frei denken. 07/2009.pdf

PDF download

(file: @@FD-072009.pdf@@)94. Jahrgang I Nr. 7 I Juli 2009 Aufgeklärte Religionskritik In Deutschland findet eine Auseinandersetzung statt über die Religionskritik der «neuen Atheisten», die sich seit Erscheinen von Richard Dawkins «Gotteswahn» und Michael SchmidtSalomons «Manifest des evolutionären Humanismus» weltweit Gehör verschafft. Der Politologe Armin Pfahl-Traughber gehört zu den regelmässigen Kritikern. In diesseits 2/2009 konstatiert er, dass das Aufkommen der «Neuen Atheisten» die öffentlich wahrnehmbare Religionskritik verändert habe und formuliert Thesen (1-12) «gegen einen selbstgefälligen Atheismus». Deutung von Religionen Die Thesen irritieren bereits zu Beginn durch die erstaunlich religionsfreundliche Forderung, Atheisten müssten anerkennen, dass Religionen eine «soziale Bedeutung als Erkenntnis-, Identitäts-, Integrations- oder Orientierungsfaktor» hätten, dass sie oft als ideologischer Deckmantel für anders motivierte Konflikte herhalten müssten, und dass mit Darwin eine «differenzierte Auffassung zu Entstehung, Funktion und Wertschätzung von Religion» gepflegt werden sollte. Extreme religiöse Phänomene müssten zudem in ihren historisch-politischen Kontexten gedeutet werden (1-4). Auch die «neuen Atheisten» wissen natürlich, dass Religionen eine soziale Funktion haben. Sie sehen Religion aber als vielfach problematische Antwort auf legitime Fragen und weisen auf den Erkenntniszuwachs der Wissenschaft hin. Sie fallen auf dem argumentativen Trick der Religiösen nicht herein, welche eine Unterscheidung zwischen wahrer und missbrauchter Religion machen und halten dafür, dass jede Weltanschauung auch für ihr «Missbrauchspotenzial» Verantwortung übernehmen muss. In der öffentlichen Diskussion führt Differenzierung und historische Relativierung nicht weiter. Das hat die «alte Religionskritik» zu Genüge getan, mit beschränktem Erfolg. Der epochale Erkenntnisgewinn durch die Evolutionstheorie besteht unabhängig von Darwins persönlichen Gedanken zur Religion und ist Grundlage einer Religionskritik, welche sich auch auf die Erkenntnisse aus der Biologie stützt und darauf hinweist, dass die Aufklärung mit unserer technischen Entwicklung nicht Schritt gehalten hat, oder wie Schmidt-Salomon sagt: «Während wir technologisch im 21. Jahrhundert stehen, sind unsere Weltbilder mehrheitlich noch von Jahrtausende alten Mythen geprägt.» Religion muss in diesem Kontext betrachtet und kritisiert werden. zeugungskraft der Argumente wirken und sich nicht – wie eine Diktatur im angeblichen Namen der Vernunft – auf die Repressionspraxis eines Staates stützen (9). Solange sich die Religionen auf Spekulationen über das Jenseits beschränken, kann man sie wohl tolerieren. Tatsache ist aber, dass sie nicht nur Deutungsmacht sondern auch Privilegien im Diesseits beanspruchen – zum Schaden der > Pagina 2 «Grazie alle Edizioni La Baronata è di nuovo disponibile in italiano l'opera più importante di Emilio Bossi: Gesù Cristo non è mai esistito.» Edy Zarro > Seite 3 Die Buskampagne wird zur Plakatkampagne > Seite 4 «In der Evangelischen Allianz lässt sich die evangelische Landeskirche evangelikal vereinnahmen». Maja Strasser, Ärztin > Seite 5 Psychologische Grundlagen des Kreationismus > Seite 6 Sport und Religion – Trennung versus Integration Toleranzgebot Atheisten hätten sich Theisten gegenüber tolerant zu verhalten – im Sinne einer formalen Akzeptanz einer abgelehnten Position als legitimer Meinung im Rahmen des Pluralismus (5-7) – so lange diese keinen Anspruch auf die verbindliche Gestaltung des sozialen Miteinanders erheben würden (8). In diesem Sinne dürfe zwar der Atheismus im Namen der Aufklärung öffentlich und vehement für die Überwindung des religiösen Glaubens eintreten, aber lediglich durch die Über- Gesellschaft. Nicht die Repression von Religion sondern Abschaffung ihrer Privilegien ist die Forderung der Atheisten, die ihrerseits von den Theisten in der Regel keine Toleranz erwarten können, sondern ständig über bevorstehenden Höllenqualen für Ungläubige belehrt werden. Säkularer Humanismus Atheisten würden zudem verkennen, dass in der historischen Rückschau sowohl Atheismus wie Religiosität je > Seite 3 nach historisch- 2 libero pensiero. 7/2009 Gesù Cristo non è mai esistito Edy Zarro Grazie alle Edizioni La Baronata è di nuovo disponibile in italiano l'opera più importante dell'avvocato ticinese, nonché uomo politico e libero pensatore, Emilio Bossi (1870-1920) Gesù Cristo non è mai esistito. Si tratta di un classico del pensiero antireligioso scritto nel 1904, ma nonostante sia trascorso più di un secolo dalla prima edizione, il libro non ha perso di interesse e attualità. È vero, il linguaggio è talvolta arcaico, il contesto in cui è stato concepito è quel positivismo caratterizzato da quella fede incrollabile nel progresso e nella scienza, ma... Ma l'approccio alla tematica - dimostrare la non esistenza di Gesù Cristo - non ha perso né lucidità né rigore argomentativo. Il libro è suddiviso in quattro parti. Nella prima, Milesbo (il nome di battaglia dell'avvocato Bossi) elenca ed esamina i presunti documenti storici che parlano di Gesù Cristo, evidenziandone l'inconsistenza e le interpolazioni, per non dire le falsificazioni apportate da chierici interessati alla maggior gloria dell'istituzione religiosa cattolica. Nessuno degli storici del tempo, pagano o ebreo, riporta di questo personaggio, che a detta di coloro che si proclamano suoi discepoli, ebbe una vita strabiliante e al centro di fatti eccezionali, i cosiddetti miracoli. Invece si riscontra solo un silenzio assordante. Nella seconda parte del libro viene esaminata la figura del Cristo come descritta nei testi sacri. Subito Bossi fa notare come i Vangeli non possano essere definiti documenti storici. Oltre al fatto che sono stati scritti successivamente al presunto periodo in cui visse il Messia cristiano, gli stessi autori sono sconosciuti, la tradizione li attribuisce a suoi improbabili discepoli. Comunque queste «buone novelle» si limitano a riprendere episodi, situazioni, argomenti e immagini contenuti nel Vecchio Testamento, con lo scopo bassamente strumentale di far apparire Gesù come il profeta atteso per la salvezza dell'umanità, nientemeno. Anche in questo caso, Milesbo mostra l'inconsistenza della pretesa realtà storica del personaggio oggetto del suo studio. La terza parte del testo confronta le immagini del Salvatore cristiano con la pletora degli Dei redentori, santificati e adorati da tempo immemorabile e praticamente in tutto il pianeta. Cristna, Mitra, Oro, Serapide, Bacco e molte altre fantasmagoriche divinità sono gli antesignani dell'uomo-dio dei cristiani. Il racconto della sua nascita, vita, morte e risurrezione sembrano la fotocopia delle favole religiose di divinità ormai prive di fedeli e ritenute semplici miti e prodotti della fervida immaginazione umana. Anche da questo aspetto la storicità dell'esistenza di Gesù Cristo ne esce malridotta. Nella quarta e ultima parte Milesbo racconta la formazione di questa presunta nuova religione: il cristianesimo. Di come i suoi riti, i suoi cerimoniali, la sua morale fossero già preesistenti, riscontrabili nelle religioni salvifiche precedenti. Anche questo fatto pone seri dubbi sull'effettiva esistenza del suo fondatore. L'autore continua poi descrivendo come la casta clericale promosse il cristianesimo, dapprima presentandosi come il rifugio dei reietti e degli umili attirando buon numero di perseguitati, in seguito alleandosi con il potere temporale (un nome per tutti: l'imperatore Costantino) diventando a sua volta persecutrice degli infedeli (ossia i credenti in altre fittizie divinità o semplicemente increduli), appoggiandosi al braccio armato dello stato, e assumendo un'importanza via via crescente soprattutto nell'Europa, non disdegnando di ficcare il naso e soprattutto le mani nelle ricchezze degli altri continenti. Un agire che dura ormai da due millenni, nato da un'impostura e che continua a diffonderla. Il libro di Milesbo, con argomenti ben più numerosi e articolati di quelli qui riportati, ci mostra l'effettiva natura della piovra cristiana che, nata da un'impostura, non può che perpetuarla, e ci sprona a lottare per un mondo in cui la verità renda liberi. Dicevo all'inizio che andava ringraziata la casa editrice che ha ripubblicato il testo, arricchito da prefazioni e appendici che lo attualizzano, ma va pure ringraziato l'amico Ivo Caprara, redattore del Libre Penseur, a cui va il merito di aver suggerito di commemorare il centenario della fondazione dell'Associazione svizzera del Libero Pensiero proprio con la riedizione del libro di Milesbo. Milesbo (Emilio Bossi) Gesù Cristo non è mai esistito 2009 pp. 272, Fr. 27.ISBN 888899221-9 è richiedibile a: Edizioni La Baronata, Casella postale 22, CH-6906 Lugano baronata@anarca-bolo.ch Emilio Bossi (1870 -1920) Libero pensatore e affiliato alla massoneria. Figlio di Francesco, architetto. Studiò al liceo di Lugano e conseguì la laurea in diritto a Ginevra. Avvocato e giornalista, ottenne grande notorietà come polemista con lo pseudonimo di Milesbo. Fu irriducibile avversario del clericalismo. Strenuo difensore dell'italianità del Ticino, condusse dure battaglie contro i «menatorroni della vita pubblica». Collaborò con il giornale Il Dovere dal 1891 e lo diresse nel 1920; fu redattore (1896-1902) e poi direttore (1915-20) di Gazzetta Ticinese. Diresse il settimanale Vita Nova nel 1893 e fondò il quotidiano Idea Moderna nel 1895. Nel 1906 fondò e diresse L'Azione, organo dell'Estrema radicale. Fu deputato al Gran Consiglio (1905-10, 1914-20), al Consiglio nazionale (1914-20) e al Consiglio degli Stati (1920); Consigliere di Stato, fu direttore del Dip. degli interni (1910-14). Dal 1905 al 1910 ricoprì la carica di giudice istruttore sottocenerino. Liberale radicale, fu, con Romeo Manzoni, l'impietoso fustigatore della politica dell'«opportunismo» e delle «transazioni» di Rinaldo Simen. Nel 1897 fu tra i fondatori dell'Unione radicale sociale ticinese, ass. che oltre alle riforme sociali propugnava la scuola neutra e la separazione tra Chiesa e Stato. Con il Manzoni fu il capo carismatico dell'Estrema radicale, sorta nel 1902 dopo una violenta polemica con la corrente del Simen. Dopo l'entrata in Consiglio di Stato, B. fu costretto ad adeguarsi alla logica negoziale e l'Estrema radicale scomparve come gruppo autonomo. Opere: Sulla separazione dello Stato dalla Chiesa, 1899 Gesù Cristo non è mai esistito, 1900 I clericali e la libertà, 1909 Venti mesi di storia svizzera, 1916 Dizionario storico della Svizzera: www.hls-dhs-dss.ch 7/2009 frei denken. 3 Aufgeklärte Religionskritik Fortsetzung von Seite 1 «Wahrscheinlich gibt es keinen Gott ...» politischer Situation mit Menschenfreundlichkeit wie Verbrechen einhergehen konnten. Deshalb sei eine positive Identifikation des säkularen Selbstverständnisses über den Humanismus nötig und die bedeutenden Konfliktlinien würden heute nicht zwischen Atheisten und Gläubigen verlaufen, sondern zwischen Demokraten und Extremisten (10-11). Die «neuen Atheisten» verkünden nicht das Heil des Atheismus, aber sie weisen mit Recht daraufhin, dass Atheismus nie als Rechtfertigung für Gräueltaten gedient hat. Es war und ist dagegen sehr verbreitet, Verbrechen anhand «heiliger» Bücher zu rechtfertigen. Kernfrage Im Kern geht es jedoch um die Frage, ob wir mit oder ohne Religion besser dran wären. Für Atheisten ist die Antwort klar – als Beweis dient etwa die Kriminalgeschichte des Christentums. Für die Theisten ist die Antwort ebenso klar – den Beweis sind sie bisher schuldig geblieben. Natürlich werfen Atheisten nicht alle Gläubigen in den gleichen Topf, aber sie geben zu bedenken, dass auch die kritischsten Kirchenmitglieder mit ihrem Verbleib in der Kirche das heutige System samt seinen Privilegien stützen und davon ablenken, dass etwa die abrahamitischen Religionen im Kern nicht nur antidemokratisch sondern totalitär sind. Atheisten wissen auch, dass Atheismus allein noch keine Haltung begründet. Die politische Agenda vertrauen sie der demokratischen Auseinandersetzung der Meinungen an – auf der Basis von Verfassung und Menschenrechten. Auch diese sind Menschenwerk, erarbeitet aus der Erfahrung der Zerbrechlichkeit und Fehlbarkeit von staatlichen Strukturen und staatlicher Macht. Diese zivilisatorischen, humanistischen Errungenschaften gilt es im öffentlichen Diskurs zu verteidigen und weiterzuentwickeln. In diesem Diskurs darf keine Meinung aufgrund von Tradition und institutionellen Privilegien höhere Geltung beanspruchen – allein das bessere Argument soll zählen. Konstruktiv bitte! Kritik darf, ja soll geübt werden unter Atheisten, auch öffentlich, aber bitte konstruktiv und ohne neue Gräben aufzureissen zwischen natur- und geisteswissenschaftlichem Denken und bitte mit etwas Toleranz für und vor allem ohne Neid auf jene, die mit ihrer Art der Kritik bei den Medien auf Resonanz stossen. Es wäre schade, wenn sich in Deutschland die Religionskritiker auseinander dividieren lassen und so die Chancen der Konfessionsfreien, endlich die Trennung von Staat und Religion voranzutreiben, vergeReta Caspar ben würden. Aus der Bus- wird eine Plakatkampagne Analog zur britischen Kampagne hat die FVS im Februar 2009 ein Spendenkonto für Bus- oder Plakatwerbung in der Schweiz eröffnet. Für Fr. 5'000.- pro Bus sollten an 10 Orten in der Schweiz auf je einem Bus die wirkliche gute Botschaft «Wahrscheinlich gibt es keinen Gott ...» durch die Strassen fahren. Doch keine Busbetreiberin in der Schweiz war bereit, die Werbung anzunehmen, obwohl gleichzeitig etwa in Basel ein ganzer Tramzug mit Werbung der reformierten Kirche herumfuhr, in Genf die katholische Kirche ihre Lämmer spazieren führte und sogar in Schaffhausen eine Freikirche auf Bussen Werbung für sich machen durfte. Immerhin hat die Kampagne die Öffentlichkeit sensibilisieren und öffentliche Stellungnahmen provozieren können. Plakatkampagne Für das gespendete Geld wird nun eine Plakatkampagne im Weltformat vorbereitet. Die Kosten für 250 Plakate in den Regionen Aarau, Basel, Bern, St. Gallen, Zürich und Zug beläuft sich inkl. Druckkosten auf 22'000 Franken. Hängen werden die Plakate Ende Oktober. Schlussspurt der Spendenaktion Wir haben zu Beginn der Kampagne versprochen, die Spenden primär dort einzusetzen, von wo wir sie erhalten haben. Am 19. Juni 2009 betrug der Stand der beiden Konten Fr. 16'750. Fast drei Viertel der Spenden kamen aus folgenden Regionen: Zürich 30% Bern 19% Aarau 10% Zug 6% St. Gallen 4% Basel 2% In allen anderen Regionen betrug der Anteil weniger als 2%. Wir brauchen für die geplante PlakatKampagne noch gute 5'000.- Franken und bitten deshalb die SympathisantInnen aus diesen Regionen, die Kosten decken zu rc helfen! Danke. Neues Spendenziel: Fr. 22'000.für religiöse Abrüstung! Postkonto: 85-535254-7 Spendenkonto Freidenker-Vereinigung der Schweiz 3001 Bern IBAN: CH2709000000855352547 BIC: POFICHBEXXX Stadt Bern «reformiert.» jammert über die «Lex Freidenker» Die Zeitschrift ‹reformiert.› beklagte sich am 1. Juni 2009 darüber, dass ihre für Anfang Juni geplante Kampagne mit dem Slogan «Die Kirche am Ende. Am Ende die Kirche?» sowohl von BERNMOBIL als auch vom Ortsbus Köniz, der BTI (Biel-Täuffelen-Ins), Aare Seeland Mobil und der PostAuto Schweiz AG abgelehnt wurde mit dem Hinweis auf die Kontroverse um die Plakataktion der Freidenker. In Thun (STI), Grenchen (BGU), Solothurn (BSU), Biel (VB) und Burgdorf (Busland AG) sowie im Regionalverkehr Bern-Solothurn (RBS) wurden die Plakate angenommen. Laut «reformiert.» hätte die APG durchblicken lassen: «Wenn ein bisschen Gras über die Sache mit den Freidenkern gewachsen ist, kann ein Aushang in diesen Verkehrsbetrieben nochmals geprüft werden …». BERNMOBIL ist ein besonders widersprüchliches und kirchenfreundliches Unternehmen, das 2008 bereits die FVS-Kampagne «konfessionsfrei» abgelehnt hat und bei dem oft die eine Hand nicht weiss, was die andere tut und der eine Kopf nicht weiss, was der andere sagt … Wir werden dafür sorgen, dass kein Gras über die Sache der Freidenker wächst! Deshalb haben wir Mitglieder und SympathisantInnen um Aufmerksamkeit gebeten und um Meldung – an info@freidenken.ch, möglichst mit Foto – wenn BERNMOBIL wieder religiöse Werbung aushängen sollte. Insgesamt begrüssen wir eine «Lex Freidenker» als Ergebnis der «Kampagne für religiöse Abrüstung». Vorstoss im Stadtparlement Bereits eine Woche nach Erscheinen der Klage von «reformiert.» forderte der Berner Stadtrat Beat Gubser (EDU) in einem Vorstoss das Einschreiten des Gemeinderats: sowohl Atheisten als auch Gläubige sollen künftig in Tram und Bus wieder inserieren dürfen. Die Diskussion geht also in eine nächste Runde. Es ist unseres Erachtens richtig, dass die Politik die Richtlinien der Werbung in dieser öffentlich-rechtlichen Anstalt bestimmt und nicht BERNMOBIL selbst. rc 4 frei denken. 7/2009 Landeskirche und Evangelikale Maja Strasser «Der Evangelikalismus (vom englischen evangelicalism) ist eine theologische Richtung innerhalb des Protestantismus, die sich auf die Irrtumsfreiheit der Bibel als zentrale Grundlage christlichen Glaubens beruft. Evangelikale Christen können verschiedenen protestantischen Konfessionen angehören, aber auch in konfessionsübergreifenden oder nichtkonfessionellen Gruppierungen ihre geistliche Heimat haben. Evangelikale sehen es als wichtig an, ihren Glauben gegenüber allen Nicht-Christen in ihrem Sinne zu bezeugen und die biblische Erlösungsbotschaft zu verbreiten.» (Definition gemäss Wikipedia) Evangelische Allianz Die «Schweizerische Evangelische Allianz» (SEA) ist die grösste und einflussreichste evangelikale Organisation der Schweiz. Dabei handelt es sich um eine Bewegung von Christinnen und Christen aus rund 600 evangelischen Kirchen und Freikirchen, mit einer Basis, welche ca. 250‘000 Personen umfasst. Die Verflechtung zwischen ihr und der reformierten Landeskirche ist schwer einzuschätzen. Auf ihrer Website fällt aber auf, dass zu den SEA-Mitgliedern sowohl das «Landeskirchenforum» als auch mehr als 70 reformierte Landeskirchgemeinden allein in der Deutschschweiz zählen. Dazu meint der bekannte Religions- und Kirchenkritiker Hugo Stamm: «Damit werden auch liberale Gläubige auf ein fundamentalistisches Credo verpflichtet.» Positionen der SEA Wie sehen die Positionen der SEA aus? Ich habe deren Website aufs Korn genommen und zitiere einige Stellungnahmen zu Themen, die säkulare Humanisten interessieren: • Mission: Die SEA bezieht aus der Bibel einen klaren Missionsauftrag. • Absolutheitsanspruch: «Als Christen sprechen wir nicht vom Absolutheitsanspruch des Christentums gegenüber den anderen Religionen .... Es ist dem Christen nicht möglich, vom Anspruch abzurücken, dass Jesus Christus Retter und Herr der Welt ist. Er kann an einem religiösen Dialog nur teilnehmen als einer, der von vornherein beansprucht ist, ohne darüber verfügen zu können.» Mit anderen Worten: Der Absolutheitsanspruch ist für diese Christen eine Tatsache, die jedoch verschwiegen werden sollte, um von Nicht-Christen nicht als intolerant wahrgenommen zu werden. • Glaubensfreiheit: «Wir können auf eine Welt hoffen, in der Übereinstimmung des Glaubens und religiöse Eintracht dominieren, aber wir werden sie kaum in nächster Zukunft erleben.» Immerhin gestehen sie auch anderen Rechte zu: «Rede- und Religionsfreiheit gelten für alle: Muslime, Atheisten, Christen, Konservative, Kommunisten, Homosexuelle und andere. ... In diesem Zusammenhang ist auch Kritik gestattet, manchmal sogar geboten.» Zur geplanten Buskampagne gibt sich die SEA «freudig überrascht, dass die Atheisten mit dem vorgesehenen Plakat «Wahrscheinlich gibt es keinen Gott…» die Möglichkeit offen lassen, dass es Gott tatsächlich gibt.» Ferner mahnt sie, wohlwissend um die Radikalität einzelner Mitglieder: «Hasserfüllte Briefe sind ungeeignete Werbeträger für die Frohe Botschaft.» • Säkularisierung: «Die Säkularisierung legt den Menschen nahe, ihr Leben selbst in die Hand zu nehmen... Dabei ist jede und jeder auf sich selbst zurückgeworfen. Wer so vereinsamt, neigt dazu, die Religion, der er die (Vorder)tür gewiesen hat, durch die Hintertür wieder hineinzuholen. Allein bewältigt er das Leben nicht. An die Stelle traditioneller Religion treten esoterische und psychotechnische Angebote als postreligiöse Lebenshilfe.» • Religionsunterricht: Die SEA empfiehlt einen konfessionellen Unterricht sowohl durch die reformierte und die katholische Landeskirche als auch durch evangelische Freikirchen, die dem Verband evangelischer Freikirchen und Gemeinden in der Schweiz (VFG) angehören. • Homosexualität: Homosexuelle Praxis sei eine «Verfehlung der Schöpfungsabsicht Gottes. Die SEA erwartet vom Gesetzgeber, dass Personen und Gruppierungen, die aufgrund ihrer Weltanschauung Homosexualität nicht als Variante der menschlichen Sexualität, sondern als Störung und Verfehlung ansehen, volle Freiheit haben, diese Meinung öffentlich zu vertreten.» • Schwangerschaftsabbruch: Ein straffreier Schwangerschaftsabbruch soll gemäss SEA nur in «Situationen von grosser Not bei Vergewaltigung und bei medizinischer Indikation (Gefährdung der Mutter an Leib und Leben)» möglich sein. «Schweizerischen Evangelischen Allianz» oder «Schweizerische Evangelikale Allianz»? Evangelikale Kreise legen grossen Wert auf die Bezeichnung «evangelisch», da sie richtig erkannt haben, dass der Ausdruck «evangelikal» in Europa negativ besetzt ist. Peter Schmid, Evangelikaler und Synodale der Zürcher reformierten Landeskirche, beklagte in einem Referat an einer Tagung für «Neue Religiöse Bewegungen» 2007 wortreich die Darstellung in den Medien als «machtbewusste Evangelicals wie in den USA, die Landeskirche ‹unterwandernd›, fundamentalistisch, missionierend, engstirnig.» Betrachtet man die oben aufgeführten Positionen, scheint das Adjektiv «evangelikal», wie im hiesigen Sprachgebrauch verwendet, für die SEA sehr angemessen. Schweizer Landeskirchen Während der katholischen Kirche in den letzten Jahren ein zunehmend rauer Wind entgegenbläst, bewegt sich die reformierte Landeskirche in deren Windschatten. Sie gilt im Vergleich zur römisch-katholischen Kirche als modern und tolerant, und die Schuld am zunehmenden christlichen Fundamentalismus schiebt sie gerne den erstarkenden Freikirchen zu. Während jedoch die Katholiken zunehmend nach ihren eigenen Prinzipien leben und «von diesem Papst nichts mehr erwarten» (Hans Küng), scheint die reformierte Kirche von der Basis her radikalisiert zu werden. Die reformierte Landeskirche hätte die wichtige Aufgabe, den fundamentalistischen, missionierenden Christen eine humanistische, liberale Position entgegenzusetzen. Leider läuft dies ihrem Eigeninteresse zuwider, das Christentum zu verbreiten und die kleine Minderheit aktiver Mitglieder, unter denen wohl viele Evangelikale sind, bei der Stange zu halten. Der emeritierte Professor Kurt R. Spillmann (ehemals Ordinarius für Sicherheitspolitik und Konfliktforschung) hat in einer ETH-Online-Kolumne 2005 deutlich Stellung gegen den religiösen Fundamentalismus jeglicher Couleur bezogen: «Mir scheint, die einzige Chance eines Entkommens aus einer defaitistischen Endzeitstimmung besteht darin, dass wir den religiösen Fundamentalisten strikte jeden Anspruch auf Mission, auf Mediendominanz und Beherrschung des öffentlichen Raumes verweigern. Nur die konzentrierteste Anwendung aller uns zur Verfügung stehenden Kräfte der Vernunft auf die erkennbaren Probleme enthalten eine Chance zu ihrer Lösung.» Wie stark ist der evangelikale Einfluss auf die evangelische Landeskirche? Angesichts der zunehmenden Verflechtung der Landeskirche mit der SEA auf individueller und Kirchgemeinde-Ebene sowie über das Landeskirchenforum stellt sich die Frage, inwiefern die evangelische Landeskirche eigentlich evangelikal ist. Im Hinblick auf die Privilegien, die die Landeskirchen in einer pluralistischen, säkularen Gesellschaft immer noch geniessen, ist diese Frage meines Erachtens von grosser Bedeutung.  7/2009 frei denken. 5 Psychologische Grundlagen des Kreationismus Maja Strasser Eine Studie der Boston University ist der psychologischen Grundlage des Kreationismus auf der Spur. Frühere Studien hatten gezeigt, dass Kinder im Alter von 7 bis 8 Jahren Behauptungen wie «Felsen sind rauh, damit sich Tiere daran kratzen können» oder «Vögel gibt es, damit sie schön singen können» überwiegend bejahen. Kinder glauben also, dass Lebewesen oder Dinge für einen ganz bestimmten Zweck existieren; dies wird als teleologisches Denken bezeichnet. Eine aktuelle Studie, unter der Leitung von Deborah Kelemen und Evelyn Rosset, hat nun gezeigt, dass auch Erwachsene mit College-Ausbildung über ähnliche Aussagen stolpern. 230 Studenten wurden mit unterschiedlichen teleologischen Sätzen konfrontiert, z. B. • Erdbeben geschehen, weil tektonische Platten sich neu anordnen müssen. • Die Sonne gibt Licht, damit die Photosynthese der Pflanzen ablaufen kann. • Regenwürmer graben Löcher, um den Boden zu belüften. Ein Teil der Probanden hatte nur 3.2 Sekunden Zeit bis zur Antwort, eine weitere Gruppe 5 Sekunden, und einige hatten keine Zeitlimite. Dazwischen eingestreut waren auch korrekte Aussagen wie «Pflanzen welken, weil sie ausgetrocknet sind» oder «Menschen kaufen Staubsauger, um damit zu putzen». Unter Zeitdruck und durch stark religiöse Studenten wurden teleologische Aussagen häufiger bejaht, aber selbst ohne Zeitlimite und ohne religiöse Weltanschauung unterliefen den Testpersonen solche Fehler häufig. Die Resultate weisen auf eine mögliche Tendenz hin, die Erde als «für das Leben geschaffen» zu betrachten. Wenn dieses kindliche Denken in der menschlichen Psychologie begründet ist, würde dies kreationistischen Ideen einen fruchtbaren Boden bieten. Der Kreationismus hätte also einen «Wettbewerbsvorteil», während wissenschaftliches Denken selbst bei guter Ausbildung einen schwereren Stand hätte. Paul Bloom, ein Psychologe an der Yale University, kommentierte, dass viele Menschen ein dürftiges Wissen über die Evolutionstheorie haben. Sie halten sie für eine kulturelle Weltanschauung anstatt für eine wissenschaftliche Theorie und denken: «Ich bin kein Hinterwäldler, ich bin liberal und glaube deswegen an Darwin». Als nächster Schritt ist eine ähnliche Studie an Naturwissenschaftlern geplant, um zu sehen, ob sich diese teleologische Tendenz trotz fachspezifischer akademischer Ausbildung nachweisen lässt. Quelle: Deborah Kelemen, Evelyn Rosset : «The Human Function Compunction: Teleological explanation in adults.» In Cognition, Vol. 111, Issue 1, April 2009, P. 138-143. Büchertisch Mission Gottesreich Zwei Journalisten und Politikwissenschafter haben deutsche Evangelikale porträtiert, ihre autoritären Strukturen und manipulativen Methoden beschrieben, Aussteiger nach den Gründen und Folgen ihrer Teilnahme und ihres Ausstiegs befragt, und die Position einiger Vertreter der evangelischen Kirche gegenüber christlichen Fundamentalisten dargestellt. Herausgekommen ist eine ausführliche, anschauliche Beschreibung der extremen Evanglikalen-Szene. Leider kommt die Analyse jedoch zu kurz: teils drastische Beispiele evangelikaler Predigten und Praktiken anstatt einer repräsentativen Darstellung des ganzen Spektrums von moderat bis radikal. Beispiele von Wendehälsen wie Wolfgang Huber, Ratsvorsitzender der «evangelischen Kirche in Deutschland», der sich von einer Galionsfigur der Linksprotestanten zu einem Sympathisanten der Evangelikalen gewandelt habe, und von Entgleisungen staatlicher Unterstützung (z. B. 250'000 Euro vom Bundesfamilienministerium für das «Christival» 2008, mit Seminaren wie «Mission die begeistert», «Hilfe, mein Nachbar ist Muslim» oder «Sex ist Gottes Idee – Abtreibung auch?») anstatt einer aussagekräftigen Recherche über den Umgang von Staat und evangelischer Kirche mit christlichen Fundamentalisten. Populärpsychologie anstatt eingehender Analysen (immerhin wird eine religionspsychologische Studie von Sebastian Murken und Sussan Namini in einem ganzseitigen Abschnitt zusammengefasst). Das Buch ist eine Art Freakshow in die Abgründe von Selbstgerechtigkeit, Intoleranz und Diskriminierung, mit einigem Unterhaltungs-, aber doch eher geringem Informationswert. ms Oda Lambrecht, Christian Baars Mission Gottesreich – Fundamentalistische Christen in Deutschland Taschenbuch 248 Seiten Ch. Links Verlag 2009 ISBN-10: 3861535122 Die angekündigte Volksinitiative der Kreationisten (www.progenesis.ch) zur Aufnahme der biblischen Schöpfungsgeschichte in den Volksschullehrplan ist gemäss Presseberichten wahrscheinlich gescheitert. Die EDU habe sich bereits vom Projekt zurückgezogen. (Aargauer Zeitung 22.5.09) 6 frei denken. 7/2009 Sport und Religion – Trennung versus Integration Mit der weltweiten Entwicklung des Frauensportes und dem Auftreten muslimischer Frauen in internationalen Wettkämpfen ist die Kopftuchfrage ist den letzten Jahren auch in der Sportwelt angekommen. Junge Mädchen mit muslimischem Hintergrund betreiben offenbar auffallend oft Kampfsportarten wie Karate, weil sie dort auch im Wettkampf in Ganzkörperbekleidung antreten können. Nicht nur das Schwimmen scheidet für sie nach dem Einsetzen der Pubertät aus, auch Judo ist wegen des direkten Körperkontaktes ausgeschlossen. Fussball oder Boxen sind dagegen beliebt – weil die Brüder hier den notwendigen Begleitschutz übernehmen können. Von Islamisten hingegen wird eine sportliche Betätigung von Frauen generell abgelehnt. Einzelsportarten Kaum Diskussionen ergeben sich in den Einzelsportarten. Bereits an der Sommerolympiade 2004 nahmen Sprinterinnen teil, die das islamische Bedeckungsgebot streng auslegen. Sie starteten mit Kopftuch und Ganzkörperbekleidung und nahmen damit ein Handicap gegenüber ihren Konkurrentinnen in Kauf. An der Olympiade 2008 wurde eine Sprinterin aus Bahrein Siegerin im 200-Meter-Lauf. Sie trug ein Dress der Firma Nike, eigens für Musliminnen entwickelt. Teamsportarten In den Teamsportarten sind verschiedene Entwicklungen im Gange: Der Asiatische Fussballverband (AFC) lässt zu, dass Fussballerinnen in weiten, beinlangen Hosen und mit Kopftuch kicken und in Australien entschied der Fussballverband 2004, ist unter Androhung der Suspension und des Ausschlusses verboten». Zudem hat die FIFA am neuen Hauptsitz in Zürich einen «Andachtsraum für die fünf Weltreligionen» eingerichtet. Als Motivationsquelle dürfen die Profis also ihren Glauben weiterhin nutzen: sich beim Einlaufen bekreuzigen, nach einem Tor dankbar gen Himmel blicken oder beten ist nicht untersagt. Volley- und Handball Im Volleyball, wie auch im Handball scheint hierzulande offenbar auf interregionaler Ebene das Kopftuch erlaubt zu sein. Auf Internationaler Ebene ist die Frage bis jetzt nicht geklärt. Basketball Der Schweizer Verband verweist auf die Regeln des internationalen Verbandes (FIBA) aus dem Jahr 2000, welche Kopfbedeckungen ausdrückrc lich verbieten. dass muslimische Frauen mit Kopftuch spielen dürfen. FIFA-Reglemente Der Internationale Fussballverband FIFA untersagt religiöse Symbole und Botschaften auf dem Tenue sowie das Tragen von Dingen, die den Gegner verletzen könnten – d.h. jeglichen Schmuck, also auch Kreuze etc. Zum Kopftuch und zur Ganzkörperbekleidung machen die Reglemente (noch) keine Aussage. Gleichzeitig besagt Art. 3 der FIFA-Statuten von 2008 : «Jegliche Diskriminierung eines Landes, einer Einzelperson oder von Personengruppen aufgrund von ethnischer Herkunft, Geschlecht, Sprache, Religion, Politik oder aus einem anderen Grund Der Fall der Ebikoner Mittelschülerin Sura Al-Shawk (siehe Bild), der vom Schweizer Basketballverband das Tragen des Kopftuches während Spielen in der Basketball-Inter-Liga untersagt worden ist, wirft verschiedene Fragen auf. Auch Freidenkerinnen gewichten die Gesichtspunkte nicht gleich. Wir drucken zwei unterschiedliche Stellungnahmen ab. Doppelte Diskriminierung vermeiden Rechtlich dürfte es kaum haltbar sein, ein Kopftuch oder eine Ganzkörperbekleidung im Sport zu verbieten. Im Gegensatz zu staatlicher Tätigkeit (z.B. Schule) hat der Sport keine öffentliche Aufgabe, sondern findet lediglich in der Öffentlichkeit statt, wo die Religionsfreiheit gegen andere öffentliche Interessen abgewogen werden muss: Wenn Sicherheit und öffentliche Ruhe nicht beeinträchtigt sind, ist gegen reine Bekleidungsstücke nichts einzuwenden. Auch sozial ist es kaum sinnvoll, eine Spielerin wegen dem Kopftuch auszuschliessen und damit einzweites Mal zu diskriminieren: Nachdem bereits ihre patriarchale Kultur ihr das Sporttreiben erschwert, sollten ihr im Namen der «Integration» nicht unnötige Hürden gestellt werden. Das Ergebnis könnte nämlich auch eine Segregation sein: muslimische Frauschaften im Sport. Mitglied im Sportverein zu sein, bedeutet für eine Muslima bereits Streben nach Autonomie, und Integration verläuft schrittweise: Sport mit Kopftuch kann ein Zeichen des Übergangs sein, in dem sich eine Ausrichtung auf eine freiheitliche Lebensweise ausdrückt, während eine Gebundenheit an kulturelle oder familiäre Traditionen noch fortbesteht. Auf der Webseite der Luzerner Zeitung konnte man Stellung nehmen. Zum hohen Anteil von Verbotsbefürwortern (76%) haben wohl weniger wirklich säkular eingestellte Menschen beigetragen, sondern eher jene Leute, die gerne behaupten, die Schweiz sei ein christliches Land. Reta Caspar Redaktorin frei denken. Mitglied Zentralvorstand FVS Sport soll Menschen verbinden Die Kontroverse um das Kopftuchverbot im Basketball zeigt einmal mehr Grenzen und Widersprüche der offenen Gesellschaft. Natürlich wehrt sich jeder freiheitliche Mensch dagegen, jemandem das Recht auf Selbstbestimmung abzusprechen, das sich auch in der Kleidung zeigt. Die Ebikonerin Sura Al-Shawk scheint das Tuch aber nicht primär aus ästhetischen Gründen zu tragen. Ist der Sportplatz der richtige Ort für ein religiöses Statement? Ist es nicht das Tenue, das sie als Mitglied, ja gar Kapitänin ihres Clubs identifiziert, und ist es angebracht, hier Weltanschauliches ins Spiel zu bringen? Ebensowenig kann in diesem Fall die Toleranz bemüht werden, zumal jede weitere Gruppierung ihre Sonderbehandlung aus solchen Präzedenzfällen ableiten wird. So würde sich ein bibeltreuer Spieler zu Recht dagegen verwehren, am geheiligten Ruhetag zum Match anzutreten, und jeder traditionalistische Sikh könnte darauf bestehen, nur turbanbestückt zu kicken. In seinem Kommentar wirft Daniel Schriber dem Verband Probasket vor, die junge Frau auszugrenzen. Tut sie dies nicht selbst, indem sie sich in der Öffentlichkeit explizit als Angehörige einer bestimmten Glaubensgemeinschaft ausweist? Der Breitensport ist ein wichtiges, verbindendes Element in einer immer durchmischteren Gesellschaft. Damit er in den Vereinen weiterhin seine integrative Wirkung entfalten kann muss er konfessionsneutral bleiben. Grazia Giuli Annen Präs. Freidenker Zentralschweiz Mitglied Zentralvorstand FVS 7/2009 frei denken. 7 In den FVS-Sektionen ZÜRICH Sterbehilfe: Keine Überreglementierung! Walter Fesenbeckh, EXITVorstandsmitglied, gab an einer Veranstaltung der Zürcher Freidenker am 8. Juni 2009 Walter Fesenbeckh Einblick in seine Tätigkeit als Sterbebegleiter. Anhand von Beispielen zeigte er auf, wie der Freitod in einer vertrauten Umgebung einen äusserst würdevollen Abschied ermöglicht. Exit begleitet nur Mitglieder in den Freitod, mit denen zuvor ein intensiver Austausch stattgefunden hat. Aus Kapazitätsgründen verzichtet Exit auf die Begleitung von Personen aus dem Ausland, welche die Schweiz aufgrund ihrer liberalen Gesetzeslage als letzte Lebensstation aussuchen. Fesenbeckh stellte aber klar, dass er inhaltlich nicht auf Distanz zu Dignitas gehe, welche sich diesen Personen annimmt und dafür in der Öffentlichkeit regelmässig gescholten wird. Es sei eine etwas bizarre Situation, dass die um ein Vielfaches grössere Exit quasi im Windschatten von Dignitas segeln könne und sich nicht dauernd erklären müsse. Liberale Praxis in Gefahr? Vor genau einem Jahr beauftragte der Bundesrat das Eidgenössische Justiz- und Polizeidepartement (EJPD), abzuklären, ob «im Bereich der organisierten Suizidhilfe spezifische gesetzliche Regelungen erforderlich sind». Fesenbeckh hält den heutigen Rahmen des Strafgesetzbuchs für genügend, fordert dieses doch klar, dass Beihilfe zum Suizid ohne selbstsüchtige Motive erfolgen müsse. Die heutige Departementsvorsteherin Eveline WidmerSchlumpf liess in Interviews jedoch durchblicken, dass sie eine stärkere Reglementierung anstrebt. Der Bericht war auf Ende Juni erwartet worden. Völlig überraschend informierte der Bundesrat am 17. Juni die Öffentlichkeit via Pressemitteilung, er sei sich in der Frage nicht einig und werde deshalb eine Vernehmlassung mit Varianten durchführen, darunter auch eine Variante mit einem Verbot der organisierten Sterbehilfe. Die Debatte geht weiter ... Die Zürcher Freidenker planen eine öffentliche Debatte zu organisieren, sobald der EJPD-Bericht vorliegt. Der ehemalige Pfarrer Fesenbeckh, der– wie er erzählt hatte – seinen eigenen Kindern Michael Schmid Salomons «Manifest des evolutionären Humanismus» zur Lektüre empfahl und sich nach eigenen Aussagen bei den Freidenkern äusserst wohl fühlte, wird als Vertreter einer liberalen Position wieder mit von der Partie sein. Andreas Kyriacou Präs. Zürcher Freidenker FVS-Agenda WINTERTHUR «Das kritische Forum» Am 6. Mai 2009 fand in den ehrwürdigen Räumen des alten Stadthauses Winterthur vor ca. 50 GäsHugo Stamm ten die kontradiktorische Veranstaltung zum Thema «Pro oder Kontra Scientology» der Freidenker Winterthur statt. Für Pro stand Herr Jürg Stettler, Präsident der Scientology Zürich und Pressesprecher der Schweiz und Deutschlands, für Kontra der bekannte Sektenkritiker Hugo Stamm. Herr Stettler hatte einen schweren Stand. Seine Botschaft, gegen die gewohnt Kämpferischen und mit Herzblut, flammend vorgetragenen Gegendarstellungen von Herr Stamm, hatte er wenig entgegen zu setzen. Auch das er bei bestimmten Themen nicht bereit war darüber zu sprechen, machte sein Position nicht gerade leichter. Ein insgesamt spannender Abend. Grund genug für die Freidenker unter dem Titel «das kritische Forum» weitere solche Veranstaltungen zu organisieren, wie der Präsident Kurt Schmid versicherte, der zugleich die Gesprächsleitung führte. Das nächst Thema ist im Darwin Jahr schon gesetzt, in der alten Kaserne wird das Thema «Wissenschaft versus Kreationismus» für einen erneuten spannenden Abend Kurt Schmid sorgen. Präs. Winterthurer Freidenker Zentralvorstand Sa. 29. August 2009 im Freidenkerhaus Bern Grosser Vorstand 2009 Sa. 21. November in Olten Basel - Nordwestschweiz Samstag, 15. August 15:00 Gartenfest Infos und Anmeldung: 061 261 36 19 Jeden letzten Freitag ab 19:00 Freie Zusammenkunft Rest. "Spillmann", Eisengasse 1 Basel – Union Jeden letzten Freitag ab 19:00 Freie Zusammenkunft Rest. "Spillmann", Eisengasse 1 Einführung ins freie Denken Sommerpause bis 2. Oktober 2009 Bern Montag, 10. August 15:00 Seniorentreff im Freidenkerhaus, Weissensteinstr. 49B Mittelland Samstag, 4. Juli 14:30 Freie Zusammenkunft Rest. "Kolpinghaus" Ringstrasse 27, 4600 Olten Schaffhausen Café CoopCity Jeden Samstag 10-11:00 Freidenkerstamm St. Gallen Freitag, 14. August Sommerabend 19:00 Restaurant "Mole" Romanshorn Winterthur Zürich Juli: Sommerpause Montag, 10. August 14:30 Sommerzusammenkunft im Grünwald Regensdorferstr. 237, 8049 Zürich SCHAFFHAUSEN Die Sektion wurde in den letzten Jahren interimistisch von Rosemarie Imholz verwaltet. In Absprache mit den Mitgliedern wird sie neu administrativ von den Winterthurer Freidenkern betreut, bleibt aber als lokale Gruppe und Treffpunkt bestehen. Sobald sich wieder drei Personen finden, die einen Vorstand bilden wollen, kann die Sektion wieder auf eigenen Füssen stehen. Wir danken Rosmarie Imholz und dem Winterthurer Vorstand für ihr Engagement. Beachten Sie die neuen Kontaktdaten auf Seite 8. zv Novembervorträge 2009 Aus- und Weiterbildung Gottlos – Leben ohne Religion 2. - 6. November 2009 Basel, Bern, Zürich, Zug, St. Gallen Weltliche Rituale Samstag, 7. November 2009, 9:30 -16:00 Uhr, in Olten Immer mehr Menschen halten Ausschau nach weltlichen Ritualen. Sie in einer besonderen Lebenssituation zu begleiten, ist eine schöne Aufgabe. In allen Sektionen werden weitere RitualbegleiterInnen gebraucht. Prof. Dr. Franz Josef Wetz Philosoph Schwäbisch Gmünd Autor von Baustelle Körper Bioethik der Selbstachtung Klett, 2009 Details auf www.frei-denken.ch Kursleitung: Reta Caspar Ritualbegleiterin seit 2001 Die Kurskosten von Fr. 130.- werden den Teilnehmenden von jener Sektion, für die sie aktiv werden, zurückerstattet. Detaillierte Kursausschreibung, Anmeldung und Auskünfte: Geschäftsstelle FVS, 031 371 65 67 (zeitweise Beantworter) auf www.frei-denken.ch unter "Veranstaltungen" oder anfordern via info@frei-denken.ch Ab 8 Teilnehmenden findet der Kurs statt. Freidenker-Vereinigung der Schweiz FVS Mitglied der Internationalen Humanistischen und Ethischen Union (IHEU) www.frei-denken.ch Kontakte für weltliche Feiern Basel: Freidenker Nordwestschweiz 061 321 31 48 Basel: Freidenker-Union 061 601 03 43 oder 061 601 03 23 Bern / Freiburg / Wallis 079 449 54 45 oder 079 795 15 92 Grenchen und Umgebung 076 53 99 301 oder 032 645 38 54 Mittelland 062 926 16 33 St. Gallen / Ostschweiz 052 337 22 66 Vaud / Jura / Neuchâtel / Valais 026 660 46 78 ou 022 361 94 00 Winterthur / Schaffhausen 052 337 22 66 Zentralschweiz 041 855 10 59 Zürich 079 668 49 71 Sollte unter der regionalen Nummer niemand zu erreichen sein, wenden Sie sich bitte an die FVS-Geschäftsstelle: 031 371 65 67 oder an 052 337 22 66 Basel / Nordwestschweiz Freidenker Nordwestschweiz Postfach 260 4010 Basel basel-nws@frei-denken.ch Präsident: H. Mohler 061 261 36 19 Mitgliederdienst: B. Bisig 061 321 31 48 Vaud incl. JU / NE / VS Ass. vaudoise de la Libre Pensée CP 5264 1002 Lausanne vaud@frei-denken.ch Président: Secrétariat: J. P. Ravay 022 361 94 00 026 660 46 78 Freidenker-Union Basel Postfach 4471 4002 Basel basel-union@frei-denken.ch Präsident: G. Rudolf 061 601 03 43 Mitgliederdienst: 061 601 03 23 Winterthur Freidenker Winterthur Postfach 1806 8401 Winterthur winterthur@frei-denken.ch Präsident: K. Schmid 052 337 06 27 Bern inkl. FR / VS FreidenkerInnen Region Bern Postfach 831 3550 Langnau regionbern@frei-denken.ch Präsident: D. Aellig 079 449 54 45 Zentralschweiz Freidenker Zentralschweiz Zugerstr. 35 6415 Arth zentralschweiz@frei-denken.ch Präsidentin: G. Annen 041 855 10 59 Genève Libre Pensée de Genève 27 ch. des quoattes 1285 Avusy genève@frei-denken.ch Président: J. P. Bouquet 022 756 40 49 Zürich Freidenker Zürich Postfach 3353 8021 Zürich zuerich@frei-denken.ch Präsident A. Kyriacou 044 253 18 96 Mitgliederdienst: M. Dobler 044 341 38 57 A. Bachmann 044 463 41 89 Grenchen und Umgebung Freidenker Grenchen u. Umgebung Postfach 418 2540 Grenchen grenchen@frei-denken.ch Präsident: S. Mauerhofer 076 388 46 39 Mitgliederdienst/ L. Höhneisen Krankenbesuche 076 53 99 301 Bitte Adressänderung melden und Kosten sparen FVS / ASLP Zentralkasse Postfach 217 CH-2545 Selzach zentralkasse@frei-denken.ch Freidenker-Vereinigung der Schweiz FVS Geschäftsstelle Weissensteinstr. 49b Postfach CH-3001 Bern Tel. 031 371 65 67 Fax 031 371 65 68 Mittelland Freidenker Mittelland Postfach 56 4628 Wolfwil mittelland@frei-denken.ch Präsident: H. Haldiman 062 926 16 33 info@frei-denken.ch Postkonto: 84-4452-6 Ostschweiz Freidenker Ostschweiz Postfach 359 9001 St. Gallen ostschweiz@frei-denken.ch Kontakt: M. Candrian 079 653 67 76 Impressum Redaktion Reta Caspar, Rte. de Carroz-Devant 10 CH-1844 Villeneuve E-mail: reta.caspar@swissonline.ch Erscheinungsweise monatlich Redaktionsschluss 15. des Vormonats Jahresabonnement Schweiz: Fr. 30.– Ausland: Fr. 35.– (B-Post) Probeabonnement 3 Monate gratis Druck und Spedition Printoset, Flurstrasse 93, 8047 Zürich www.printoset.ch Schaffhausen Freidenker Schaffhausen c/o Freidenker Winterthur Postfach 1806 8401 Winterthur schaffhausen@frei-denken.ch Kontakt: K. Schmid 052 337 06 27 AZB P.P./Journal CH-2545 Selzach Ticino Associazione Svizzera dei Liberi Pensatori (ASLP) Sezione Ticino CP 721 6902 Paradiso ISSN 1662-9043 Ausgabe 7/2009 Namentlich gekennzeichnete Beiträge können, aber müssen nicht mit der Ansicht der Redaktion übereinstimmen. ticino@frei-denken.ch Presidente: R. Spielhofer 091 994 21 45