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(file: @@freidenker-200412.pdf@@)libero pensatore Sonnenwenden neten durch die Sonne – über Jahrmilliarden hinweg – hat die Evolution des Lebendigen hervorgekitzelt, dessen vorläufige Endstufe die menschliche Art ist. Allerdings hat erst die Bildung der Ozonschicht komplexere Organismen entstehen lassen. Denn erst die Ozonschicht filterte – wie ein Schutzmantel – die harten Ultraviolettanteile des Sonnenlichtes heraus, die drei Milliarden Jahre ungebremst auf die Erde prallten und kein höheres Leben ermöglichten. Menschen untergegangener Kulturepochen haben die Sonne angebetet, ihr übernatürliche Qualitäten beigelegt, ja göttliche Attribute zugesprochen und ihre Wendepunkte in der Zeit vom 21. bis 24. Juni und vom 21. bis 24. Dezember kultisch gefeiert. Wie können wir heute, im nachkopernikanischen Zeitalter – mit unserem astronomischen Wissen über die solarterrestrischen Beziehungen – unverkrampft und heiter, wieder oder erstmals, die Sommersonnenwende und die Wintersonnenwende feiern, würdigen, begehen? Ich trete dafür ein, eine uralte Kulturtradition zu verbinden mit kosmologischer Bildung. Es ist sinnvoll, nicht nur Ereignisse des menschlichen Lebens zu feiern, etwa individuelle Geburtstage oder historisch- gesellschaftliche Gedenktage, wie den "Tag der deutschen Einheit" am 3. Oktober. Auch Naturereignisse zu feiern, ist sinnvoll. Denn wir sind nicht nur gesellschaftliche Wesen, wir sind und bleiben auch Naturwesen – bis in die feinsten Regungen des Geistes, bis in die zartesten Verästelungen des Gefühlslebens. Die längsten Tage und die kürzesten Nächte des Jahres, eben die Mittsommerzeit, bieten sich ideal an, unser Naturerleben durch Naturerkenntnis zu vertiefen und uns auf den Himmelskörper zu besinnen, der – vor allen anderen Gestirnen – ohnehin emotional hochbesetzt ist: die Sonne. Das kann mit und ohne Sonnenwendfeuer geschehen. An vielen Orten und in vielen Formen wird in diesen Tagen die Sommersonnenwende gefeiert: In Deutschland bei den Externsteinen im Teutoburger Wald, in England im Steinkreis von Stonehenge in der Grafschaft Wiltshire, in Frankreich zwischen den Menhiren in der Bretagne, in Schweden, in Finnland, in Island mit jeweils regionalen und nationalen Besonderheiten. Wo auf der Nordhalbkugel der Erde die Sommersonnenwende gefeiert wird, ist dies verbunden mit Geselligkeit, Essen und Trinken, Tanz und Musik. Lassen wir uns nicht abschrecken durch die mitunter kritikwürdigen Inhalte, die dabei artikuliert werden. Überlassen wir die Sonnenwende nicht Neonazis oder neuheidnischen Esoterikern. Freuen wir uns unbefangen an der Sonne und besinnen wir uns auf kosmologische, ökologische und kulturelle Zusammenhänge. Die Sonne ist Ursprung und Sinnbild des Lebens. Wir orientieren uns an ihr. Denn sie gibt das Zeitmass vor. Die ursprüngliche Bedeutung des Begriffs "Orientierung" verweist darauf. Sprachgeschichtlich kommt Orientierung von Orient, von Osten, von jener Himmelsrichtung, wo die Sonne aufgeht. Nicht nur religiöse Gebäude werden geostet, gen Osten hin ausgerichtet. Alles menschliche Zurechtfinden in Raum und Zeit hat die Sonne und die Rotation der Erde um die Sonne zur Voraussetzung. Hier ist der systematische Ort festzustellen, dass die eingebürgerte Bezeichnung "Sonnenwende" seit Kopernikus historisch überholt, als Irrtum durchschaut ist. Wir können nurmehr noch von einer scheinbaren Sonnenwende auf einer scheinbaren Bahn der Sonne sprechen. Weder wendet sich die Sonne noch geht sie auf oder geht sie unter. In diesen alltäglichen Bezeichnungen, Fortsetzung Seite 4 FREIDENKER 12/04 Die folgenden kultur- und religionsphilosophische Überlegungen zur jahreszeitlichen Festkultur der Völker – informativ und meditativ, rational und spirituell – sollen ins Bewusstsein heben, was Menschen seit ihren Anfängen in der Steinzeit intuitiv ahnten und religiös überhöhten: Wir sind Kinder der Erde. Wir sind Kinder der Sonne. Wir sind Kinder des Weltalls. Wir sind kosmische Wesen, gemacht aus dem Stoff, aus dem auch das Weltall besteht. Die Erde verdankt der Sonne schlechthin alles: nicht nur sich selbst in ihrer stofflich-gegenständlichen Existenz, als sie – mitsamt den anderen Planeten – aus einer Art Ursonne, einem solaren Nebel, einer Gas- und Staubwolke herausgeschleudert wurde und das Sonnensystem sich bildete. Auch alles Leben auf der Erde, die gesamte Biomasse von ihren primitivsten bis zu ihren komplexesten Formen, verdankt sich dem Sonnenlicht und der Sonnenwärme. Ohne Sonne wäre die Erde eiskalt und stockdunkel. Die gleichmässige Bestrahlung unseres Pla- THEMEN in diesem FREIDENKER Sonnenwenden 1, 4,6 Il discorso della verità 2 CVP-Flop "Solidaritätssteuer" 3 Atlantis – Ursprung moderner Mysteries 5 Universitätsbildung für Imame? 7 1 Il discorso della verità Si stanno avvicinando i festeggiamenti del solstizio invernale. Ecco l’occasione per regalarsi un libro interessante: "Il discorso della verità. Contro i Cristiani" di Aulo Cornelio Celso. Quando, verso l’anno 240, il grande teologo alessandrino Origene s’accinse a confutare le critiche contro i Cristiani contenute nel libro di Celso, "Il discorso della verità. Contro i Cristiani", non immaginava certo che con la sua replica destinata a vincere i secoli, proprio lui avrebbe trasmesso ai posteri la memoria di un’opera altrimenti con-dannata, come altre del genere, alla censura e all’oblio. Dal suo scritto "Contro Celso" la perizia dei filologi ha potuto estrarre i frammenti del testo perduto, ricomponendo nei suoi lineamenti generali uno dei pochi documenti superstiti della trattatistica anticristiana del Il secolo. Poco noto nei suoi tratti biografici, Celso appare autore colto, versato nella filosofia platonica e sensibile ai problemi religiosi e politici del suo tempo. Le sue argomentazioni, pur venate di polemica ironia, si distinguono nettamente dalle calunnie deliranti dell’opinione popolare anticristiana. Egli si mostra ben informato sui temi di cui tratta; conosce le fonti principali della dottrina ebraica e cristiana, non ignora gli scritti degli apologisti e le tesi degli eretici. Ma il suo interesse è essenzialmente politico, non speculativo. Ciò che gli preme è controbattere la carica eversiva della nuova religione, il suo irrazionalismo, la sua morale trasgressiva e sediziosa che insidia le leggi e la stabilità dello Stato. Nell’opera si individuano facilmente le posizioni dell’ambiente intellettuale pagano, legato al culto dell’ordine e della ragione; e molti spunti vi si colgono che saranno più volte ripresi nel dibattito moderno. Ma ciò che soprattutto può colpire il lettore di oggi è la testimonianza in esso raccolta di un cristianesimo primitivo e rivoluzionario, anteriore alla sua legittimazione filosofica e alla sua integrazione in quelle strutture d’ordine e di potere ch’esso sembrava destinato a distruggere. Il Contro Celsum di Origene è il maggior documento del paragone tra cultura classica e Cristianesimo che ci sia giunto prima del De Civitate Dei di S. Agostino. Ed è solo ad Origene che dobbiamo la conoscenza di questo pagano, che per primo, pur disprezzando il Cristianesimo, si rivolse ai Cristiani per ricondurli alla sapienza originaria. Il metodo che Origene scelse per rispondere a Celso ha reso possibile una certa conservazione del testo. Il grande teologo alessandrino intese ribattere all’ignoto avversario punto per punto, argomento per argomento. Ignoto Celso era anche ad Origene: egli lo identificava con un filosofo epicureo di questo nome, ma l’esame del testo non consentiva di leggervi le tesi del filosofo. Per Origene, la mancanza di una identificazione conduceva una crisi dell’interpretazione: gli sfuggivano le coerenze profonde del pensiero, i suoi impliciti. Noi non ci troviamo in condizioni migliori di lui: possiamo solo notare che l’ignoto Celso ed il noto Origene avevano un quadro interpretativo comune. Essi erano troppo simili per non combattersi. L’intuizione del Marrou sulla esistenza di una forma culturale tardo-antica di cui anche la teologia cristiana è in certo modo una variante, resta confermata dal paragone del pensiero di Origene e di quello di Celso. Questo non significa che il pensiero di Celso manchi di attualità. Sotto un certo aspetto, esso è più attuale di quello di Origene, perché la critica del Cristia-nesimo è una componente della cultura contemporanea. Il Celso smembrato da Origene, l’unico Celso che è sopravvissuto, non è di facile lettura. Non si leggono frammenti come un discorso continuo. Tuttavia anche le rovine di un pensiero sono parlanti. Come nelle grandi architetture, è tutta la figura di un edificio che noi vediamo nelle sue strutture portanti. Celso ha avuto la fortuna di essere "smembrato" da un pensatore straordinario,Origene. Il teologo alessandrino ha delineato le strutture portanti di un pensatore con cui egli aveva tante affinità di cultura quante differenze di fede. Le struttura di Celso disegnate da Origene: ecco quanto questo libro offre ai lettori. Infine, non è poco. Estratto dall’introduzione di Gianni Baget-Bozzo Celso Aulo Cornelio Il discorso della verità. Contro i Cristiani. BIBLIOTECA UNIVERSALE RIZZOLI ISBN 88-17-16718-5 Celso Aulo Cornelio Roma 14 a.C. - 37 d. C. Vissuto probabilmente nel settantennio comprendente l’impero di Augusto e di Tiberio, secondo Plino non fu medico di professione. Fu autore di una vasta opera enciclopedica, De artibus, in sei libri, l’ultimo dei quali dedicato alla medicina. Il De medicina divide questa scienza in tre settori: dietetica, farmaceutica e chirurgia. L’opera, compilando e rielaborando numerosi testi greci e latini, fonda un’originale impostazione metodologica che riunisce l’approccio empirico con quello razionale. 2 FREIDENKER 12/04 ZV Sitzung des Grosser Vorstandes 23 Mitglieder aus 9 Sektionen haben an der diesjährigen Sitzung des Grossen Vorstandes, am 20. November in Olten, teilgenommen. Haupttraktandum war statutengemäss das Budget 2005, das einstimmig verabschiedet wurde. Daneben wurde ausführlich über die geplante Geschäftsstelle informiert und diskutiert. Ausser der Sektion Basel FVS, wo derzeit noch eine Urabstimmung läuft, haben alle Sektionen den Entscheid der Delegiertenversammlung für einen Sonderbeitrag in der Höhe von 10% des Sektionsvermögens an die neue Geschäftsstelle gutgeheissen. Die Stelle wird noch in diesem Jahr ausgeschrieben. rc Freidenker-Vereinigung der Schweiz die Stimme der Konfessionsfreien www.freidenker.ch Eine Aufgabe für Sie? LeiterIn der Geschäftsstelle 50% Für den Aufbau der neuen Geschäftsstelle in Bern suchen wir eine initiative, selbständige Persönlichkeit. Sie bringen mit: Erfahrung in PR und Marketing im Non-Profit-Bereich Erfahrung in Administration/PC Sprachen: d/f schriftlich und mündlich, zusätzlich i/e von Vorteil Bevorzugter Arbeitsort: Bern. Arbeitsbeginn: 1. Mai 2005 o.n.V. Schriftliche Bewerbungen mit den üblichen Unterlagen bis 15.01.05 an den Zentralpräsidenten FVS, J.L. Caspar, Büelrain 4, 8545 Rickenbach. CVP-Flop "Solidaritätssteuer" Aktuell Die CVP Schweiz hat anfangs November vorgeschlagen, dass Nicht-Kirchenmitglieder anstelle der Kirchensteuer obligatorisch eine Alternativsteuer zugunsten der Entwicklungshilfe zahlen sollen. Im FREIDENKER wurden schon verschiedentlich Alternativmodelle zur heute noch in den meisten Kantonen erhobenen Kirchensteuer diskutiert. Der CVP-Vorschlag ist natürlich absolut ungeeignet und in der Öffentlichkeit auch prompt durchgefallen. Lesen Sie die folgenden drei Leserbriefe von Mitgliedern der Vereinigung: Solidaritäts-Steuer für Konfessionsfreie? Die Idee der CVP ist an sich nicht neu, war doch davon schon die Rede im Zusammenhang mit einem Wegfall der Kirchensteuern für juristische Personen, nach einer eventuell vollzogenen Trennung von Staat und Kirche. Neu ist, dass dies jetzt auch auf konfessionslose Privatpersonen anzuwenden wäre. Zu klären wäre vorab, ob das Ganze nicht dem Verfassungsartikel über die Religionsfreiheit total widerspricht Zu bedenken wäre ferner, dass in Kantonen ohne Trennungsstatus – und das ist immer noch die Mehrheit – in der Regel die Kirchen noch Zuschüsse aus allgemeinen Staatssteuer-Erträgen erhalten, sodass jeder Konfessionslose auf diesem Umweg bereits seinen Beitrag an die Kirchen abliefert. Erzwungene Solidarität soll’s nicht geben, schon gar nicht in unserem Land, wo die zahllosen privaten Hilfswerke schon seit langer Zeit gute Arbeit leisten! Jürg L. Caspar Zentralpräsident FVS Schweiz Kirchensteuer oder Entwicklungshilfe? So weit sind wir nun also: Wer in keiner Kirche Mitglied ist und somit keine Kirchensteuern bezahlt, soll einer neuen Steuerpflicht unterworfen werden – Zahlung in etwa gleicher Höhe (abgestuft nach Einkommen) in einen Fonds für Entwicklungshilfe. Die CVP respektive deren Katholiken hätten auch andere Möglichkeiten, Geld frei zu machen für Entwicklungshilfe: Keine Zahlungen mehr an die millionenschweren Papstreisen . . . Andererseits könnten doch auch jene Menschen, die keine Beiträge an Fussballklubs, Chüngelizüchtervereine, Golfklubs... bezahlen, verpflichtet werden, einen dem Mitgliederbeitrag entsprechenden Betrag in einen Fonds einzuzahlen. Dieses Geld könnte Verwendung finden für Hilfe an kleine und grössere Kinder beiderlei Geschlechts, die von Priestern sexuell missbraucht wurden. Ob die CVP auch an diese Möglichkeit gedacht hat? Jean Kaech, Bern Bund 18.11.04 Neuer Vorschlag ist ungeeignet (...)Dieser Vorschlag ist zwar interessant, aber er hinkt: Die Kirchensteuer wird ja nicht für soziale Werke oder Entwicklungshilfe eingezogen, sondern für kirchliche Zwecke. Auch Kirchenmitglieder sollen ihren Teil an die so dringend notwendige Aufstockung der Entwicklungshilfe zahlen! Die Idee der CVP ist zudem nur unter folgenden Bedingungen überhaupt prüfenswert: Das Geld, das über diese Alternativsteuer zusammenkäme, dürfte nicht für kirchennahe Entwicklungshilfeprojekte eingesetzt werden. Die Gehälter von Priestern und Pfarrern dürften nicht längerausallgemeinenSteuergeldern(also auch aus den Staatssteuern der NichtKirchenmitglieder!) bezahlt werden. Beziehungsweise die Steuern der Nicht-Kirchenmitglieder müssten um einen entsprechenden Betrag ermässigt werden. Diese in vielen Kantonen (zum Beispiel Bern) noch übliche obligatorische Subventionierung der «Staatskirchen» durch NichtKirchenmitglieder ist ohnehin eine Verletzung der Religionsfreiheit! Anne-Marie Rey, Zollikofen BZ 13.11.0 FREIDENKER 12/04 3 Fortsetzung von Seite 1 die ich nicht ändern möchte, drückt sich lediglich der alltägliche Anschein aus, der freilich trügt. Die Erde rotiert um die Sonne, und wenn sie die Sonne einmal umrundet hat, sagen wir: Es ist ein Jahr vergangen. Gleichzeitig dreht sich die Erde um sich selbst. Wenn sie sich einmal um ihre eigene Achse gedreht hat, sagen wir: Es sind 24 Stunden vergangen. Es wird Tag, wenn sich die Erdkugel der Sonne zuwendet. Die Nacht bricht herein, wenn die Erde der Sonne den Rücken zukehrt. Es ist also immer gleichzeitig auf der Erde Tag und Nacht, je nachdem auf welcher Seite des Erdballs wir uns befinden. Analoges gilt für die vier Jahreszeiten. Die vier Jahreszeiten koexistieren auch alle gleichzeitig, je nachdem, ob wir auf der Nordhalbkugel oder auf der Südhalbkugel der Erde sind. Im Zeitalter des Flug- und Ferntourismus wird diese klimatische Gleichzeitigkeit des klimatisch Ungleichzeitigen gerne genutzt, um einem unwillkommenen Sonnenmangel zu entfliehen. Die Jahreszeiten entstehen durch das, was in astronomischer Fachbegrifflichkeit die "Schiefe der Ekliptik" genannt wird. Einfacher gesagt: Die Erde umrundet die Sonne nicht mit einer senkrechten Rotationsachse, sondern in einer kreiselnden Schräglage, in einem Winkel von 23,5°. Dadurch entsteht ein unterschiedlich schräger, ein unterschiedlich steiler Einfall der Sonnenstrahlen auf die Erde. Am 21. Juni fällt auf der Nordhalbkugel der Erde das Sonnenlicht mittags senkrecht auf den Wendekreis des Krebses, den nördlichen Wendekreis. D.h.: auf der Nordhalbkugel beginnt der Sommer. Sonnenwendfeuer Der Sommerpunkt und der Winterpunkt der Sonne, die Punkte eines vermeintlichen Sonnenstillstandes, daher auch lateinisch Solstitium, oder Solstitialpunkte genannt, kurz die Sonnenwenden, haben die Menschen schon immer fasziniert, fasziniert und geängstigt. Fasziniert waren untergegangene Generationen davon, dass die Sonne immer wieder die Dunkelheit besiegte. Geängstigt waren sie allen Ernstes darüber, ob es der Sonne immer wieder aufs Neue gelingen würde, Nacht und Kälte zu vertreiben. Diese Angst rührte her aus der Unkenntnis der Gesetze der Himmelsmechanik. Es fehlte noch die wissenschaftlich fundierte Einsicht, dass die Himmelskörper sich regelmässig bewegen, ja gesetzmässig ihre Bahn ziehen. Seit Isaac Newton wissen wir, dass die Erde auf einer stabilen Umlaufbahn um die Sonne gehalten wird dank der gravitativen Wechselwirkung, dank der wechselseitigen Massen-Anziehung, dank der Schwerkraft zwischen beiden Gestirnen, die freilich auch durch den Mond beeinflusst wird. Der Sinn archaischer Sonnenwendfeiern war es, der Sonne über ihren kritische Punkt hinwegzuhelfen, ihrer befürchteten Schwäche aufzuhelfen durch Licht- und Kraftzufuhr auf Erden. In einem vorwissenschaftlichen Weltbild geschah dies – gemäss einer behaupteten Analogie von Himmel und Erde, von oben und unten – nach Art der imitativen oder homöopathischen Magie, wie es die Religionswissenschaft formuliert. Wer dem Feuerball am Himmel helfen will, muss ein Feuer auf der Erde anzünden oder ein Feuerrad den Berg hinabrollen ins Tal. Dieser Feuerkult wurde später christianisiert und als Johannisfeuer in die kirchliche Folklore einverleibt. Die Sommersonnenwende wurde zum Fest Johannes des Täufers umfunktioniert, weil er im Neuen Testament gesagt hatte: "Christus muss wachsen. Ich aber muss abnehmen." Christlich gesprochen ist die Sommersonnenwende das Fest Johannes des Täufers. Die Wintersonnenwende ist – christlich gedeutet – das Geburtsfest Jesu Christi, der Sonne der Gerechtigkeit, die in Bethlehem aufging. Sonne als grosser Motor Ganz ohne magischen oder christlichen Sinn können wir das Sonnenwendfeuer übernehmen und ihm einen aufgeklärten Sinn geben oder uns schlicht daran freuen und wärmen. Jedenfalls erhält das Anzünden eines Feuers zur Sonnenwende intuitiv die Erinnerung daran, dass das Feuer tatsächlich ein Abkömmling der Sonne ist, wie es der griechische Mythos von Prometheus erzählt. Prometheus stahl den Göttern das Feuer von Himmel und brachte es in einem hohlen Schachtelhalm zur Erde herab. Heute wissen wir, dass nicht nur das Feuer vom Himmel herabgekommen ist, sondern dass alle Energie auf der Erde umgewandelte Sonnenenergie ist. Die gesamte Biomasse ist gespeicherte Sonnenenergie. Kohle, Erdöl, Erdgas sind verwandelte und konzentrierte Sonnenenergie. Ja, alle Muskelkraft von Tier und Mensch ist umgeformte Sonnenkraft. Und selbst Wind- und Wasserenergie sind verwandelte Sonnenenergie. Wie das? Alles, was wir essen und trinken, wächst und gedeiht im Strahl der Sonne. Keine Pflanze wächst ohne Sonnenlicht, und jedes Tier ist auf Pflanzen angewiesen, nähre es sich nun nur von Pflanzen oder von anderen Tieren, die ihrerseits Pflanzen fressen. Steinkohle, Braunkohle, Erdgas – alle fossilen Brennstoffe sind Endprodukte von Milliarden untergegangener Lebewesen, die einst die Erde bedeckten, bevölkerten und im Licht der Sonne gediehen. Auch Wind und Sturm sind umgeformte Sonnenenergie. Denn Wind und Sturm sind Luftströmungen, die durch verschieden erwärmte Luftschichten hervorgerufen werden. Ohne Sonne gäbe es keine Erwärmung der Luftschichten, ohne Sonne herrschte eine immerwährende Windstille, d. h. ohne Sonne bestünde keine lebenermöglichende Atmosphäre. Selbst die Wasserkraft in all ihren Gestalten ist verwandelte Sonnenkraft. Denn nur die Sonnenwärme setzt den Wasserkreislauf von Verdunsten und Niederschlag in Gang. Und auch die Meere sind riesige Speicher von Sonnenenergie. Die Sonneneinstrahlung erzeugt die Meereswellen und Meeresströmungen, und zwar vornehmlich durch Temperaturunterschiede. Kurz: die Sonne ist der sichtbare und unsichtbare, der direkte und indirekte Motor, der alle grossen und kleinen Räder der Erde antreibt, alle ÖkosyFortsetzung Seite 6 steme erhält. 4 FREIDENKER 12/04 Atlantis – Ursprung moderner "Mysteries" Seit kein Geringerer als der altgriechische Philosoph Platon um 350 v. Chr., an seinem Lebensabend, seinen "Atlantisbericht" niederschrieb, ist jener "Fall" immer wieder und unter allen erdenklichen Aspekten abgehandelt worden. Beispielsweise im Jahr 1912, dem Todesjahr der "Titanic", genauer gesagt am 20. Oktober 1912, brachte die damals grosse Tageszeitung "New York American" folgende Schlagzeile: "Wie ich Atlantis wiederfand, die Wiege aller Kulturen." Es folgte ein ausführlicher Artikel von einem gewissen Dr. Paul Schliemann, einem Enkel des grossen Heinrich Schliemann, der Homer beim Wort genommen und in dessen Folge Troja ausgegraben hatte. Dieser Dr. Paul Schliemann, offenbar studierter Archäologe, berichtete an jenem 20. 10. 1912 von einer Bronzevase aus dem Nachlass seines Grossvaters, die die merkwürdige Inschrift trug: "Geschenk des Kronos, König von Atlantis". Einen Augenblick hielt ganz Amerika den Atem an; dann wurde es von einem wahren Rausch erfasst. Atlantis wurde zum Tagesgespräch. Nicht nur die Leser jener Tageszeitung fieberten der Fortsetzung jenes Berichts entgegen. – Aber die so begierig erwarteten Enthüllungen sollten sich auf unerwartete Weise auflösen: Das wirklich raffinierte Ende der Geschichte bestand darin, dass der Held des Tages, dieser Dr. Paul Schlieman spurlos verschwand und man nie wieder auch nur das geringste von ihm hörte... Doch nicht nur Schwindler haben sich mit dem Thema befasst, sondern beiFortsetzung von Seite spielsweise auch4 der Nobelpreisträger für Chemie aus dem Jahre 1921, Sir Frederick Soddy. Oder jener begabte amerikanische Fotograf Edgar Cayce (1877 – 1945), der “Prophet der atlantischen Atombombe”, deren Einsatz er selber nicht mehr erleben sollte... Leider muss man aber auch zugeben, dass der ganze Wirrwarr von mehr oder weniger gelehrten Hirngespinsten von einer Menschheit, welche vor 12 000 Jahren schon einmal so weit war, wie sie heute ist, geradezu ein Tummelplatz für Spiritisten, Okkultisten, Erleuchtete – oder "Mystery-Park"-Begründer ist. Edgar Cayce war auch ein Okkultist. Nur in Trance, unabhängig von seinem (recht erfolgreichen) Brot-Erwerb als Photograph, pflegte er sich über seine "frühere" Existenz als Bürger von Atlantis zu äussern. – Ob daher die modernen "Atlantiker", die Mitglieder des von der NATO begründeten "AtlantikVereins" mit Hauptsitz in Bonn, d.h. sämtliche Polit- und Wirtschaftsgrössen der westlichen Bundesrepublik Deutschland, ebenfalls spiritistische Sitzungen oder okkulte Vortragende organisieren...? Wie dem auch sei, wenn wir dazu bereit sind, können wir aus dieser "Rückblende" in eine ferne Vergangenheit einer (nachweislich) sehr alten Menschheit zumindest eine Lehre ziehen: Sie warnt uns vor den Gefahren, denen unsere UEBERentwickelte Gesellschaft ausgesetzt ist. Der "Prophet" Edgar Cayce sagte in seinen – erstaunlich detailtreuen – "Visionen" von Atlantis grundsätzlich vor allem dies: "Vorsicht! Das schreckliche Schicksal von Atlantis droht auch uns, wenn wir zu spät aufwachen!" – Es brauchte dann in der Folge seiner "Vorträge" – welche er zwischen 1924 und 1944 überall in den USA gehalten hatte – wirklich schon einen japanischen Überfall auf Pearl Harbour, um die schlafenden USA aufzuwecken... Aber das unheimlichste an Edgar Cayce ist folgende Episode: Er hatte prophezeit, dass die Ruinen von Atlantis, 70 Meter unter dem Meeresspiegel, 1968 wieder "auftauchen" würden. – Im Sommer 1968 unternahm ein Yale-Professor der (Unterwasser-)Archäologie an der von Edgar Cayce bezeichneten Stelle vor dieser Insel der Bermudas eine Tauchexpedition – und entdeckte in der Tat zyklopische Mauerreste... Um zeitgemäss zu erscheinen, kleidet man heute "Atlantis mit seinem thermonuklearen Moloch" (ein prähistorischer Industriezweig, welcher nicht nur die Phönizier, sondern vor allem die indianischen Städtebauer Mexikos und Südamerikas zu ihren Opferriten inspiriert haben soll) in das Konfektionsgewand des utopischen Romans. Die alten Seefahrer der sagenhaften, versunkenen Insel werden dabei zu Supermans, welche mit Laserstrahlen und als Piloten von "Vimayanas" den europiden Primitivlingen die Gottesfurcht beibringen, oder so... Man wird beim Durchwühlen des "Atlantis-Syndroms" zugedeckt mit an den Haaren herbeigezogenen Wortdeutungen und grotesken Identifizierungen, und wie eine vielköpfige Hydra taucht die versunkene Atlantik-Insel überall wieder auf: Man hat sie schon in den Anden, in Australien, im Kaukasus, in Südafrika, in Amazonien, auf Spitzbergen, in der Wüste Gobi, im sibirischen Kamtschatka, natürlich im ehemaligen Troja usw. und so fort "wiedergefunden". Aber an und für sich ist die historisch überlieferte Atlantis-Legende klipp und klar: Niedergeschrieben – philosophisch aufgemotzt und moralisch-erbaulich ausgestaltet – durch keinen geringeren als Platon, der seinerseits nichts als eine uralte Überlieferung aus dem pharaonischen Ägypten ins Griechische übertragen hatte, und lokalisiert – klipp und klar – war diese sagenhafte Tropeninsel bis vor 12'000 Jahren (vor dem Abschmelzen der Gletscher der letzten Eiszeit) in der Karibik, bei Bimini, von wo aus die Atlantiker, Vorfahren der phönikischen Handelsleute, die Menschen des Mediterraneo zu versklaven suchten, bis "an einem einzigen Tag und einer einzigen Nacht ... nachdem sämtliche tapferen Krieger Athens auf einen Schlag vom Erdboden verschluckt worden waren, mit einem einzigen Schlag die Insel Atlantis selbst vom Erdboden verschwand" – wie es in der platonischen Geschichte geschrieben steht... Andreas Hänni, Belp FREIDENKER 12/04 5 Fortsetzung von Seite 4 Sonne als Gottheit Ist es verwunderlich, dass vergangene Jahrhunderte in der Sonne eine segensreiche Gottheit sehen wollten? Ist es verwunderlich, dass Monumentalbauten verschiedener Art der Verehrung der Sonne und der Berechnung ihres Strahleneinfalls gewidmet waren: Pyramiden, Obelisken, Tempel, Heiligtümer? Der Steinkreis im südenglischen Stonehenge ist ein Hauptbeispiel aus der alteuropäischen Megalithkultur. Urtümliche Priesterastronomen verrichteten dort ihren Dienst. Später liessen Herrscher, Pharaonen, Kaiser, Könige sich als Söhne der Sonne feiern. Der "allerchristlichste" Ludwig XIV von Frankreich verstand sich schlechthin als der "Sonnenkönig". Vor allem in Ägypten, in Mexiko und in Peru wurde die Sonne göttlich verehrt und ihr geopfert. Der ägyptische Pharao Echnaton, der Ehemann der schönen Nofretete, führte einen ersten streng monotheistisch Sonnenkult ein, der freilich nach seinem Tode sofort von der Priesterschaft wieder beseitigt wurde. Für unseren europäischen Kulturbereich ist vor allem der spätantike, ursprünglich persische Mithraskult wichtig geworden. Im Mithraskult, den römische Soldaten bis nach Hessen brachten, wurde die Sonne als "sol invictus", als "unbesiegte Sonne", als "unbesiegter Sonnengott", verehrt. Der römische Festtag der unbesiegten Sonne war der 25. Dezember, ein Datum, an dem ohnehin gefeiert wurde: das Fest der Saturnalien, ein fröhliches Volksfest mit Geschenken und Kerzenlicht. Religionspolitischer Schachzug Im vierten Jahrhundert unserer Zeitrechnung legte der römische Bischof den bis dahin unbeachteten und ohnehin unbekannten Geburtstag des christlichen Erlösers sehr klug auf eben dieses Datum und behauptete: in ihm sei endgültig – zu Bethlehem – die Sonne der Barmherzigkeit, die Sonne des Heils, die Sonne der Gerechtigkeit aufgegangen. Dies war ein geschickter religionspolitischer Schritt von grosser strategischer Tragweite. Die Erfolgsgeschichte des christlichen Weihnachtsfestes nahm ihren Anfang. In der Tat lässt sich die ungebrochene emotionale Verankerung dieses Festes in breitesten Schichten der Bevölkerung nur verstehen, wenn die dauerhafte naturgeschichtliche Grundlage des Festes, die Winterson- nenwende, begriffen ist. Denn obwohl die christliche Weihnachtsbotschaft – damals in Palästina sei der Heiland der Welt geboren – von immer weniger Menschen wirklich geglaubt wird: in der dunkelsten und kältesten Zeit des Jahres brauchen die Menschen einfach Symbole des Lichtes, der Wärme, der Hoffnung auf ein neues Grün. So ist es nicht verwunderlich, dass das christliche Weihnachtsfest in seinem Brauchtum manches Element aus der vor- und ausserchristlichen Folklore übernommen und nur notdürftig christianisiert hat, z. B. den Adventskranz und den Weihnachtsbaum. Der Adventskranz, als solcher erst im 19. Jahrhundert von Johann Hinrich Wichern eingeführt, versinnbildlicht zunächst natürlich den Jahreskreis mit den vier Jahreszeiten. Und der Weihnachtsbaum, auch ein Requisit bürgerlicher Familienkultur, knüpft an einen verbreiteten uralten Baumkult an, der gerade im Nadelbaum ein Unterpfand natürlicher Fruchtbarkeit sah. Denn im Unterschied zum Laubbaum wirft der Nadelbaum als immergrüner Baum sein Kleid auch im Winter nicht ab und steht so für Durchhaltevermögen der Natur und den Durchhaltewillen der Menschen. Schlussüberlegungen Unser Zentralgestirn, die Sonne – von Priestern angebetet, von Dichtern gefeiert, von Aufklärern verklärt, von Astrophysikern zum glühenden Gasball entzaubert – ist ein würdiges Objekt fröhlicher Festlichkeit und besinnlichen Nachdenkens. Das Fest der Mittsommernacht ist ein ökologisches Fest, bei dem wir uns der Einheit von Erde und Sonne, der Einheit von Mensch und Natur besonders bewusst werden. Wir sollten uns diese Einheit immer wieder einmal bewusst machen. Denn oft merken wir die kosmischen Bezüge unseres Lebens gar nicht. Die Umdrehung der Erde beispielsweise, an der wir stets teilhaben, entzieht sich durchaus unseren Sinnen, nicht aber unserer theoretischen Einsicht. Zum Leben in der Natur gehören Zyklizität, Periodizität, Polarität, und wir Menschen haben daran teil – meist unbewusst. Der grosse Tagund Nachtrhythmus, der unser Leben einteilt und unser Wach- und Schlafbedürfnis prägt, findet seine Grundlage in den solarterrestrischen Beziehungen. Wir leben auf einem Staubkorn im Weltall, einem Weltall ohne Rand und ohne Mitte, ohne Oben und ohne Unten. So unbedeutend das Staubkorn Erde auch ist im Universum, es kommt einer biologischen Nische, ja einem bevorzugten Logenplatz gleich – dank der Sonne und ihrer menschenfreundlichen Feinabstimmung mit der Erde, die alles Leben verbürgt. Dies gilt freilich erst, seit der Ozon-Schutzschild alle feindlichen Ultraviolettstrahlen der Sonne abfängt. Mit einer philosophischen Sonnenanekdote möchte ich schliessen: Als der altgriechische König Alexander der Grosse einst auf dem Marktplatz zu Korinth den kynischen Philosophen Diogenes in seiner Tonne liegen sah, sprach er leutselig zu ihm: "Du hast einen Wunsch frei." Darauf Diogenes zu Alexander: "Geh mir, bitte, aus der Sonne." Als der junge Herrscher diese Antwort hörte, murmelte er: "Wäre ich nicht Alexander, so möchte ich Diogenes sein." Dr. Dr. Joachim Kahl, Marburg Leicht gekürzte Fassung einer Rede, die im Juni 2000 in Marburg vorgetragen wurde. Ungekürzt abgedruckt in "Aufklärung und Kritik" 2/2000. Abu Simbel Felsentempel Ramses II., 13.Jh. v.Chr. Zweimal im Jahr - zur Sonnenwende - fallen die Strahlen der aufgehenden Sonne 63 m tief vom Eingang des Tempels bis ins Sanktuarium und tauchen die linke Schulter des Amun-Re ins Licht. Kurz danach berührt sie das Bildnis von Ramses und schliesslich Harmachis. Nach zwanzig Minuten ist das Schauspiel vorbei. 6 FREIDENKER 12/04 Universitätsbildung für Imame? Nach dem brutalen Mord am holländischen Filmemacher van Gogh wird europaweit die Integration der Muslime intensiv diskutiert. Hierzulande stand die Frage nach der Ausbildung für Imame in der Schweiz im Zentrum. Sowohl der Sekretär der schweizerischen Bischofskonferenz wie die Geschäftsleitung des Evangelischen Kirchenbundes unterstützen die Idee eines universitären Lehrganges. Projekte bestehen offenbar schon seit Jahren, seien aber bisher an "organisatorischen Fragen" gescheitert (NZZ am Sonntag, 21.11.04). Vorbilder Wien und Frankfurt? In Wien wird ein solcher Lehrgang von der Islamischen Religionspädagogischen Akadamie (IRPA) angeboten . Dort hat sich 1979 eine Islamische Glaubensgemeinschaft als Körperschaft des öffentlichen Rechts gebildet, die heute Ansprechstelle für Anliegen von Muslimen und an Muslime ist. Gemäss ihrer Homepage bietet die IRPA als Bildungseinrichtung in Wien islamischen Religionslehrern eine wissenschaftlich fundierte und praxisorientierte Ausbildung auf Hochschulniveau und ermöglicht islamischen Seelsorgern, ihre Ausbildung zu vervollständigen. Gleichzeitig ist die islamische Akademie in Wien aber auch eine österreichische Institution, die der österreichischen Kultur und Identität verbunden ist und die im vereinigten Europa einen Rolle spielt als Vermittlerin zwischen den Aktuell in den Sektionen Basel - Union Jeden letzten Freitag im Monat ab 19:00 Uhr: Freie Zusammenkunft im Restaurant "Storchen" Basel. Basel - Vereinigung Jeden letzten Donnerstag im Monat 15 bis ca. 17:30 Uhr: Donnerstag Hock Restaurant "Park", Flughafenstr. 31. Bei schönem Wetter im Gartenrestaurant. Bern Sonntag 12. Dezember Jahresfeier 2004 Festessen, Quiz und das beliebte Lotto mit schönen Preisen. Hotel "Bern", Unionssaal. Anmeldung via Einzahlung oder 031 372 56 03 Mittelland Samstag, 4. Dezember ab 15:00 Freie Zusammenkunft im Hotel Arte, Riggenbachstrasse 10, 4600 Olten Winterthur Sonntag, 5. Dezember Liechterfäscht Musikalischer Unterhaltung, einmalige Zauber-Show, Lottospiel mit gewohnt reichhaltigem Gabentisch. Restaurant "Chässtube" Zürich Sonntag, 12. Dezember Sonnenwendfeier mit musikalische Umrahmung Restaurant "Schützenruh" RRRRRRRRRRRRRR Werten europäischer Moslems und anderer Religionen und Kulturen. Als Stätte der Aus- und Weiterbildung sowie der religiösen und kulturellen Aktivität ist die IRPA darüber hinaus auch eine Institution, die sich an alle islamischen Tätigkeiten bzw. Bereiche wendet, was sich auch in der Betreuung und Ausbildung der in Österreich tätigen islamischen Seelsorger zeigt. Auch hier ist die Akademie eine einzigartige Einrichtung, und zentrale Anlaufstelle für alle seelsorgerisch tätigen Muslime in Europa. In Deutschland wurde 2001 das islamologische Institut in Frankfurt gegründet, das nach eigenen Angaben Eine Ausbildung auf akademisch-wissenschaftlichem Niveau in den klassischen Fächern der Islamologie (Islamischen Wissenschaften) auf Deutsch durch qualifizierte muslimische Fachleute anbietet. Integration in den Wissenschaftsbetrieb Aus freidenkerischer Sicht könnte die Integration der Imam-Ausbildung in ein wissenschaftliches Umfeld tatsächlich ein Schritt hin zur "Aufklärung" in der nach Europa immigrierenden muslimischen Welt sein. Anküpfungspunkt wäre die wissenschaftsfreundliche Haltung aus den Anfängen des Islams, als muslimische Gelehrte das wissenschaftliche Erbe der Griechen über das christliche Mittelalter in Europa (8.-13 Jh.) hinweggerettet und weiterentwickelt haben. Probleme ergeben sich heute insofern, als es "den Islam" ebensowenig gibt wie "das Christentum" in der derzeitigen theologischen Landschaft. Wieviele Ressourcen für die Theologien? Zu fragen wäre aber grundsätzlich, welche Ressourcen die Hochschulkantone für die Theologien insgesamt zur Verfügung stellen wollen und wer ihnen da wie unter die Arme greift. Als Standort infrage kämen Basel, Bern, Genf und Zürich, weil dort schon nahestehende Seminare existieren, oder Fribourg als zweisprachige Universität. Mehr als ein Standort in der Schweiz wäre jedoch nicht angemessen, da die islamische Bevölkerung zwar deutlich zugenommen hat, aber trotzdem weniger als 5% der Wohnbevölkerung ausmacht. rc Eine Spende zur Jahreswende? Dieser Ausgabe des FREIDENKERs liegt – wie jedes Jahr – ein Einzahlungsschein für eine freiwillige Spende zugunsten der FVS bei. Wir wissen, dass solche zur Zeit von allen Seiten in Ihr Haus flattern. Falls Sie jenen der FVS berücksichtigen, nehmen wir es als Zeichen der Anerkennung unserer Arbeit entgegen. Mit herzlichem Dank und den besten Neujahrswünschen für Sie und Ihre Angehörigen. Der Zentralvorstand RRRRRRRRRRRRRR FREIDENKER 12/04 Astronomie in Istanbul 1577 Observatorium Taqf ad-Din 7 FVSFreidenker-Vereinigung der Schweiz Mitglied der Weltunion der Freidenker und der Internationalen Humanistischen und Ethischen Union Trauer Feiern Basel (Vereinigung) 061 401 35 19 oder 061 321 31 48 Basel (Union) 061 321 39 30 oder 061 601 03 23 Bern 031 372 56 03 oder 031 911 00 39 Grenchen 076 53 99 301 oder 032 645 38 54 Luzern und Innerschweiz 041 420 45 60 Schaffhausen 052 337 22 66 St. Gallen 052 337 22 66 Vaud Waadt 026 660 46 78 ou 022 361 37 12 Winterthur und Thurgau 052 337 22 66 Zürich 01 463 16 55 Falls unter der regionalen Nummer niemand zu erreichen ist: Zentralsekretariat FVS 032 641 26 24 oder 052 337 22 66 Regional- und Orts- Gruppen Freidenker-Vereinigung Basel und Umgebung Postfach 302, 4012 Basel *auch Fax Präsidentin: Y. Andrek 061 401 35 19* Vizepräsidentin: B. Bisig 061 321 31 48* Kassier: R. Wenger Tel. 061 692 86 27 Fax 061 692 86 28 Mitgliederdienst: R. Frey 061 421 12 80 Freidenker-Union Region Basel USF Postfach 4471, 4002 Basel Präsident: G. Rudolf 061 601 03 43 Infos: 061 321 39 30, 061 601 03 23 Mitgliederdienst: 061 321 39 30 Postkonto: 40-4402-5 Bestattungsfonds: 40-4007-5 Freidenker Bern Postfach, 3000 Bern 1 Präsident a.i.: J. Kaech 031 372 56 03 Mitgliederdienst: A. Hänni 078 859 35 73 Libre Pensée de Genève 27 ch. des quoattes, 1285 Avusy Président: J.P. Bouquet 022 756 40 49 tél. et fax Sektion Grenchen und Umgebung Postfach 451, 2540 Grenchen Auskünfte: Peter Hess, Präsident 032 645 38 48 oder 076 376 38 48 Mitgliederdienst/Krankenbesuche: Lotti Höneisen 076 53 99 301 Sektion Luzern-Innerschweiz Postfach 2908, 6002 Luzern Präsidium: vakant FVS Mittelland Postfach 637, 4600 Olten Präsident: W. Zollinger 062 293 39 30 Freidenker Schaffhausen c/o Alice Leu Haargasse 12, 8222 Beringen Kontaktperson: A. Leu 052 685 23 03 FVS-Regionalgruppe St. Gallen c/o Ernst Diem St.Georgenstr. 218b, 9011 St.Gallen Präsident: E. Diem 071 222 47 54 Associazione Svizzera dei Liberi Pensatori (ASLP) Sezione Ticino Casella postale 721, 6902 Paradiso Presidente: R. Spielhofer 091 994 21 45 Ass. vaudoise de la Libre Pensée Case postale 131, 1000 Lausanne 17 Président: J.P Ravay 022 361 94 00 Secrétariat: 026 660 46 78 Winterthurer Freidenker Postfach 1806, 8401 Winterthur Präsident: J.L. Caspar 052 337 22 66 Sekretariat: D. Dünki 052 222 98 94 FVS-Ortsgruppe Zürich Postfach 7210, 8023 Zürich Präsident: H. Rutishauser Tel. und Fax 01 463 16 55 Mitgliederdienst: M. Dobler 01 341 38 57 FREIDENKER - BIBLIOTHEK Zürich, im Sozialarchiv Stadelhoferstr. 12 (Nähe Bellevue) Bücherausgabe: Mo. - Fr. 10–20 Uhr Sa. 10–13 und 14–16 Uhr Auskunft: 01 251 80 66 FVS Zentralsekretariat Zentralkasse Mitglieder melden ihre Adressänderungen bitte an die Sektionen. 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