Freidenker 03/2006.pdf

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(file: @@freidenker-200603.pdf@@)libero pensatore 91. Jahrgang Nr. 3 März 2006 Die Welt hat aufgeregte Wochen erlebt, seit der "Karikaturen-Streit" durch die Medien angefacht und aufgebläht worden ist. Obwohl es kaum möglich ist, einen Überblick über all die Stellungnahmen und Verlautbarungen zu haben, einige Dinge haben sich deutlich gezeigt: 1. Die islamische Welt hat ihr Spaltung gezeigt: Dort (wohl gezielt) aufgebrachte Massen von Menschen, die die Karikaturen infolge des Bilderverbotes gar nicht zu Gesicht bekommen haben oder gar durch Fälschungen desinformiert wurden. Sie verbrannten Fahnen, drohten mit Üblerem und sind offenbar der Auffassung, dass Karikaturen ihres Idols diesem etwas anhaben können und gerächt werden müssen. Hier doch mehrheitlich besonnene Reaktionen. Nur bescheidene Demonstrationen, an denen Klartext gesprochen wird, aber Gewalt abgelehnt. Das ist gut so: Demonstrations- ist eben auch Redefreiheit. Die grosse Mehrheit der Muslime in Europa hat also ruhig reagiert. Insgesamt Anlass zu Hoffnung: Wir kennen sie jetzt besser, diese fortschrittlichen Muslime, die eine Reformation des Islams anstreben, mit denen ein Gespräch also möglich ist. 2. Die westlichen Regierungen haben ihre Ängstlichkeit gezeigt: Kaum ein Land das sich offen hinter Dänemark stellte. Unter dem Damoklesschwert eines diffusen Rassismusvorwurfs haben sich die meisten Regierungen herumgedruckst und sich mehr oder we"Die Meinungsäusserungsfreiheit ist der Preis, den jeder für die Freiheit der andern bezahlt." Der französische Philosoph Alain Finkielkraut. NZZ am Sonntag, 12.2.06 Demonstrations- ist auch Redefreiheit niger deutlich für eine Relativierung der Meinungsäusserungsfreiheit durch die Religionsfreiheit ausgesprochen. In der Schweiz hat sich einzig die FDP für eine klare Unterstützung Däne3. Die Kirchen haben Opportunismus gezeigt. Bei nicht wenigen der Äusserungen von Vertretern der Landeskirchen wurde deutlich, dass sie offenbar eine möglicherweise gefährliche Achse der Gläubigen in Europa marks ausgesprochen. Erstaunt haben insbesondere Reaktionen, die den Abdruck der Karikaturen in Schweizer Zeitungen kritisierten, so etwa der SPGeneralsekretär, der meinte, man müsse nicht alles drucken, was man drucken dürfe (NZZ am Sonntag, 12.2.06). Wenn eine Kontroverse um eine bildliche Darstellung transparent dargestellt werden soll, wie soll das ohne die entsprechenden Bilder gehen? "Man beleidigt die Muslime, ganz gleich, was man über den Koran sagt." Die Historikerin und Islamwissenschaftlerin Patricia Crone, Princeton. Seite 6 anstreben. Wenn sich christliche Kirchen und Muslime annähern, nach dem Motto "egal was, aber wir glauben alle an den einen und wahren Gott", dann haben sie vermutlich einen gemeinsamen Feind, nämlich den säkularen Staat im Visier. 4. Aufklärungsbedarf in Sachen säkularer Staat zeigt sich, wenn Baukommissionen ein muslimisches Zentrum mit Minarett in einer Bauzone nicht für zonenkonform –> Seite 2 "Als Sozialistin, Atheistin und alleinerziehende Mutter dreier Kinder von 2 Männern verkörpere ich alle Todsünden Chiles." Michelle Bachelet, Präsidentin Chiles. Seite 7 FREIDENKER 3/06 1 Libero pensatore L’affare delle vignette, offensivo per chi? non va alla credenza bensì solo alla libertà. Questo "rispetto" non può tradursi nel divieto di esprimere opinioni critiche sulle questioni religiose, soprattutto allorché sono le organizzazioni confessionali che si rivolgono al pubblico con ogni mezzo propagandistico, a scopo di proselitismo, Quando si ammette che non è lecito offendere i sentimenti altrui (segnatamente quelli religiosi) ci si pone su una china pericolosa che può condurre molto lontano. In effetti , il giudizio sull'esistenza, la natura e la portata dell’oltraggio sembra essere di esclusiva pertinenza dell'offeso e dipende dalla sua "sensibilità". Numerosissimi sono gli episodi che illustrano come la sensibilità degli uomini di fede si tramuti, spesso, in suscettibilità e come questa si traduca, sempre, in atti di intolleranza. Confrontati con reazioni intolleranti, i fautori del "dialogo interconfessionale" sono disposti a capirle – quando non a giustificarle – prendendo per buona la scusa che esse sono delle risposte, magari sproporzionate, a delle provocazioni. Poiché quest'anno ricorre il 240'esimo anniversario della morte del cavaliere de La Barre vale la pena di ricordare ch’egli commise la provocazione di non scoprirsi il capo e di non farsi il segno della croce allorché si trovava a venticinque passi (tanti ne furono contati) dal passaggio della processione del "Corpus domini". Per questo fu imprigionato, torturato e infine decollato; il suo corpo venne dato alle fiamme. Era il 1° di luglio del 1766. Jean François La Febre de La Barre aveva diciannove anni, fu castigato avendo dato scandalo... per omissione! Il fatto è che i tempi sono cambiati, anche se la mancata partecipazione ad un atto di devozione che tutti gli altri compiono può essere intesa come una ostentazione irreligiosa – dunque oltraggiosa! –da parte del renitente. Non si finisce più sul patibolo come un tempo ma, fino a non molti anni fa i nonconformisti erano soggetti ad una sorta di riprovazione da parte dei benpensanti. Su questo presunto scontro di civiltà e di culture pubblichiamo ampi stralci della lettera dell’amico Guido Bernasconi, che fa il punto alla situazione e mette i puntini sulle i dopo tanto cancan mediatico. "(...) un organo di stampa della lontana Danimarca ha pubblicato una serie di vignette suppostamente umoristiche in cui è stato raffigurato il profeta dell'islam preso ad emblema dell'attitudine aggressiva di una minoranza rumorosa – ma comunque consistente – del mondo musulmano. Non manca d'esser curioso il fatto che gran parte della gente che è scesa in piazza non ha avuto modo di vedere le vignette: non nell'edizione originale né in eventuali copie le quali comunque, sarebbero state sacrileghe anche se riprodotte a scopo... pedagogico. Di fatto le masse fanatizzate si sono mobilitate sul sentito dire: offese nei propri sentimenti religiosi "per procura", hanno vissuto il loro momento eroico sentendosi una volta tanto protagoniste. Le manifestazioni di intolleranza religiosa fanno un certo effetto, oggi, poiché coinvolgono un'Europa che credeva d'essere al di sopra o al di fuori di conflitti di tale natura, ma non sono per nulla infrequenti nel resto del mondo: ce n'è per tutti i gusti, nello SriLanka, nell'Afghanistan, nel Pakistan, nei vari Stati dell'Unione Indiana, nelle Filippine, in Indonesia...ove induisti, musulmani, buddisti e anche cristiani se la danno di santa ragione in modo ricorrente. Se i fenomeni ai quali assistiamo in questi giorni suscitano una certa inquietudine, non meno preoccupante è la posizione assunta dalla generalità dei "responsabili" politici europei: tutti pronti a proclamare l'irrinunciabilità dei "nostri" valori e dei diritti che ne discendono, tutti altrettanto pronti a relativizzarne l'estensione sulla base di criteri d'opportunità. (Libertà sì, ma limitata!). Orbene, quando si afferma che occorre rispettare la libertà di coscienza (e quindi anche la libertà di credenza: di qualsiasi credenza!) è doveroso non equivocare: il rispetto Circa le recenti manifestazioni dei musulmani si deve ancora rilevare la sollecitudine con cui i rappresentanti delle altre confessioni religiose, pur denunciando gli "eccessi" compiuti dai seguaci di Maometto, hanno riconosciuto il carattere offensivo delle vignette: e non per il loro specifico messaggio, bensì per la natura blasfema della raffigurazione del "profeta". (Per altro il divieto delle immagini ha solo la funzione di evitarne il culto ed, evidentemente, non sono delle vignette umoristiche suscettibili di promuovere l'idolatria.) L’acquiescenza nei confronti delle pretese totalitarie dei fondamentalisti rientra nella strategia di "dialogo" perseguito dai credenti giudaicocristiani, ovvero: all'insegna del motto "è dando che si riceve" i fondamentalisti cristiani ed ebrei auspicano che i loro omologhi islamici si attengano, in materia di rispetto del sentimento religioso, al criterio della reciprocità. E ciò allo scopo di rendere universalmente inquestionabile ogni genere di attitudine teista. Da qui a ritenere peccaminosa e quindi condannabile (e perseguibile!) L’affare delle vignette, offensivo per chi? l'espressione di opinioni "non conformi" al totalitarismo fideista, il passo è breve. Su questa strada, in futuro non molto lontano, agli atei, agli agnostici, agli indifferenti verrà permesso di rimanere tali a condizione che non manifestino esteriormente la loro posizione: perché non possano dare scandalo. In prospettiva, nel coro di coloro che cantano le lodi al dio, sarà permesso solo di non cantare, purché si muovano le mascelle fingendo di farlo. Occorre dunque, perché questo scenario non si verifichi rispondere con la decisione che si impone alla rinnovata offensiva dell'internazionale fideista(...)" D’altra parte, come dice Michel Onfray, il sostrato dei monoteismi è lo stesso e come già sosteneva Abi Tahir, condottiero di una corrente ismaelita, che nel gennaio 930 s’impadronì e saccheggiò La Mecca: "In questo mondo, tre individui hanno corrotto gli uomini, un pastore [Mosè], un guaritore [Gesù] e un cammelliere [Maometto]. E questo cammelliere è stato il peggior illusionista, il peggior prestigiatore". E. Z. 2 FREIDENKER 3/06 Fortsetzung von S. 1 halten, eines ohne aber offenbar schon, und der Dorfpfarrer öffentlich sagt, er sehe durch ein solches Türmchen den religiösen Frieden gefährdet (siehe Kasten). Aufklärungsbedarf auch, wenn in Winterthur die AnwohnerInnen sich gegen ein islamisches Zentrum in der Nachbarschaft wehren, obwohl dieses sich bemüht, die Auflagen der Behörden zu erfüllen (siehe Kasten). Hier sind wir alle gefordert, liberale und laizistische Gedanken in dies Diskussion einzubringen 5. Hiesiger, im Ergebnis zumindest sexistischer Kulturrelativismus zeigt sich, wenn in Schulkommissionen entschieden wird, dass muslimische Mädchen vom Schwimmunterricht dispensiert werden (siehe Kasten), und wenn immer mehr junge Frauen in der Schweiz Hilfe suchen, weil sie vor einer Zwangverheiratung stehen – da zeigt sich, dass wir in diesem Land den Immigrantinnen keinen Dienst tun mit einer verständnisvollen Haltung gegenüber den patriarchalischen Sitten, die ihre Familienclans mitimportiert haben. 6. Es hat sich gezeigt, dass auch die FreidenkerInnen sich nicht unbedingt einig sind. Die Diskussionbeiträge dazu finden Sie auf den Seiten 2, 4 und 5 . Eine Aufgabe für die FVS, die Stimme der Konfessionslosen Last but not least hat sich meines Erachtens gezeigt, wie wichtig eine Stimme der Konfessionslosen sein könnte in solchen Debatten. Nicht im Sinne einer dritten Konfession, sondern als unparteiische Hüterin der hochaktuellen Aussage, die Voltaire (1694-1778) zugeschrieben wird: "Ich verachte Ihre Meinung, aber ich gäbe mein Leben dafür, dass Sie sie sagen dürfen". Leider war die FVS noch nicht so weit, die Stimme der Konfessionslosen hier einzubringen, noch gab es technische Probleme in der neu eingerichteten Geschäftsstelle. Aber das soll sich ändern: die Geschäftsstelle ist nun unter der angegebenen Nummer wirklich erreichbar. Reta Caspar Winterthur: Kulturzentrum nachträglich bewilligt. Ein ursprünglich ohne Baubewilligung eingerichtetes islamisch-albanisches Kulturzentrum wurde im Nachhinein mit verschiedenen Auflagen bewilligt. Die Einsprachen aus der Nachbarschaft wurden abgewiesen und der Bau in einer gemischten Wohn- und Gewerbezone als zonenkonform erklärt. Es gelte, den Bedürfnissen dieser Menschen Rechnung zu tragen. Der Verein mache einen seriösen Eindruck und versuche, sich an die Spielregeln zu halten. NZZ 30.1.06 Wangen SO: Minarett in Gewerbezone nicht zonenkonform. Die Baukommission der Gemeinde hat dem türkisch-kulturellen Verein ein 6 m hohes Minarett auf seinem Vereinslokal nicht bewilligt, obwohl es nur als Dekoration gebaut werden sollte. Zur Ablehnung habe das Gleichbehandlungsgebot geführt, aufgrund dessen sakrale Bauten nur in der Zone für öffentliche Bauten zu bewilligen seien, zudem seien kantonale Normen über Gebäudeaufbauten verletzt. Unter den Einsprechern sind auch die reformierte und die katholische Kirche, die dadurch den Religionsfrieden gefährdet sehen. Das Urteil soll angefochten werden. NZZ 8.2.06 Stettlen BE: muslimisches Mädchen von Turn- und Schwimmunterricht dispensiert. Die Schulkommission der Gemeinde unterstützt damit die Ansicht des libyschen Vaters, dass seine Tochter ihren Körper bis auf Gesicht und Hände verhüllen müsse. Offenbar hat er gedroht, sonst in eine andere Gemeinde zu ziehen. Laut Regina Probst, Geschäftsführerin von Terre des Femmes Schweiz, eine Verstoss gegen die Verfassung, das Mädchen werde aufgrund seines Geschlechtes diskriminiert. Das Mädchen hat daraus gelernt: Man kann Behörden drohen, dann machen sie, was mein patriarchaler Vater will. rc FREIDENKER 3/06 3 Ihre Meinung Karikaturenstreit des Einzelnen, diesen Meinungen in unterschiedlichen Formen entgegenzutreten, sobald sie sein Leben oder das Leben anderer beeinträchtigen. Wenn beispielsweise in Oberösterreich einige muslimische Väter verlangen, dass auch österreichische Lehrerinnen ein Kopftuch tragen müssen, und dass diese, weil als Frauen eher minderwertig, nur geduzt werden sollten, werden die freiheitlichen Grundwerte unserer Gesellschaft so rigoros in Frage gestellt, dass solche Forderungen umgehend zurückzuweisen und nicht einmal einer ernsthaften Diskussion würdig sind. Diese verblendeten Fundamentalisten karikieren sich und ihre Religion ja selbst - da braucht es nicht mal scharfzüngige Zeichner dazu! Solchen grotesken und arrogant vorgetragenen Verlangen kann man eigentlich nur noch mit Ignoranz begegnen. Dass sich bei uns immer wieder Verantwortliche finden, die dem kopftuchtragenden Mädchen und dem Dispens für Schwimm- und Turnunterricht wohlwollend gegenüberstehen, zeigt doch eindrücklich, dass viele Gutgläubige in den Verwaltungen und Lehrerzimmern gar nicht wissen, um was es hier wirklich geht: Eine lautstarke, aber einflussreiche Minderheit fanatischer Muslime will, dass sich ihre kleine Welt im Westen nach (herausgesuchten und ihren Lebensvorstellungen entsprechenden) Regeln des Korans und der Überlieferungen Muham-mads richtet. Nicht nur, dass sie von uns völlige Freiheit zur Ausübung ihrer religiösen Riten und Lebensweisen fordern, sie erwarten von uns auch uneingeschränkte Toleranz. Eine Toleranz die sie aber hier, wie auch in ihrem Heimatland den Anders- oder Nichtgläubigen nie zugestehen würden. Wie das Beispiel aus Österreich zeigt, verlangen sie sogar im freien Europa eine Anpassung der aufgeklärten, einheimischen Bevölkerung an ihre archaischen Werte. Den religiösen Eiferern müssen endlich klare Grenzen gesetzt werden. Grenzen, die ihnen erlauben, die (gesetzlich und moralisch zulässigen) Riten ihrer Religion im privaten Raum ungehindert auszuüben, in keiner Klare Grenzen Die Proteste gegen die Karikaturen haben in kurzer Zeit beinahe den gesamten islamischen Raum erfasst und die Frage stellt sich, ob sie nur ein vorübergehendes Ereignis sind, oder ob der "Kampf der Kulturen" in ein neues, gewalttätigeres Stadium getreten ist. Nun, manche Regimes in der islamischen Welt benutzen (und steuern) diesen Streit noch so gerne, um von den eigenen, wachsenden und kaum lösbaren innenpolitischen Schwierigkeiten abzulenken. Und so präsentieren sie den von ihren Lebensumständen enttäuschten Menschen den vermeintlich Schuldigen an ihrer Misere den bösen, ungläubigen Westen, der ihnen seit den Kreuzzügen nur Schlechtes will. Und wie reagiert jetzt der freie, aufgeklärte Westen? Er verweist wohl weiterhin auf seine Werte und Ideale, beginnt aber bereits darüber nachzudenken, ob die Meinungsfreiheit sich nicht irgendwelchen archaischen Wertvorstellungen unterzuordnen hat. Und die Karikaturen werden - die Oligarchen im arabischen Raum vernehmen es dankbar - als dümmlich, verletzend und qualitativ minderwertig abgetan. Doch nicht genug damit, einzelnen Regierungen sitzen demütige Entschuldigungsfloskeln schon auf den Lippen. Aber bitte, was gibt es gelungeneres, als der Spruch des Torwächters an die vielen Selbstmordattentäter: Halt, halt, uns gehen die Jungfrauen aus! Da müsste eigentlich auch der moderate Muslim leise schmunzeln, oder vielleicht sogar erkennen, wie absurd doch die Paradiesversprechen sind. Der Westen hat in dieser Angelegenheit viel selbstbewusster aufzutreten. Er muss seine Freiheit, sämtliche Weltanschauungen hinterfragen, kritisieren oder ablehnen zu dürfen, kompromisslos verteidigen. Es ist nun mal eine Tatsache: Religionen, auch Offenbarungsreligionen, sind nicht mehr und nicht weniger als individuelle, rein persönliche und irgendwann von irgendwem aufgeschriebene Vorstellungen und Auffassungen über die Welt und das Leben in dieser Welt. Und genau deshalb ist es das Recht Weise aber weitergehende Forderungen an die freie Gesellschaft zu stellen. Bisher weckte doch jedes naive Entgegenkommen von unserer Seite immer wieder neue, noch umfassendere Begehren und je mehr Verständnis wir für ihre Wünsche und Anliegen zeigen, umso mehr fühlen sie sich in der Richtigkeit ihres Tuns bestätigt. Und ganz sicher müssen wir uns bei ihnen nicht anbiedern und uns für diese Karikaturen entschuldigen. Dass nun gerade diese Karikaturen die Schuld am weiteren Zerwürfnis mit der islamischen Welt tragen sollen, scheint mir eine etwas gar weit hergeholte Begründung. Sie werden doch ganz einfach zum Anlass genommen, eine neue Hasskampagne gegen den ungläubigen, dekadenten und überheblichen Westen zu starten. Zu vielfältig sind aber die Ursachen in diesem ?Kampf der Kulturen?: Das ungelöste Palästinaproblem, der immer unverschämtere Raubzug des Westens auf die Ölvorkommen, die persönliche wirtschaftliche Perspektiv-losigkeit vieler junger Muslime, korrupte Regimes und vor allem die besorgniserregende demografische Entwicklung treiben immer mehr enttäuschte junge Menschen in die Klauen ruchloser, fundamentalistischer Seelenfänger. Und die sorgen dafür, dass wir in der nächsten Zeit mit immer stärkeren Ausbrüchen der Gewalt konfrontiert werden. Hier wie dort. Bruno Stutz Wir brauchen mehr und nicht weniger solcher "dänischen" Karikaturen! Nicht erst die jüngsten Ausschreitungen in den islamischen Ländern gegen dänische Einrichtungen, sondern die ganze Geschichte des Islam aber auch des Christentums, mit all' den religiös motivierten Kriegen, ihren abscheulichen Verbrechen gegen die Menschlichkeit und ihrer innewohnenden Frauenfeindlichkeit, zeigen den wahren Charakter dieser und anderer monotheistischer Religionen : Hass und Intoleranz und damit Gewalt gegen Anders- und Ungläubige! Erst wenn wir mehr ökologischen Humanismus praktizieren, erst wenn wir mehr Toleranz üben, erst wenn wir mehr Wissen lehren, erst wenn wir weniger Glauben, werden wir Frieden schaffen können. Ralf Riedel, Zürich 4 FREIDENKER 3/06 Ist Rede-Freiheit wirklich gleichzusetzen mit Hohn- und Spott-Freiheit? "Für FreidenkerInnen ist zweifellos die Karikaturfreiheit Teil der Meinungsäusserungsfreiheit." "Aber das ist eine der Aufgaben der Medien ... Reaktionen zu provozieren." Diese Sätze in FREIDENKER 2/06 wiederum haben mich provoziert und aufgebracht. Meine Position (zweifellos?!) ist es nicht. In meiner Jugend sagte man noch: "Lächerlichkeit tötet". In den letzten zwanzig Jahren wurde es dann zunehmend Mode: Buhen und Johlen, Hohn und Spott, Verächtlichmachung, Diffamierung, systematische Ausgrenzung, Terrorisierung missliebiger Andersdenkender. Und es scheint, das ist Standard geworden ... (die hiesige Vorstellung von Meinungsäusserungsfreiheit) ... aber nicht meine Position. "Zuerst passierte - nichts"..."Erst auf Nachfrage von Journalisten hat sich das ... als 'Test' lancierte Thema so verselbständigt..." Man muss sich das auf der Zunge zergehen lassen. "Test", dem durch Nachfragen auf die Sprünge geholfen werden musste! – Offensichtlich eine gewollte und geplante Provokation weil vorerst nichts passierte musste man nachfragen – unsäglich!! Die Anliegen der Konfessionslosen sind selbstbewusst und mit Zivilcourage zu vertreten. Durchaus hart in der Sache. Dazu stehe ich. Aber das muss geschehen in respektvollem Umgang, unter Wahrung von Anstand und Würde. Man spiele den Ball und nicht den Mann. Der konfessionelle Friede ist ein zu hohes und kostbares Gut. Unter Opfern hart errungen. Und er ist äusserst zerbrechlich. Wer hier gedankenlos-kurzsichtig und leichtfertig herumspielt ("Test"!) begeht ein Verbrechen an der Menschheit. Es grenzt an Hochverrat ... und gehörte eigentlich auch entsprechend geahndet. Und hier hört für mich nun wirklich jeder Spass auf. Die Freiheit zu Hohn und Spott ist nicht mein Ding. Ich mache mich nicht gemein mit Brandstiftern und Brunnenvergiftern. Ernst Diem, St. Gallen rung für die Moslemproteste. Es zeigt sich hier deutlich wie religiöses Denken gegen die verfassungsmässigen Grundrechte gerichtet sein kann. Deshalb sind unsere politischen Organe der Verfassung verpflichtet und nicht religiösen Wahnvorstellungen. Folgende Artikel aus der Bundesverfassung sind in diesem Fall relevant: Grundrechte Art. 7 Menschenwürde Art. 15 Glaubens- und Gewissensfreiheit Art. 16 Meinungs- und Informationsfreiheit Art. 17 Medienfreiheit Kirche und Staat Art. 72.2 Bund und Kantone können im Rahmen ihrer Zuständigkeit Massnahmen treffen zur Wahrung des öffentlichen Friedens zwischen den Angehörigen der verschiedenen Religionsgemeinschaften. Dogma gegen Meinungsfreiheit Der Streit um die 12 Mohammed Karikaturen nimmt immer groteskere Formen an. Es scheint als haben gewisse Moslems wohl jeden Bezug zur Realität verloren. Dieser Realitätsverlust scheint sich bis in allerhöchste Regierungskreise auszubreiten. Doch wer sind diese Menschen, welche für die Sache des Islams auf die Strasse gehen? Es sind viele ungebildete, unterprivilegierte und einfältige Menschen. Sie haben als Kind keine richtige Schule besucht, sie haben gelernt, dass der Islam die beste Religion sei, dass eines Tages auf der ganzen Welt der Islam herrschen würde und dass Ungläubige Ungeziefer sei, welches ausgerottet gehört (Hitler lässt grüssen). Sie haben gelernt, dass die religiösen Führer immer recht haben (der Papst lässt grüssen). Dieser von Mullas und Imanen gelenkte Mob mag soviel demonstrieren und drohen wie er will, er hat in unserem Land nichts zu sagen. Wir warten immer noch auf die Demonstrationen dieser Gehirngewaschenen gegen: Zwangsheirat und Ehrenmorde, Unterdrückung von Frauen und Homosexuellen, Unterdrükkung von Andersdenkenden und Andersgläubigen, Unterdrückung von Presse- und Meinungsfreiheit. Aber Unterdrückung scheint ja in solchen Ländern kein Thema zu sein. Wir dürfen uns aber nicht der Illusion hingeben, dass wir besser seien. Wir waren bis vor ein paar Jahrhunderten genauso ferngesteuerte, unkritische Idioten, wie wir sie heute in vielen islamischen Ländern finden. Wir haben genauso, wenn nicht sogar schlimmer, andersdenkende und kritische Menschen verfolgt. Erst die Durchsetzung der Menschenrechte in den Verfassungen hat die Kirche und die Fanatiker in ihre Schranken verwiesen, und es bedarf auch heute noch unser aller Anstrengung, dass diese Schranken nicht durchbrochen werden. Besonders entlarvend ist in diesem Zusammenhang das Verständnis der amerikanischen Regie- Ich habe in der Verfassung kein Verbot von Darstellungen irgendwelcher religiöser Führer gefunden. Ich habe auch keine Ausnahmeregelungen gefunden, welche Muslimen erlaubt die Grundrechte anderer zu verletzen. Es möge jeder selbst entscheiden wie diese Verfassungsartikel in diesem Fall zueinander stehen und was sie im einzelnen bedeuten. Wir haben deshalb beschlossen, dass wir die Karikaturen auf unserer Hompage www.freidenker-grenchen.ch zeigen, so dass sich jeder selbst ein Bild davon machen kann, wie verletzend diese Karikaturen sind. Ich denke, wenn alle diejenigen, welche gegen Dänemark oder diese Karikaturen demonstriert haben, diese gesehen hätten, dann wären sie wohl zu hause geblieben, damit sie sich nicht vor der ganzen Welt blamiert hätten. Zum Schluss habe ich noch eine Bemerkung. Es gibt in fast jeder Gemeinde eine Kirche mit Kirchturm. Wenn aber dann eine Moschee ein Minarett bauen will, setzen gewisse Teile aus Politik und Bevölkerung alles daran dies zu verhindern. Wenn die Christen Kirchtürme bauen dürfen, dann sollen die Moslems auch ihre Minarette haben. Eine solche Ablehnung ist genauso verfassungswidrig wie das Beschränken der Meinungsfreiheit. Wer andere ermahnt die Verfassung einzuhalten, muss sie selbst auch einhalten, ohne wenn und aber. Stefan Mauerhofer Präsident FVS Sektion Grenchen FREIDENKER 3/06 5 Koran "Jungfrauen" oder "weisse Trauben"? Da erforscht offenbar an einer deutschen Universität ein Sprachwissenschaftler die Entwicklung der arabischen Schrift und die Niederschrift(en) des Korans. Seine Publikationen erscheinen in einem kleinen Verlag (weil die grossen Verlage, offenbar aus Furcht, islamische Gefühle zu verletzen, abgelehnt haben) und unter dem Pseudonym "Christoph Luxenberg" (weil ihm muslimische Freunde aus Sicherheitsgründen dazu geraten haben). Tatsache ist, dass der Koran, wie die Bibel, von den Fundamentalisten als "Gottes Wort" betrachtet wird, so dass jede wissenschaftliche Analyse zur Blasphemie wird. Luxenberg ist der Meinung, dass die durch die Selbstmordattentäter weltberühmt gewordene koranische Belohnung in Form von "Jungfrauen im Paradies" anders gelesen werden muss: Nach seiner Erkenntnis soll die korrekte Bedeutung der Koranstelle sein: "Wir werden sie unter weissen Weintrauben ausruhen lassen". Offenbar greift aber die Angst vor der muslimischen Empfindlichkeit auch unter IslamwissenschaflerInnen immer mehr um sich: "Welcher westliche Wis- senschaftler möchte im heutigen Klima schon den Koran anrühren. Man beleidigt die Muslime, ganz gleich, was man darüber sagt" so die Islamwissenschaftlerin Patricia Crone (NZZ am Sonntag. 19.2.06) und so wird die offene Diskussion von Luxenbergs Thesen vermieden. Auch die Medien waren bisher zurückhaltend, aus Furcht, die Muslime zu verärgern... Erkenntnis tut weh, aber kultureller Fortschritt wächst erfahrungsgemäss auf Blasphemie. rc Patricia Crone God's Rule. Government and Islam. Columbia University Press 2004, ISBN: 0231132905 Rassistisch, sexistisch, antisemitisch... Zuschrift zum Leserbrief "Wir sind ja so tolerant" in FREIDENKER 2/06 Ich frage mich wirklich, was Sie bewogen haben könnte, einen doch sehr rassistischen, sexistischen und antisemitischen Leserbrief aus einer fremden Zeitung, der von Vorurteilen und Fehlinformationen nur so strotzt, ohne sich davon zu distanzieren zu veröffentlichen. Ich distanziere mich jedenfalls in aller Form von folgendem Abschnitt: "Wenn gleichzeitig gegen die genitale Verstümmelung von Mädchen agiert wird, macht das die Sache nicht besser, sondern es ist nur eine Ablenkung zur Rechtfertigung der Beschneidung bei Knaben, die in der Schweiz kategorisch abzulehnen ist, es sie nun islamisch oder jüdisch." Der geneigte Autor jenes Leserbriefes lässt uns leider im Dunkeln darüber, ob er die Beschneidung bei Knaben nicht ablehnt, wenn sie a) amerikanisch ist (amerikanische Knaben werden in der Regel im Spital gleich nach der Geburt beschnitten), oder b) aus medizinischen Gründen erfolgt. Letzteres kann jedem passieren, kommt häufig vor, und zwar nicht nur bei Juden, Muslims oder Christen, sondern sogar völlig religionslosen, reinrassigen Schweizern. Als Knabe beschnittene Männer er- LeserInnen schreiben freuen sich übrigens ungehinderter Sexualität. Wenn aber "gegen die sexuelle Verstümmelung von Mädchen agiert wird" ist es nicht "eine Ablenkung zur Rechtfertigung der Beschneidung bei Knaben" sondern eine dringende Notwendigkeit gegen eine Form von Sadismus und Frauenunterdrückung in einer ihrer schlimmsten Formen, denn sie macht Geschlechtsverkehr für Frauen zur TorSusanne Suna, Basel tur. Kommentar der Redaktion Die Redaktion nimmt zum Veröffentlichungsvorwurf wie folgt Stellung: 1. Die Redaktion hat den Artikel vom Autor, der Mitglied der FVS zugeschickt bekommen. 2. In der Regel kommentiert die Redaktion Beiträge nicht, sondern überlässt es den LeserInnen, darüber zur urteilen. 3. Regelmässig veröffentlicht und kommentiert werden Leserbriefe zu Inhalten des FREIDENKERs. 4. Zur Veröffentlichung kam es im vorliegenden Fall, weil der Autor kritisiert hat, dass in einem Schulhaus, in einem öffentlichen Gebäude, ein Beschneidungsfest zum Begegnungsanlass zwischen SchweizerInnen und MuslimInnen genutzt wurde und die lokale Politprominenz daran teilgenommen hat. Zugegeben, der Artikel ist emotional geschrieben und nicht "politisch kor- rekt". Entscheidend für die Veröffentlichung war aber der beschriebene Anlass an sich, die Kritik an den Behörden und eben gerade die Tatsache, dass der Leserbrief in der lokalen Zeitung erschienen war. Die Redaktion geht nicht davon aus, dass der Autor die weibliche Beschneidung verniedlichen wollte, sondern, dass er darauf hinweisen wollte, dass es keinen Grund gibt, irgendeine religiös oder sonst irrational motivierte Beschneidung eines Kindes durch Präsenz an einer derartigen Feier gutzuheissen und, dass er die an der Veranstaltung geäusserte Ablehnung der weiblichen Genitalverstümmelung nicht für glaubhaft gehalten hat. (Im Übrigen ist festzuhalten, dass es auch bei der unsachgemässen Beschneidung von Knaben zu Verwachsungen kommen kann, die äusserst schmerzhaft sein können.) Und schliesslich: Der Empfänger, die Empfängerin bestimmt die Botschaft wesentlich mit, das hat der Hermeneutiker Hans-Georg Gadamer (1900-2002) erstmals klar formuliert: Wir lesen einen Text nie vorurteilslos, sondern immer im Lichte unseres eigenen Vor-Verständnisses und verstehen ihn deshalb auf unserer persönliche Weise – so kann auch der Ausdruck "reinrassige Schweizer" sehr verschieden interpretiert werden... Aber Gadamer war auch zeitlebens davon überzeugt, dass Verständigung bei beidseitigem gutem Willen möglich ist. Reta Caspar 6 FREIDENKER 3/06 Promi-Ecke Michelle Bachelet *1955, Chirurgin Ab 15. März 2006 neue Präsidentin Chiles. Sie verkörpere alle "Todsünden Chiles", sagt Michelle Bachelet, die neue chilenische Präsidentin, über sich selbst. Sie ist Sozialistin und Atheistin, sie führt nach zwei Trennungen als alleinerziehende Mutter einen Haushalt mit drei Kindern, die sie von zwei Männern hat. Schon das öffentliche Bekenntnis der Konfessionslosigkeit ist in Chile ein Wagnis. In dem Andenstaat gab es bis vor kurzem keine Ehescheidung, und Kinder lediger Mütter oder nicht getaufte Sprösslinge durften in vielen Schulen nicht aufgenommen werden. Tatsächlich passt Frau Bachelets Vita kaum in das von Katholizismus, Traditionsgläubigkeit und Obrigkeitsdenken geprägte Verhaltensschema grosser Teile der chilenischen Gesellschaft. Gerade deshalb aber haben sie viele Chilenen gewählt. Sie repräsentiert den Wunsch vor allem der Jüngeren, die überkommenen patriarchalischen Machtstrukturen zu überwinden. FVS Schweiz Zentralvorstand Sa., 8. April 2006, Bern Daten in den Sektionen Agenda Basel – Union Jeden letzten Freitag im Monat ab 19:00 Uhr: Freie Zusammenkunft im Restaurant "Storchen" Basel. DV 2006 So., 21. Mai 2006, Bern Anträge bis 1. April an den ZV Grosser Vorstand 2006 Sa., 18. November 2006, Olten Basel – Vereinigung Jeden letzten Donnerstag im Monat 15 bis ca. 17:30 Uhr: Donnerstag Hock Restaurant "Park", Flughafenstr. 31. FREIDENKERSPENDE Ein schöner Zustupf fürs Bergwaldprojekt – Ansporn für Weiteres Die Sammlung unter Freidenkern fürs Schweizerische Bergwaldprojekt, ohne Auflage unsererseits für eine bestimmte Arbeit, hat die für uns schöne Summe von rund eintausend siebenhundert und fünfzig Franken ergeben, verteilt auf rund 70 Spender schweizweit. Wir leiten den Dank der Organisation, vertreten durch Herrn Dr.sc.nat. Peter Locher, Trin, gerne an alle Spender weiter und ermuntern die Übrigen, beim nächsten Projekt, das wir vorschlagen werden, ebenso dabei zu sein. Wir freuen uns, dass die Initiative der Jungen Freidenker, von uns betreut, weiterhin Früchte bringt und unsern Namen in die Lande trägt. G. Rudolf Präs. Freidenker-Union Basel Bern Montag, 6. März ab 19:00 Jahres-Hauptversammlung Hotel "Bern" Grenchen Donnerstag, 6. April 2006 19:00 Generalversammlung Im Restaurant "Coq d'Or", Bahnhofstr. 6, in Grenchen. Wir beginnen mit dem Imbiss, offeriert von der Sektion. Anschliessend die Versammlung. Die Mitglieder erhalten eine Einladung. Mittelland Samstag, 25. März 15:00 Jahres-Hauptversammlung Im Restaurant "Bioland", Tannwaldstr. 44, 4600 Olten. Zu Gast: Peter Rettenmund, Geschäftsführer FVS. St. Gallen Freitag, 17. März Generalversammlung Restaurant "Dufour" 19:00 Winterthur Mittwoch, 1. März 19:30 Diskussionsforum zum Thema: Frei denken – frei leben. Restaurant "Chässtube" Samstag, 18. März 2006 Generalversammlung Restaurant "Chässtube" Zürich Dienstag, 14. März 14:30 Freie Zusammenkunft: Fortsetzung der Diskussion vom 14. Februar: "Evolutionärer Humanismus" Restaurant "Schweighof" Samstag, 25. März Generalversammlung Anmeldung erwünscht. Restaurant "Schweighof" FREIDENKER 3/06 7 FVS Freidenker-Vereinigung der Schweiz Mitglied der Weltunion der Freidenker (WUF) und der Internationalen Humanistischen und Ethischen Union (IHEU) Trauerfeiern Basel (Vereinigung) 061 401 35 19 oder 061 321 31 48 Basel (Union) 061 321 39 30 oder 061 601 03 23 Bern 031 372 56 03 oder 031 911 00 39 Grenchen 076 53 99 301 oder 032 645 38 54 Luzern und Innerschweiz 041 420 45 60 Schaffhausen 052 337 22 66 St. Gallen 052 337 22 66 Vaud Waadt 026 660 46 78 ou 022 361 37 12 Winterthur und Thurgau 052 337 22 66 Zürich 044 463 16 55 Sollte unter der regionalen Nummer niemand zu erreichen sein, wenden Sie sich bitte an die FVS-Geschäftsstelle: 031 371 65 67 oder an 052 337 22 66 www.freidenker.ch Sektionen Winterthurer Freidenker Postfach 1806, 8401 Winterthur Präsident: J.L. Caspar 052 337 22 66 Sekretariat: D. Dünki 052 222 98 94 FVS-Ortsgruppe Zürich Postfach 7210, 8023 Zürich Präsident: H. Rutishauser Tel./Fax 044 463 16 55 MitgliederM. Dobler dienst: Tel. 044 341 38 57 Freidenker-Vereinigung Basel und Umgebung Postfach 302, 4012 Basel *auch Fax Präsidentin: Y. Andrek 061 401 35 19* Vizepräsidentin: B. Bisig 061 321 31 48* Kassier: R. Wenger Tel. 061 692 86 27 Fax 061 692 86 28 Mitgliederdienst: R. Frey 061 421 12 80 Freidenker-Union Region Basel USF Postfach 4471, 4002 Basel Präsident: G. Rudolf 061 601 03 43 Infos: 061 321 39 30, 061 601 03 23 Mitgliederdienst: 061 321 39 30 Postkonto: 40-4402-5 Bestattungsfonds: 40-4007-5 Freidenker Bern Postfach, 3001 Bern Präsident a.i.: J. Kaech 031 372 56 03 Mitgliederdienst: A. Hänni 078 859 35 73 Libre Pensée de Genève 27 ch. des quoattes, 1285 Avusy Président: J.P. Bouquet 022 756 40 49 tél. et fax Sektion Grenchen und Umgebung Postfach 418, 2540 Grenchen Präsident: S. Mauerhofer 076 388 46 39 info@freidenker-grenchen.ch Mitgliederdienst/ Lotti Höneisen Krankenbesuche: 076 53 99 301 FVS Mittelland Postfach 637, 4600 Olten Präsident: W. Zollinger 062 293 39 30 Freidenker Schaffhausen c/o Rosemarie Imholz Postfach 69 079 751 41 38 Gigering 57, 8213 Neunkirch FVS-Regionalgruppe St. Gallen c/o Ernst Diem St.Georgenstr. 218b, 9011 St.Gallen Präsident: E. Diem 071 222 47 54 Associazione Svizzera dei Liberi Pensatori (ASLP) Sezione Ticino Casella postale 721, 6902 Paradiso Presidente: R. Spielhofer 091 994 21 45 Ass. vaudoise de la Libre Pensée Case postale 5264, 1002 Lausanne Président: J.P. Ravay 022 361 94 00 Secrétariat: 026 660 46 78 FREIDENKER - BIBLIOTHEK Zürich, im Sozialarchiv Stadelhoferstr. 12 (Nähe Bellevue) Bücherausgabe: Mo. - Fr. 10–20 Uhr Sa. 10–13 und 14–16 Uhr Auskunft: 044 251 80 66 FVS-Geschäftsstelle Mitglieder melden ihre Adressänderungen bitte an die Sektionen. Zuschriften an den Vorstand, AboMutationen, Auskünfte, Materialbestellungen an: Freidenker-Vereinigung der Schweiz FVS Geschäftsstelle Postfach CH-3001 Bern Tel. 031 371 65 67 Fax 031 371 65 68 info@freidenker.ch Postkonto: 84-4452-6 Adressänderungen an: Postfach 2622, CH-4002 Basel Impressum Redaktion Reta Caspar Rainweg 9 031 911 00 39 CH-3052 Zollikofen E-mail: reta.caspar@swissonline.ch Erscheinungsweise monatlich Redaktionsschluss 15. des Vormonats Jahresabonnement Schweiz: Fr. 30.– Ausland: Fr. 35.– (B-Post) Probeabonnement 3 Monate gratis Druck und Spedition Printoset, Flurstrasse 93, 8047 Zürich www.printoset.ch ISSN 0256-8993, Ausgabe 3/2006 Namentlich gekennzeichnete Beiträge können, aber müssen nicht mit der Ansicht der Redaktion übereinstimmen. 4002 Basel AZB