Freidenker 02/2007.pdf

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(file: @@freidenker-200702.pdf@@)libero pensatore 92. Jahrgang Nr. 2 Februar 2007 In den USA formieren sich die "neuen Atheisten". In einem Umfeld, in dem christliche Aktivisten auf der biblischen Schöpfungslehre oder wenigstens dem Intelligenten Design als Bildungsinhalt pochen, haben drei Autoren 2006 je ein Buch zum Thema Religion publiziert und rufen die AmerikanerInnen auf Vortragstouren zum Bekenntnis zum Atheismus auf. In Europa bestens bekannt ist der britische Evolutionsbiologe Richard Dawkins und sein Buch: The God Delusion (siehe Freidenker 12/06). Sprachlich elegant und süffig, inhaltlich logisch und stringent führt er die Glaubensinhalte der grossen Religionen mit einigem Unterhaltungswert ad absurdum – ein Heidenspass für FreidenkerInnen. Sein Zielpublikum sind denn auch nicht die Fundamentalisten, sondern jene, die innerlich längst zu ihrer tradierten Religion auf Distanz gegangen sind. Jene, die jedoch der konsequenten Auseinandersetzung mit und Verabschiedung von der ihnen in der Kinderstube verabreichten christlichen Religion aus dem Weg gehen. "Imagine no Religion..." unter John Lennons sanftem Slogan versuchen die neuen Atheisten die Agnostiker und Liberalen Amerikas zum Kampf gegen die Religiösen zu motivieren. Die Auseinandersetzung wird mit jedoch harten Bandagen geführt. So kontert Bestsellerautor Sam Harris (The End of Faith, siehe S. 2) gegen religiöse Abtreibungsgegner: "20 Prozent aller Schwangerschaften enden mit Fehlgeburten. Wenn Gott existiert, dann ist er der fleissigste Abtreibungsdoktor von allen." Harris hat Philoso"Es ist höchste Zeit, dass wir offen über die Absurdität der meisten unserer religösen Glaubensinhalte sprechen." Sam Harris, Philosoph und Publizist. Seite 2 "Imagine no Religion..." phie und Religionsgeschichte studiert und publiziert heute seine Thesen zum Thema (Nicht)Glauben in verschiedenen grossen Zeitungen. Harris weist darauf hin, dass die intellektuelle Redlichkeit abhanden kommt, wenn Religionen nicht mehr sachlich kritisiert en Buch geantwortet (Letter to A Christian Nation). Darin weist er darauf hin, dass 44% der AmerikanerInnen an die Wiederkehr ihres Erlösers in den nächsten 50 Jahren glauben, was auf die Politik der Weltmacht USA verheerende Auswirkungen haben kön- werden dürfen. Wie in anderen rationalen Diskursen müsse auch der Diskurs über das Verhältnis von Religion und Öffentlichkeit nach anerkannten Standards geführt werden. Was nicht belegt werden kann, verdient in dieser Diskussion keinen Platz im Zentrum. Auf sein Buch hat der Autor Tausende von Briefen von Christen erhalten. Er hat darauf mit einem neu"Wir müssen religiöse Grenzen überschreiten und uns gemeinsam für eine kosmopolitische Ethik einsetzen." Micheline Calmy-Rey, Bundesrätin. ne. Er fordert die Christen auf hinzusehen. Würde New York plötzlich in ein Feuerball verwandelt, würden religiöse Amerikaner frohlocken und das Ende der Welt, die Wiederkunft des Erlösers, nah wähnen. Sind eine kritische Anzahl Menschen in der Regierung ebenfalls solchem Wahn verfallen, dann hindert dies sie daran, eine nachhaltige Zukunft für uns Seite 3 "Wer sich nichts vormachen will, kann dem anthropologisch begründeten Bedürfnis nach Religion nicht nachgeben." Ernst Tugendhat, Philosoph. Seite 3 FREIDENKER 2/07 1 La fine della fede Mentre è uscito negli Stati Uniti il nuovo libro di Sam Harris Letter to a Cristian Nation, volato ai primi posti delle classifiche delle vendite, in Italia è stata pubblicata la traduzione in italiano del libro precedente dell'autore La fine della fede, titolo originale The End of Faith, ed anche in Italia è polemica. Sam Harris, nato nel 1967 è un autore americano che si interessa di neuroscienze, neuroteologia e religione. Il suo Libro The End of Faith ottenne il premio 2005 PEN/Martha Albrand. I suoi saggi sono stati pubblicati sulla Los Angeles Times, sulla The Times di Londra e sulla rivista Free Inquiry, rivista bimensile di opinione laico umanista che tratta argomenti dal punto di vista del libero pensiero. Laureato in filosofia presso la Stanford University, Harris ha condotto approfonditi studi sulle tradizioni religiose sia dell'Occidente sia dell'Oriente. Vive a New York City e sta attualmente conducendo ricerche sulla base neuronale delle credenze religiose. La fine della fede apre con la descrizione dell'ultimo giorno di un attentatore suicida. In un capitolo introduttivo Harris appella di por fine al rispetto e alla tolleranza per i sistemi competitivi di credenze religiose che descrive come essere tutti carenti rispetto all'onere della prova. Mentre mette in evidenza i pericoli posti da gruppi religiosi ora armati con la più recente tecnologia, Harris è ugualmente critico della moderazione religiosa, che descrive come "Il contesto nel quale la violenza religiosa non potrà mai essere adeguatamente contrastata." Harris continua esaminando la natura stessa della fede, sfidando la nozione che possiamo in qualsiasi senso godere della libertà di credo perché, come fa notare, "la fede è una fonte potenziale d'azione." Invece postula che per essere utile, le fedi devono essere sia logicamente coerenti sia veramente rappresentative del mondo reale. Fintanto che la credenza religiosa non riesce di ancorarsi a evidenze empiriche Harris paragona la religione ad una forma di malattia mentale la quale egli dice "permette a esseri umani altrimenti normali di raccogliere i frutti della pazzia e considerarli sacri." Harris continua con una breve analisi del cristianesimo lungo i secoli, includendo l'inquisizione e la storica persecuzione delle streghe e degli ebrei. Egli sostiene che, lungi dall'essere un aberrazione, la tortura degli eretici era semplicemente una espressione logica di dottrina cristiana una che, afferma, era chiaramente giustificata da uomini come sant'Agostino. Andando ancora oltre, Harris vede l'olocausto trarre essenzialmente ispirazione dal tradizionale antisemitismo cristiano. "Consapevolmente o no" dice "i Nazisti erano agenti di religione." Possibilmente l'aspetto più contro-verso di La fine della religione è una valutazione e una critica senza compromessi dell'Islam, che Harris descrive essere un "culto della morte". Egli deduce un chiaro legame tra l'insegnamento islamico e le atrocità terroriste come 9/11, tesi che consolida con cinque pagine di citazioni del corano. Presenta pure risultati di ricerche che dimostrano che una percentuale significativa di musulmani in tutto il mondo giustificherebbe gli attentati suicidi come una tattica legittima. In un attacco a quello che definisce "l'irragionevolezza della sinistra," Harris critica coloro che ostentano una illogica volontà di addossare l'intera colpa per tali attitudini sulla politica estera degli Stati Uniti. Tuttavia Harris fa una critica altrettanto severa del ruolo della destra cristiana nell'America contemporanea, che influenza aree come la politica sul sesso e la droga, la ricerca sulle cellule staminali e la prevenzione dell'AIDS nel terzo mondo. In quello che vede come una costante deriva verso la teocrazia, Harris critica aspramente figure politiche sia del legislativo sia del giudiziario statunitense per quello che considera come uno spudorato fallimento di separare lo Stato dalla Chiesa nelle loro singole funzioni. "Non solo non ci vergogniamo ma ne siamo addirittura compiacenti." In seguito Harris prosegue con il tracciare ciò che definisce una "scienza del bene e del male" - un approccio razionale all'etica che, dichiara, deve necessariamente essere asserito nelle questioni di felicità e di sofferenze umane. Egli parla della necessità di sostenere "comunità morali," una impresa nella quale sente che le separate identità morali religiose dei dannati e dei salvati non possono giocare una parte. Però Harris è critico della posizione del relativismo morale, e anche di ciò che egli chiama "la falsa scelta del pacifismo." In chiusura Harris si rivolge al tema della spiritualità dove trae la sua ispirazione dalle pratiche delle religioni estremo orientali, argomentando che per quanto concerne la spiritualità occidentale sembriamo di esser rimasti indietro rispetto all'estremo oriente. Discute della natura della consapevolezza e come il nostro senso dell' "io" possa essere indotto a scomparire usando le tecniche di meditazione. Per sostenere le sue tesi, Harris cita mistici estremo orientali come Padmasambhava, però non ammette elementi soprannaturali nel suo argomento - "il misticismo è un'impresa razionale," afferma, "la religione no." Traduzione rs www.wikipedia.org Sam Harris La fine della fede. Religione, terrore e il futuro della ragione. Nuovi Mondi Media 2006 pag. 264 18,50 ISBN 88-89091-32-0 Per una recensione più approfondita a cura di Raffaele Carcano vedi: www.uaar.it/ateismo/opere/127.html Das Buch ist leider noch nicht auf Deutsch erschienen. The End of Faith 2 FREIDENKER 2/07 Forts. von Seite 1 alle zu gestalten – sozial, ökonomisch, ökologisch und geopolitisch – nur wegen eines religiösen Dogmas. Eine moralische und intellektuelle Katastrophe. Harris ist auch der Meinung, dass moderate Vertreter der monotheistischen Religionen die Bekämpfung der Extremisten erschweren, weil sie ihre Religionen als "Friedensreligionen" bezeichnen und ihren Beitrag als Untermauerung von Fundamentalismen schön reden. Der dritte Autor ist Daniel Dennett (Breaking the Spell). Der amerikanische Professor für Philosophie ist der Ansicht, dass Religion nicht aufgegeben werden müsse, sondern sich – rein diesseitig –weiter entwickeln kann zu einem Set von lebenspraktischen Regeln und und Riten. Dennett ist aktives Mitglied der via Internet verbundenen weltweiten Bewegung der "Brights", einem losen Zusammenschluss von Vertretern eines naturalistischen Weltbildes. Deren Ziel ist es, all jene AkademikerInnen zu einem Coming-Out aufzufordern, die sich dies aufgrund ihres beruflichen Status erlauben können. Nicht von ungefähr erinnert das Vokabular der Bewegung an jenes der Schwulenbewegung. Die "Brights" (die Hellen) verstehen ihre Bezeichnung nicht als als arrogant, sondern als Verweis auf ihr auf stetigem Beleuchten und Hinterfragen beruhendes Weltbild. Auf der Webseite http:// brights-deutschland.de outen sich auch Richard Dawkins und Michael Schmidt-Salomon als "Brights" – auch er den FreidenkerInnen als radikaler Atheist bekannt. Es gibt in den USA allerdings auch Stimmen die befürchten, dass radikaler Atheismus zu atheistischem Fundamentalismus werden könnte. Fragen ernst nehmen... Die Gefahr beim Spotten über die abstrusen Glaubensinhalte der Religionen besteht darin, dass man die existenzielle Frage nach dem "Was ist der Mensch?" und die menschliche Suche nach dem Grund und dem Zusammenhang des Lebens nicht ernst nimmt. Der deutsche Philosoph Ernst Tugendhat nimmt dieses Bedürfnis ernst und stellt fest: "Die menschliche Vernunft wird durch Fragen belästigt, die sie Danke, liebe Spenderinnen und Spender! An seiner ersten Sitzung im neuen Jahr hat der ZV mit grosser Freude zur Kenntnis genommen, dass die Mitglieder und LeserInnen dem Spendenaufruf gefolgt sind: Bis Ende 2006 sind über 8'000 Franken zusammengekommen. Ein ermutigendes Ergebnis! Der Zentralvorstand dankt den rund 100 Spenderinnen und Spendern im Namen der Vereinigung für ihren Beitrag, den wir für eine zukunftsgerichtete Entwicklung unserer Bewegung einsetzen werden. Jürg L. Caspar, Zentralpräsident Spenden ab Fr. 100.- werden schriftlich verdankt. Spendenbescheinigungen für kleinere Beträge erhalten Sie auf Anfrage bei der Geschäftsstelle. nicht abweisen, die sie aber auch nicht zweifelsfrei beantworten kann. Die Frage nach der Religion ist eine solche Frage. Sie bringt seelisches Bedürfnis und intellektuelle Redlichkeit in eine spannungsvolle Konstellation." Tugendhat analysiert weiter: Weil der Gegenstand des Glaubens an einen Gott oder an ein Weiterleben nach dem Tod im Übersinnlichen liege, in einem Bereich, der gegenüber empirischen Befunden immun sei, könne man zwar ungestraft glauben, aber gerate in Widerspruch zur intellektuellen Redlichkeit. Weil er wisse, dass Gott nur ein Konstrukt seines Bedürfnisses sei, könne er sich von diesem Bedürfnis nicht bestimmen lassen, ohne in eine Selbstlüge zu enden. Tugendhat fragt sich in diesem Artikel auch, inwieweit sein Bedürfnis wirklich ein anthropologischer Grundtatbestand sei – oder ob es nur daher komme, dass er in der jüdisch- christlichen Tradition aufgewachsen sei. (NZZ, 9.12.2006) ...Antworten kritisch hinterfragen Und immer wieder gibt es auch Kirchenkritische, die auf den sprachlichen Ursprung des Begriffes Religion (Rückbindung) zurückgreifen und als menschliches Bedürfnis nach Zughörigkeit positiv verwenden, aber jene Personen und Institutionen kritisieren, die Antworten darauf geben und Macht darauf aufbauen (siehe S. 4). Gelegenheit zur Auseinandersetzung mit den Fragen und Antworten von Menschen bietet auch die Ausstellung "Glaubenssache" in Lenzburg (siehe S. 6). Beim Statement eines Zen praktizierenden Schweizer Geschäftsmannes hat sich mir etwa die Frage gestellt, ob nicht die biologisch einzigartige Hilflosigkeit als Neugeborenes und das lange Ausgeliefertsein an die betreuenden Erwachsenen jene Spuren in unserem Denken und Empfinden legen, welche durch religiöse Praktiken angesprochen (und unter bestimmten Voraussetzungen auch ausgebeutet) werden können: das Bedürfnis nach Geborgenheit, nach Umsorgtsein... Also doch anthropologischer Grundtatbestand? Die Entwicklungspsychologie würde dies wohl bejahen. Und in intellektueller Redlichkeit müssten wir dann diese anthropologisch bedingten Bedürfnisse ebenfalls ernst nehmen und in der Zivilgesellschaft jene Strukturen erhalten und fördern, welche Gemeinschaft und Zusammenhalt unter der Menschen schaffen. Grundsatzerklärung 2008 Auch die FVS ist seit bald 100 Jahren eine solche Struktur. Neben der Diskussion von weltanschaulichen Fragen hat sie sich immer auch als Vereinigung von Menschen für Menschen verstanden. Zum Jubiläum 2008 soll die Grundsatzerklärung von 1986 überarbeiten werden. Da wird sich die FVS auch innerhalb der Konfessionslosen wieder neu positionieren müssen. Wer sich an der Erarbeitung dieses Papiers beteiligen möchte, melde sich bitte auf der Geschäftsstelle. Reta Caspar FREIDENKER 2/07 3 Faszination Evolution Religion – eine Evolution Religion bedeutet "Rückbindung" – auch wenn diese Definition heute schon kaum mehr gebraucht, sondern fälschlicherweise immer wieder mit Glauben gleichgesetzt wird. Rückbindung. An was? Der Mensch leidet am Getrenntsein. Getrennt von seinen Mitmenschen, von der Natur, vom Ganzen. Leiden ist hierbei wohl das falsche Wort, es erweckt zusehends den Eindruck, des Bekehrens. Doch das will dieser Artikel nicht. Dieser Artikel möchte aufklären. Ich-Welt Wir leben zusehends in einer Ich-Welt. Hier bin Ich und dort ist der Rest. Hier bin Ich und dort ist die Umwelt. Hier bin Ich und dort sind meine Mitmenschen. Diese Haltung drückt sich gerade in den letzten Jahrzehnten durch soziale Unruhen und durch respektlosen Umgang mit der Umwelt und Natur aus. Dadurch, dass der Mensch sich als allein sieht und nicht das Gefühl und Wissen verinnerlicht, dass er zugehörig ist, dass er zur Umwelt, zur Natur, zu seinen Mitmenschen gehört, ein Teil vom Ganzen ist, fehlt ihm Toleranz. Toleranz zum Ganzen, welche für ein angemessenes Verhalten seinerseits gegenüber seiner Umwelt sorgen würde. Achtlos gehen wir heute mit der Umwelt und der Natur um. Eine "Nach-mir-die-Sintflut"-Mentalität herrscht auch noch weiter vor, trotz aller gegenstrebender Umweltkampagnen. Der Mensch sieht nicht, dass er mit jedem der Umwelt und Natur abträglichen Verhalten auch sich selber schadet, seinen Kindern schadet, seiner ihn umgebenden Mitwelt schadet. Teil des grossen Ganzen Der Mensch sieht Schreckensbilder von Krieg, Elend, Hunger. Trotz Spendenbereitschaft verinnerlicht der Mensch aber nicht, dass dieses Elend auch ihn etwas angeht. Das jeder Mensch der an Hunger stirbt, irgendwie zum grossen Ganzen gehört und somit auch den einzelnen Menschen betrifft. Diese abwertende Haltung gegenüber seiner Umwelt, der Natur, seinen Mitmenschen gegenüber, versucht Religion zu überwinden. Religion möchte dem Menschen das Gefühl des Zusammengehörens geben, rückbindend zum Ganzen sein. Am Eindrucksvollsten konnten ein solch grundlegendes, religiöses Gefühl die Glaubenssysteme der Indianerstämme oder anderer Naturvölker vorzeigen. Religion ist nicht Konfession Religion als solches ist somit frei von Glaubensdoktrinen, Heilsversprechen, Göttern, Heilanden, Reliquien, Heiligen Büchern, kurz: Konfessionen. Glaube oder Konfession bietet dem Menschen einen Alternativweg die religiöse Rückbindung besser wahrzunehmen und sie mit einer Gemeinschaft, einer Glaubensgemeinschaft zu erfahren und anzuwenden – Religion (vor) zu leben. Harmonie mit der Mitwelt Damit wäre das Ziel der Religion bereits erwähnt. Religion drängt danach, dem Menschen Verständnis zu geben, dass sein Handeln im Hier und Jetzt äusserst wichtig und gut überlegt sein sollte und muss, da jede Handlung ihre Konsequenzen gegenüber dem ganzen Leben bewirkt. Religion ist aber mehr. Religion will nicht nur, sie spendet auch. Durch den von Religion erzielten Zusammenhalt, das Gemeinschaftsgefühl der Wir-Welt (im Gegensatz zu jetzigen Ich-Welt) wird eine innere Zufriedenheit vermittelt. Wo nach Aussen hin keine Zwiespälte vorhanden sind, ist es leichter innere Streitigkeiten zu beheben. Besser: Um nach Aussen hin wohlwollend zu sein, ist es notwendig diese Änderung schon im Inneren vorzubereiten... aktiv zu leben. Innere Unzufriedenheit wird allzu leicht nach Aussen projiziert. Dessen ist sich jeder bewusst, der Vatis missglückte Heimwerkerversuche durch gehöriges Fluchen und sein "Griesgramgesicht" zu spüren bekommt. Das heisst, wenn ich es schaffe, nach Aussen hin wohlwollend und achtsam bezüglich meiner verletzenden Handlungsweise zu agieren, so steht meinem inneren Frieden, meiner inneren Zufriedenheit nichts mehr im Wege. Und ist es nicht das, was wir tagtäglich suchen? Zufriedenheit, Freude, Erheiterung? Wir suchen nach Aussen, im Konsumrausch, in der Jagd nach Statussymbolen, im Bestaunen des gestiegenen Aktienkapitals. Doch wer erlangt auf diesem Weg schon innere Zufriedenheit? Das mag jetzt ein klein wenig nach Esoterik und Mystik klingen. Doch sei erwähnt, dass diese beiden Bereiche sich einer Zielsetzung gestellt haben, den bekannten Konfessionen nicht unähnlich. Als Ziel wird hier wie dort Harmonie mit der Mit-Welt, der WirWelt angestrebt und innere Zufriedenheit versprochen, geboten, oftmals auch gegeben. Glaubenssysteme Da fällt es schwer, die Definition Religion von diesen Glaubenssystemen zu isolieren und zu differenzieren. Religion erachte ich als den natürlichen, den ursprünglichen Weg, dieses Ziel der inneren Zufriedenheit zu erreichen – wenn es auch der primitivste Weg ist. Alles was darüber hinausgeht sind Konfessionen, Glaubenssysteme, die den Kern der Religion aufgreifen, bestimmten evolutionären Gegebenheiten anpassen und versuchen, Religion für einzelnen Gesellschaftsgruppen "attraktiver" zu gestalten. Auch Glaubenssysteme versuchen, Menschen dazu zu bringen – aus heutiger Sicht ist der Begriff "nötigen" angebrachter – sich ihrer Wir-Welt gegenüber konform zu verhalten. Als Vergleichsgrundlage, man möge mir verzeihen, werde ich stets Beispiele aus dem Christentum, dem uns umgebenden und allseits bekannten 4 FREIDENKER 2/07 Glaubenssystem, heranziehen. Grundlage der Moral Auch wenn der christliche Glaube mit den Glaubensvorstellungen seines ehemaligen und strittigen "Begründers" nur noch wenig gemein hat, zielt er auf ein moralisches Leben im Hier und Jetzt, mit seiner Umwelt. Die 10 Gebote sind eine solche Moralgrundlage, deren Befolgung ein dem Gegenüber angemessenes Verhalten "erzwungen" werden soll. Weiter findet man in den später hinzugekommenen Heilsversprechen vom Jenseits den Anreiz zu einem sozialen Leben im Hier und Jetzt. Zumal bei dessen Missachtung der Gläubige nicht in den Genuss des ewig liebenden Himmelreiches kommen wird. Zugegeben, eine etwas subtile Art, dass zu "erzwingen" was durch Religion grundlegend "mitgeliefert" wird. mentalität der Konfession sind jedem ein Begriff und bedürfen im Umfang dieses Artikels keiner ausführlichen Erwähnung. Interessenten können sich ungeniert an Lektüren Deschners laben. ... mit dem Gesellschaftssystem Evolution der Religion betrifft auch immer das vorherrschende Gesellschaftssystem. So wie es den Glaubensaussagen der Naturvölker, der Indianer/Aborigines vergönnt war, ausreichend religiösen Rückhalt für lange Zeit zu geben, so unangebracht waren die Glaubenssysteme für die weissen Eroberer – auch wenn die Einhaltung eines naturvölkischen Glaubenskodexes dem weissen Mann mit Sicherheit gut getan hätte... Dabei bieten die pantheistischen und/ oder auf Naturgötter ausgerichteten sogenannten "primitiven" Glaubensformen einen ausgereifteren Glaubenskodex, als die sie unterdrückenden monotheistischen Glaubenssysteme. Reichte das Christentum evtl. für eine Minderheit aus, so waren Mängel an diesem Glaubenssystem schon kurz nach seiner Entstehung zu bemerken. Dort-Welt statt Wir-Welt Anstatt dem Gläubigen einen Wir-Welt begreiflich zu machen, verfiel der christliche Glaube im Laufe der Zeit zusehends auf eine propagierte DortWelt, die das Jenseits bezeichnet. Heilsversprechen wurden nicht gegenwärtig zugesichert, sondern auf das selige Jenseits verschoben, wohl wissentlich, dass man für solcherlei Fehlprognosen schwerlich im nachhinein zur Verantwortung gezogen werden konnte. Naturverbundenheit Dem Christentum fehlte, wie auch jeder anderen monotheistischen Glaubensform, seit jeher ein wichtiger und grundlegender Aspekt, welcher einen Hauptpunkt, der als "primitiv" abgestempelten Naturglauben darstellte: die Naturverbundenheit. Bezieht sich das Christentum ausschliesslich auf das soziale Bestreben unter den Mitmenschen, so fehlt ein umweltbezogener Ansatz völlig. Ja, selbst die ansonsten so ungnädig stimmenden 10 Gebote sehen von Frevel an der Umwelt und der Natur völlig ab. Eine durch fehlenden Glaubensrahmen Evolution der Religion... Wie schon angesprochen, ist Religion grundlegend, primitiv und Konfessionen und Glaubenssysteme bauen auf ihrem Vorhandensein auf. Doch so prekär und paradox es klingen mag, je mehr ein Glaubenssystem wächst, je grösser der Umfang des Gesamtkomplexes wird, desto weiter entfernt man sich von der eigentlichen Religion. Spätestens wenn Anzeichen von Hierarchien innerhalb eines Glaubenssystems erkennbar werden, ist der Zusammenhang zur Religion vergleichsweise bescheiden, im Gegensatz zum Zusammenhang mit Machtgelüsten. Das Christentum bildet hier keine Ausnahme, sonder fungiert gar als abschreckendstes, lebendes Beispiel, welches je auf diesem Planeten beobachtet werden konnte. Greueltaten der durch Machtgelüste geschwächten religiösen Eingebung und somit der gestärkten Herrschafts- verursachte, innere Spaltung, weg von der Wir-Welt, hin zur Ich-/Dort-Welt, bringt somit genau die innere Kluft im Menschen, welche durch Religion rückbindend überwunden wird. Das Christentum, und mit ihm die anderen monotheistischen Glaubenssysteme haben die Religion verraten, um sich selber als "Schein"-Religion verkaufen zu können. Der Siegeszug der Monotheisten, welche ihren Gott nicht mehr in der Natur, im Ganzen sehen, sondern diesen auf eine verschwommene ScheinWirklichkeit projizieren, bildet gleichzeitig die Niederlage der Evolution der Religion. Je undurchdringlicher das Dickicht einzelner Glaubenssysteme nach monotheistischem Standard wurde, desto geringer wurde die Wahrscheinlichkeit, dass alternative Glaubenssysteme – rückwirkend auf die Religion als Basis – überhaupt entstehen konnten. Eine Fortentwicklung der Religion in Form von verschiedensten Glaubenssystemen, anlehnend an verschiedenste Gesellschaften, wurde somit systematisch unterdrückt. Für unsere heutige Zeit bedeutet diese Tatsache, dass unsere Gesellschaft mit einem Glaubenssystem aufwächst, welches schon zu Gründerzeiten nur teilreligiöse Aspekte beinhaltete und zudem auf eine Gesellschaftsform zugeschnitten war, welche vor über 1'500 Jahren existierte. Konnten vor dem Siegeszug der grossen Glaubensformen die Glaubenssysteme einzelner Kulturen mit der jeweiligen Kultur in einer stetigen Weiterentwicklung existieren, so fällt diese Entwicklung heute gewollt weg. Religion weiter entwickeln So sehr sich unsere Gesellschaft innerhalb der letzten 1'500 Jahre auch grundlegend geändert hat, so wenig war unser Glaubenssystem bereit sich den Veränderungen anzupassen. S. 7 FREIDENKER 2/07 5 Ausstellungen "Glaubenssache" Lenzburg Zeughausareal, Bus 91 (werktags) oder (ausgeschildert) 10 Min. ab Bahnhof SBB westwärts zu Fuss. Die Austellung dauert noch bis Gut konzipierte Ausstellung mit inhaltlichen Mängeln Eine Ausstellung, gezeichnet "Stapferhaus"? Das führt doch zum imposant über dem Städtchen thronenden Schloss hinauf ...? Nichts da, es ist Winter, das Schloss zu und keine Rundsicht geboten. Das Stapferhaus hat seine Ausstellung zum Volk hinunter, gar in ein Aussenquartier disloziert. Das vom Bund nicht mehr getragene Zeughaus hat seine Existenzberechtigung verloren. Nun muss es sich irgendwie selbst erhalten. Zum Beispiel als Buspark für die regionalen Verkehrsbetriebe, als Platz für temporär anwesende Info-Vehikel, die hinterste Halle hat man zu einem Ausstellungsraum umfunktioniert. Dort drinnen ist es derzeit schön frisch (ausser im Dachgeschoss) dafür ab Frühling sicher umso wärmer. Hat man in der Bahnhof-Unterführung im richtigen Moment aufgepasst, begrüsst einen das "unauffällig auffällige" (Zitat V.B.) Ausstellungsplakat. Der geübte Blick meiner radwandernden Begleiterin erfasst gleich das kleine Hinweisschild gleicher Aufmachung weiter vorne, wo ich (Auto- und Bahngewöhnter) noch leere Wände sehe. So werden wir gleich zum richtigen (West-)Aufgang ans Tageslicht gelotst, wo wir in der Ferne (dank dem im Internet veröffentlichten Plänchen), jenseits der Seetalbahn-Geleise bereits die identischen Wegweisertäfelchen sehen, in Reihe, an jedem Beleuchtungskandelaber eines, drei Meter über Boden festgezurrt. Wie Tausende in seltsamen Gewändern vor uns schreiten wir diese Ehrengalerie ab, allerdings nicht mehr durch grüne Wiesen, sondern erst einem Geschäftshaus, dann einer Schulanlage entlang, zum früher verfluchten, jetzt interessierenden Ziel, dem Zeughaus. Es empfiehlt sich, nicht gleich auf das durch ein grosses Transparent gekennzeichnete Ausstellungsgebäude zuzustürzen, sondern das beim Gittertor diskret angebrachte Hinweisschildchen zu beachten und die Toiletten, für die Damen im Hauptgebäude rechts, für die Herren, gewohnt militärisch, hinter der angebauten Werkstatt, gleich zu benutzen. Das hier ist (noch) ein echtes schweizerisches Zeughausareal, die (Fuss)Wege sind lang, die Nutzungen konzentriert, der Komfort bescheiden. Erleichtert nähern wir uns nun der mit dem jetzt schon vertrauten Emblem betuchten Halle. Noch ein letzter Hüpfer ab dem Betondeckel einer unterirdischen Anlage (!bitte weder stolpern noch fotografieren!) und wir fallen fast auf die erste "heiter stimmende" Überraschung. Wir treffenunsere Wahl und finden uns im Innern des Gebäudes in einigem Abstand von der Kasse-/Cafeteriatheke wieder. Eintritt: Siebzehn Franken für Erwachsene −, wäre ich nicht von Riehen hierher gereist und in quasi offiziellem Auftrag, ich hätte stracks kehrt gemacht. Meine Begleiterin hatte es wiederum besser: die Raiffeisenbank zahlte ihrer Kundin auch hier das Vergnügen. Nach unserer Reise dürstete und hungerte uns. Doch der Schrecken über die und der fahle Nachgeschmack noch heute wegen der obszön leicht bestückte/n Cafeteria stecken uns immer noch in Hals und Gliedern. Darüber konnten uns auch die beiden perfekt gekleideten freundlichen Damen i.D. nicht hinweghelfen. (Es gibt "für Nicht-Eingeweihte" kein Restaurant in der Nähe − und jenes (der bislang Einrückenden) war am 26.12. ?oder für immer? geschlossen.) So nahm jedes von uns seine Stola mit dem angehängten Elektronikstecker in Empfang, um den Hals, und gemeinsam stiegen wir auf, in den Zwischenstock. Schon die Begrüssungsformel (ich habe deren Änderung auf "Guten Tag" beantragt) zeigt, wessen Geist die Ausstellung dominiert. Wenn man diesen Affront weggesteckt hat, demonstriert das einführende Fragespiel schnell und überdeutlich: Hier sind gutmeinende Seelen am Werk, die sich weltweite Aufgeschlossenheit und weite Toleranz zugute halten – und zweifellos in ihren Zirkeln auch so wirken –; freies, immanent vorurteilloses Denken liegt für sie jedoch noch hinter einem gewaltigen Berg. Dieser Berg ist, da er hinter dem religionsspezifischen Nebel steht und den Raum begrenzt, für die Davorstehenden gar nicht als solcher erkennbar, bestenfalls der erste ansteigende Vorhügel, den zu erklimmen man bereits geschafft hat. (Das Tal dahinter ist aber nicht die Weite, jenseits fängt das Vorgebirge erst an.) Der Freidenker, insbesondere der Agnostiker, erkennt also, dass er hier, trotz des guten Willens seitens der Konzepter, als fremder Gast das Weitere besuchen wird. In einer Lichtbilderfolge stellen sich Interviewte mit kurzen Statements vor. Der Auf- bzw. Abstieg in den nächsten Bereich beschert uns eine sehenswerte Votivwand mit bedenkenswerten Kommentaren, drei Kurzfilme-Rondellen und eine Zeile Horchzellen, in denen die bereits früher optisch und akustisch Präsentierten weitergehende Stellungnahmen abgeben. Eine freidenkerische Perspektive fehlt ganz. Entsprechend wenig ergiebig sind die abschliessenden Fragen an die Besucher. Unterm Dach kann man sich durch eine in den Boden eingelassene begehbare Glasscheibe, durch die man in den Pavillon mit den Ritual-Kurzfilmen sieht, im Stehen weitere, teils anonyme Stellungnahmen anhören. Kommentare und Kurzfilme ergänzen sich dadurch so, dass man bei der spätern Verarbeitung der Eindrücke eine ganzheitliche Betrachtung des Gebotenen aufbauen kann. S. 7 unten 6 FREIDENKER 2/07 Fortsetzung von Seite 5 FVS Schweiz kehren und zum Versandhaus für geistige Dienstleistungen werden: Zahlen Sie heute und erhalten Sie die Ware im Jenseits! Diese Jenseitsgerichtetheit verliert ihre Anhänger, weil die Menschen das Glück auf Erden suchen und nicht im Jenseits. Man erkennt, dass Glück auch heute möglich ist und nicht an einem langen Stab serviert wird, welcher als Köderstab bis hin ins Himmelreich reicht. Angesichts der immer lauter werdenden Kritik an solcherlei Glaubenssystemen, der ach so offensichtlichen "Nebenwirkungen", der Verfehlungen stellt sich nun die Frage: Weshalb stehen die Menschen immer noch offen und ehrlich zu solch einer PseudoReligion? Carsten Krautwald Webseite des Autors: www.kirchenkritik.de Daten Noch immer vermisst dieses Glaubenssystem die naturbezogenen Komponente, den wahren Rückgriff auf Religion. Noch immer werden Heilsversprechen aufrecht erhalten, welche seit mehr als 1'500 Jahren auf Ihre Erfüllung warten und bis heute nicht den geringsten Beweis ihrer Richtigkeit erbringen konnten (so etwas sollte mal in der Wissenschaft passieren). Noch immer ist unser Glaubenssystem einem hierarchischem Denken und Handeln einer Quasi-Diktatur unterworfen und symbolisiert eher weltliches Machtstreben und Suchtbefriedigung durch Statussymbole, als innere Zufriedenheit und Wohlwollen gegenüber der Wir-Welt. Ein Schelm, der behaupten möchte, dieses Glaubenssystem bräuchte keine Weiterentwicklung, weil es vollkommen in sich sei. Vollkommen, ja! Vollkommen in sich zusammengefallen! Die stetig steigenden Zahlen der Kirchenaustritte, die zunehmende Umweltverschmutzung, der zunehmende Sozialneid strafen eine solche Behauptung Lügen! Ein Glaubenssystem, welches den Begriff der Wir-Welt unterdrückt, hat heute arg zu kämpfen um überhaupt noch zu überleben. Ein Glaubenssystem, welches seine Ziele und die Hoffnungen der eigenen Anhänger auf einen unbestimmten Zeitraum, auf das Jenseits verschiebt, erstickt jede Hoffnung auf Besserung. Ein solches Glaubenssystem sollte sich lieber be- Zentralvorstand 2007 Sa., 10. 2, 31.3, 16. 6, 18. 8, 20. 10., Bern DV 2007 So., 6. Mai 2007, Bern Anträge an die DV bitte bis 28. März an den Zentralpräsidenten in den Sektionen Agenda Basel – Union Jeden letzten Freitag im Monat ab 19:00 Uhr: Freie Zusammenkunft im Restaurant "Storchen" Basel Basel – Vereinigung Jeden letzten Donnerstag im Monat 15 bis ca. 17:30 Uhr: Donnerstag Hock Restaurant "Park", Flughafenstr. 31 Bern Montag, 12. Februar ab 19:00 Freie Zusammenkunft Freidenkerhaus, Weissensteinstr. 49 B Montag, 5. März 19:00 Jahresversammlung im Hotel "Bern", mit offeriertem Imbiss. Anmeldung bis 1. März an 031 372 56 03 (Kaech). Mittelland Samstag, 17. März 15:00 Generalversammlung Hotel "Egerkingen", 4622 Egerkingen St. Gallen Freitag, 16. März 19:00 Jahresversammlung Rest. "Dufour" Winterthur Fortsetzung von Seite 6 Dienstag, 6. Februar Dienstag-Stamm knurrendem Magen, diesmal zwischen Einfamilienhäusern und Vorgärten hindurch , fachte den Hunger auch bei mir so weit an, dass wir für etwas Rechtes mit dem nächsten Zug nach Aarau in die Aarauerstube weggefahren sind. Georges Rudolf Meinen Kommentar zuhanden der Ausstellungsverantwortlichen möchte ich, falls Überhaupt opportun, erst nach Schluss der Ausstellung gedruckt sehen. So können Interessierte minimal bedarft hingehen und sich ein eigenes Bild machen. Mittwoch, 7. März Diskussionsforum Thema 14:00 19:00 Mit der abschliessenden Fragen-Station endet der eigentliche Parcours. Dann kann man sich an einem König Artus' Tafelrunde nachempfundenen Tisch mit wirr und irr aufleuchtendem Mittelprospekt in Ruhe unter seinem vom Computer ermittelten Buchstaben die Einschätzung der das Projekt begleitenden Wissenschafter bestaunen. Mit einer jovialen Bitte um Abgabe des Anhängers wird man entlassen. Unsere Durchgangszeit (inkl. Notizen) ab Aufstieg: zweieinhalb Stunden. Der Rückmarsch zum Bahnhof mit Samstag, 24. März 15:00 Generalversammlung Alles im Restaurant "Chässtube" Zürich Montag, 12. Februar 14.30 Freie Zusammenkunft Thema: "Weltlicher Humanismus" von Joachim Kahl. Lesung und Diskussion. Restaurant "Schweighof" Samstag, 24. März Generalversammlung 14:30 FREIDENKER 2/07 7 FVS Freidenker-Vereinigung der Schweiz Mitglied der Weltunion der Freidenker (WUF) und der Internationalen Humanistischen und Ethischen Union (IHEU) Trauerfeiern Basel (Vereinigung) 079 217 01 29 oder 061 321 31 48 Basel (Union) 061 601 03 43 oder 061 601 03 23 Bern 031 372 56 03 oder 031 911 00 39 Grenchen und Umgebung 076 53 99 301 oder 032 645 38 54 Luzern und Innerschweiz 041 420 45 60 Mittelland 062 926 16 33 St. Gallen 052 337 22 66 Vaud/Waadt 026 660 46 78 ou 022 361 37 12 Winterthur und Thurgau 052 337 22 66 Zürich 044 463 16 55 Sollte unter der regionalen Nummer niemand zu erreichen sein, wenden Sie sich bitte an die FVS-Geschäftsstelle: 031 371 65 67 oder an 052 337 22 66 www.freidenker.ch Sektionen Winterthur Winterthurer Freidenker Postfach 1806, 8401 Winterthur Präsident: J.L. Caspar 052 337 22 66 Sekretariat: D. Dünki 052 222 98 94 Familiendienst: M.Ochsner 052 232 04 77 Basel FVS Basel und Umgebung Postfach 302, 4012 Basel Präsident: H. Stieger 079 217 01 29 Vizepräsidentin: B. Bisig 061 321 31 48 Kassier: R. Wenger Tel. 061 692 86 27 Fax 061 692 86 28 Mitgliederdienst: R. Frey 061 421 12 80 Freidenker-Union Region Basel USF Postfach 4471, 4002 Basel Präsident: G. Rudolf 061 601 03 43 Infos/Mitgliederdienst: 061 601 03 23 Postkonto: 40-4402-5 Zürich Freidenker Zürich Postfach 7210, 8023 Zürich *auch Fax Präs.: H. Rutishauser 044 463 16 55* Mitgliederdienst: M. Dobler 044 341 38 57 FREIDENKER - BIBLIOTHEK Zürich, im Sozialarchiv Stadelhoferstr. 12 (Nähe Bellevue) Bücherausgabe: Mo. - Fr. 10–20 Uhr Sa. 10–13 und 14–16 Uhr Auskunft: 044 251 80 66 Bern Freidenker Bern, Postfach, 3001 Bern Präsident a.i.: J. Kaech 031 372 56 03 Mitgliederdienst: J. Kaech 031 372 56 03 Genf Libre Pensée de Genève 27 ch. des quoattes, 1285 Avusy Président: J.P. Bouquet 022 756 40 49 tél. et fax FVS-Geschäftsstelle Mitglieder melden ihre Adressänderungen bitte an die Sektionen. Zuschriften an den Vorstand, AboMutationen, Auskünfte, Materialbestellungen an: Freidenker-Vereinigung der Schweiz FVS, Geschäftsstelle Postfach CH-3001 Bern Tel. 031 371 65 67 Fax 031 371 65 68 info@freidenker.ch Postkonto: 84-4452-6 Grenchen FVS Sektion Grenchen und Umgebung, Postfach 418, 2540 Grenchen Präsident: S. Mauerhofer 076 388 46 39 info@freidenker-grenchen.ch Mitgliederdienst/ Lotti Höneisen Krankenbesuche: 076 53 99 301 Adressänderungen an: Postfach 2622, CH-4002 Basel Mittelland FVS Sektion Mittelland Postfach 56, 4628 Wolfwil Präsident: H. Haldimann 062 926 16 33 Schaffhausen Freidenker Schaffhausen Postfach 69, 8213 Neunkirch Kontakt: R. Imholz 079 751 41 38 Impressum Redaktion Reta Caspar Rainweg 9 031 911 00 39 CH-3052 Zollikofen E-mail: reta.caspar@swissonline.ch Erscheinungsweise monatlich Redaktionsschluss 15. des Vormonats Jahresabonnement Schweiz: Fr. 30.– Ausland: Fr. 35.– (B-Post) Probeabonnement 3 Monate gratis Druck und Spedition Printoset, Flurstrasse 93, 8047 Zürich www.printoset.ch ISSN 0256-8993, Ausgabe 2/2007 Namentlich gekennzeichnete Beiträge können, aber müssen nicht mit der Ansicht der Redaktion übereinstimmen. St. Gallen FVS Regionalgruppe St. Gallen c/o S. Breitler Haldenweg 37, 9100 Herisau Kontakt: S. Breitler 071 351 29 81 Tessin/Ticino P.P./Journal CH-4002 Basel Associazione Svizzera dei Liberi Pensatori (ASLP) Sezione Ticino Casella postale 721, 6902 Paradiso Presidente: R. Spielhofer 091 994 21 45 Waadt/Vaud Ass. vaudoise de la Libre Pensée Case postale 5264, 1002 Lausanne Président: J.P. Ravay 022 361 94 00 Secrétariat: 026 660 46 78 AZB