freidenker 11/2005.pdf

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(file: @@freidenker-200511.pdf@@)libero pensatore 90. Jahrgang Nr. 11 November 2005 Am 27. November 2005 stimmt die Schweiz über die Lockerung der Bestimmungen zur Arbeit am Sonntag ab. Auch wenn es in der Vorlage nur um die Geschäfte in grossen Bahnhöfen geht – der Trend zur Flexibilisierung der Ladenöffnungszeiten ist unübersehbar. Vor hundert Jahren war die Einführung des arbeitsfreien Sonntags eine grosse Errungenschaft des Arbeitnehmerschutzes gewesen, das Recht auf einen arbeitsfreien Tag in der Woche, der der Erholung und der Familie gehören sollte. Dass dieser Tag auf den Sonntag, den kirchlichen "Tag des Herrn" festgelegt wurde, war in einer christlich geprägten Gesellschaft naheliegend. Zuvor haben die Christen am Sonntag die Arbeit für den Gottesdienstbesuch unterbrochen. Allmählich aber hat sich der christliche Sonntag dem jüdischen Shabbat angeglichen und ist zum allgemeinen Ruhetag geworden. Als Konfessionsfreie könnten wir daraus schliessen, dass wir den Sonntag als Ruhetag getrost aufgeben und als private Angelegenheit betrachten könnten, wie die Religionen als Ganzes. Der Arbeitnehmerschutz ist auch nicht gefährdet, die Ruhezeiten sind garantiert und es gibt viele Menschen, die gerade eine Beschäftigung am Sonntag schätzen, weil sie sich mit ihren besonderen Lebensumständen besser vertragen. Denn am Sonntag arbeiten heute und schon seit jeher viele Menschen: in der Gastronomie, in den Freizeit- und Erholungsanlagen, in Spitälern, in den Medien, im öffentlichen Dienst und Verkehr... "L'ateologia deve avanzare una critica massiccia e definitiva ai tre principali monoteismi." Michel Onfray, filosofo e fondatore della Università popolare di Caen. Pagina 2 Noch mehr Einkaufen am Sonntag? Was tun nämlich all die Menschen, die Sonntags nicht arbeiten? Sehr oft konsumieren sie etwas, was irgendjemand eben auch bereitstellen muss – und deshalb sonntags arbeitet. Wenn wir nun die Ladenöffnungszeiten weiter liberalisieren, eröffnen wir den Menschen einfach noch mehr schon einen Shopping-Tag für Singles, Paare und Familien: Der Samstag ist wohl in der ganzen westlichen Welt zum gemeinsamen ShoppingTag geworden. Die Menschen strömen samstags in die Städte und Einkaufszentren, die Konsumtempel des 20. Jahrhunderts, sie ergötzen sich dort an den Verheissungen der Andy Goldsworthy Konsummöglichkeiten – nicht mehr Konsum, den mehr als einmal kann niemand das unter der Woche verdiente Geld ausgeben. Das Argument, dass viele Menschen unter der Woche so viel arbeiten, dass sie kaum Zeit fürs (gemeinsame) Einkaufen haben, ist nicht stichhaltig seit wir auch an den Schulen überall die 5Tage-Woche kennen. Wir haben ja "Ich habe mich immer gewundert, warum wir mit Problemen leben, die wir eigentlich lösen können." Jakob v. Uexküll, Begründer des alternativen Nobelpreises. Seite 4 Konsumwelt und versuchen, sich davon ein Stück zu ergattern... Dem Konsum Huldigen hat also schon seinen Platz, das sollte eigentlich ausreichen. Eine andere, individuelle Funktion des arbeits- und weitgehend konsumfreien Tages ist die der Pause, der Insel im Strom des alltäglichen, oft hektischen Lebens, eine Chance, innezuhalten und sich mit dem ➔ Seite 3 "Ich glaube nicht an Gott... Die Religionsstifter rauben den Frauen die Menschenrechte." Taslima Nasreen, Bengalische Schriftstellerin . Seite 7 FREIDENKER 11/05 1 Libero pensatore Una boccata d'aria fresca! ateismo argomentato, solido e militante. Un ateismo che non si definisca solo in negativo, ma si proponga come nuovo e positivo atteggiamento nei confronti della vita, della storia e del mondo. La ateologia (il termine è mutuato da Bataille) deve in primo luogo avanzare una critica massiccia e definitiva ai tre principali monoteismi, poi proporre un deciso rifiuto della esistenza del trascendente e promuovere finalmente, dopo millenni di trascuratezza, una cura per "il nostro unico vero bene: la vita terrena", il benessere e l’emancipazione dei corpi e delle menti delle donne e degli uomini. Ottenibile solamente attraverso una "decristianizzazione radicale della società". Un libro di grande potenza e leggibilità, che non mancherà anche da noi di far discutere e di appassionare migliaia di lettori, infastiditi dalla retorica filoreligiosa e neospiritualista che domina negli ultimi anni 2 – e specialmente in questo 2005 – il dibattito intellettuale e politico. L’autore Michel Onfray, nato nel 1959, dopo vent'anni di insegnamento nei licei, ha fondato nel 2002 l'Università Popolare di Caen che dispensa corsi di filosofia a centinaia di persone di ogni età e ceto sociale: un vero caso culturale, che in Francia ha suscitato il massimo interesse dei mass media. Ha scritto una trentina di libri, centrati su idee libertarie ed edoniste ma al contempo di sinistra e fortemente impegnate sul piano etico. Pubblicate in gran parte dall’editore Grasset, le sue opere sono state tradotte in quattordici lingue. In Italia sono già usciti il suo "Cinismo" (Rizzoli, 1992) e "La politica del ribelle" (Ponte alle Grazie, 1998). Il "Trattato di ateologia" (2005) è il suo libro più venduto. Le opere di Onfray sono tradotte in quattordici lingue. "Un genio dell'ateismo… Questo libro sarà un balsamo per chi crede che la religione sia una debolezza e che esista un'unica Trinità: l’uomo, la materia, la ragione." Lire "Un nuovo breviario irreligioso, un ritratto al vetriolo degli orrori teologici, una lettura rinfrescante per i liberi È uscita in questi giorni la traduzione in lingua italiana del libro del filosofo francese Michel Onfray "Traité d’athéologie"1 che, da quando è uscito nel mese di gennaio di quest’anno, continua a dominare in Francia la controversia sulla relazione fra Stato e Religione. Questo saggio è nato da una indignazione e da una urgenza: ● pensatori insoddisfatti dell’ecumenismo imperante. Questo libro procura al lettore la gioia di avere nuove frecce al proprio arco e mescola citazioni erudite senza mai sfiorare la pedanteria; in ogni sua pagina soffia un vento di insubordinazione radicale." L’Humanité "Un filosofo-star crociato dell’ateismo: i suoi libri si vendono a livelli stratosferici." Le Monde "Decostruire i monoteismi, smontare le teocrazie: due nozioni-chiave di Michel Onfray per guarire la “nevrosi infantile dell'umanità." Libération "Tanto per tornare a fare due chiacchere con voi, e giusto perché sono tornata a Roma da qualche giorno e mi è un po' difficile abituarmi a tutte queste quintalate di papi preti e cardinali, vi consiglio di dare un’occhiata al "Traité d’athéologie" del filosofo francese Michel Onfray. Ah! Che boccata d’aria fresca! L'Onfray non ci va giù piano con la religione e dice chiaro e tondo che le religioni sono uno dei principali strumenti con cui gli uomini e le donne costruiscono la propria infelicità. Propone una morale di vita e un'etica post cristiana (e ovviamente post islamica, e post giudaica, ma anche post nichilista) dove il corpo non sia più visto come negativo, sporco e sbagliato, e la terra una valle di lacrime, la vita una pena da scontare sperando in un qualcosa di meglio dopo, il piacere un peccato, le donne una maledizione e uno strumento del demonio, l'intelligenza una presunzione, il godimento dei sensi una strada verso la dannazione. Ah mon cher Onfray, vieni a fare un salto qui da noi..." Rossana Campo Per una morale post cristiana, dal blog di Rossana Campo, 21/4/2005 www.feltrinelli.it Per ulteriori recensioni vedi il sito: www.fazieditore.it/catalogo/ categorie/recensioni.asp?id=637 1)Testo originale:Traité d’atheologie, 281 pages, ISBN 2-246-64801-7, éd. Grasset, Janvier 2005 Michel Onfray Trattato di ateologia 224 pagine Fr. 14.— ISBN 88-8112-678-8 Fazi Editore l’indignazione? È il fatto che, dopo tre secoli dal trionfo dei "lumi", e un secolo dopo la legge di separazione tra la Chiesa e lo Stato in Francia, il politico e il religioso siano ancora così inestricabilmente mischiati nelle nostre società che si pretendono laiche e democratiche; l’urgenza? È lo spettacolo del mondo come va – dagli evangelisti neo-conservatori ai fanatici della Jihad, dappertutto, osserva Michel Onfray, Dio, già cacciato dalla porta, rientra dalla finestra...Questo trattato dotto, polemico, concettuale e sensuale, nel quale il filosofo antiplatonico che è Michel Onfray, tenta di puntualizzare, denunciare, sorpassare questo "odio per il corpo" che sembra giacere segretamente dietro il ritorno generalizzato del divino e del "desiderio di salvezza" nelle nostre società. Il suo libro si compone di quattro parti dove, dopo l’esposto-bilancio dello stato attuale di una "regressione", si trovano rivisitate il monoteismo, il cristianesimo e la teocrazia. L'essenziale può essere riassunto così: a quale prezzo umano, dei sensi, politico... – i nostri contemporanei pagheranno il loro vassallaggio al cielo? In questo libro, è dunque questione di Gesù e delle donne, del desiderio e della democrazia, di San Paolo e di Nietzsche. L'autore, in qualità di materialista coerente, provoca, stimola, suggerisce. Nell'ora degli integralismi e delle laicità vergognose, questo trattato di ateologia promette di fare scalpore... Dio non è affatto morto, o se lo era è ormai nel pieno della sua rinascita, in Occidente come in Oriente. Di qui l'urgenza, secondo Onfray, di un nuovo ● 2 FREIDENKER 11/05 Fortsetzung von S. 1 Zentralvorstand FVS Die FVS gratuliert zu beschäftigen, was sonst zu kurz kommt: das eigene Haus in Ordnung bringen – im konkreten und im übertragenen Sinne – und zur Ruhe kommen... etwas was wir allerdings besser täglich und nicht nur einmal die Woche tun sollten. Zeit für Gemeinsames Sozial gesehen ist ein gemeinsamer, weitgehend arbeitsfreier Tag aber bestimmt eine Errungenschaft, die nicht leichtfertig aufgegeben werden sollte. Auch die FVS führt ihre Delegiertenversammlungen jeweils an einem Sonntag durch, weil dann eine grössere Anzahl von Mitgliedern erwartet werden kann, weil jung und alt am Sonntag gemeinsam etwas erleben oder bewegen können... Autofrei oder nicht? Die Qualität dieser Sonntage, die können wir aber nicht gesetzlich festschreiben. Das mussten jene Menschen erfahren, die sich jahrelang für autofreie Sonntage eingesetzt haben – dafür waren keine Mehrheiten zu gewinnen. Anders hingegen bei den Ladenöffnungszeiten in den Kantonen, da haben die StimmbürgerInnen bisher mehrheitlich zurückhaltend reagiert. Weniger konsumieren FreidenkerInnen können also sehr wohl für die Beibehaltung des in der Regel arbeitsfreien Sonntags sein, nicht als Tag des Herrn, sondern als Tag der Ruhe – und übrigens: je weniger wir persönlich an diesem Tag konsumieren und herumfahren, desto mehr Menschen ermöglichen wir damit ebenfalls ihren Ruhetag zu geniessen. Reta Caspar Das Hochzeitspaar in der Trauzeremonie mit Reta Caspar und den Artisten des Teatro del Chiodo Zur Hochzeit FVS-Vize-Zentralpräsident Vivian Aldridge und seine Lebenspartnerin Petra Gansauge wurden am 1. Oktober 2005 zuerst zivil und anschliessend – im Theater Tabourettli am Spalenberg in Basel – freidenkerisch, zivilisiert-theatralisch getraut. Unter den zahlreichen Gästen (viele natürlich aus Eng- und Deutschland) haben sich auch etliche Mitglieder FVS mit dem Hochzeitspaar gefreut. Auch die FVS wünscht euch, liebe Petra und Vivian, noch einmal herzlich alles Gute auf dem gemeinsamen Lebensweg. Zum 85. Geburtstag von Louis Bloch. 1993 bis 1999 hat Louis die Geschicke der FVS im Co-Präsidium, im Triumvirat zusammen mit Jürg Caspar und Jean Kaech, mitgeprägt und ist während 13 Jahren aktiver und umsichtiger Sektionspräsident der FVS-Vereinigung Basel gewesen. Verwandte und Freunde haben am 2. Oktober 2005 mit ihm gefeiert. Auch wir von der FVS gratulieren dir, lieber Louis, zum hohen Geburtstag und wünschen dir von Herzen gute Gesundheit und – gemäss deinem eigenen Motto "liebe, lebe, lache" – noch viele heitere Tage. Meine beste Schöpfung ist der Humor. Ironie ist, dass offenbar jene Leute, die an mich glauben, meist keinen haben... Gott zu Gast in einer Talkshow FREIDENKER 11/05 3 Entwicklung "Alternative Nobelpreise" 2005 Menschenrechte in Malaysia Irene Fernandez (Malaysia) für ihren Kampf gegen Gewalt gegen Frauen sowie für ihr Eintreten gegen den Missbrauch von Zuwanderern und armen Arbeitern. Irene Fernandez ist zur Zeit nur gegen Kaution auf freiem Fuss, nachdem Malaysias Justiz sie schon vor neun Jahren wegen der "böswilligen Verbreitung falscher Gerüchte" belangte. Da hatte sie sich gegen die Ausbeutung ausländischer Arbeiter eingesetzt, die zunächst zum wirtschaftlichen Aufschwung Malaysias beitrugen, dann aber als unerwünscht unter elenden Bedingungen in Abschiebelagern festgehalten wurden. 2003 wurde Fernandez zu einem Jahr Gefängnis verurteilt, das Berufungsverfahren ist anhängig. Die 59-Jährige ist eine Menschenrechts-Veteranin, die sich ungeachtet aller Verfolgung um die Organisierung von Textilarbeiterinnen ebenso verdient machte wie für den Kampf gegen Gewalt gegen Frauen oder die Hilfe für HIV-positive Prostituierte. Frankfurter Rundschau, 30.9.2005 Am 29. September 2005 gab der Gründer des "Alternativen Nobelpreises", Jakob von Uexküll, die diesjährigen Preisträgerinnen und Preisträger bekannt. Die Preisverleihung selbst wird am 9. Dezember 2005 im Schwedischen Parlament stattfinden. Die Jury wählte die Preisträger aus 77 Kandidaten aus 39 Ländern. Vier Nominierungen kamen aus Afrika, vier aus der arabischen Welt, 20 aus Asien, 26 aus Europa, zwölf aus Lateinamerika und zehn aus Nordamerika. Der mit umgerechnet 220'000 Euro dotierte "Alternative Nobelpreis" der schwedischen "Right Livelihood Award"-Stiftung geht dieses Jahr an Kanada, Malaysia und Botswana, eine Anerkennung an Mexiko. Soziales Engagement in Mexico Ehrenpreisträger ist einer der grössten lebenden Künstler Mexikos: Franscisco Toledo. Er wird für sein Engagement für die Menschen in seiner Heimat Oaxaca geehrt. Kritik an der Wasserprivatisierung Die kanadischen Bürgerrechtler Maude Barlow und Tony Clarke. Ihr Buch "Blaues Gold", eine detaillierte Fundamentalkritik der Wasserprivatisierung, ist in 40 Ländern erschienen und gehört zum globalisierungskritischen Basiskanon. Clarke hat sich als Gründer des "Polaris Institute" vorgenommen, "die Macht der Grossfirmen zu entlarven, die hinter den Regierungen steckt". Zusammen mit GewerkschafterInnen setzten die beiden sich gegen die neoliberale Freihandelsagenda ein. An den erfolgreichen Protesten gegen das Multilaterale Investitionsabkommen oder die Treffen der Welthandelsorganisation in Seattle 1999 und Cancún 2003 beteiligten sie sich ebenso wie an Kampagnen gegen Wasser-Multis in Bolivien oder Uruguay, Ghana oder Indien. Der Standard, 30.9.2005 ...und Botswana Die Menschenrechtsorganisation afrikanischer Buschleute "First People of the Kalahari" und ihr derzeit inhaftierter Gründer und Sprecher Roy Sesana (Botswana). Roy Sesana wurde mit 27 anderen Buschleuten am 26. September 2005 in Botswana festgenommen wegen Verstosses gegen das Versammlungsverbot und Ausschreitungen gegen die Staatsgewalt. Im Konflikt zwischen den Buschleuten und der Regierung geht es um staatliche Umsiedlungsprojekte, die offiziell der besseren Integration, aus Sicht der Betroffenen aber der Ausbeutung der Diamantenvorkommen im Reservaten dienen soll. Roy Sesana schrieb an US-Präsident George W. Bush: "Wir sterben. Wir wollen nach Hause. Dort können wir nahe unserer Vorfahren leben, die uns heilen." Der Standard, 30.9.2005 25 Jahre Right Livelihood Award In einem Interview zum 25 jährigen Bestehen des Right Livelihood Award sagte Begründer Jakob von Uexküll: "Ich habe mich immer gewundert, warum wir mit Problemen leben, die wir eigentlich lösen können, denn es gibt ja viele Lösungen, die nicht ernst genommen werden. Und ich habe dann gefragt: Wie wird man ernst genommen? Und da war natürlich klar, wenn man einen Nobelpreis bekommt, wird man ernst genommen. Das habe ich erlebt, als ich in Schweden aufgewachsen bin. Deswegen mein Vorschlag dann an die Nobelstiftung, einen neuen Preis einzuführen für Ökologie und auch einen Preis für menschliche Entwicklung, der für die Länder der so genannten Dritten Welt relevant ist. Die Nobelstiftung hat das abgelehnt, obwohl ich auch anbot, da einen finanziellen Beitrag zu leisten. Und dann habe ich wegen der Unterstützung, die ich für diese Idee schon bekommen hatte bei sehr vielen Menschen, gesagt, dann versuch ich es halt selbst, natürlich mit viel geringeren Mitteln. Ich meine, ich habe mit Briefmarken gehandelt, das ist weniger profitabel als die Erfindung von Dynamit – aber so ist der Preis entstanden. Die ökologischen Herausforderungen sind sehr lange ignoriert worden, und die Grenzen des Wachstums werden jetzt wieder plötzlich entdeckt. Aber viel Zeit ist natürlich verloren gegangen, das heisst die Möglichkeit, der Zeitrahmen für einen geordneten Übergang ist viel kürzer geworden. Und deswegen ist er auch viel schwieriger geworden. Themen wie Frieden, Umwelt, Menschenrechte haben heute viel mehr Publizität. Sie werden ja zum Teil nicht mehr als Alternativen gesehen, sondern als der neue Mainstream. Aber gleichzeitig ist auch der Widerstand stärker: Als das nur kleine Alternativen waren oder als kleine Alternativen angesehen wurden, da konnte man sie noch irgendwie zum Teil ermutigen und ihnen eine Nische überlassen. Aber wenn man jetzt sieht, dass hierdurch wirklich wichtige Machtinteressern bedroht sind, ist das natürlich zum Teil schwerer geworden. Das andere Problem ist sicher auch, dass wichtige Probleme kaum mehr die Möglichkeit haben, in den Medien breit diskutiert zu werden ➔ S. 5 unten 4 FREIDENKER 11/05 Jakob von Uexküll "Alternativer Nobelpreis" – Right Livelihood Award Der Right Livelihood Award, hierzulande besser bekannt als "Alternativer Nobelpreis", wurde 1980 von dem deutsch-schwedischen Publizisten, Philatelisten und ehemaligen EuropaAbgeordneten Jakob von Uexküll gestiftet. Mit dem Preis werden Personen und Initiativen geehrt, die auf verschiedene Weise Lösungen für Probleme unserer Zeit erarbeiten. Alle Preisträger eint die Vision von einer humanitären Gesellschaft ohne Unterdrückung und Ausbeutung, das Bestreben, die Vielfalt und die Ressourcen unseres Planeten zu bewahren, sowie einer Ethik der Gerechtigkeit und Nachhaltigkeit. Vor allem in den Ländern der "Dritten Welt" – in kaum eines ist jemals ein "echter" Nobelpreis gegangen – hat der "Right Livelihood Award" einen sehr hohen Stellenwert, weil er die Perspektiven dieser Länder und ihr berechtigtes Interesse an selbstbestimmter Entwicklung betont und unterstützt. Fortsetzung von S. 4 Briefmarken zu Nobelpreisen Alles begann mit dem Traum eines Philatelisten. Ein gutes Vierteljahrhundert ist es her, dass der deutschschwedische Briefmarkensammler Jakob von Uexküll sich eines Tages fragte, ob man guten Gewissens sein Leben mit dem Sammeln kleiner bunter Papierchen verbringen dürfte, während zeitgleich die Welt immer mehr in Stücke fiel. Er entschloss sich, seine Sammlung zu verkaufen, gründete mit dem Erlös die Right Livelihood Stiftung und schrieb den "Preis für die richtige Lebensführung" aus. Dass man ihn heute den "Alternativen Nobelpreis" nennt, ist nicht die Idee des Stifters, sondern ein indirektes Lob der Öffentlichkeit, die ihn längst mit dem wichtigsten Wissenschaftspreis vergleicht. Und tatsächlich umfasst der "Right Livelihood Award" (RLA) heute ein so breites Spektrum, dass man ihn getrost mit seinem grossen Bruder vergleichen kann: Mit dem Alternativen Nobelpreis werden Friedens-, Umweltund soziale Projekte sowie Konzepte alternativer und nachhaltiger Entwicklung in der Ersten und der Dritten Welt ausgezeichnet. Mit ihm werden die Nutzung regenerative Energien und die Entwicklung entsprechender Technologien, die biologische Landwirtschaft und ganzheitliche Gesundheitsversorgung unterstützt. Er belohnt den Schutz biologischer und kultureller Vielfalt, den Ausbau der Demokratie, den Schutz der Menschenrechte. Er belohnt all jene kleinen Lösungen, die für die grossen Probleme im Ansatz längst vorhanden sind. Die Right Livelihood-(RLA)-Stiftung ist in Schweden als gemeinnützig eingetragen und hat Vertretungen in England, Deutschland, Indien und den Vereinigten Staaten. Sie ist politisch und konfessionell unabhängig. Der Right Livelihood Award wird jährlich im Schwedischen Parlament in Stockholm am Tag vor der Nobelpreispräsentation vergeben. Alfred Nobel wollte diejenigen ehren, die "der Menschheit die grösste Wohltat erweisen". Vom selben Geist getragen unterstützt die Right Livelihood AwardStiftung diejenigen, die an anwendbaren und beispielhaften Lösungen von den Problemen unserer Zeit arbeiten. Der alternative Nobelpreis wird für keine Kategorien vergeben, sondern ehrt sehr unterschiedliche Beiträge für eine bessere Zukunft der Welt. Die Stiftung zieht es auch vor, ihre Preisträger nicht Gewinner zu nennen, da dies den Eindruck erweckt, als seien die anderen Verlierer. 121 Projekte aus 65 Ländern ausgezeichnet Seit 1980 wurden 121 Menschen und Projekte in 65 Ländern aus mehr als 650 Nominierungen ausgezeichnet. Die jährliche Preissumme von zwei Millionen Schwedischen Kronen (220'000,00 Euro) teilen sich drei oder vier Preisträger– zugunsten ihrer Projekte und Arbeiten, nicht zu ihrem eigenen, persönlichen Nutzen. Mit einem nicht monetären Ehrenpreis würdigt die Jury Personen oder Projekte, um sie so einer internationalen Öffentlichkeit näher zu bringen. Auszeichnung und Wirkung Der RLA unterstützt nicht nur unmittelbar. Wissen und Erfahrungen der Preisträger werden einer breiten Öffentlichkeit zuteil. Es zeigt sich, dass Einzelne oder kleine Gruppen oft unlösbar erscheinenden Problemen entgegentreten; sie handeln gemeinsam, mobilisieren andere und bringen so den Stein im Interesse aller ins Rollen. Der alternative Nobelpreis soll ausserdem immer wieder Debatten über Wertvorstellungen und Ziele in Gang setzen. Er bringt Menschen unterschiedlichster Interessen und Projekte zusammen, stärkt sie und unterstützt ihre Ideen, um Zukunftsmodelle zu formen und zu verwirklichen – für soziale Gerechtigkeit und Menschenrechte, für Frieden und Abrüstung, für die Rechte von Minderheiten, für den Schutz der Umwelt und für viele andere Aspekte menschlicher Entwicklung, von kultureller und geistiger Erneuerung bis hin zu Wissenschaft und Technologie zum Nutzen der gesamten Menschheit. www.rightlivelihood.org FREIDENKER 11/05 und komplexe Lösungen noch weniger, sondern dass alles auf Kurzfristigkeit angelegt ist. Ich hoffe, dass wir in 25 Jahren Preise vergeben an Initiativen, die sich mit der Lösung von Problemen beschäftigen, die nicht ganz so dringend sind wie heute. Da heisst, wir werden immer Reparaturen vornehmen müssen, wir werden sicherlich unsere natürli- che Umwelt nicht geheilt haben, wie werden sicherlich nicht eine globale Gerechtigkeit eingeführt haben. Aber ich hoffe, dass wir nicht, wie heute, vor derartigen Bedrohungen stehen, also dass es immer um Überlebensfragen geht. Das ist mein Wunsch, dass die Preise in 25 Jahren vielleicht nicht ganz so dringend sind, aber trotzdem gebraucht werden." 5 aus den Sektionen Atheistische Spiritualität und Poesie Winterthur "Gottfried Keller – Dichter eines materialistischen Lebensgefühls" Ein erfreuliche Schar von Mitgliedern und Interessierten folgte am 3. Oktober Joachim Kahls Interpretationen von Kellers "Ich hab in kalten Wintertagen", "Siehst du den Stern" und "Abendlied". Behutsam entwickelte der Referent aus den Gedichten eine atheistische Spiritualität und Poesie, mittels der der Mensch, der nicht für die Ewigkeit geschaffen ist, in diesem einen, begrenzten Leben zur Fülle des Erlebens vorstossen kann. "Abschiedlichkeit" als grundlegendes Lebensgefühl empfahl er mit Keller den Zuhörenden, ein Ja zur eigenen Endlichkeit, zu einem Leben, das durch den unausweichlichen Tod zwar überschattet, aber nicht entwertet wird. Abschiedlichkeit auch als Haltung und als Quelle tragfähigen Trostes beim Verlust eines geliebten Menschen: das Subjekt als Individuum ist zwar unwiderruflich fort, hat aber Spuren hinterlassen in unserem Leben – auch etwa ein tot geborenes Kind, das in den Monaten der Schwangerschaft das Leben von Mutter und Vater und weiteren Menschen beeinflusst hat. Abschiedlichkeit als Gewissheit, dass eines Tages auf den Abend kein Morgen mehr folgen wird, dass sich die Seele zur Ruhe legen will, der Mensch die Augen für immer schliesst – nicht Zürich "Bertrand Russells skeptische Lebensweisheit" lautete der Titel des ersten einstündigen Vortrags, den der freischaffende Marburger Philosoph Joachim Kahl am 30. September im Restaurant "Schweighof" in Zürich hielt. Um sich auf das Wesentliche konzentrieren zu können, sprach er über Russells Vorwort "Wofür ich gelebt habe" ("What I have lived for") zur Autobiographie von 1967. Alle Hörenden bekamen ein Blatt mit dem originalen englischen und dem ins Deutsche übersetzten Text, den Kahl zuerst deutsch und dann englisch sehr schön vorlas, was die literarische Qualität deutlich machte. Es folgten Erläuterungen zu jedem Abschnitt. Russell, der von 1872 bis 1970 lebte, zeigt sich als Fürsprecher der Leidenschaften des Liebens, Forschens und Sich-Erbarmens, womit deutlich wird, dass geistige Brillanz nicht mit Gefühlskälte oder Gleichgültigkeit einhergehen muss. Er wirkte als Liebender (er war fünfmal verheiratet, stets mit intelligenten Frauen), als Logiker, Mathematiker, Philosoph, und nicht zuletzt als politischer Aufklärer und tatkräftiger Kämpfer gegen die Unmenschlichkeit (er nahm wegen seiner Unterstützung der Kriegsdienstverweigerer sogar eine halbjährige Gefängnisstrafe in Kauf). Das Fazit des behandelten Texts: Das Leben findet in einer grausamen Welt statt und hat ein unwiderrufliches Ende, ist aber dennoch lebenswert, solange man sich für Liebe, Erkenntnis und Menschlichkeit einsetzt. Russell schreibt jedenfalls, er würde es wieder leben, wenn das möglich wäre. Joachim Kahl beeindruckte einmal mehr durch seine klaren und treffend formulierten Gedanken. Nach dem Referat beantwortete er noch Fragen, und einige Russell-Begeisterte durften von ihrer Entdeckung des britischen Denkers erzählen. Die Veranstaltung war gut besucht, obwohl von uns Freidenkern nur etwa vier anwesend waren. K. M. (Zürich) Dr. Dr. Joachim Kahl (Foto H. Habicht) etwa nur um zu schlafen, sondern weil er genug gesehen hat... Ein schwebendes, abschiedliches Lebensgefühl spricht aus Kellers Gedichten, eine Mischung von Freude und leiser Trauer, das Akzeptieren der Endlichkeit und der Verzicht auf romantische und religiöse Vorstellungen eines Übergangs in eine andere, vergeistigte Existenz. Zu einem erfolgreichen Leben gehört deshalb die Aussöhnung mit dieser Endlichkeit, die Freude an der Natur und am eigenen Erleben und das ständige innere Selbstgespräch, die Reflexion... ein erbaulicher Abend, lieber Joachim Kahl, herzlichen Dank! Reta Caspar Interessiertes Publikum in der "Chässtube" in Winterthur (Foto H. Habicht) 6 FREIDENKER 11/05 Freidenker-Umschau Afghanistan Mohaqiq Nasar (50), Chefredakteur der Zeitschrift Hoqooq-i-Zan (Rechte der Frauen), wurde am 29. September 2005 wegen angeblicher Blasphemie festgenommen. Seine Inhaftierung erfolgte auf Anweisung des religiösen Beraters von Präsident Karzai, sagte ein Regierungsvertreter. Präsident Karzais religiöser Berater ist Mohaibuddin Baloch. Die Inhaftierung des Redakteurs verletzt das afghanische Presserecht, das klar fordert, dass ein Journalist nur dann verhaftet werden darf, wenn eine von der Regierung eingesetzte Pressekommission seine Verhaftung empfiehlt, nachdem sie den Fall untersucht und den Journalisten persönlich zur Sache befragt hat. Nasar gab seine Zeitschrift "Frauenrecht" seit dem Fall des Taliban-Regimes im Jahre 2001 heraus und trug damit erheblich zur Veränderung des Lebens der Frauen in seinem Lande bei. Seine Zeitschrift war ein Dorn im Auge des fundamentalistischen Klerus, und er war ständig Repressalien von dieser Seite ausgesetzt. Vor den Parlamentswahlen am 18. September veröffentlichte Nasar einen Artikel, in dem er die drakonischen Strafen kritisierte, die in Afghanistans Strafgesetz heute immer noch auf Blasphemie, Ehebruch und Diebstahl stehen. Dieser Artikel wurde wenige Tage nach der Wahl zum Anlass für Nasars illegale Verhaftung genommen und wegen Verdachtes auf Blasphemie dem Höchsten Gerichtshof vorgelegt. Auf Blasphemie steht immer noch – ganz wie unter den Taliban – die Todesstrafe. Tatsächlich fordert die neue Verfassung, die im Januar 2004 eingesetzt wurde, dass alle Gesetze mit den Glaubens- und Rechtsgrundsätzen des Islam – das heisst mit der Sharia – in Einklang stehen müssen. Der Höchste Gerichtshof kann gegen Beschuldigte, die von der Regierung benannt werden, direkt ein Blasphemieverfahren eröffnen und die Strafe festsetzen. Norwegen Die internationale Menschenrechtsorganisation Helsinki Komitee hat festgestellt, dass die norwegische Verfassung die Menschenrechte verletzt., indem sie festschreibt, dass jede demokratisch gewählte Regierung ein Kabinett vorzuweisen hat, in dem mehr als 50% der Minister Mitglieder der Evangelisch Lutherischen Staatskirche sind. Der Generalsekretär des norwegischen Armes des Komitees fordert in einer Presseerklärung, dass Norwegen Art. 12 seiner Verfassung ändert. Das Zentrum für Menschenrechte an der Universität von Oslo unterstützt diese Position: "Artikel 12 der norwegischen Verfassung widerspricht sowohl der UN-Konvention der Bürgerlichen und Politischen Rechte als auch der Menschenrechtskonvention des Europarates". 2002 wurde vor dem Europäischen Menschenrechts-Gerichtshof in Strassburg bereits Klage gegen das Erziehungssystem von Norwegen erhoben. Die Klage fordert die Aufhebung der für alle norwegischen Schulen verbindlichen generellen christlichen Zielsetzungsklausel und die Abschaffung der seit 1997 wieder ausnahmslos für alle Schüler an Grund- und Aufbauschulen bestehenden Pflicht zur Teilnahme an Religionserziehung in der "offiziellen Staatsreligion". Indien Das Landgericht Kalkutta hat das Verbot von Taslima Nasreens Buch Dwikhandita aufgehoben. Vor zwei Jahren hatte die kommunistische Regierung des indischen Staates West-Bengalen Verbot und Beschlagnahme des Buches unter Paragraph 295A des indischen Strafgesetzbuches angeordnet (absichtlicher und böswilliger Akt, der darauf abzielt, die religiösen Gefühle einer Gemeinschaft durch Beleidigung ihrer Religion oder ihres Glaubens zu verletzen). Die Richter befanden, dass das Buch keines der Kriterien erfülle, das Verbot daher der Rechtsgrundlage entbehre. Dwikhandita (Zweigeteilt) erschien 2003 als dritter Teil von Taslima Nasreens Autobiographie. Es kritisiert die Verwandlung von West-Bengalens Nachbarland Bangladesch von einem säkularen in einen islamischen Staat und spricht mit schonungsloser Offenheit über die brutale Behandlung von Frauen unter dem Islam. Taslima Nasreen musste 1994 aus Bangladesch fliehen, weil militante Fundamentalisten ihr Leben bedrohten, sie lebt seither im Exil. Rationalist International Bulletin Nr. 148 FVS Schweiz Daten Zentralvorstand 2005 Sa., 3. Dezember 2005, in Bern Grosser Vorstand 2005 Sa., 19. November 2005, in Olten DV 2006 So., 21. Mai 2006, in Bern in den Sektionen Agenda Basel – Union Jeden letzten Freitag im Monat ab 19:00 Uhr: Freie Zusammenkunft im Restaurant "Storchen" Basel. Basel – Vereinigung Jeden letzten Donnerstag im Monat 15 bis ca. 17:30 Uhr: Donnerstag Hock Restaurant "Park", Flughafenstr. 31. Bei schönem Wetter im Gartenrestaurant. Bern Montag, 7. November ab 19:00 Freie Zusammenkunft Freidenkerhaus, Weissensteinstr. 49B Sonntag, 4. Dezember ab 11:00 Jahresendfeier im Hotel "Bern" Persönliche Einladung folgt. Mitglieder, Freunde und Interessierte sind willkommen. Anmeldung via Einzahlungsschein oder bis 30.11.2005, unter Tel. 031 372 56 03 (Telefonbeantworter). Mittelland Samstag, 3. Dezember ab 15:00 Freie Zusammenkunft Hotel "Arte", Riggenbachstr. 10, Olten Winterthur Dienstag, 1. November Dienstagsstamm Restaurant "Chässtube" Sonntag, 4. Dezember Liechterfäscht Restaurant "Chässtube" 14:00 11:00 Zürich Dienstag, 8. November 14:30 Freie Zusammenkunft Thema: Konfessionsfreie als dritte Konfession? Restaurant "Schweighof" Samstag, 17. Dezember Sonnwendfeier Persönliche Einladung folgt FREIDENKER 11/05 7 FVS Freidenker-Vereinigung der Schweiz Mitglied der Weltunion der Freidenker (WUF) und der Internationalen Humanistischen und Ethischen Union (IHEU) Trauerfeiern Basel (Vereinigung) 061 401 35 19 oder 061 321 31 48 Basel (Union) 061 321 39 30 oder 061 601 03 23 Bern 031 372 56 03 oder 031 911 00 39 Grenchen 076 53 99 301 oder 032 645 38 54 Luzern und Innerschweiz 041 420 45 60 Schaffhausen 052 337 22 66 St. Gallen 052 337 22 66 Vaud Waadt 026 660 46 78 ou 022 361 37 12 Winterthur und Thurgau 052 337 22 66 Zürich 044 463 16 55 Falls unter der regionalen Nummer niemand zu erreichen ist: Zentralsekretariat FVS 032 641 26 24 oder 052 337 22 66 www.freidenker.ch Sektionen Winterthurer Freidenker Postfach 1806, 8401 Winterthur Präsident: J.L. Caspar 052 337 22 66 Sekretariat: D. Dünki 052 222 98 94 FVS-Ortsgruppe Zürich Postfach 7210, 8023 Zürich Präsident: H. Rutishauser Tel./Fax 044 463 16 55 MitgliederM. Dobler dienst: Tel. 044 341 38 57 Freidenker-Vereinigung Basel und Umgebung Postfach 302, 4012 Basel *auch Fax Präsidentin: Y. Andrek 061 401 35 19* Vizepräsidentin: B. Bisig 061 321 31 48* Kassier: R. Wenger Tel. 061 692 86 27 Fax 061 692 86 28 Mitgliederdienst: R. Frey 061 421 12 80 Freidenker-Union Region Basel USF Postfach 4471, 4002 Basel Präsident: G. Rudolf 061 601 03 43 Infos: 061 321 39 30, 061 601 03 23 Mitgliederdienst: 061 321 39 30 Postkonto: 40-4402-5 Bestattungsfonds: 40-4007-5 Freidenker Bern Postfach, 3001 Bern Präsident a.i.: J. Kaech 031 372 56 03 Mitgliederdienst: A. Hänni 078 859 35 73 Libre Pensée de Genève 27 ch. des quoattes, 1285 Avusy Président: J.P. Bouquet 022 756 40 49 tél. et fax Sektion Grenchen und Umgebung Postfach 418, 2540 Grenchen Präsident: S. Mauerhofer 076 388 46 39 info@freidenker-grenchen.ch Mitgliederdienst/ Lotti Höneisen Krankenbesuche: 076 53 99 301 FVS Mittelland Postfach 637, 4600 Olten Präsident: W. Zollinger 062 293 39 30 Freidenker Schaffhausen c/o Rosemarie Imholz Postfach 69 052 681 30 12 Gigering 57, 8213 Neunkirch FVS-Regionalgruppe St. Gallen c/o Ernst Diem St.Georgenstr. 218b, 9011 St.Gallen Präsident: E. Diem 071 222 47 54 Associazione Svizzera dei Liberi Pensatori (ASLP) Sezione Ticino Casella postale 721, 6902 Paradiso Presidente: R. Spielhofer 091 994 21 45 Ass. vaudoise de la Libre Pensée Case postale 5264, 1002 Lausanne Président: J.P. Ravay 022 361 94 00 Secrétariat: 026 660 46 78 FREIDENKER - BIBLIOTHEK Zürich, im Sozialarchiv Stadelhoferstr. 12 (Nähe Bellevue) Bücherausgabe: Mo. - Fr. 10–20 Uhr Sa. 10–13 und 14–16 Uhr Auskunft: 044 251 80 66 FVS-Geschäftsstelle Mitglieder melden ihre Adressänderungen bitte an die Sektionen. Zuschriften an den Vorstand, AboMutationen, Auskünfte, Materialbestellungen an: FVS-Geschäftsstelle Postfach CH-3001 Bern Tel. 032 641 26 24 Fax 032 641 26 25 info@freidenker.ch Postkonto: 84-4452-6 Adressänderungen an: Postfach 2622, CH-4002 Basel Impressum Redaktion Reta Caspar Rainweg 9 031 911 00 39 CH-3052 Zollikofen E-mail: reta.caspar@swissonline.ch Erscheinungsweise monatlich Redaktionsschluss 15. des Vormonats Jahresabonnement Schweiz: Fr. 30.– Ausland: Fr. 35.– (B-Post) Probeabonnement 3 Monate gratis Druck und Spedition Printoset, Flurstrasse 93, 8047 Zürich www.printoset.ch ISSN 0256-8993, Ausgabe 11/2005 Namentlich gekennzeichnete Beiträge können, aber müssen nicht mit der Ansicht der Redaktion übereinstimmen. 4002 Basel AZB