Freidenker 01/2007.pdf

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(file: @@freidenker-200701.pdf@@)libero pensatore 92. Jahrgang Nr. 1 Januar 2007 "Weltmacht Religion. Wie der Glaube Politik und Gesellschaft beeinflusst", dies die Überschrift des deutschen Magazins SPIEGEL auf dem Sonderheft 9/ 2006. "Gott und die Welt. Wissen ist Macht. Glauben ist mächtiger", doppelt das schweizer Magazin FACTS (50/06) nach. SPIEGEL versucht, die (religiöse) Lage der Welt zu beschreiben; FACTS versucht, im Zeitgeist der Neurobiologie die Lage der Nation in Europa mit der (biologisch begründeten) "conditio humana" zu erklären. SPIEGEL vermittelt viele Fakten und einige wenige Debatten; FACTS umrahmt seine Thesen mit Eindrücken aus einem Event des International Christian Fellowship (ICF) und garniert das Ganze mit – vom Text losgelösten – persönlichen Aussagen von acht Menschen verschiedenen Glaubens und einer Freidenkerin. SPIEGEL will einen wachsenden Einfluss der Religionen auf Kultur, Politik und gesellschaftliche Werte feststellen, die Analyse bleibt aber in der Beschreibung der verschiedenen medial aufbereiteten Skandale – seit dem 11. September 2001 und insbesondere jener des letzten Jahres – stecken und mündet in der These, der deutsche Papst Ratzinger werde die europäischen Intellektuellen zurück ins kirchliche Boot holen. FACTS-Chefredaktor Andreas Durisch schreibt in seinem Editorial: "es gilt die Werte der Aufklärung, Toleranz und Vernunft, zu verteidigen" und löst das im eigenen Heft nicht ein. Es vergibt die Chance mit der Befürchtung, radikal aufklärerische Autoren wie Richard Dawkins ("The God Delusion", 2006) spielten den "Antichristen" (!) und würden den Gemässigten aller Lager die Diskussion erschweren. "Das Auge spielt eine zentrale Rolle für die menschliche Kooperation und die Entwicklung der goldenen Regel." Michael Tommasello, Anthropologe. Seite 4 Rational begründete Weltgemeinschaft statt Massendroge Religion Dabei beschreibt Dawkins in seinem Buch gerade das, was die von FACTS nebulös beschworene "conditio humana" ausmacht: Nicht unüberwindliche Biologie, sondern religiöse Indoktrination. Kulturtransmission, Meme also zwischen 700 und 300 vor unserer Zeitrechnung. Offenbar sind damals die wesentlichen geistigen Weichenstellungen gemacht worden, die die Geschikke des Planeten bis heute in Atem halten. In dieser Zeit sind vier parallele und nicht genetische Notwendigkeit, ist die Methode mit der sich Religionen ausbreiten. Lebewesen konstruieren ihr Selbstbewusstsein und ihre Weltsicht in erster Linie durch Nachahmung. Tradition ist es, was sich in der Evolution bewährt hat – nicht zwingend Religion. Anthropologen untersuchen die Geschichte der Weltanschauungen und definieren die sogenannte "Achsenzeit" "Das Bekenntnis zur goldenen Regel setzt keinerlei Glauben ans Übernatürliche voraus." Karen Armstrong, Religionswissenschaftlerin. Seite 6 Entwicklungen zu beobachten: Das Erwachen des griechisch-abendländischen Denkens, mit den Naturphilosophen Pythagoras, Thales, Anaximander, Parmenides und Heraklit, kurz danach der Athener Schule: Sokrates, Plato, und Aristoteles. In Indien zur gleichen Zeit Buddha, in China Lao Tse und Konfuzius und in Persien Zarathustra mit seine Lehre vom absoluten Dualismus zwischen dem Seite 3 "Mit dem Schlimmsten zu rechnen und dennoch das Gute zu befördern, genügt als Leitfaden skeptischer Lebenskunst." Joachim Kahl, Philosoph. Seite 7 FREIDENKER 1/07 1 Teismo, anticlericalismo, libero pensiero (2) Seguito. La prima parte è apparsa sul n. 12/06 Al di là delle difficoltà di comprensione del confuso rapporto genealogico tra le varie persone della divinità, nonché tra queste ed il popolo di Dio, una cosa è chiara: la Chiesa è una ed al di fuori di essa non c'è salvezza. Al proposito è significativa la citazione di san Cipriano di Cartagine ripresa in un testo che avrebbe dovuto testimoniare la riflessione della Chiesa sulle colpe del passato: "Non può avere Dio per padre chi non ha la Chiesa per madre." (Vedi documento della Commissione teologica internazionale "Memoria e riconciliazione: la Chiesa e le colpe del passato", cap. 3,4) In questo ordine di idee il rapporto che l'uomo può avere con la Chiesa è ridotto alla semplice alternativa di starne dentro o di starne fuori, con tutte le conseguenze che l'una o l'altra comportano. Ma se è comprensibile che i clericali si comportino secondo i dettami della organizzazione cui appartengono, non è ammissibile che i miscredenti siano costretti a riconoscere come valori universali quelli, e solo quelli, di cui la Chiesa si arroga la tutela, né che siano tenuti ad assumere tutte le norme morali e/o comportamentali che sono proprie degli uomini di fede, né che debbano partecipare o contribuire direttamente o indirettamente alle manifestazioni collettivo di stampo confessionale, né che si richiedano loro ossequio per le istituzioni religiose e reverenza per le esibizioni liturgiche E nemmeno si può chiedere ai miscredenti di rimanere silenziosi di fronte alle operazioni di proselitismo e di propaganda che vengono condotte invadendo gli spazi pubblici. Per altro visto che per i clericali non c'è neutralità possibile (si ricordi l'inequivocabile sentenza: "chi non è con me, è contro di me."), è bene che le voci del dissenso si facciano sentire adeguatamente. Certo è che le gerarchie clericali non hanno più l'influenza di un tempo e sono dunque meno aggressive nel portare avanti le loro ambizioni prevaricatrici e nel sostenere la "legittimità" dei loro privilegi. Il che è vero! Ma la Chiesa non è mutata per propria iniziativa, bensì vi è stata costretta da quegli Uomini Liberi che hanno lottato per affrancare progressivamente il potere civile da quello religioso: facendo prevalere l'autorità fondata sulla partecipazione democratica in opposizione a quella di emanazione teocratica. A chi non ha conoscenza della lenta evoluzione della storia, giova ricordare che il quadro geo-politico ha subito una decisiva mutazione solo poco più di due secoli or sono e che i regimi nei quali lo Stato della Chiesa si specchiava sono mutati nella forma quanto nella sostanza. Finito il tempo dei sovrani per diritto divino, si sono diffuse ovunque le istituzioni repubblicane. Il solo monarca assoluto rimasto è il papa! Comunque sia, a coloro che sostengono che l'organizzazione clericale non è più quella di prima si può, e si deve, obiettare che la Chiesa apostolica romana: continua ad asserire la sua sacralità derivante dalla mistica parentela con la divina mono triade; continua a rivendicare la facoltà di esprimersi in nome e per conto del dio da cui avrebbe ricevuto esplicito mandato; continua ad affermare il suo primato tra i cristiani e, ovviamente, tra coloro che si rifanno all'alleanza di Abramo (inclusi i "fratelli maggiori"); persiste nell'esercizio di pratiche magiche: dal miracolo transustanziale su cui si fonda la comunione eucaristica, agli esorcismi volti alla liberazione degli indemoniati, dalle taumaturgie connesse al culto mariano, ai fenomeni soprannaturali connessi all'esposizione di reliquie ed icone; ribadisce l'estensione della sua giurisdizione spirituale sulla legge civile le cui disposizioni devono essere conformi alla legge divina, eterna, naturale e rivelata, che "ha come perno l'aspirazione e la sottomissione a Dio"; pretende il riconoscimento dei valori che si ricavano dal suo magistero, predicato e praticato nei secoli, ignorando volutamente le nefandezze perpetuate contro l'umanità nel corso dei diciannove ventesimi della sua bimillenaria tradizione. E tra tutte le attitudini pretenziose dei clericali, la più ripugnante è quella di calar lezioni d'etica e di morale su tutto e a tutti, sulla base di una spudorata mistificazione della storia: della propria storia! Se si vuoI ricorrere a una immagine, la Chiesa si presenta come un vecchio malvissuto che, dopo aver commesso lungo il corso di tutta la sua vita una serie ininterrotta di crimini ed aver istigato le sue creature a fare altrettanto in nome dei propri interessi, venga a mostrarsi quale modello di virtù. Non è il caso di farla lunga con l'elenco dei crimini della Chiesa, tanto più che essa osa sostenere d'aver già fatto i conti con il proprio passato, d'aver riconosciuto le proprie colpe e di essersene perdonata in virtù del mandato assolutorio che il dio le ha concesso di applicare anche a se stessa. Il fatto è che la Chiesa non ha alcuna credibilità nell'operazione volta a "purificare la memoria": sia perché non ha formulato che una confessione parziale e reticente, sia perché non ha mostrato alcun segno del suo sincero pentimento. Ma, considerato che una riparazione del male commesso non è concretamente immaginabile, in qual modo la Chiesa avrebbe potuto dare un segno che mostrasse il suo ripudio dell'ignominioso passato e, quindi, la sua conversione? Sarebbe stato sufficiente che avesse depennato dal lungo elenco dei santi tutti coloro che si distinsero nella persecuzione dei pagani, degli infedeli, degli eretici, dei non conformisti, degli areligiosi, degli uomini di scienza eterodossi, dei liberi pensatori. Non ne è stato rimosso uno dalla comunione dei santi, e tutti continuano coralmente a cantare le lodi alla maggior gloria del dio! Si dirà, formulando con ciò più una speranza che una convinzione, che "indietro non si torna". Sarebbe tuttavia un errore credere che i principi di libertà, uguaglianza e solidarietà, sulla cui equilibrata fusione si regge la giustizia sociale, siano acquisiti una volta per tutte. La storia, nei suoi corsi e ricorsi che seguono cicli ultragenerazionali, 2 FREIDENKER 1/07 cont. pag. 2 insegna, o per lo meno dovrebbe insegnare, che in ogni tempo sono state riproposte con successo barbariche teorie sulla disuguaglianza delle razze, delle etnie, delle culture, e sulla superiorità delle une rispetto alle altre. E in ogni tempo sono apparsi coloro che hanno anteposto la logica della sopraffazione a quella della fraterna cooperazione. Orbene, immancabilmente sono intervenuti gli uomini di fede a consacrare i rispettivi fanatismi così da impedire ogni razionale e pacifica concertazione. Anche ai giorni nostri le relazioni tra gli uomini sono condotte all'insegna della competizione che, qua e là, si manifesta in forma cruente. E ovunque vi sono componenti confessionali! Ben si sa che tutte le tensioni sociali hanno motivazioni d'ordine politicoeconomico, eppure tutte finiscono per assumere dimensioni in parte o prevalentemente confessionali, nell'interesse di chi queste tensioni non vuoI sciogliere e nell'interesse di chi dalla religiosità collettiva può ricavare strumenti di pressione e, quindi, di potere. E proprio nel momento in cui da una parte e dall'altra si attizza lo scontro fra i fedeli delle due più rappresentative correnti religiose (cristianesimo ed islam), fa non poca specie la strategia del Capo della Chiesa di Roma (in ciò fiancheggiato dai leader politicospirituali di ispirazione protestante ) che tende la mano al "mondo islamico" con l'aria di chiedere scusa ai fideisti di quella sponda per le offese che una parte degenerata del mondo "occidentale" loro arreca con l'esibizione sacrilega del suo indifferentismo, del suo relativismo, del suo agnosticismo, della sua areligiosità. C'è da chiedersi se i mestatori delle diverse correnti musulmane condivideranno il disegno del papa Ratzinger e accoglieranno il suo implicito invito a scatenare la guerra santa contro i "nemici della religione". Se questa eventualità dovesse verificarsi, prepariamoci ad un difficile confronto, poiché già sappiamo da che parte si schiereranno i clericali nostrani. Guido Bernasconi Möchten Sie sich für Freies Denken engagieren und die Interessen der Konfessionsfreien in der Schweiz vertreten? Zentralpräsidentin / Zentralpräsident Die Freidenker-Vereinigung der Schweiz sucht per 1. Juni 2007 eine Persönlichkeit, welche die Geschicke der Vereinigung im Jubiläumsjahr 2008 und darüber hinaus prägen will, eine kommunikative Führungsperson, die in wenigstens zwei Landessprachen die Anliegen der Konfessionsfreien nach aussen vertritt und die Vereinigung in klarer Kompetenzaufteilung mit der Geschäftsstelle leitet. Bewerbungen bis 31. Januar 2007 an den amtierenden Präsidenten: J.L. Caspar, Postfach, 8545 Rickenbach. Auskünfte über 052 337 22 66. Fortsetzung von S. 1 Gott des Lichts und dem Herrn der Finsternis. Dieser Dualismus wurde die Grundlage der Logik des Aristoteles, des "Tertium non Datur" und damit der gesamten heutigen Wissenschaft. In dieser Achsenzeit hat weltweit die Menschheit den Schritt vom Mythos zum Logos vollzogen und haben diese vier Entwicklungsschienen im Wesentlichen einen gemeinsamen Wert hervorgebracht: Die goldene Regel (siehe S. 6). Die Tatsache, dass heute diese Denkströmungen und ihre religiösen Produkte in heftigsten Diskurs geraten, ist auf die medialen Möglichkeiten und Strategien der organisierten Gruppierungen zurückzuführen. Toleranz wird schwieriger, wenn man sich in einer globalisierten Welt fremden Denktraditionen kaum mehr entziehen kann und die eigene dadurch relativiert wird. Die Verunsicherung steigt auch, wenn befürchtet werden muss, dass die eigene "Wahrheit" auf dem Markt nicht mehr bestehen könnte – da liegt der Rückgriff auf die hergebrachte Qualität nahe: Wenigstens mit der langen Geschichte punkten und mit Massenevents das Bedürfnis der Menschen nach einem kulturellen Kontinuum befriedigen. Projekt Aufklärung weiterführen Diese Verunsicherung produktiv zu nutzen, ist die Aufgabe der Zeit: die Aufklärung weiterführen mit einer Diskussion, welche die grundlegenden, evolutionsbiologisch erfolgreichen Werte der Menschheit betont und die Umsetzung dieser Werte demokratisch aushandelt. Das beharrliche Verhandeln kann aber nicht mit jenen Gemässigten aller Länder stattfinden, die sich in ihren Studierstuben oder Geschäfte zurückziehen. Die wirklich Gemässigten müssen Flagge zeigen: Mit Verständnis für die Entwicklung des menschlichen Bewusstseins (individuell und kollektiv, vom magischen über das mythische bis zum rationalen) den Aufklärungs- und Verständigungsprozess vorantreiben und an einer rational begründete Weltgemeinschaft mitwirken. Aber wo ist der Beweis dafür, dass eine rationale Gesellschaft moralischer ist, oder tatsächlich ein besserer Ort zum Leben als eine Kultur, die sich auf Religion stützt? Auf diese Frage antwortet Richard Dawkins: "Ich weiss nicht, ob es einen Beweis gibt. Ich denke es gibt ihn. Aber selbst wenn es ihn nicht gäbe, glaube ich nicht, dass Sie in einer Gesellschaft leben wollten, die eine Lüge lebt. Ich denke, Sie würden lieber in einer Gesellschaft leben, die eine wahrheitsgemässe Auffassung der wirklichen Welt hat. Selbst wenn das zu weniger Glücklichsein führen würde – woran ich aber keinen Moment glaube. Wenn aber die einzige Rechtfertigung für Religion ist, dass sie die Menschen glücklich macht, dann könnten wir genauso gut alle Drogen nehmen und uns damit selbst glücklich machen. (BBC Newsnight Bookclub) Reta Caspar FREIDENKER 1/07 Fine 3 Faszination Evolution Augenblicke Augen sind die wohl beeindruckendsten Organe von Lebewesen. Ihre fantastische Funktionsweise und ihre betörende Schönheit hat die Menschen schon lange fasziniert. Kreationisten behaupten gerne, gerade die Komplexität des Auges sei ein Beweis dafür, dass ein Schöpfer am Werk gewesen sein müsse. Die Evolutionsbiologie dagegen kann zwar keine lückenlose Entwicklungsketten vorweisen (wie sollte sie auch), aber einen Einblick in die Vielfalt der Augen geben, die ganz besondere Lebensformen ermöglichen – vermutlich auch die kooperative Lebensform von Menschen. 40 mal neu entwickelt Obwohl sich die Augen von Wirbeltieren und Weichtieren im Aufbau stark ähneln, haben sie – nach heutigem Stand der Wissenschaft – diese sehr ähnliche Funktionsweise unabhängig voneinander entwickelt. Dies zeigt sich bei der Bildung des Auges beim Embryo: Während sich das Auge bei Wirbeltieren durch eine Ausstülpung jener Zellen entwickelt, die später das Gehirn bilden, entsteht das Auge der Weichtiere durch eine Einstülpung jener äusseren Zellschicht, die später die Haut bildet. Es gibt Schätzungen, dass Augen der verschiedensten Bauweisen im Laufe der Evolution etwa 40 Mal neu entwikkelt worden sind. Doch heute weiss man, dass ein besonderes Gen sowohl bei den Tintenfischen als auch bei Säugetieren eine Rolle bei der Entwicklung der Augen spielt. Auch bei der Fruchtfliege (Drosophila) hat ein ähnliches Gen fast dieselbe Funktion. Deshalb liegt nahe, dass all diese Augentypen einen gemeinsamen Ursprung haben. Sinneszellen Die einfachsten "Augen" sind lichtempfindliche Sinneszellen auf der Aussenhaut, die als passive optische Systeme funktionieren. Sie können nur erkennen, ob die Umgebung hell oder dunkel ist. Man spricht hier von Hautlichtsinn. Bereits der Einzeller Euglena besitzt einen Fotorezeptor zur Hell-DunkelWahrnehmung. Höher entwickelte Lebewesen wie z.B. der Regenwurm besitzen am Körperende oder verstreut einzelne Lichtsinneszellen. Flachaugen Quallen und Seesterne besitzen viele nebeneinander liegende Lichtsinneszellen, die innen an eine Schicht aus Pigmentzellen anschliessen können. Diese Konzentration von Sinneszellen verbessert die Hell-Dunkel-Wahrnehmung. ein kleiner Teil der Sehzellen gereizt wird, kann neben der Helligkeit auch die Einfallsrichtung des Lichts bestimmt werden. Solche Augen besitzen z.B. Strudelwürmer und Schnecken. Grubenaugen Das Grubenauge unterscheidet sich vom Pigmentbecherauge durch die dem Licht zugewandte Lage der Sinneszellen und dadurch, dass die Grube mit Sekret gefüllt ist. In der Grube bilden die Sehzellen eine Zellschicht, die innen an eine Schicht von Pigmentzellen anschliesst. Es ist also eine Weiterentwicklung des Flachauges. Es ermöglicht z.B. Schnecken auch die Bestimmung der Intensität und der Einfallsrichtung des Lichts. Lochaugen Lochaugen sind verbesserte Grubenaugen. Die Öffnung der Grube ist nur noch ein kleines Loch und der Hohlraum ist vollständig mit Sekret gefüllt. Durch die erhöhte Anzahl der Sehzellen ist nun auch Bildsehen möglich. Das Bild ist jedoch lichtschwach und nur schemenhaft. Diesen Typ findet man bei niederen Tintenfischen. Facettenaugen Insekten und andere Gliederfüssler haben Augen, die aus vielen einzelnen Augen zusammengesetzt sind. Jedes Einzelauge sieht nur einen winzigen Ausschnitt der Umgebung, das Gesamtbild ist ein Mosaik aus allen Einzelbildern. Die räumliche Auflösung des Facettenauges ist durch die Anzahl der Einzelaugen begrenzt und ist daher weit geringer als die Auflösung des Linsenauges. Die zeitliche Auflösung bei Facettenaugen kann jedoch weit höher sein als bei Linsenaugen. Sie liegt bei fliegenden Insekten z.B. bei 250 Bildern pro Sekunde, was etwa dem zehnfachen des menschlichen Auges entspricht. Dies verleiht ihnen eine extrem hohe Reaktionsgeschwindigkeit. Spiegelaugen In den Augen der Kammmuschel wird das Bild durch Hohlspiegel erzeugt, die hinter der Netzhaut angeordnet sind. Die direkt vor der Netzhaut liegende Linse dient der optischen Korrektur des stark verzerrten Spiegelbildes. Auch andere Tiere haben Spiegelaugen, unter anderem Hummer und Langusten. Diese Form hat sich offenbar dort durchgesetzt, wo es weniger auf die Bildqualität und mehr auf die Lichtausbeute ankommt. Pigmentbecheraugen Die Sehzellen liegen vom Licht abgewandt in einem Becher aus lichtundurchlässigen Pigmentzellen. Das Licht kann nur durch die Öffnung des Bechers eindringen. Da jeweils nur Linsenauge Das Linsenauge ist die am höchsten entwickelte Art von Sehorganen. Ein mehrstufiger, lichtbrechender Apparat sammelt das Licht und wirft es auf die Netzhaut. Die Einstellung auf Nahund Fernsicht wird durch eine elastische Linse ermöglicht. Die besten Linsenaugen findet man bei Wirbeltieren. So ist zum Beispiel bei Greifvögeln die Fähigkeit entwickelt, Objekte in einem Bereich der Netzhaut stark vergrössert zu sehen, was insbesondere beim Kreisen in grosser Höhe, beim Lauern auf Beute, vorteilhaft ist. Nachttiere wie etwa Katzen oder Eulen realisieren durch eine reflektierende Schicht hinter der Netzhaut einen Zugewinn an Sensitivität, was ihnen als Nachträuber zu Gute kommt. Bei Katzen findet man zudem eine sogenannte Schlitzblende, die sehr extreme Unterschiede beim Öffnungs- 4 FREIDENKER 1/07 verhältnis erlaubt. Bei nachtaktiven Tieren sind die Augen denn auch überdurchschnittlich gross im Verhältnis zur Grösse des Tiers. nissen entstehen dann auch Grundannahmen und Erfolg versprechende Strategien wie Tit for Tat oder moralische Prinzipien wie der Kantsche Imperativ. Die Forscher verfolgen eine Hypothese, bei der die besondere Sichtbarkeit der menschlichen Augen eine herausgehobene Rolle spielt. Kooperation mit Nicht-Verwandten Das kooperative Verhalten des Menschen mit Nicht-Verwandten übertrifft alles, was sich in Primatengesellschaften beobachten lässt. Auch die zielgerichtete Zusammenarbeit in kleinen Gruppen von zwei oder wenigen Individuen unterscheidet sich in wichtigen Aspekten von der, die man etwa auch bei Schimpansen beobachten kann. Im Unterschied zu anderen Primaten sind Menschen besonders daran interessiert, sich mit anderen zusammen auf ein Objekt zu beziehen und dabei die Kooperation durch intensive wechselseitige Aufmerksamkeit zu organisieren. Auffällig ist zudem, dass Kleinkinder länger als Affenkinder mit ihren Bezugspersonen interagieren und diesen auch länger ins Gesicht oder in die Augen schauen. Das spielt auch deswegen eine Rolle, weil erwachsene Bezugspersonen die Kleinkinder oft auf etwas mit einer sichtbaren Geste (z.B. Zeigen mit einem Finger) aufmerksam machen, was bei anderen Primaten nicht vorkommt. Um zu erkennen, wohin sie schauen sollen, müssen die Kleinkinder – so die These – die Augen gut sehen können, um die Blickrichtung zu erfassen. Das kooperative Auge Einzigartig sind die deutlich sichtbaren Augen des Menschen. Evolutionsanthropologen vermuten deshalb, dass dies eine der Grundlagen für die Fähigkeiten des Menschen zur Ausbildung von kooperativen Handlungsmöglichkeiten war: neben dem aufrechten Gang und der damit verbundenen Freiheit der Hände, neben dem grösseren Schädelvolumen und der Umgestaltung des Kehlkopfs. Michael Tomasello vom Max-PlanckInstitut für Evolutionäre Anthropologie in Leipzig vermutet, dass das Selbstbewusstsein durch eine Verschiebung aus der Zentriertheit auf sich entsteht, indem man sich selbst aus der Perspektive oder mit den Augen des Anderen sehen kann und muss, während man sich gleichzeitig in den Anderen hineinversetzen kann und muss. Dies schliesst die Möglichkeit des Schauspielerns und des Sich-Erkennens im eigenen Spiegelbild ebenso ein wie die Verstellung, die Entfremdung von sich selbst oder die Verdinglichung von sich oder dem Anderen. Orientierung im sozialen Geflecht Komplizierte soziale Hierarchien und Machtverhältnisse, Bündnisse, Intrigen, Listen und Fehden setzen eine geschärfte Aufmerksamkeit auf den Anderen voraus. Dabei wird nicht nur beobachtet, was der Andere macht, sondern auch, wie er die Situation sieht und welche Intentionen er haben könnte. Die permanente Möglichkeit von Täuschung, Betrug, Lüge oder Verführung erfordert soziale Intelligenz, die Fähigkeit auf der Grundlage von Vermutungen über die Wahrnehmung und die Intentionen des Anderen, der ebenfalls aufgrund dieser Vermutungen handelt, zu agieren. Diese soziale Intelligenz sehen manche Anthropologen als wesentlicher Grund für die Vergrösserung des menschlichen Gehirns und die zunehmende Intelligenz in der Menschheitsentwicklung . Aus diesen wechselseitigen Verhält- Verhaltensweisen hervorgehen, könnten also auch mit der Einzigartigkeit der Augen zusammenhängen, die eine gemeinsame Aufmerksamkeit erleichtern. Untersuchungen zeigen, dass Primaten keine Probleme haben, die Kopfund Blickrichtung ihrer menschlichen Betreuer als Orientierung zu verwenden. Normalerweise blickt man auch dahin, wohin der Kopf ausgerichtet ist. Sie haben aber grosse Schwierigkeiten, wenn Kopf- und Augenausrichtung unterschiedlich sind. Kleinkinder hingegen richteten sich wesentlich stärker auf die Augenrichtung aus und zeigen überhaupt eine sehr viel ausgeprägtere Aufmerksamkeit auf die Augen. Wenn Blicke zwingen... Menschen können durch die besser sichtbaren Augen der Anderen aber auch stärker zum kooperativen und nicht-egoistischen Verhalten gezwungen werden. Bekannt ist, dass selbst Fotos von Augen, die an der Wand hängen, Menschen "ehrlicher" machen, wenn es beispielsweise darum geht, sich alleine in einem Raum Kaffee zu nehmen und das ausgemachte Kaffeegeld auf einen Teller zu legen. Wenn also Diktatoren überall Statuen errichten und Bilder verbreiten lassen, dürfte genau diese Wirkung ausgebeutet werden. Die Augen würden dann Überwachung signalisieren und konformes Verhalten erzwingen oder Unterwerfung fordern. Augen, Fenster der Seele Augen verraten aber nicht nur die Blickrichtung, sondern lassen auch die Stimmung des Anderen erkennen. Bei Autisten hat man festgestellt, dass diese mit geringerer Aufmerksamkeit die Augen der Anderen betrachten und Schwierigkeiten haben, die Absichten von Anderen aus den Informationen der Augenpartie ablesen zu können. Quellle: www.heise.de 10.12.06 Erkenntnisse der Wissenschaft – keine unumstösslichen Wahrheiten, aber wesentlich faszinierender als Schöpfungsberichte aus sogenannt heiligen Bücher. Reta Caspar Michael Tomasello Die kulturelle Entwicklung des menschlichen Denkens. Zur Evolution der Kognition. Suhrkamp 2006, Euro 12.-, ISBN: 351829427X. FREIDENKER 1/07 Menschenaugen – gut sichtbar Tatsächlich haben offenbar Menschen auch besonders gut sichtbare Augen. Primaten weisen nur einen geringen Kontrast zwischen dem Auge und der Färbung des Gesichts auf. Nur Menschen besitzen eine durchsichtige Bindehaut und eine weisse Lederhaut ohne Pigmentierung, zudem ist die Position der Iris gut sichtbar und das gesamte Auge in Bezug auf die Körpergrösse grösser und horizontal stärker verlängert als bei anderen Primaten. Die grösseren kooperativen und kommunikativen Fähigkeiten der Menschen, die aus wechselseitigen 5 Büchertisch Goldene Regel Forum Idomeneo Vom Anfang religiöser Traditionen Karen Armstrong erzählt die faszinierende Geschichte einer der wichtigsten geistigen Revolutionen der Weltgeschichte. Zwischen dem neunten und dem zweiten Jahrhundert vor Christus bildeten sich in vier verschiedenen Erdteilen religiöse und philosophische Traditionen heraus, die seitdem für die Menschheit von zentraler Bedeutung sind – und uns auch heute noch Orientierung geben können. Karen Armstrong begibt sich auf eine faszinierende Entdeckungsreise zu den verschütteten Lehren der so genannten Achsenzeit. Dabei handelt es sich um die Epoche ab dem 9. Jahrhundert v. Chr., in der eine neue Form des menschlichen Bewusstseins entstand. Aus dieser Zeit stammen die grossen Weltanschauungen, die sich bis heute gehalten haben: Hinduismus und Buddhismus aus Indien, Taoismus und Konfuzianismus aus China, der Rationalismus aus Griechenland und der Monotheismus aus der Region des heutigen Israel. Armstrong kann zeigen, dass jede dieser Weltanschauungen auf vergleichbare ProKaren Armstrong *1945 in der Nähe von Birmingham, England, war sieben Jahre lang katholische Nonne, bevor sie 1969 ihren Orden verliess und nach Oxford ging. Sie lehrte u. a. am Leo Baeck College for the Study of Judaism und wurde 1999 mit dem Muslim Public Affairs Council Media Award ausgezeichnet. Armstrong ist aus der katholischen Kirche ausgetreten und bezeichnet sich als "freischaffende Monotheistin". Die international anerkannte Religionswissenschaftlerin verfasste zahlreiche Bücher, von denen einige in mehr als dreissig Sprachen übersetzt wurden. Zuletzt erschienen von ihr auf Deutsch "Kleine Geschichte des Islam" (BvT 2001), "Buddha" (2004) sowie "Im Kampf für Gott. Fundamentalismus in Christentum, Judentum und Islam" (2004). bleme mit ganz ähnlichen Antworten reagierte. Die Urväter dieser geistig-religiösen Revolution – Buddha, Sokrates, Konfuzius und Hesekiel – wollten den Menschen keine ultimative Wahrheit aufzwingen; es ging ihnen nicht so sehr darum, was man glaubte, sondern wie man lebte. Mitgefühl und Toleranz wurden an unterschiedlichen Orten zu den wichtigsten Tugenden ernannt. Entscheidend war dabei die sogenannte "Goldene Regel", die Konfuzius (551-479 v.Chr.) als erster formuliert haben soll: "Tue anderen nicht, was du nicht möchtest, dass sie dir tun." Für die Weisen der Achsenzeit stellte die goldene Regel die Essenz der Religion dar. So liest sich Karen Armstrongs glänzend geschriebene Abhandlung nicht nur als eine umfassende Ideengeschichte der Weltreligionen, sondern zugleich als ein eindringliches Plädoyer für die Besinnung auf die ursprünglichen Quellen unseres Glaubens, unserer Philosophie und Moral: "Mitgefühl ist keine populäre Tugend: Oft ist es den Frommen wichtiger, im Recht zu sein. Aber gerade Mitgefühl wäre das Glaubensbekenntnis der Stunde in unserer polarisierten Welt. Wenn wir nicht lernen, der goldenen Regel nachzuleben und andere Nationen – oder den Fremden in unserer eigenen Gesellschaft – so zu behandeln, wie wir selbst behandelt werden möchten, dann wird in der Welt, die wir unseren Enkeln hinterlassen, das Leben wahrscheinlich nicht mehr lebenswert sein." (NZZ 7.12.2006) Karen Armstrong Die Achsenzeit. Vom Ursprung der Weltreligionen. EUR 28.-, 650 S. Verlag Siedler 2006 ISBN: 3886808564 zu "Das Prinzip Vernunft" in FREIDENKER 12/06 Der Passus "Zeigen wird sich auch, ob jene, (...) sich für die Oper interessieren..." ist für mich der Aufhänger. Ich werde sicher nicht dazugehören. Von Opernaufführungen habe ich mich abgemeldet, ausser mit geschlossenen Augen. Der Grund ist, dass die heutigen Theatermenschen sich auf Teufel komm raus "selbst verwirklichen" wollen und das Libretto zur Unkenntlichkeit verbiegen und verdrehen. Was übrig bleibt ist in der Regel die Musik. Zum Fall Idomeneo: Mozart schrieb diese Oper im Alter von 25 Jahren am Ende seiner Salzburger Zeit. Für uns Heutige ist das immer noch volle Jugend. Nicht so für Mozart, der schon gegen 20 Jahre komponierte. Für ihn ist es bereits Reife. Nun wendet er sich der griechischen Mythologie zu. Idomeneo, Re di Kreta schreibt er im Auftrag von Kurfürst Karl Theodor in München, wo am 29. Januar 1781 die Uraufführung stattfand. Nachher wurde die Oper kaum noch aufgeführt, sie galt lange Zeit als unspielbar und die herrliche Musik konnte nur in ihrer konzertanten Fassung genossen werden. Das Libretto stammt übrigens vom Abbate Giambattista Varesco. Der Inhalt stützt sich auf ein uraltes Thema, dem unlösbaren Konflikt zwischen Menschenliebe und einem den Göttern geleisteten Schwur. Idomeneo schwört in höchster Seenot Poseidon, bei seiner Errettung den ersten Menschen, der ihm an Land begegnen wird, zu opfern. Dass das sein eigener Sohn sein wird, ahnt der Unglückliche nicht. Die ganze Thematik eignet sich sicher für freidenkerische Überlegungen. Braucht es dazu abgeschlagene Köpfe, die übrigens in früheren Aufführungen nie vorkamen? Müssen die Mittel der Boulevard-Presse im Theater Auferstehung feiern? Wir Freidenker sollen mit guten, stichhaltigen Argumenten fechten, ohne zu verletzen. Unsere Waffen gleichen einem scharf geschliffenen Florett, das auf die wunden Punkte angesetzt wird und nicht einer Kanone, deren Schuss irgendwo in der Ferne verpulvert. René Wenger, Basel 6 FREIDENKER 1/07 Kontrovers: Joachim Kahl – Michael Schmidt-Salomon Vor einem Jahr haben zwei profilierte Autoren und Philosophen grundsätzliche Publikationen zum Thema Humanismus vorgelegt: Joachim Kahl mit seinem "Weltlichen Humanismus – Eine Philosophie für unsere Zeit" (FREIDENKER 12/05) und Michael Schmidt-Salomon mit dem "Manifest des evolutionären Humanismus – Plädoyer für eine zeitgemässe Leitkultur" (FREIDENKER 12/05). Im Juni 2006 lud die Humanistische Akademie Bayern beide Philosophen zum Kolloquium "Humanismus zwischen Lebenskunst und Kirchenkritik", um dort gemeinsam diese Titel zu diskutieren, Übereinstimmungen zu suchen oder unterschiedliche Positionen zu durchleuchten. Der Meinungsaustausch – jeder hat das Buch des anderen ausführlich kritisiert – soll in der Schriftenreihe der Akadamie im Aschaffenburger Alibri-Verlag publiziert werden. Das Streitgespräch selbst können Interessierte dem Internet nachlesen. www. schmidt-salomon.de: "Der Humanismus mit der Bügelfalte – kritische Überlegungen zu Joachim Kahls Buch Weltlicher Humanismus". www.Kahl-Marburg.de: "Fehlstart. Zur Kritik an Michael Schmidt-Salomons Manifest für einen evolutionären Humanismus." LeserInnen des FREIDENKERs können die Texte auf der Geschäftsstelle beziehen. Fehlstart? Joachim Kahl kritisiert Schmidt-Salomons Buch anhand von "4 exemplarischen Irrtümern": 1. Formuliere Schmidt-Salomon in der "Wir-Form" und verzichte damit auf die notwendige Unterscheidung zwischen Personengruppen und ihrem Verhalten. Besondere Kritik widmet er Schmidts Aussage "Wir müssen mit dem Schlimmsten rechnen und auf das Beste hoffen". Dem hält er entgegen: "Wir müssen mit dem Schlimmsten rechnen und dennoch das Gute befördern". 2. Negiere Schmidt-Salomon eine verbindliche Unterscheidung von Gut und Böse und verzichte fahrlässig auf die ethische Urteilskraft des Humanismus. 3. Verkenne Schmidt-Salomon die Geschichte, wenn er Päpste und Kaiser pauschal als aufklärungsfeindlich qualifiziere und Kunst und Religion trenne. 4. Greife Schmidt-Salomons "aufgeklärter Hedonismus" zu kurz, ein aufgeklärter Humanismus brauche auch ein stoisches und skeptisches Element. 5. Als Leitkultur sei das Manifest nicht, tragfähig, weil es nicht aus den Gegebenheiten und Erfordernissen heutiger Existenz heraus argumentiere. Michael SchmidtSalomon Manifest des Evolutionären Humanismus Alibri Verlag , 2005, 181 S. Euro 10.ISBN: 3-86569-010-6 Humanismus mit der Bügelfalte? Schmidt-Salomon hält Kahls Buch fürlesenswert aber stellenweise zu konservativ und bieder. Hauptkritikpunkte: 1. Kahls konservativen Ausführungen über Sexualität, Ehe und Familie seien empirisch falsch und ethisch fahrlässig. 2. Kahl stütze sich vornehmlich auf den "gesunden Menschenverstand" und weniger auf wissenschaftliche Erkenntnisse, zitiere deshalb auch mehr Redensarten als Forschungsberichte. 3. Indem Kahl das Mittlere als Mass erhebe, werde das Mittelmass zur (bürgerlichen) Leitidee. Das Wahre, das Schöne und das Gute liege aber nicht zwingend in der Mitte. 4. Kahl halte an der naiven, mit moralischer Entrüstung einhergehenden Unterscheidung von Gut und Böse fest. 5. Kahl ziele auf das Ideal des Gentleman, auf eine privatistische Lebenskunst der Höflichkeit ab und scheue sich, klar und deutlich zu den drängenden sozialen, ökonomischen und politischen Fragen unserer Zeit Stellung zu nehmen. 6. Kahls Buch fehle die nötige Dissonanz zum Mainstream und könne deshalb nichts bewegen. Joachim Kahl Weltlicher Humanismus Eine Philosophie für unsere Zeit LIT Verlag, 2005 240 S., Fr. 30.10 ISBN: 3-8258-8511-0 FVS Schweiz Daten Zentralvorstand 2007 Sa., 6. Januar, 31. März, 16. Juni, 18. August, 20. Oktober 2007, Bern DV 2007 So., 6. Mai 2007, Bern Grosser Vorstand 2007 Sa., 24. November 2007, Olten in den Sektionen Agenda Basel – Union Jeden letzten Freitag im Monat ab 19:00 Uhr: Freie Zusammenkunft im Restaurant "Storchen" Basel Basel – Vereinigung Jeden letzten Donnerstag im Monat 15 bis ca. 17:30 Uhr: Donnerstag Hock Restaurant "Park", Flughafenstr. 31 Bern Montag, 8. Januar ab 18:00 Neujahrs-Apéro Freidenkerhaus, Weissensteinstr. 49 B Neu: Jeden zweiten Monat treffen sich die Berner FreidenkerInnen am Nachmittag, um den älteren Mitgliedern die Reise nach Bern zu erleichtern. Erstmals am Dienstag, 12. Februar, ab 14:00 Uhr. Grenchen Donnerstag, 18. Januar ab 19:00 Kegelabend Rest. "Feldschlösschen", Grenchen Die Kegelbahn ist bis 20:30 reserviert. Winterthur Mittwoch, 10. Januar Fondue-/Racletteabend Restaurant "Chässtube" 18:00 Zürich Achtung: Ab 2007 treffen wir uns jeweils am 2. Montag im Monat ! 8. Januar 2007 14.30 Thema: Bericht über die Sitzung des Grossen Vorstandes vom 18. Nov. 2006, sowie Vorschau auf 2007. Restaurant "Schweighof" Schweighofstr. 232, 8045 Zürich FREIDENKER 1/07 7 FVS Freidenker-Vereinigung der Schweiz Mitglied der Weltunion der Freidenker (WUF) und der Internationalen Humanistischen und Ethischen Union (IHEU) Trauerfeiern Basel (Vereinigung) 079 217 01 29 oder 061 321 31 48 Basel (Union) 061 601 03 43 oder 061 601 03 23 Bern 031 372 56 03 oder 031 911 00 39 Grenchen und Umgebung 076 53 99 301 oder 032 645 38 54 Luzern und Innerschweiz 041 420 45 60 Mittelland 062 926 16 33 St. Gallen 052 337 22 66 Vaud/Waadt 026 660 46 78 ou 022 361 37 12 Winterthur und Thurgau 052 337 22 66 Zürich 044 463 16 55 Sollte unter der regionalen Nummer niemand zu erreichen sein, wenden Sie sich bitte an die FVS-Geschäftsstelle: 031 371 65 67 oder an 052 337 22 66 www.freidenker.ch Sektionen Winterthur Winterthurer Freidenker Postfach 1806, 8401 Winterthur Präsident: J.L. Caspar 052 337 22 66 Sekretariat: D. Dünki 052 222 98 94 Familiendienst: M.Ochsner 052 232 04 77 Basel FVS Basel und Umgebung Postfach 302, 4012 Basel Präsident: H. Stieger 079 217 01 29 Vizepräsidentin: B. Bisig 061 321 31 48 Kassier: R. Wenger Tel. 061 692 86 27 Fax 061 692 86 28 Mitgliederdienst: R. Frey 061 421 12 80 Freidenker-Union Region Basel USF Postfach 4471, 4002 Basel Präsident: G. Rudolf 061 601 03 43 Infos/Mitgliederdienst: 061 601 03 23 Postkonto: 40-4402-5 Zürich Freidenker Zürich Postfach 7210, 8023 Zürich *auch Fax Präs.: H. Rutishauser 044 463 16 55* Mitgliederdienst: M. Dobler 044 341 38 57 FREIDENKER - BIBLIOTHEK Zürich, im Sozialarchiv Stadelhoferstr. 12 (Nähe Bellevue) Bücherausgabe: Mo. - Fr. 10–20 Uhr Sa. 10–13 und 14–16 Uhr Auskunft: 044 251 80 66 Bern Freidenker Bern, Postfach, 3001 Bern Präsident a.i.: J. Kaech 031 372 56 03 Mitgliederdienst: J. Kaech 031 372 56 03 Genf Libre Pensée de Genève 27 ch. des quoattes, 1285 Avusy Président: J.P. Bouquet 022 756 40 49 tél. et fax FVS-Geschäftsstelle Mitglieder melden ihre Adressänderungen bitte an die Sektionen. Zuschriften an den Vorstand, AboMutationen, Auskünfte, Materialbestellungen an: Freidenker-Vereinigung der Schweiz FVS, Geschäftsstelle Postfach CH-3001 Bern Tel. 031 371 65 67 Fax 031 371 65 68 info@freidenker.ch Postkonto: 84-4452-6 Grenchen FVS Sektion Grenchen und Umgebung, Postfach 418, 2540 Grenchen Präsident: S. Mauerhofer 076 388 46 39 info@freidenker-grenchen.ch Mitgliederdienst/ Lotti Höneisen Krankenbesuche: 076 53 99 301 Adressänderungen an: Postfach 2622, CH-4002 Basel Mittelland FVS Sektion Mittelland Postfach 56, 4628 Wolfwil Präsident: H. Haldimann 062 926 16 33 Schaffhausen Freidenker Schaffhausen Postfach 69, 8213 Neunkirch Kontakt: R. 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