf König über Sünde, Willensfreiheit, Trieb, Erkenntnis und all das philosophiert, wie lachmuskelstrapazierend und mit welch nadelspitzem Witz – das muss man gesehen, gelesen, wieder und wieder gelesen und im Herzen gewogen haben. Und, tja, vielleicht erfährt man sogar noch, was sich unterm Feigenblatt befindet. Ralf König Prototyp Sonntag, 7. Dezember 11:00 Wir sind wieder zu Gast beim Liechterfäscht in Winterthur Anmeldung siehe unten. Winterthur Dienstag, 4. November 14:00 Dienstag-Stamm Restaurant "Schützenhof" Vortragsreihe siehe Inserat Sonntag, 7. Dezember 11:00 Liechterfäscht im Hotel "Wartmann" Anmeldung bitte bis 2.12.2008 bei D. Dünki 052 222 98 94. Zentralschweiz Vortragsreihe siehe Inserat Zürich Montag, 10. November 14:30 Freie Zusammenkunft Diskussion zu den Vorträgen Hardcover 112 Seiten Verlag Rowohlt 2008 Fr. 27.30 ISBN 10: 3-498-035422-8 ISBN-13: 978-3-498-03542-6 www.ralf-koenig.de Vortragsreihe siehe Inserat Samstag, 13. Dezember Sonnwendfeier Restaurant "Schweighof" Freidenker-Vereinigung der Schweiz FVS Mitglied der Weltunion der Freidenker (WUF) und der Internationalen Humanistischen und Ethischen Union (IHEU) www.frei-denken.ch Kontakte für weltliche Feiern Basel: Freidenker Nordwestschweiz 061 321 31 48 Basel: Freidenker-Union 061 601 03 43 oder 061 601 03 23 Bern 079 449 54 45 oder 031 911 00 39 Grenchen und Umgebung 076 53 99 301 oder 032 645 38 54 Mittelland 062 926 16 33 St. Gallen 052 337 22 66 Vaud/Waadt 026 660 46 78 ou 022 361 94 00 Winterthur und Thurgau 052 337 22 66 Zentralschweiz 041 420 45 60 Zürich 044 463 16 55 Sollte unter der regionalen Nummer niemand zu erreichen sein, wenden Sie sich bitte an die FVS-Geschäftsstelle: 031 371 65 67 oder an 052 337 22 66 Basel Freidenker Nordwestschweiz Postfach 260 4010 Basel basel-fvs@frei-denken.ch Präsident: H. Stieger 079 217 01 29 Mitgliederdienst: B. Bisig 061 321 31 48 Vaud Ass. vaudoise de la Libre Pensée CP 5264 1002 Lausanne vaud@frei-denken.ch Président: Secrétariat: J. P. Ravay 022 361 94 00 026 660 46 78 Freidenker-Union Basel Postfach 4471 4002 Basel basel-union@frei-denken.ch Präsident: G. Rudolf 061 601 03 43 Mitgliederdienst: 061 601 03 23 Winterthur Freidenker Winterthur Postfach 1806 8401 Winterthur winterthur@frei-denken.ch Vorsitz: H. Meichtry 071 966 59 75 Sekretariat: D. Dünki 052 222 98 94 Familiendienst: M. Ochsner 052 232 04 77 Bern Freidenker Bern Postfach 831 3550 Langnau bern@frei-denken.ch Präsident: D. Aellig 079 449 54 45 Zentralschweiz Freidenker Zentralschweiz Zugerstr. 35 6415 Arth zentralschweiz@frei-denken.ch Präsidentin: G. Annen 041 855 10 59 Genève Libre Pensée de Genève 27 ch. des quoattes 1285 Avusy genève@frei-denken.cha Président: J. P. Bouquet 022 756 40 49 Zürich Freidenker Zürich Postfach 3353 8021 Zürich zuerich@frei-denken.ch Präs.: H. Rutishauser Tel/Fax 044 463 16 55 Mitgliederdienst: M. Dobler 044 341 38 57 Grenchen und Umgebung Freidenker Grenchen u. Umgebung Postfach 418 2540 Grenchen grenchen@frei-denken.ch Präsident: S. Mauerhofer 076 388 46 39 Mitgliederdienst/ L. Höhneisen Krankenbesuche 076 53 99 301 Adressänderungen an: Postfach 217 CH-2545 Selzach Freidenker-Vereinigung der Schweiz FVS Geschäftsstelle Weissensteinstr. 49b Postfach CH-3001 Bern Tel. 031 371 65 67 Fax 031 371 65 68 info@frei-denken.ch Postkonto: 84-4452-6 Mittelland Freidenker Mittelland Postfach 56 4628 Wolfwil mittelland@frei-denken.ch Präsident: H. Haldiman 062 926 16 33 Schaffhausen Freidenker Schaffhausen Postfach 69 8213 Neunkirch schaffhausen@frei-denken.ch Kontakt: R. Imholz 079 751 41 38 Impressum Redaktion Reta Caspar, Rte. de Carroz-Devant 10 CH-1844 Villeneuve E-mail: reta.caspar@swissonline.ch Erscheinungsweise monatlich Redaktionsschluss 15. des Vormonats Jahresabonnement Schweiz: Fr. 30.– Ausland: Fr. 35.– (B-Post) Probeabonnement 3 Monate gratis Druck und Spedition Printoset, Flurstrasse 93, 8047 Zürich www.printoset.ch St. Gallen Freidenker Region St. Gallen c/o S. Breitler Haldenweg 37 9100 Herisau Kontakt: S. Breitler 071 351 29 81 AZB P.P./Journal CH-2545 Selzach Ticino Associazione Svizzera dei Liberi Pensatori (ASLP) Sezione Ticino CP 721 6902 Paradiso ticino@frei-denken.ch Presidente: R. Spielhofer 091 994 21 45 ISSN 1662-9043 Ausgabe 11/2008 Namentlich gekennzeichnete Beiträge können, aber müssen nicht mit der Ansicht der Redaktion übereinstimmen.